Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |      
Autore: CaskaLangley    03/04/2010    12 recensioni
La favola in acido di un Colonnello che s'innamora. E ne paga il prezzo.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Roy Mustang
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note preliminari: questa cosina è stata scritta per colpa del nuovo odioso challenge di Fiffy è_é" seguendo i temi della community 1frase. Questo spiega la struttura idiota xD

*

Giardino: Accadde un giorno che un giovane Colonnello, sopraffatto dal peso di responsabilità che non aveva calcolato, si ritrovò a vagare nei pressi di un giardino che, coi suoi rovi del tutto simili a quelli descritti nelle fiabe, attirò il suo sguardo avido di scoperta.
Erba: L’erba era rada e le piante secche, vasi di pietra antichi si erano rotti e radici impervie li sventravano piantandosi nella terra.
Canto: Vagava senza meta, attento a non fare rumore, quando udì un canto limpido e infantile che sgorgava come acqua di fonte sulle pietre del giardino, e decise di seguirlo.
Apparizione: Fu allora che gli apparve: all’ultimo piano del palazzo diroccato, sporco e che puzzava di fogna, un angelo stava affacciato al balcone e i capelli biondi gli incorniciavano il viso che era candido come se non fosse mai stato sfiorato.
Passi: Il Colonnello marciava verso di lui come se l’avesse incantato, ma per un istante l’angelo si schiarì la voce e in quel silenzio si fece chiaro e minaccioso il rumore di passi; il Colonnello lo guardò un ultima volta e dopodiché, seppur con rammarico, decise di andarsene.
Tradimento: Era tornato alla sua vita e aveva tutta l’intenzione di provare a farsela piacere, ma il Colonnello non faceva che pensare all’angelo prigioniero di quel giardino morente; sua moglie lo guardava, inconsapevole dei suoi pensieri, e lui già sentiva di tradirla.
Ritorno: Tornò al giardino di notte, quando il suo aspetto era più che mai spettrale; stava piovendo e i rami secchi degli alberi si piegavano al vento facendolo ululare.
Orme: Sotto il portico cadente e in parte scoperchiato c’erano impronte fresche di fango; scarpe da uomo di ogni misura che lì, nell’oscurità lambita appena dalla lampadina appesa a un filo rachitico, sembravano orme di un lupo.
Rito: Non c’erano porte da aprire né scale da salire, così il Colonnello pensò di essersi immaginato il suo angelo, ma proprio quando stava per andarsene udì per la prima volta il rituale.
Storia: Come in una vecchia storia un uomo sotto la finestra disse: “Raperonzolo, t’affaccia, lascia pender la tua treccia” e dall’alto si snodarono capelli biondi su cui lui s’arrampicò; il Colonnello attese a lungo nonostante il vento e la notte che velocemente incombeva, poi quando vide finalmente scendere l’uomo attese che quello si allontanasse per prendere il suo posto e dire: “Raperonzolo, t’affaccia, lascia pender la tua treccia”.
Tempo: S’arrampicò e giunto in cima vide da vicino il suo angelo, che esisteva in un luogo dove il tempo è ininfluente e ogni cosa risplende; aveva mille anni, o nessuno, come lo spettro di una bambina, ma le sue guance erano rosa e le sue spalle tremavano leggermente mentre sussurrava: “Buonasera.”
Legame: Il Colonnello era senza parole davanti a tale bellezza, ma ancora di più lo sorprendevano i suoi capelli, e seguendoli con lo sguardo vide che la treccia si diramava brillante come il corso di un fiume; fu in quel momento che per la prima volta conobbe il legame indissolubile che univa Edward e Alphonse - e mai desiderò reciderlo.
Sembianze: Sembravano ognuno il dipinto a sembianza dell’altro; Alphonse una pennellata morbida rinascimentale, Edward un tratto più duro e avanguardista – entrambi difficili e solenni, meravigliosi proprio perché incomprensibili nel loro mistero.
Languore: Non parlarono, in quell’occasione, gli presero le mani e lo condussero prima a letto, poi nel gorgo di un anestetizzante languore.
Labbra: Riviveva quei momenti come se fossero stati un sogno; le labbra gemelle le une sulle altre, poi sul suo corpo e le sue sui loro – le schiene sinuose, sudate, le cosce che aprendosi lo invitavano a cogliere piaceri inenarrabili.
Silenzi: Continuò a tornare e loro continuavano a tacere, benché il Colonnello fosse pronto a rinunciare anche all’estasi pur di sentire la voce che l’aveva condotto lì; un giorno ruppe il silenzio e chiese: “Chi siete, e perché siete qui?”
Confine: Fu Alphonse a parlare – era sua la voce- e cominciò a narrare: “Quand’eravamo piccoli la mamma desiderava ardentemente qualcosa che l’uomo che ora chiamiamo Padre vendeva, ma non poteva pagare, così il nostro vero padre varcò il confine tra i loro giardini e ci offrì in pegno, promettendo che sarebbe tornato a prenderci appena avesse avuto i soldi.”
Giovinezza: “Il Padre diceva che mamma e papà erano troppo giovani, degli sbandati, e che si sarebbero accorti che senza di noi avrebbero avuto meno problemi; non sappiamo dove siano, né se stiano ancora insieme, ma i loro figli li hanno abbandonati insieme al resto della loro giovinezza.”
Fato: “Così adesso siamo qui, e facciamo ciò che sa” concluse Alphonse senza guardarlo, e non sapendo come commentare il loro orrendo fato il Colonnello tacque e sprofondò nella tristezza.
Ferita: Ogni tanto avevano delle ferite, lividi viola a deturpare i visi che – perfetti com’erano- destavano l’invidia negli animi semplici e crudeli.
Fautore: “Vi porterò via” diceva spesso baciandoli, ebbro all’idea d’essere il fautore della loro gioia, ma Edward aggrottava sempre la fronte e abbracciava Alphonse come a proteggerlo da quelle parole.
Spirito: Alphonse era dolce come una pesca, Edward aspro come un limone; ogni parola, ogni sguardo di troppo scatenava il suo fastidio – dentro gli occhi aveva scritto: “Potete imbrigliare il mio corpo, ma non il mio spirito.”
Guerra: Era un guerriero e il Colonnello voleva combattere la sua guerra.
Favorito: Un giorno Alphonse sussurrò al suo orecchio: “Sappiamo che non ha chiesto il permesso al Padre per essere qui, ma non importa, perché lei è il nostro preferito.”
Orgoglio: “Allora venite via con me” li supplicò, ma Edward restava orgoglioso e distoglieva lo sguardo.
Rossore: Un giorno, però, lo fece arrossire con un complimento, e vedendolo così dolcemente infantile il Colonnello capì di amarlo e che li avrebbe amati sempre, nel modo irragionevole in cui vanno amate le cose impossibili.
Calore: A separarli c’era il freddo della sera, il fiato che si condensava, i mendicanti che tremavano e le labbra che si screpolavano, ma il calore che lo aspettava valeva ben più grandi sacrifici.
Eros: Lo scrisse su un foglio e lo lasciò sotto il loro cuscino: “Eros che scioglie le membra e ancor mi squassa / Dolceamara invincibile creatura.”
Stirpe: Fu in quei giorni che il Colonnello scoprì che presto sarebbe stato padre, e poiché apparteneva alla stessa stirpe di uomini che già li avevano venduti e schiavizzati, fu per lui molto facile decidere di non andare più a visitare i suoi angeli.
Pensiero: Ma il pensiero giorno dopo giorno andava sempre a loro, alla stanza vecchia e squallida che dividevano, al letto sfondato e senza coperte su cui dormivano stretti per non avere freddo.
Nostalgia: Gli mancavano come fossero stati un paesaggio della sua infanzia; i giorni s’ingrigivano e le notti si tingevano d’oro, la nostalgia lo stringeva al collo e come un laccio cercava di ricondurlo a loro.
Vittoria: Tornò implorando come un penitente e abbracciò loro le ginocchia in lacrime giurando amore eterno; i fratelli furono un po’ freddi, ma quella era per loro una vittoria, così ebbero pietà e lo condussero sul letto che anche povero com’era diventava un talamo nuziale.
Preda: Tornò ad averli ogni notte, incapace di restare senza; era preda del desiderio come loro lo erano del Padre.
Movenze: Avevano un modo di fare, come fossero usciti dalle vecchie storie di danzatrici d’oriente; le loro movenze lo incantavano, non sapeva più chi era uno e chi l’altro, giacevano insieme in un nodo strettissimo che non avrebbe mai sciolto.
Vino: Una sera lo accolsero come se fosse un Re e gli offrirono del vino; lo assaggò sui loro corpi, dalle loro bocche, e quando la ragione stava per abbandonarlo in favore di un dolce delirio lo baciarono più e più volte dicendo “Verremo con te.”
Lanterna: “Domani porta una scala di corde e una lanterna, poiché a notte fonda il Padre avrà da accogliere amici lontano di qui, saliremo sulla tua macchina e ci porterai via.”
Candore: “L’unica condizione è che dovrai amarci per sempre, ed essere dolce con noi, altrimenti ti malediremo e sarai dannato per sempre” aveva aggiunto Edward, usando un tale candore che il Colonnello non mise in dubbio i loro poteri oscuri.
Nettare: Il vino scendeva come nettare in gola, così come i loro sospiri che bevve a sorsate instancabili.
Inebriare: S’inebriarono di promesse fino al mattino, quando il Colonnello si calò dalla treccia immaginando il momento in cui avrebbe donato loro una stanza pulita dove la porta era sempre aperta e dalla finestra filtrava la luce del sole.
Sentore: Per tutto il giorno successivo il Colonnello fu inquieto, scosso da un cupo sentore, ma aveva già scala e lanterna.
Crepuscolo: Uscì al crepuscolo sapendo che in un modo o nell’altro niente sarebbe più stato lo stesso.
Volto: Nella loro stanza non c’era orologio, ma avevano imparato a leggere il tempo l’uno sul volto dell’altro; Edward baciò a lungo quello di Alphonse e Alphonse baciò quello di Edward, mentre si scambiavano sorrisi incerti e un po’ timidi per l’impazienza.
Furore: Ma il Padre – dopo essere tornato a prenderli affinché allietassero la notte dei suoi amici- udì una macchina fermarsi, e agitato dalla luce della lanterna corse in fretta dai fratelli; tale era l’emozione sui loro bei visi che subito capì, e in preda a un furore cieco li percosse orribilmente fino a che quell’espressione non sparì.
Possesso: “Cani infami!” gridò “Cani ingrati bastardi! Osate fuggire dopo quello che ho fatto per voi? Ma io vi posseggo, e se non volete più essere miei allora non sarete di nessuno!” e detto questo tagliò loro la treccia e dette l’ordine di abbandonarli in due diverse città affinché non potessero trovarsi.
Sfrontatezza: Il Padre aspettò allora il temerario che aveva reciso i suoi fiori più belli, poiché tale sfrontatezza andava subito punita; issò la treccia alla finestra e quando egli fu salito subito gli cavò gli occhi e lo gettò di sotto.
Mortale: Il Colonello ebbe salva la vita, ma poiché era cieco non riuscì mai più a tornare a casa e visse d’elemosina nella mortale indifferenza dei passanti.
Terra: Certe volte provava a nutrirsi di terra, di foglie, di ciò che trovava; tutto aveva il sapore di loro, di quel sacrificio che avrebbe compiuto cento volte per riavere quel sorriso che gli avevano donato dicendogli “Arrivederci” nell’ultima notte.
Pensiero: Dietro gli occhi chiusi il pensiero di loro restava costante, limpido come un giorno di primavera, e anche dilaniato dal freddo e dalla fame non smise mai di tendere le orecchie sperando di udire, di notte, il canto di Alphonse che lo chiamava a sé.
Tocco: Ma accadde un giorno, forse mille anni dopo, che sul viso sentì il loro tocco e subito gli sembrò di riavere la vista; “Ti abbiamo trovato” gli disse Edward “Adesso ci prenderemo cura di te.”
Dita: Si strinsero a lui, anche sporco com’era, gli presero ognuno una mano e intrecciando le dita alle sue singhiozzarono “Grazie” avvolgendolo in quel calore per cui non si era mai pentito d’aver abbandonato tutto.
Incisione: “Vi amo” disse soltanto, perché tale era la debolezza che non riusciva a parlare, ma quelle parole seppur fragili avevano inciso l’asfalto lasciando per sempre il segno del suo passaggio; forse era reale, forse era soltanto pazzo, ma visse con loro felice e contento finché non si spense.

*

Note incoerenti dell'autrice: ...perdonatemi XD E sì, ultimamente sto scrivendo un po' di robine RoyEdAl (tanto vi ho visto che apprezzate, è inutile che vi nascondete u_u), quindi questa è venuta fuori da sola. Voglio specificare che l'ho scritta di cattivo umore (l'eufemismo del secolo) in qualcosa tipo tre ore, quindi perdonatemi se non è nemmeno vagamente leggibile *_*; darò la colpa alla limitazione delle frasi (che in realtà è stata la cosa più divertente). Ringrazio anche la Nari, perché in realtà già prima del challenge le avevo promesso che avrei scritto una mia versione di Raperonzolo se lei fosse riuscita a finire la sua di Cappuccetto rosso, e siccome l'ha fatto e le è venuta benissimo dovete andare a leggerla! Come al solito, nelle recensioni potete chiedermi storielle per Favole e riflessi :3

  
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: CaskaLangley