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Autore: Reghina    04/04/2010    3 recensioni
Con tantissimi auguri di buona pasqua. Dedicata a tutti quelli a cui 'I peccati capitali' è piaciuta. Ma, in particolar modo, a te frére
"Infondo è solo un gioco…no, Sebastian? Un gioco iniziato sei anni fa, una partita con in palio la tua anima. Un’anima già persa, già condannata a venir divorata.[...]I peccati capitali. Ma infondo domani notte li ripeterete ancora…Perché è solo un gioco."
Genere: Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I sette peccati capitali'
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Gioco peccaminoso.

 

Infondo è solo un gioco…no, Sebastian?

Un gioco iniziato sei anni fa, una partita con in palio la tua anima.

Un’anima già persa, già condannata a venir divorata.

Sette peccati capitali.

Sai di aver recitato la tua parte a dovere.

L’hai percepito da quello sguardo cremisi, tentazione irresistibile.

E li hai letti, uno a uno, nelle sue pupille feline.

Avarizia.

Quei baci sulle tue piccole labbra dal sapore di cioccolata, quella fondente, che cela la sua dolcezza.

Sentivi che ne pretendeva altri, ancora, di più.

Percepivi la sua lingua esperta – quante miliaia di persone aveva baciato? – avvolgere la tua, rubandole l’innocenza.

Quella che avevi preservato apposta.

Gola.

Apposta, per fartela divorare.

Lo sentivi, affamato, degustare attraverso quei baci pezzi della tua anima.

Percepivi come li carezzava, li bramava, li possedeva.

Quei pezzi del suo premio, che gelosamente custodivi, che mantenevi come piaceva a lui.

E lui li pretendeva.

Lussuria.

Come pretendeva il tuo corpo.

Se ne appropriava, riservandoti nient’altro che passione.

Quel fuoco che, lento, ti distruggeva sporcandoti ancora.

Era come gettare vernice nera su un muro già scuro.

Invidia.

Un morso sul cuore, e tu gli tiri i capelli con violenza.

Ti rivolge un’occhiata reverenzialmente beffarda.

Non può fare a meno, Sebastian, di volere la tua anima.

E invidia quel cuore che la custodisce gelosamente.

Ira.

“Ora puoi andare, Sebastian”lo congedi, saziata la tua fame.

Vedi le sue pupille ferine tingersi del colore del sangue.

Le hai già viste altre volte, ma non così.

Sta volta fanno paura.

“Bocchan?”e la voce, calma come sempre, ti sembra un sibilo minaccioso.

Superbia.

“Ho…ho detto che puoi andare!”ripeti, e maledici la tua natura umana, che non può impedirsi di provare paura.

L’occhiata superiore che ti rivolge il tuo maggiordomo ti fa capire che nonostante tutto quel tremore era percepibile a miglia di distanza.

E anche che, volente o nolente, il vincitore della partita è già deciso.

“Yes, My Lord”e non sarai tu, Ciel.

Accidia.

Il resto della notte la passi sveglio, ovviamente.

Ogni volta che chiudi gli occhi, li vedi.

Vedi le iridi di Sebastian, le vedi e ti sembrano quelle della morte.

Ma il tuo maggiordomo entra, impeccabile come sempre.

E sul suo volto, nessuna emozione.

I peccati capitali.

Ma infondo domani notte li ripeterete ancora…

Perché è solo un gioco.

 

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