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Autore: ely91    10/08/2005    4 recensioni
Descrizione di un pomeriggio pensieroso seduta sul pavimento, boccheggiante al cospetto di un piccolo ventilatore...
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La calda (o per meglio dire afosa) atmosfera estiva incombe sulla stanza illuminata dai cocenti raggi pomeridiani

La calda estate in città.

 

La calda (o per meglio dire afosa) atmosfera estiva incombe sulla stanza illuminata dai cocenti raggi pomeridiani. In mezzo alla stanza ricolma di oggetti e di libri c’è l’unico strumento di salvezza – fisica e morale che sia- a cui un essere umano può appellarsi di questi tempi (sempre se non si dispone di un condizionatore): il ventilatore.

Un piccolo ma potente ventilatore produce un fastidioso rumorio continuo. In compenso sembra spostare aria nella mia direzione.

Il pavimento fresco sembra essere l’unico luogo adatto per trascorrere ore intere di insano ozio. La scelta non è stata per l’appunto casuale. Come diceva qualcuno, ci sono due tipi di prigioni al mondo: quella che conosciamo tutti, dove risiedono solitamente i delinquenti e un‘altra, in cui veniamo rinchiusi quando non siamo dove sono tutti. E in questo caso io non sono al mare, dove per l’appunto, si trova la maggior parte (e in quella maggior parte sono incluse tutte le mie amiche) della città. Arrendersi al caso o – se si vuole essere più melodrammatici – al triste destino è diventata una nota abitudine per i miei neuroni anche se purtroppo d’estate è molto più facile contrarre la depressione.

Negli scherzi del destino è inclusa anche quella parte del mio carattere che associa automaticamente l’ozio alla noia e la noia alla depressione pura e totale e considerate le ore di ozio di cui sono ereditaria da molti anni non credo che riuscirò mai a superare questa fase pre-autunnale.

Quello che più di tutto crea disagio nella mia mente e nel mio corpo è la coscienza di vivere in una trasandata provincia che, come un secchio pieno d’acqua, ad un certo periodo dell’anno (di solito a partire da metà luglio) si svuota completamente, abbandonando le sue vie chiuse dall’intenso traffico e i bar chiusi e l’aria soffocante. Aprire la mente verso nuovi orizzonti non è mai stato un mio problema, ma purtroppo la dipendenza dai miei genitori si fa ancora fortemente sentire e quindi lo scavalcare l’uscio di casa per cuocermi in una piazza vuota e squallida ha perso da un po’ le mie attenzioni, ora rivolte a paesi “stranieri” dalla mia città che so di non raggiungere mai.

Sentendo parlare le persone, oggi giorno tutti si concedono una vacanza: mesi interi da trascorrere in una dimora che si trova quasi praticamente nell’acqua a prezzi stracciati, cosicché adesso si sente parlare di umili domestiche che partono e raggiungono regioni straniere e soggiornano lì, come ricche signore. D’altra parte, i ceti sociali più alti sfoggiano le loro barche o i loro alberghi, acquistati nuovi di zecca, o le proprie ville e le lussuose decappottabili sempre piene zeppe di benzina e champagne in coppe.

Allora mi chiedo: cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo? I ceti medi non hanno una villa o una barca, ma possono divertirsi a loro piacimento. Perché io marcisco in città? Quello che mi dà rabbia, che mi fa salire ancora di più il sudore – che lo fa esplodere dai pori- è l’essenza profonda delle mie giornate. Perché diavolo devo sprecare ore di nulla più completo? Se Dio me le ha date ci sarà un motivo, perché in fondo, quelle ore, non torneranno più a farmi compagnia.

Se sei nato lottatore queste cose puoi anche capirle, specie se passi tutto il tempo a contribuire alla tua autodistruzione leggendo libri di aforismi e di poesie pieni zeppi così di “significati profondi della vita e del suo trascorrere”, ma poi arriva un periodo che sei stanco anche di lottare e credi che ti sia dovuto ricevere un po’ di comprensione istantanea. E aspetti, aspetti, e questa non arriva. Allora il tuo equilibrio psicologico va incenerendosi e alla fine di tutto questo devi anche conservare una bell’accusa di egoismo o di insofferenza o peggio ancora di arroganza ed estrema intolleranza verso i bisogni altrui.

Che poi, facendoci caso, il tempo sembra mettersi contro di te. Sembra che stia lì, rappresentato da un orologio dalle mille lancette, seduto su di una sdraio a righe, che beve aranciata e ti guarda al di sopra degli occhiali da sole e ti dice: “Ehi bello! Vuoi che il tempo passi in fretta? Scordatelo! Ricorda che il tempo sono io e ora sono in vacanza, quindi scusa ma stavolta i giorni trascorreranno come dico io!”.

Su! Non sta bene fare le vittime in questo momento! E intanto ti ritrovi a stringere la mano e a dire “Buona vacanze di cuore”a tutti quelli che conosci che, non avendo la minima considerazione nei tuoi confronti di rimando ti sorridono e magari aggiungono: “Grazie… spero che queste vacanze durino per sempre!”. E intanto tu speri di no, speri che passino così in fretta che in un batter d’occhio ti ritrovi a 10 metri dall’uscio della scuola.

La tenda viene scossa leggermente dall’aria prodotta dalle piccole pale del ventilatore. L’unica cosa che riesco a controllare di me è il non progettare sogni irrealizzabili. Non ci ho mai provato, neanche d’estate ed ho paura di farlo, perché sono sicura che una volta tornata dal mio viaggio di fantasia, la realtà mi crollerebbe in testa come un pesante macigno e mi schiaccerebbe più del solito.

Il silenzio non richiesto è sicuramente un’altra prerogativa di quest’estate.

Te ne stai lì, a farti i fatti tuoi, quando all’improvviso ti accorgi che intorno a te, mischiato all’aria insana, c’è un inevitabile silenzio senza  rimedio (a meno che non scegliessi di parlare da sola. In quel caso uscirei di casa, ma solo per recarmi in un ospedale psichiatrico – possibilmente fornito di aria condizionata-) e allora che fai stupido essere umano del terzo millennio che non sei altro?

Accendi la tv, naturalmente!

Ed è lì che comincia ad essere inconsciamente inizializzato quel processo depressivo che ti porterà ben presto alla disperazione più nera: giri, rigiri i canali ma quello che vedi è sempre, esattamente questo:

-film di 30 anni fa,

-film già mandati in onda 30 volte,

-pubblicità di pentole e materassi,

-repliche di vecchi telefilm polizieschi,

-cartoni animati.

E sarà allora che comincerai a girare, girare, come una trottola e alla fine ti stancherai e preferirai sorbirti il silenzio o ascoltare per l’ennesima volta il tuo cd preferito (a dir la verità dopo la 30esima volta la sola idea di metterlo nel lettore cd ti induce ad un pianto dirotto) piuttosto che tagliarti le vene al cospetto dei programmi televisivi estivi.

Comunicare con il resto del mondo è fuori discussione, perché il mondo è occupato nel fare ben altro. E se compri una rivista e la sfogli, stai sicuro che non ti aiuterà. “100 modi per abbronzarsi!” e tu pensi “ma dove diavolo mi devo abbronzare?” oppure leggi, girando pagina “una dieta fresca per l’estate” e l’idea di fare una dieta non ti tocca proprio considerando che il cibo è l’unico piacere che ti è concesso di provare. Allora vai più avanti e vedi la pagina dedicata ai vip. “Dove se ne andranno i nostri vip questa estate?” e ti viene voglia di gettare il giornale dal quinto piano poiché è già abbastanza doloroso vedere le cameriere che partono per la Sardegna e di certo guardare le top model in topless o gli attori che baciano le loro ultime conquiste a cavallo di uno degli jet più belli che Dio abbia potuto concepire non aiuta.

Allora arrivi furiosamente all’ultima, fatidica pagina del giornale e cerchi nell’oroscopo il tuo segno zodiacale: “Sagittario. L’amore esploderà con un colpo di fulmine e sicuramente le vostre vacanze saranno all’insegna del divertimento. Qualche lieve disagio è dovuto al caldo: ma niente paura!: tutto ciò di cui avete bisogno è di un bel bagno nelle acque cristalline del mare dove villeggiate!.

Ora, dopo aver letto un oroscopo così, ti viene l’impulso irrefrenabile di affibbiare una bella siesta eterna a tutti quei maledetti astrologi che inventano cretinate sulle bianche spiagge hawaianee e che poi inviano i loro scritti via posta prioritaria ad un editore che li pubblicherà senza esitazione e che a sua volta spedirà una bella cifra all’astrologo, che troverà un motivo in più per allungare la sua vacanza.

Fatto questo ti giri intorno e la stanchezza psicologica è più forte di qualsiasi bisogno: crolli sul pavimento in cerca di un respiro che non troverai mai, mentre la solitudine fa capolino dentro di te e ti dice “sei solo, sei solo, sei solo!” e intanto ti passi una mano sulla faccia, ma non riesci a sbiadire le immagini di un tizio sconosciuto e di un’altra tizia che fanno le scarpe a Megan Gayle e che dicono: “Vorrei che quest’estate durasse per sempre.”

 

Eleonora.

 

COMMENTO. PLEASE. QST SOTORIA E’ STATA LETTA 43 VOLTE E NN HA AVUTO NEANKE 1 COMMENTO. V PREGO, FATE IN MODO KE NN S RIPETA + NN SO CM VE LO DEVO DIRE. M SENTO DISPERATA QND NN C SN COMMENTI. AD UN AUTORE VIENE LA DEPRESSIONE!

  
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