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Autore: _Dirty Diana_    05/04/2010    1 recensioni
Due BMW nere comparvero lungo la strada, rallentando in vista del semaforo rosso a pochi passi da lei. Nessuno abbassò i finestrini e nessuno le urlò apprezzamenti osceni, eppure era certa che gli occupanti l’avessero vista. Una parte di lei, probabilmente la stessa che pregava, aveva come la sensazione che qualcuno la stesse fissando da dietro quei finestrini.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IN EINER MONDLOSEN NACHT

IN UNA NOTTE SENZA LUNA

1

La luce fioca del lampione faticava a passare attraverso la spessa foschia della sera, illuminando a stento il marciapiede sottostante. Solo una piccola falena sembrava trarne conforto, sbattendo le impalpabili ali nel pallido riverbero dorato.
Un vento gelido sferzava le cime dei pochi alberi dei dintorni e ne muoveva le chiome in una danza silenziosa che sembrava voler rivaleggiare con quella della piccola falena.
Alcune nubi portate dal vento avevano finito con il coprire quasi per intero la luna, nascondendola alla vista dei pochi passanti.
Ma chi avrebbe mai avuto il tempo e la voglia di indugiare sotto quella luce ad un’ora così tarda?
Forse qualcuno così forte da non temere la notte o così spaventato da non essere in grado di sfuggirle.
Ad un tratto, una macchina accostò al lato del marciapiede e ne scese una figura minuta, un poco incerta sui tacchi alti.
Dopo una rapida occhiata da parte dell’autista, il veicolo ripartì sgommando.
La nuova arrivata si avvicinò al lampione e ripose distrattamente alcune banconote nella borsetta, dalla quale estrasse anche un piccolo specchietto.
Ad un primo sguardo si sarebbe detto che avesse tra i 20 e i 25 anni, ma i fini lineamenti del viso, incorniciato da lunghi capelli castano dorati, rivelavano un’età ancora acerba.
Sotto una frangetta impertinente ammiccavano due occhi vivaci, contornati da uno spesso strato di trucco.
L’incavo del collo rilasciava un profumo forte, ingenuo e malizioso allo stesso tempo, che ben poco si accordava con quegli occhi da cerbiatto.
La giovane si passò sulle labbra un rossetto vermiglio, regalo di un cliente affezionato senza il quale non avrebbe mai potuto permetterselo.
Si guardò attorno e per un attimo il suo aspetto sembrò tradire un fare smarrito.
Per tutto questo tempo, la piccola falena era rimasta immobile, intenta a domandarsi se la nuova venuta costituisse una minaccia oppure no.
La fissava dall’alto, come incantata, e il suo battito d’ali sembrava invitarla ad avvicinarsi.
Come se avesse sentito il suo silenzioso richiamo, la ragazza alzò il viso e, vedendola in controluce, sorrise. Intanto in lontananza, una campana batteva lenta le ore. 

Quanto era stata lunga quella sera.
Tra gli applausi e le repliche dei brani aveva temuto che quel concerto non finisse mai.
Se ne stava seduto da solo nel suo camerino, per una volta tanto in grado di concedersi una tregua dopo le lunghe ore di lavoro.
A tenergli compagnia c’era solo la sua immagine che lo fissava imperterrita da dietro lo specchio.
Era l’immagine di un ragazzo dal viso stanco, la cui pallidezza sembrava accentuata dalla poche ore di sonno concesse.
Ancora qualche minuto e niente avrebbe più potuto separarlo dal suo adorato cuscino. Ormai portarselo dietro durante le tournée era diventata un’abitudine e quel suo profumo di casa l’aiutava a sentirsi meno solo.
Mentre indugiava in queste dolci fantasie, qualcuno spalancò la porta.
“Bill! Ma dico, ti sei addormentato un’altra volta davanti allo specchio? Muoviti su, gli altri sono già in macchina ad aspettarci”.
Si alzò di malavoglia, cercando il lungo cappotto nero con lo sguardo.
Alla fine lo trovò, semi-nascosto tra i morbidi cuscini del divano di pelle, e raggiunse suo fratello nel corridoio.
“Sembra che un gruppo di fan stia piantonando l’entrata. Dovremo far uscire le due auto passando dall’ingresso secondario, ragazzi”.
“Ci risiamo!” rispose Tom, incapace di nascondere un sorriso sfacciato. “Anche stasera sarò costretto a spezzare qualche cuore innamorato”.
Il sorriso gli morì sulle labbra quando vide lo sguardo malinconico del fratello.
“Ehi! Di un po’, che hai oggi? È da stamattina che sei strano e non dici una parola. Per caso sei caduto dal letto mentre ti alzavi?” disse, nel vano tentativo di farlo ridere.
“Niente, lascia perdere. Ho solo voglia che questa giornata finisca il più presto possibile”.

Anche per lei la serata sembrava non finire mai, ma chi è abituato a fare il suo lavoro sa bene che a quell’ora il turno è appena cominciato.
Una parte di lei sperava che arrivasse presto un nuovo cliente, almeno così avrebbe potuto stare al caldo e togliersi per un po’ quelle dannatissime scarpe.
L’altra pregava in silenzio che quell’auto non si fermasse mai.
Due uomini le passarono accanto. Non ebbe nemmeno il tempo di alzare lo sguardo su di loro che l’odore di alcol e di sigarette la investì in pieno, togliendole quasi il respiro.
Tale era la loro capacità di concentrazione che nessuno dei due parve accorgersi di lei, tanto che fu costretta a farsi da parte per non essere travolta.
Rimasta sola, si strinse ancora più forte nella giacca di pelle, ben consapevole che un capo così corto non sarebbe mai stato sufficiente a riscaldarla in quella lunga notte gelida.
Due BMW nere comparvero lungo la strada, rallentando in vista del semaforo rosso a pochi passi da lei. Nessuno abbassò i finestrini e nessuno le urlò apprezzamenti osceni, eppure era certa che gli occupanti l’avessero vista.
Una parte di lei, probabilmente la stessa che pregava, aveva come la sensazione che qualcuno la  stesse fissando da dietro quei finestrini.

 

 

 

 

 

 

 

  
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