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Autore: Pleasance Carroll    05/04/2010    2 recensioni
ciao a tutti!questa è la mia seconda nonsense, sinceramente mi stupisco anche io di essere stata in grado di scriverla, perchè mi sono ispirata ad una particolare frase del film "come d'incanto"che accennava ad una diversa versione della storia di Cappuccetto Rosso ed il lupo. credo sia un po' cruenta, per questo spero di aver azzeccato il rating. fatemi sapere cosa ne pensate. marty23
Genere: Dark, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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LA RICETTA SEGRETA PER CROSTATE DELLA NONNINA

 

La piccola Cappuccetto Rosso passeggiava nel bosco, diretta dall’anziana nonna, fischiettando una sinfonia lugubre e lenta come una nenia.

Nessuno lo sapeva, ma qualche giorno prima era riuscita a sottrarre al suo vicino di casa, il taglialegna, l’accetta affilata affilata e scintillante che lui usava per lavorare. Non aveva trovato il modo di infilarla nel cestino per le focacce, che aveva con sé, perciò se l’era dovuta nascondere sotto la mantella di velluto rosso cremisi.

Ad ogni passo sentiva l’odio e la rabbia crescerle nel cuore, la lama dell’accetta ondeggiante sulle spalle.

Giunta alla Radura dei Fiorellini – dove spesso si era fermata quando era bambina, per intrecciare ghirlande – estrasse una minuta lente d’ingrandimento dal cestino( dove, si disse, non ci sarebbe più stato posto per le focacce) e, puntandola verso l’erba, attese, che il sole rovente, alto nel cielo, vi riflettesse i suoi raggi; quindi rimase ad ammirare i boccioli ardere, tra fiammelle crepitanti, con una gioia sadica nel sorriso.

D’un tratto, con la coda dell’occhio scorse un ciuffo bruno tra gli alberi: due grandi pupille, giallastre e dilatate, la stavano osservando.

-        vieni, bel lupacchiotto…non avere paura, non ti farò del male…- sussurrò la ragazzina, con voce melliflua, mentre estraeva l’ascia e la stringeva saldamente tra le mani.

Il lupo non si mosse.

Cappuccetto Rosso, spazientita, gliela scagliò contro: quello aveva visto troppo, avrebbe potuto intuire il suo piano!

Il lupo, svelto evitò l’arma; ma solo per un soffio! Avvertì addirittura lo spostamento d’aria vicino all’orecchio!

-        che cosa vuoi fare? Che ne è stato della dolce bambina che più di una volta ho provato a mangiare?- chiese, con voce gutturale, dopo essersi fermato a guardarla qualche attimo.

Cappuccetto, gli occhi fissi su di lui, si avvicinò con falsa noncuranza alla mannaia, e la estrasse, decisa, dal tronco d’albero in cui si era conficcata.

-        sono cresciuta. Sono cambiata, e voglio uccidere la cara nonnina per rubarle la Ricetta Segreta per le sue crostate: da anni provo a chiedergliela, ma si è sempre rifiutata di darmela. Le forti somme che guadagna, vendendo i suoi dolci in paese, sarebbero tutte mie alla sua scomparsa, grazie a quella ricetta!- fece, gelida.

Il lupo drizzò le orecchie, spaventato. Cappuccetto voleva fare del male alla delicata donnina che gli faceva la permanente alla pelliccia tutte le settimane, e che gli aveva mostrato quanto fosse salutare una dieta vegetariana.

Senza preavviso, spiccò una corsa, nella speranza di arrivare presto a casa della nonna e poterla avvisare in merito alle pazze intenzioni della nipote.

Sentiva una fatica insostenibile addosso, tanto che fu costretto a tirare fuori la lingua; l’aria gli sferzava crudelmente il pelo.

Gli ci volle qualche minuto per capire, non senza una certa sorpresa, che Cappuccetto Rosso lo stava seguendo:

-        non posso permetterti di dirglielo!- strillò lei.

Il lupo intravide solo allora un lampo vermiglio che brandiva l’accetta con fare bellicoso, e realizzò che la ragazza gli stava alle calcagna.

La morsa gelida della paura gli aggrovigliò lo stomaco; cercò di accelerare,  ma prima che avesse il tempo per una qualsiasi reazione, sentì di nuovo uno spostamento d’aria, stavolta violentissimo, e riconobbe uno scintillio d’argento.

Solo nel momento in cui si avvicinò all’albero che aveva davanti, dove era incastrata l’arma di Cappuccetto, il lupo, vedendo un grumo di pelle sanguinante sulla punta della lama, si rese conto che un dolore lancinante gli stava straziando la bocca.

Si ricordò che aveva lasciato penzolare la lingua nella foga della corsa, e, quando fece per toccarsela, l’orribile presentimento che sentiva vibrargli sotto la pelle, trovò riscontro: quella sulla lama dell’accetta di Cappuccetto, era la sua lingua!

Cappuccetto Rosso gliel’aveva recisa di netto!

Un’emozione potentissima, forse adrenalina, o magari istinto di sopravvivenza, spinse il lupo a non voltarsi, e invece, a continuare a correre; stavolta più veloce di prima, perché sapeva cos’avrebbe fatto Cappuccetto Rosso: si sarebbe ripresa la sua arma, per poi continuare a seguirlo.

Quell’animale dal folto pelo bruno, sentiva sotto le zampe il terreno scosceso della foresta: era spaventatissimo, ma non più stanco, il sangue gli scorreva a mille nelle vene; ormai la casetta della nonna era in vista, ma…come avrebbe fatto ad avvisarla, se non aveva più parte della lingua?

Trovò un’unica soluzione, così su due piedi, annebbiato dall’ansia che gli provocava il respiro affannoso di Cappuccetto, che sapeva essergli molto vicino: urlare .

I suoi ululati disperati riempirono in un attimo l’aria, e fortunatamente, nonostante la dolce nonnina fosse sorda, dopo pochissimo tempo il lupo riconobbe la sua cuffietta rosa per capelli, affacciarsi ad una delle finestre.

Senza pensarci troppo, l’animale le fece segno di togliersi, e saltando attraverso la finestra, entrò in casa.

La nonna di Cappuccetto Rosso, un’80enne sorda come una campana, lo guardò sbalordita attraverso i suoi occhiali da vista, spessi come fondi di bottiglia, mentre con le mani ricoperte di pelle grinzosa si sistemava la lunga camicia da notte ricamate.

-        sscussa sse ti ho ssveggiata, doddina…Cappusscetto Rosso ssta veneddo ad uccidevti…vuole la tua Vicetta pev Crovsstate…- spiegò il lupo, ma gli era difficilissimo parlare.

La nonna tese l’orecchio:

-        eh?- urlò.

Non aveva sentito nulla.

Esasperato, lui la fece voltare verso la finestra: nel momento in cui lei vide la nipote che correva con un’accetta tra le mani, si voltò verso il lupo, che prontamente le mostrò la lingua tagliata, e comprese tutto.

Corse, per quanto le gambette rachitiche glielo permettessero, a prendere qualcosa.

Il lupo si nascose sotto un tavolo, in attesa. Cos’altro avrebbe potuto fare?

Dopo un po’, vide che la nonna tornava da lui; aveva qualcosa in mano, qualcosa che lo lasciò spiazzato:

-        il cacciatore che ogni tanto perlustra il bosco, non voleva comprare le mie torte…così l’ho ucciso e ho preso questo…al momento mi sembra l’unica cosa utile.- si giustificò, poi caricò il fucile con forza ed aprì la porta di scatto.

Cappuccetto Rosso era lì davanti, a qualche metro di distanza dall’uscio, con l’ascia levata in aria.

Il lupo si coprì le orecchie, e serrò gli occhi, in attesa del peggio: tutto ciò che sentì fu un boato.

Infine vide Cappuccetto Rosso cadere a terra, gli occhi persi nel vuoto, mentre un fiore cremisi le sbocciava in petto, dove la nonna le aveva sparato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE

Ciao a tutti! Spero che questa one shot non vi abbia spaventato, a dire il vero impressiona un po’ persino me, sono stupita di me stessa, non pensavo di poter scrivere qualcosa di simile. Mi è venuta, però, in mente dopo che ho visto per l’ennesima volta “come d’incanto” e le parole di Giselle quando racconta la storia di cappuccetto Rosso alla bambina, accennando al fatto che rincorreva il lupo con un’accetta mi ci hanno fatto pensare, mettendomi voglia di scriverla.

Fatemi sapere cosa ne pensate

Un baciotto

Marty23

  
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