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Autore: mindyxx    06/04/2010    9 recensioni
“Se hai paura di perdere la verginità con me, scordatelo, non sei il mio tipo, ed ora smettila di fare tante storie e porta il tuo culetto secco oltre quella porta. Il letto è abbastanza grande per tutti e due... io dormo a destra”
Colin sbuffa spazientito alle parole del biondo, ma, trovandosi in minoranza, decide di far buon viso alla sorte avversa ed entra nella stanza. Bradley strizza l’occhio a Katie e lo segue assestandogli una pacca sul sedere...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bradley James, Colin Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: la storia non è stata scritta a scopo di lucro ma per semplice divertimento personale. Quanto descritto non è in alcun modo riconducibile a fatti realmente accaduti ma trattasi di pura immaginazione.
Paring: Bradley/Colin
Raiting: arancione
Warning: slash, lime, OOC (non conoscendo il carattere dei personaggi credo sia giusto inserire OOC)







Una vacanza indimenticabile


Le riprese della seconda stagione di Merlin erano terminate e gli attori potevano finalmente godere di qualche mese di riposo.
Colin e Bradley decisero di partire insieme per una lunga vacanza ed estesero l’invito anche alle due colleghe che, entusiaste, accettarono.
A Katie venne affidato il compito di trovare il luogo ideale dove trascorrere le meritate ferie, lontani dal resto del mondo.
Dopo aver passato mesi sempre al centro dell’attenzione, sballottati da un talk show all’altro, sempre assediati dagli ammiratori, i giovani attori sentivano di aver bisogno di tranquillità e Katie, amante del bel Paese, era riuscita a trovare quanto di più intimo per trascorrere una vacanza da sogno; una villetta in Toscana immersa nel verde e lontana da sguardi inopportuni.
Colin, Bradley e Angel furono felici alla prospettiva di poter trascorrere un paio di mesi in quello che sembrava un paradiso in terra e decisero di partire il prima possibile.
Giunti a destinazione ammirarono affascinati il luogo incantevole scovato dall’amica.
La villetta, presa in affitto, era situata nel bel mezzo di un vasto giardino fiorito, con tanto di piscina.
I confini erano delimitati da un’alta siepe che nascondeva l’interno a occhi indiscreti.
Scesi dal taxi e pagato il conducente, i quattro amici si apprestarono a entrare in quella che sarebbe stata casa loro per circa due mesi.
Varcata una piccola porticina, percorrendo un vialetto di ghiaia costeggiato da aiuole in fiore, raggiunsero l’abitazione.
Eccitati e colmi di aspettativa, entrarono di corsa e si immobilizzarono incantati a osservare l’arredo.
Appesi alle pareti enormi quadri raffiguranti scenari di una bellezza sconvolgente. Mobili antichi ad arredare un salone immenso e, in mezzo alla stanza, un grande tavolo in legno massiccio.
Un maestoso lampadario troneggiava al centro del grande salone e i cristalli di cui era composto, investiti dai raggi del sole, scintillavano creando giochi di luci tutto intorno, rendendo l’ambiente incantato.
Estasiati per tanta bellezza si spostarono nella stanza vicina.
Varcata la soglia, Bradley e Colin rimasero interdetti a osservare ciò che appariva dinanzi ai loro occhi; una cucina dotata di ogni confort che il progresso potesse offrire, completamente in disaccordo con l’arredo della stanza accanto e Katie, divertita per la loro espressione innanzi a tale “oscenità stilistica”, ridacchiò canzonandoli. «Capisco che quest’ambiente possa “stonare” con il resto della casa, ma non mi sembra che l’idea di avere una piscina olimpionica in giardino vi dia altrettanto fastidio! Cosa vi aspettavate entrando in questa stanza? Un calderone penzolante sopra un camino? Sono venuta per rilassarmi, non per fare da sguattera a voi maschietti!»
«A no?» replicò Bradley con un sorriso sornione.
«No!» rispose piccata Katie, mentre si avvicinava al mobilio per illustrarlo come un cicerone avrebbe illustrato un’opera d’arte. «Alla vostra destra il freezer, in cui è possibile trovare le più svariate pietanze già pronte, che aspettano solo di essere messe nel microonde situato alla vostra sinistra», disse indicando gli elettrodomestici per continuare additando altre “meraviglie” che avrebbero reso il loro soggiorno più confortevole. «Vicino al freezer potete ammirare la lavastoviglie, perfettamente funzionante, che aspetta solo di essere caricata per svolgere il lavoro per cui è stata creata… e ora, se vogliamo proseguire con il tour, ci resta ancora il piano superiore da visitare. Su, forza, muovetevi...»
Con una spinta, non troppo femminile, Katie fece uscire dalla cucina i ragazzi e strizzò l’occhio ad Angel che ricambiò divertita.
Una scala in marmo conduceva al piano superiore.
Facendo gli scalini due a due, gli amici corsero al piano rialzato per vedere anche il resto della casa.
Sul lungo corridoio si potevano scorgere solo un paio di porte e Colin e Bradley le guardarono perplessi senza dire nulla.
Katie aprì la prima ed entrò in una stanza enorme, osservando estasiata il pavimento completamente rivestito dal parquet, le pareti spugnate color salmone, due grossi armadi in legno massiccio e, al centro della stanza, un letto matrimoniale con tanto di baldacchino.
Euforica attraversò la camera per dirigersi verso una porticina che dava accesso al bagno dove, a livello del pavimento, c’era incassata una vasca di due metri per due.
Saltellando gioiosa ritornò dagli amici che non sembravano altrettanto contenti e insieme si diressero verso la seconda porta che dava sul corridoio. La aprirono e notarono che vi era una stanza identica a quella appena visitata.
«Ma non dovevano esserci “quattro” posti letto?» chiese Colin lasciando cadere la valigia.
«E secondo te quelli cosa sono?» rispose prontamente Katie inarcando un sopracciglio e trattenendo a stento una risata beffarda.
«Ci sono “due” camere, con “due letti matrimoniali” e so bene che sono “quattro posti”, sono in grado di fare due più due». Colin cercò di non sembrare irritato e riprese il filo del discorso. «Ma io ero convinto che ciascuno di noi avrebbe avuto una camera singola».
Angel sorrise all’espressione dell’amico e gli posò una mano sulla spalla. «Che c’è Cole?... Perché non vuoi dividere la camera con uno di noi?» domandò impertinente.
«Non si tratta di dividere la camera, Angy, qui si tratta di dividere il letto!» replicò Colin alquanto imbarazzato e Katie, di nuovo, dovette sforzarsi per trattenere la risata che le era salita fino alle labbra.
Cercando di nascondere il sorriso divertito, diede un leggero buffetto all’amico. «E dai Cole, guarda che Bradley non morde... perché, ovviamente, sarà lui il tuo compagno di letto».
Mentre parlava, cercando di mantenersi seria Katie aveva lanciato un’occhiata a Bradley, per cogliere la sua reazione a quella novità, notando come l’amico sembrasse seguire divertito la conversazione.
«E tu non hai niente da dire? Nessuna obiezione da sollevare?»
La domanda di Colin infranse il breve attimo di silenzio che si era creato e Bradley, finalmente chiamato in causa, rispose col solito tono scherzoso. «Se hai paura di perdere la verginità con me... scordatelo, non sei il mio tipo ed ora smettila di fare tante storie e porta il tuo bel culetto secco oltre quella porta. Il letto è abbastanza grande per tutti e due... io dormo a destra».
«È tutto quello che hai da dire? Che tu dormi a destra?» chiese interdetto Colin.
«Spero che tu non russi», aggiunse Bradley scuotendo la testa, per far intendere all'amico che non aveva nulla da dire in merito alla sistemazione. «Allora? Che hai deciso? Dormi in corridoio?»
Nonostante l'idea non gli piacesse, trovandosi in minoranza Colin decise di far buon viso alla sorte avversa ed entrò nella stanza.
Appena gli passò accanto, Bradley strizzò l’occhio a Katie e seguendolo oltre la soglia gli assestò una pacca sul sedere. «Rilassati, bellezza, ci aspettano due mesi di pura follia».
Colin fece un balzo in avanti, non aspettandosi di essere palpeggiato dal somaro biondo e gli lanciò un’occhiataccia furente che, ovviamente, Bradley ignorò perché troppo impegnato a ridere alle sue spalle.
«Fate i bravi», sogghignò Katie e, afferrata la mano di Angel, si diresse verso l'altra camera.
«Tu sapevi che c’erano solo due stanze, dico bene?» chiese Angel sfilando il vestito.
«Certo che lo sapevo... l’ho scelta per questo motivo», replicò Katie mentre, delicatamente, posava un bacio sulla sua spalla nuda.
«Sei un piccolo demonio Katie... lo sai vero?»
Katie si sfilò il vestito, rimanendo solo con la biancheria intima, e si stese sul letto. «Perché non mi dai la giusta punizione per essere stata una bambina cattiva?» domandò mentre gettava a terra il reggiseno ed Angel si stese accanto a lei per accarezzare la sua morbida pelle nivea.
«Credi sia una buona idea? Non puoi essere certa che quei due non finiscano con l’ammazzarsi. Perché hai fatto una cosa simile?» domandò Angel senza riuscire a nascondere una certa apprensione; a volte la compagna agiva d’impulso spinta da buone motivazioni, ma non sempre le sue intuizioni si rivelavano giuste.
Sorda a possibili lamentele per il suo operato, Katie le diede un bacio per rassicurarla. «Sei adorabile perché sei così tremendamente ingenua quando vuoi. Possibile che non ti sei accorta di nulla? Quei due si desiderano come io desidero te, ma hanno paura di lasciarsi andare. Diciamo che gli sto offrendo la possibilità di prendere ciò che realmente vogliono».
«E se ti sbagliassi? Se avessi preso un abbaglio?»
Katie catturò di nuovo le labbra di Angel sussurrando sulla sua pelle. «Io non mi sbaglio mai... ho avuto ragione su di noi, so di aver ragione anche su di loro e questo piccolo angolo di paradiso farà miracoli. Fidati di me, angelo mio».
E mentre le due ragazze finalmente si abbandonavano alla voglia che avevano l’una dell’altra, Colin e Bradley iniziarono a sistemare i rispettivi abiti negli armadi.
Bradley, dopo aver accatastato i vestiti in modo piuttosto caotico, aprì la porta che dava sul grande balcone e lasciò che il proprio sguardo si perdesse all’orizzonte. Stanco per il lungo viaggio, decise di rilassarsi concedendosi una lunga nuotata.
A falcate veloci si diresse verso il bagno per infilarsi il costume e ne uscì dopo pochi attimi con un asciugamano posato sulla spalla e il torace nudo a mostrare i pettorali perfettamente scolpiti.
Con passo lesto si avviò alla porta e Colin seguì ogni suo spostamento osservandolo rapito da tanta beltà, soffermando lo sguardo sulle sue gambe muscolose e forti, per indirizzarlo alle braccia possenti e infine perdersi a contemplare il costume. Quel minuscolo capo d’abbigliamento aderiva totalmente al corpo di Bradley, tanto che Colin riusciva a scorgere i muscoli del sedere tesi e sodi.
La voce di Brad lo strappò dal sogno erotico che era apparso nella sua mente riportandolo alla realtà. «Che fai lì imbambolato? Metti un costume e andiamo in piscina... non ti va una bella nuotata?»
Cole ingoiò a fatica la saliva che gli aveva impastato la bocca nell’attimo in cui aveva visto l’amico semi nudo, e in un pochi secondi si cambiò infilandosi un costume a pantaloncino che metteva in risalto la sua esile figura.
Passando davanti alla camera delle ragazze, Bradley ammiccò divertito e Colin non riuscì a capirne il motivo, ma decise di non chiedere spiegazioni.
Giunti a bordo piscina, Brad lasciò cadere l’asciugamano e si tuffò in acqua schizzando Cole che lo seguì a ruota.
Dopo un paio di vasche Bradley si fermò e Cole lo avvicinò.
«Sono proprio lunghe le donne... quanto ci mettono per sistemare i loro vestiti nell’armadio?»
Brad gli lanciò un'occhiata perplessa e sulle sue labbra nacque un sorriso divertito. «Alcune volte non capisco se fai apposta ad essere così tonto o se lo sei veramente».
«Tonto?... perché sarei tonto?» domandò Colin indispettito. Non gli sembrava di aver fatto, o detto, nulla che potesse indurre Bradley a considerarlo tonto, ma il biondo sbuffò esasperato.
«Devo sempre spiegarti tutto? Possibile che non ti sei accorto che quelle due quando sono insieme tubano come colombe in amore?»
Colin strabuzzò gli occhi sorpreso. «Angel e Katie... insieme? Mi prendi in giro vero? Ti stai burlando di me!»
Brad lo guardò incuriosito. «Perché? Ti dà fastidio che in questo momento stiano facendo dell’ottimo sesso? Le stai giudicando perché sono due ragazze e hanno deciso di stare insieme?»
Cole arrossì vistosamente e cercò di evitare lo sguardo dell’amico. Lui era l’ultima persona al mondo che avrebbe espresso giudizi negativi riguardo all’omosessualità. «No, è solo che non lo avevo capito... tutto qui», cercò di giustificarsi e Bradley sorrise alla sua espressione attonita.
«E dai Cole, se non fossi così adorabilmente ingenuo, non saresti tu! Usciamo da qui e andiamo a preparare qualcosa da mangiare. Quando quelle due avranno finito con i loro giochetti erotici, saranno affamate».
Usciti dall’acqua, Brad premurosamente lanciò l’asciugamano a Cole. «Asciugati, con quel corpicino secco che ti ritrovi rischi di prenderti un malanno se non ti copri».
Colin, afferrato l’asciugamano al volo, lo sfregò sulla testa scompigliandosi i capelli mentre Bradley lo guardava incantato. L’amico sembrava un pulcino appena uscito dal guscio e l’idea di immergere le mani in quella testa corvina gli passò per la mente come un flash.
Subito distolse lo sguardo e si diresse verso casa, prima che l’istinto potesse vincere sulla ragione e lo spingesse a fare qualcosa di avventato.
Giunto in camera, dopo una doccia veloce, Bradley lasciò che anche Colin potesse rilassarsi sotto il getto d’acqua calda e, senza attendere che avesse finito, si vestì in fretta e raggiunse la cucina per preparare la cena.
Cole, dopo qualche minuto, perfettamente vestito si affacciò sulla soglia, pronto ad aiutare l’amico le cui doti culinarie lasciavano molto a desiderare.
Quando la cena fu pronta, finalmente Angel e Katie comparvero mano nella mano.
Katie, maliziosamente, osservò i due colleghi. «Credo sia chiaro quello che è successo oggi. Io ed Angy abbiamo trascorso una piacevole giornata a letto. Spero non sia un problema per nessuno sapere che stiamo insieme».
Brad, per nulla turbato, ricambiò il sorriso malizioso dell’amica. «Nessun problema... solo cercate di non fare troppo rumore stanotte, vorrei dormire! E sentire i vostri gemiti attraverso il muro, senza poter partecipare, potrebbe farmi venire voglia di saltare addosso al mio coinquilino».
Alle parole di Bradley, Colin arrossì fino alla punta delle orecchie provocando le risate dei presenti, e la serata continuò nell'allegria.
Poco prima di mezzanotte, Katie e Angel si congedarono per ritirarsi in camera e Brad, rimasto solo con Colin, afferrò una bottiglia di birra e invitò l'amico a seguirlo in veranda per godere della pace che li circondava.
Colin sorseggiò la fresca bevanda e scrutò il cielo stellato mentre Brad non riusciva a evitare di incantarsi a osservarlo.
Senza che Colin se ne avvedesse, studiò il suo profilo, pensando di non aver mai visto nulla di così bello e delicato.
Erano due anni che conosceva Cole e si era innamorato di lui quasi subito.
All’inizio non voleva accettare quei sentimenti, ritenendoli sbagliati. Non riusciva a capire come avesse potuto innamorarsi di un altro ragazzo. Eppure era successo. Nonostante anche in quel momento cercasse di controllarsi, non riusciva a soffocare ciò che provava ogni volta che era in compagnia del giovane amico.
Adorava quel suo sguardo innocente. Quel corpo tanto magro. Quegli occhi così maledettamente blu in cui era impossibile non perdersi. Quelle labbra carnose. Quel sorriso ingenuo e quelle orecchie tanto grosse e tanto sexy, e l’idea di dividere il letto con lui, improvvisamente, non gli sembrò più così allettante.
Averlo vicino, senza poterlo toccare, temeva che l’avrebbe fatto impazzire.
Quando Colin si voltò verso di lui, Brad distolse lo sguardo fingendo di osservare la bottiglia che stringeva tra le mani. Cole gli stava sorridendo ed era ancora più bello.
«Da quanto tempo sai di Angel e Katie?» domandò Colin, portandosi la bottiglia alle labbra.
Cercando di recuperare un minimo di lucidità, Brad si sforzò di rispondere, anche se quello che avrebbe voluto fare in quel momento andava ben oltre la conversazione. «L’ho scoperto per caso, un mese fa. Stavo cercando un costume e mi sono recato nello spogliatoio. Ho sentito delle voci soffuse e dei gemiti. Senza far rumore mi sono diretto verso il camerino di Angel ed ho visto quelle due che si stavano baciando. Ha fatto finta di nulla e me ne sono andato».
«E come ti sei sentito quando le hai viste? Ti è parsa una scena strana? Disgustosa? Eccitante?... Cosa hai provato?»
Brad soppesò per qualche istante le parole dell’amico prima di rispondere. «Bello... mi è parso molto bello… non ci ho visto nulla di strano. Erano due persone che avevano deciso di stare insieme, tutto qui!»
Colin represse a stento l’emozione che lo stava facendo agitare. «Quindi tu non hai nulla contro l’amore tra persone dello stesso sesso? La cosa non ti disturba?» domandò irrequieto.
«E perché dovrebbe? Credo che ognuno sia libero di amare chi vuole», rispose Bradley. «L’amore non deve avere barriere... ma perché mi fai tutte queste domande?» chiese incuriosito ed anche visibilmente interessato alla piega che aveva assunto il discorso.
«Semplice curiosità» replicò Cole mentre Bradley, posata a terra la bottiglia, si stiracchiava la pelle.
«Anche se a malincuore credo sia ora di andare a letto... tu che fai? Vieni?»
Colin, alla domanda dell’amico, si sentì avvampare, come se gli avesse proposto di andare a letto insieme e, ignorando il brivido che gli era corso lungo la schiena, annuendo con un cenno del capo lo seguì, sentendosi un vero idiota per aver pensato che Brad lo avesse invitato a trascorrere la notte con lui… assurdo! Era un pensiero assurdo e doveva toglierselo dalla testa.
Senza fare rumore, i due amici aprirono la porta e s’infilarono in camera.
Brad, con la solita aria spavalda, anche se dentro si sentiva morire, iniziò a spogliarsi restando solo con i boxer. Lui e Cole avrebbero dovuto trascorrere insieme un paio di mesi e non poteva farsi prendere dal panico ogni sera perché avrebbero dovuto dividere quell’unico letto che si ergeva minaccioso dinanzi a loro.
Il destino aveva deciso che dovevano dividerlo e l’avrebbero fatto, senza lasciarsi stravolgere la vita da strane turbe mentali che avrebbero rovinato la vacanza a tutti.
Con un sorrisino sfrontato si rivolse a Cole. «Spero non ti disturbi sapere che dormo senza pigiama. Mi dà fastidio. Ma non preoccuparti, non sono pericoloso. Prometto che me ne starò buono, buono, dalla mia parte del letto e terrò giù le mani. Il tuo onore sarà al sicuro con me».
Colin annuì e timidamente si spogliò, infilandosi una maglietta per coprire il torace magro, mentre Brad lo osservava con la coda dell’occhio, spiacendosi per il fatto che avesse coperto quel fisico secco che tanto adorava.
Pronti per la notte, finalmente si coricarono, cercando di stare ognuno dalla propria parte del letto e nessuno parlò, mentre lentamente si voltavano per darsi la schiena e per provare a dormire.
Dopo quasi mezz’ora, passata senza muoversi e guardando le rispettive pareti, Bradley si girò ritrovandosi ad ammirare l’esile figura sdraiata accanto a lui e lo sguardo si soffermò sui piccoli fianchi dell’amico. Deglutendo a fatica si ritrovò a osservargli le natiche, coperte dalla leggera stoffa dei boxer. Era troppo per i suoi ormoni impazziti, davvero troppo e, cercando di ritrovare la calma, lo chiamò debolmente. «Colin... Colin... stai dormendo?»
«No... non so perché, ma non riesco a prendere sonno... eppure sono stanchissimo».
«Già... anch’io... dici che funzionerebbe se mi mettessi a contare le capre?»
«Le capre?» Colin si voltò e fissò lo sguardo nel suo. La luna illuminava la stanza permettendo ai due ragazzi di scorgersi nella penombra. «Hai detto una cosa stupida, lo sai vero?… Le pecorelle si contano, non le capre!»
«Pecore... capre... che differenza fa?» replicò Brad con un’alzata di spalle.
«Quando parli così mi sembra di avere a che fare con Artù... il somaro reale… ricordi l’episodio in cui Gaius ti disse che eri il benvenuto, se avessi avuto desiderio di leggere i suoi libri e tu, da vero asino, rifiutasti con faccia schifata? Mi sa che non ti sei dovuto impegnare a fingere disprezzo per i libri, perché non credo tu sia un gran fanatico della carta stampata neppure nella realtà».
Brad rise, per nulla offeso dalle sue parole e contento di poter parlare con lui invece che cercare di dormire, cosa che aveva capito gli sarebbe stata davvero impossibile.
«Hai ragione Cole, i libri non sono mai stati la mia passione, l’unica cosa che mi piace leggere sono i copioni che dobbiamo studiare».
«Davvero?» ribatté Colin, più rilassato. «E qual è stata la scena che ti è piaciuta di più?»
Brad sorrise e, senza riflettere, rispose con estrema sincerità. «Quella in cui, per spiegare a tutti che eri cotto di Gwen, ti ho abbracciato».
Colin aggrottò la fronte e gli rivolse un'occhiata sbigottita; tutto si sarebbe immaginato, tranne una risposta simile.
«Volevo dire che mi sono divertito a girare quella scena perché tu facevi la parte dell’idiota», cercò di giustificarsi Brad intuendo di aver fatto una gaffe tremenda, ma le sue parole suonarono false e Colin cercò di capirne il vero significato.
«Ho fatto così tante volte la figura dell’idiota e non riesco a capire perché quella volta sia stata la più bella per te».
Bradley sentì che la situazione stava per sfuggirgli di mano e, temendo le conseguenze, cercò un modo per uscirne, ma Colin non sembrava intenzionato a lasciar cadere il discorso. «Allora? Cosa c’era di tanto bello in quella scena?»
La domanda non ebbe risposta perché Bradley accostò una mano alla bocca per coprire un gigantesco sbadiglio. «Non so tu, ma io sono stanchissimo. Credo sia meglio dormire».
Pronto a girarsi sul fianco, Brad sentì la mano di Colin artigliargli un polso. «Non hai risposto, c'è forse qualcosa che vuoi dirmi?» chiese l'attore moro. Il suo cuore stava galoppando a una velocità insostenibile. Da quando si era innamorato di Bradley, non si era mai sentito così perso.
Adorava quel giovane tanto arrogante quanto gentile. Lo aveva amato sin dal primo giorno e in quel momento aveva capito che i suoi desideri avrebbero potuto avverarsi.
Stringendo la presa sul polso di Brad, Colin fissò lo sguardo nel suo, in attesa che l'amico dicesse qualcosa e Bradley, finalmente, si fece coraggio e decise che il momento della verità era arrivato. Non poteva più attendere, aveva già perso troppo tempo. Se fosse andato come sperava, quella vacanza sarebbe diventata indimenticabile e non poteva lasciarsi scappare una simile opportunità.
Senza timore afferrò la mano con cui Colin lo stava trattenendo e la avvicinò alle proprie labbra baciandola, osservando l’amico che era rimasto senza fiato. «Ho amato quella scena perché finalmente potevo tenerti stretto a me. Avrei voluto ripeterla all’infinito per poterti stringere ancora, ancora e ancora».
Colin non parlava e Brad sentì il cuore andare in mille pezzi, poiché temeva di aver osato troppo e, esibendo un sorriso sforzato, cercò di sembrare calmo. «Se ti ho sconvolto, devi scusarmi, ma è ciò che sento. E tu mi conosci, io non so mentire quando desidero qualcosa... o qualcuno».
E Colin finalmente sorrise. La tensione accumulata negli ultimi anni lentamente si stava sciogliendo lasciandolo libero.
Prendendo il coraggio a due mani si fece avanti. Bradley aveva fatto il primo passo, mettendo a nudo il suo cuore, ora spettava a lui fare il passo successivo verso la felicità.
Affondando una mano nei capelli dell’amico, lo guardò con affetto. «Ho aspettato tanto questo momento», sussurrò e scacciando la timidezza si accostò a lui per dargli un leggero bacio sulle labbra.
Come riscosso da un sogno, Bradley comprese che era venuto il momento di lasciarsi andare e di provare tutte quelle sensazioni che aveva sempre immaginato.
Finalmente sapeva che avrebbe potuto perdersi in quel corpo fantastico.
Desideroso di spingersi oltre, accolse la lingua dell’altro nella sua bocca assaporandola e intrecciandola con la propria.
Da tempo cercava di immaginare come potesse essere eccitante posare le labbra su quelle di Colin e ora che la realtà aveva finalmente sostituito la fantasia, si sentì pervadere da una sensazione di gioia immensa, mentre il desiderio aumentava.
Infilata la mano sotto la short dell’amico, lo sentì gemere e i pochi abiti che entrambi indossavano, iniziarono a diventare pesanti, una costrizione opprimente, e in poche mosse se ne liberarono, trovandosi finalmente nudi l’uno accanto all’altro e Bradley osservò con occhi carichi di lussuria quel corpo tanto magro e tanto eccitante.
Delicatamente posò le labbra sulla spalla di Cole e risalì fino al collo, baciando quella pelle così candida, succhiandola per far apparire un segno rosso, poi su di nuovo a catturargli le labbra, in un bacio caldo e umido, mentre con la mano esplorava il suo fisico esile scendendo ad accarezzargli il fianco.
Colin gemette a quel tocco tanto anelato e si avvicinò maggiormente al suo corpo.
Ormai non contava più nulla, c’erano solo loro. Due ragazzi che si desideravano da tanto tempo e che finalmente potevano concedersi l’uno all’altro senza alcuna inibizione.
Colin chiuse gli occhi e ringraziò quel piccolo demonio di Katie che aveva permesso al suo desiderio più grande di avverarsi.
Perdendosi nel bacio appassionato dell’amante, si lasciò andare, pregustando ciò che sarebbe accaduto, certo che quella vacanza sarebbe stata indimenticabile.


Fine






Stavolta niente lemon. Mi sono fermata un po’ prima.
Spero che la storia vi sia piaciuta e ne approfitto per ringraziare chi ha letto e chi lascerà un commento.
Ciao a tutti e alla prossima.




   
 
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