“Corri, Haruhi, corri!”
Tamaki correva insieme alla ragazza i capelli biondi
luccicavano al sole, le guance arrossate per la fatica della corsa lo facevano
rassomigliare ad un bambino. Un bambino innamorato.
“Tamaki, sei troppo veloce, aspettami!”
Haruhi quel giorno aveva indosso una sottoveste color
turchese, abito che aveva riscosso molto successo tra i ragazzi dell’Host Club,
quel giorno. Tamaki, ovviamente, ne era molto geloso, ma, dopotutto, non gli
dispiaceva che la ragazza indossasse finalmente abiti femminili.
“Ecco, siamo arrivati.”
Si, erano arrivati. Era il loro posto, il loro
nascondiglio. Nessuno lo conosceva, eccetto loro.
Una luce si accese negli occhi color del mare del ragazzo:
finalmente poteva stare un po’ di tempo solo con lei.
“Haruhi, vieni, Papino ti fa spazio”
Si sedettero su quel muretto un po’ malconcio, circondati
dallo splendido profumo delle rose rosse.
La ragazza chiuse gli occhi e dilatò le narici, cercando di
assaporare al meglio quel momento: era una giornata fantastica, il sole
illuminava il paesaggio, già normalmente splendido, le nuvole, bianche e
soffici, non parevano minacciose.
Dopo qualche secondo, aprì gli occhi e si accorse che
Tamaki la stava fissando sorridente.
Girò subito lo sguardo, abbassò gli occhi. Ad Haruhi, forse,
il ragazzo non era più tanto indifferente…
“Haruhi,posso farti una domanda?”
“Certo,dimmi pure, Senpai”
Il ragazzo sbuffò, fece un bel respiro e poi disse: “Hai
mai baciato un ragazzo?”
La domanda la spiazzò. Perché voleva saperlo?
“Beh,a dire il vero,no. Io…”
Ma le parole rimasero sospese nel vento.
Tamaki l’aveva presa per la testa, avvicinandola dolcemente
a sé, e l’aveva baciata. Voleva essere il suo primo bacio. Voleva regalarle
quel momente, perché non poteva donarle altro che il suo amore. Per queste
cose, essere ricchi o poveri conta ben poco…
La ragazza, aldilà delle aspettative, lo lascio fare. Anzi,
ricambiò.
Quel primo bacio che profumava di rose e della colonia di
Tamaki.
Ma la ragazza non voleva fermarsi lì. Prima o poi sarebbe
dovuto accadere,dopotutto, e sentiva che quello era il ragazzo giusto. Si, era
lui che aveva aspettato per così tanto tempo. Non valeva la pena di sprecare
quell’occasione.
Decisa, ma allo stesso tempo timorosa del rifiuto, infilò
le mani lì dove non avrebbe mai dovuto farlo.
Tamaki sorrise al pensiero che la ragazza finalmente si
fosse decisa a contraccambiarlo.
“Davvero vuoi farlo? Con me? Ora?”
“Si, con te, ora, in mezzo alle rose”. Detto così,non
suonava poi tanto romantico. Ma tant’è.
“Vuoi giocare,eh?” Il ragazzo si sfilò la maglietta,
mostrando i perfetti pettorali, la pelle pallida e luminosa. Un sorriso dall’aria
maliziosa si aprì sul suo volto: “E allora giochiamo”.