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Autore: nuria    07/04/2010    3 recensioni
Padmé aspetta. Obi-Wan non arriva su Mustafar. Il destino della Galassia tanto, tanto lontana cambia per sempre. E anche Anakin, l'Eroe Senza Paura, è cambiato - forse per sempre: nella catastrofe della sua vita, Padmé cerca di capire cosa fare per riportare indietro suo marito.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Padmè Amidala
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ceneri della Repubblica'
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L'amore tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. L'amore non ha mai fine.

-1 Corinzi, 13:7-8

 

Silhouette al tramonto di un’era

[16:5:27]


C’era la notte su Coruscant, e spirava una brezza che profumava di gelsomino.

Con il suo aroma esotico per una volta la brezza era capace di ingentilire i contorni lucidi e metallici di quel mostro sempre acceso che era la metropoli, se una tale impresa era mai possibile.

Le luci dei grattacieli erano come lucciole vere o stelle sparse da un pittore. Le stelle lì non si erano mai viste, perché la città si rifiutava di dormire e col suo bagliore offuscava tutte le stelle. Su quel pianeta non c’era spazio per la natura né sulla terra né sul cielo, e ora andava avanti, brulicava avanti. Il suo nutrimento, come un dio malvagio, erano i fumi di un tempio profumato e di una repubblica uccisa.

Una donna incinta aspettava nelle ombre della veranda del suo attico, osservando il traffico che scorreva davanti ai suoi occhi. Indossava una vestaglia leggera, nella brezza i lembi azzurri svolazzavano ai suoi piedi.

Aspettava il ritorno di suo marito, e pregava di non essere diventata, nel giro di una notte, vedova – di aver perso per sempre suo marito tra le fiamme e i lapilli di un pianeta bruciante. Pensava a lui, e sognava che lui stesse facendo la stessa cosa, mentre attraversava i sistemi, le vie iperspaziali e le nebulose fino a casa.

Ed era vivo. Se lo sentiva nelle ossa come le vecchie. Il legame non era stato spezzato, continuava ininterrotto lo scambio e ciò che c’era prima c’era anche allora; viaggiava tra le stelle e i pianeti e li univa al di là dello spazio, attraverso gli eoni e gli anni luci e le dimensioni e i confini delle loro vite intrecciate.

Se qualcosa gli era successo davvero – e non era successo, lo avrebbe sentito e lei non ha sentito nulla – allora il bambino sarebbe stato tutto quello che le era rimasto di lui, di se stessa e del loro futuro. Se tutto aveva perso un senso, allora quel bambino sarebbe stato il suo senso.

Più tardi avrebbe pensato che era stata la brezza a portarglielo sano e salvo tra le braccia. S’alzò una folata appena più forte della precedente, e, come evocato dal mistico etere dell’universo, lui apparve sulla sua veranda. Era alto e marziale, e il vento gli scompigliava i capelli. Sembrava un eroe tornato dalla guerra, e, anche se non sapeva più se fosse vero, per quella notte decise che non le importava.

Lo strinse tra le braccia così forte che poteva quasi sentire il suo cuore battere forsennato contro la sua guancia. Il bambino tra di loro diede un delicato calcetto in saluto al padre, senza dubbio risvegliato dal cuore improvvisamente frenetico della madre.

Mentre lo baciava, la donna sapeva di aver preso la giusta decisione. Le possibilità orrende, le immagini strane, che ora affioravano a galla nel mare fosco della sua mente erano fantasmi evocati dalla nebbia della sua ansia.

‹‹Hai aspettato. Sei stata brava.››

Il guerriero sapeva che c’erano molte cose da dire, molte da spiegare. All’inizio lei non avrebbe capito, e sarebbe stata testarda, ostinata: come lui la conosceva, come lui la amava. Ma era sicuro che avrebbe compreso – prima o poi – e che, sì!, lo avrebbe ringraziato per quello che aveva fatto per lei. Col tempo, avrebbe smesso di adorare la repubblica, e avrebbe imparato ad amare il nuovo ordinamento.

Avrebbe capito che ogni azione che aveva mai fatto era stata fatta pensando soltanto a lei, sempre a lei, e ora al loro bambino; che la sua unica motivazione nella vita fosca che gli è toccata in sorte è lei: che sono i suoi baci e i suoi sorrisi a rendere la sua permanenza nella dimensione materiale un senso.

Col tempo avrebbe capito; col tempo lui le avrebbe dato anche l’impero; col tempo avrebbero dimenticato tutti e due.

Anakin era tornato a casa. Sulle sue mani le macchie erano un po’ più grandi, la brezza non riusciva a lenire il bruciore.

                                                                                 

~*~

 

N/A: Una what-if che mi chiedeva di essere scritta da tempo. In questo caso, quello che cambia è la scelta cruciale di Padmé, seguire o non seguire il marito su Mustafar. E se Padmé non si reca su Mustafar, allora Anakin riesce a tornare a casa tutto intero: ma è davvero Anakin? O meglio, è ancora Anakin?

Tutto quello che scrivo si rifà al G-Canon e ignora l’EU. Le fonti sono i film, i libri, le sceneggiature, informazioni venuteci dalla mano di G.L. e alcuni libri di corredo (specialmente i Visual Dictionaries, espunte le parti chiaramente EU).

Il titolo è decisamente provvisorio. Essendo questa pianificata come una storia molto lunga, non mi pare realistico assegnarle un titolo fin dall’inizio, ma il definitivo verrà scelto a fine di questo primo episodio. Mi scuso fin d’ora per eventuali inconsistenze ed errori, e per eventuali esperimenti di tipo narrativo. In sede di editing, spero di rendere tutto coeso e compatto.

Spero vi piaccia, cari lettori :)

E: 10/05

 

  
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