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Autore: Gala    08/04/2010    2 recensioni
Ispirandomi ad un racconto di Italo Calvino, eccovi una piccola One-shot senza pretese, dedicata ad un'amica speciale! To: XShade-Shinra - I ♥ U
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Tyki/Rabi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a * XShade-Shinra *
Ti voglio bene cuginottola
 



-Titolo:
Bianco come il latte, rosso come il sangue
-Autore: Gala
-Manga: D.Gray-man
-Pairings: Tyki x Lavi
-Genere: Romantico
-Personaggi:Tyki/Rabi
-Warnings: Yaoi, AU, One-shot
-Raiting: Giallo
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà di Katsura Hoshino; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.




“Bianco come il latte,
rosso come il sangue”


Cosa può esserci di meglio che stare in cima ad un ramo robusto, nascosto e riparato dalle fresche fronde in un giorno d’estate, mentre la brezza del vento ti scombina dolcemente i capelli? Niente. Ecco quello che pensava Lavi, mollemente seduto su di un melograno, mentre leggeva un libro di racconti trovato per caso in una vecchia madia, probabilmente messo lì dopo il grande trasloco dalla vecchia casa in Europa. Poteva godere appieno anche del gorgogliare pigro dell’acqua della fonte che stava proprio ai piedi dell’albero e gli disegnava bizzarri arabeschi di luce sul viso. Leggeva una novella popolare italiana, intitolata “L’amore delle tre melagrane”. Gli era sembrata per lo più bislacca e troppo fantasiosa per uno come lui. Doveva ammettere però che aveva un suo fascino… lasciava quella strana sensazione alla bocca dello stomaco che ti costringe a riflettere. Non la solita morale, no… più che altro un barlume di speranza, per quanto uno sia propenso a sperare. Ancora perso nei suoi pensieri, non si accorse di un uomo che andava a bere alla fonte.
L’uomo in questione era un forestiero, uno di quelli che non passano certo inosservati appena mettono piede in una cittadina di quattro case com’era quella di campagna in cui viveva Lavi con il nonno. Negli anni del boom della ferrovia, le persone senza fissa dimora ne approfittavano per esplorare le grandi praterie, a partire dal Montana fino giù in Texas. Era una vita libera e piena di vantaggi che a Tyki Mikk calzava a pennello. Chinandosi per bere alla fontana, vide riflessa sull’acqua la figura del ragazzo intento a leggere. Si stupì di trovarlo in un posto del genere. Lo aveva sempre visto, insieme ad un vecchio, gestire la biblioteca vicino al calzolaio. Aveva attirato la sua attenzione fin da subito ma non era mai riuscito ad avvicinarlo.
<< Ehi... >> lo chiamo alzando il viso verso l’albero, asciugandosi la bocca con una manica. L’occhio verde di Lavi, come una foglia sospinta dal vento, ruotò verso quella voce, notando l’uomo.
<< Tu sei il forestiero con i capelli ricci… >> lo riconobbe << che cosa vuoi? >>
<< Io? Bere… però non ci riesco. >> disse con un lieve ghigno sulle labbra.
<< E perché no? >> chiese confuso il rosso non notando alcun problema nella fontana.
<< C’è la tua faccia dentro… finché rimane riflessa sull’acqua non riesco a fare altro che osservarti. >> sussurrò suadente facendo arrossire il ragazzo.
<< Vorrà dire che dovrai cercati un’altra fonte. >> borbottò il guercio ricominciando a leggere.
<< Non ti sto chiedendo poi molto! Potresti scendere un attimo, farmi bere, e poi risalire. >> cercò di convincerlo l’uomo. Lavi lo ignorò deliberatamente, fingendo di leggere interessato. In realtà aveva riletto la stessa frase già cinque volte.
Indispettito dal comportamento indisponente del giovane, Tyki prese l’acqua a piene mani cominciando a schizzare il rosso per farlo scendere.
<< Ehi! >> si lamentò il bibliotecario, premurandosi di riparare il libro dall’acqua. Il forestiero però non demordeva. Voleva far scendere quel grazioso coniglietto per poterlo divorare tra le sue lussuriose fauci… perché nessuno sapeva che stava prolungando il suo soggiorno in quel villaggio solo per quel giovane pel di carota.
<< Smettila! >> esclamò ancora Lavi staccando un frutto dall’albero, tirandolo in testa all’uomo.
<< Ouch! >> gemette Tyki massaggiandosi il bernoccolo che gli era spuntato in testa. Ma quello fu solo l’inizio dell’accesa battaglia che si scatenò dopo. Il vagabondo schizzò maggiormente il guercio, mentre l’altro continuò a bombardarlo di melagrane. La battaglia poi si trasformò in gioco, ed il gioco in risate. Senza che se ne accorgesse, Lavi si stava divertendo ed il libro era scivolato tra l’erba alta ai piedi dell’albero.
<< Tregua. >> ridacchiò il ragazzo scendendo zuppo dal ramo.
<< Sono d’accordo… >> borbottò Tyki pieno di bernoccoli e qualche livido qua e la.
<< Ora puoi bere. >> gli fece notare il rosso mentre il suo occhio verde era concentrato a memorizzare ogni singolo particolare del viso dell’uomo. Lo aveva notato subito appena entrato nel villaggio. Nessuno, a parte la sua coscienza, sapeva che quel giorno era andato a leggere vicino alla fonte, sperando d’incontrare il forestiero da solo. Forse non se ne rendeva bene conto nemmeno lui.
<< Hai ragione… >> sorrise bieco il moro afferrando il mento del ragazzo con due dita per poi dissetarsi delle sue labbra umide.
Lavi arrossì chiudendo l’occhio e godendosi quel contato esperto ed intossicante. Aveva desiderato quelle labbra dalla prima volta che gli avevano sorriso.
Tyki ghignò ancora, vedendo ogni suo fine realizzato. Spinse il ragazzo dietro il melograno, in un campo di margherite e papaveri rossi. Il vagabondo si allontanò un attimo dal rosso per poterlo osservare ammirato. La pelle candida, la chioma fulva e l’occhio smeraldino venivano richiamati ed impreziositi dalla natura circostante. I petali bianchi delle margherite decoravano i capelli setosi del più giovane mentre i papaveri, come tanti baci, lo rendevano più attraente.
<< Sei bellissimo… >> disse quasi sovrappensiero, facendo scorrere una mano sul suo petto per sollevargli la camicia. A quelle parole Lavi arrossì apprestandosi a scoprire al più presto il petto del compagno.
<< Ti farò godere come mai prima d’ora. >> le parole di Tyki sembravano quasi una promessa.
<< Chiudi il becco! >> lo rimbeccò il rosso sporgendosi in avanti per baciarlo di nuovo.
Quello che poi avvenne tra l’erba alta fu un coro di sospiri trattenuti e gemiti spezzati che si confusero con la risata cristallina della fontana e l’inchinarsi dei fiori sotto il loro dolce peso. Alla fine di quella segreta e passionale unione, Lavi si assopì contro il corpo nudo di Tyki che soddisfatto guardava il cielo azzurro tra i rami dell’albero che li nascondeva. Aveva intenzione di andarsene prima del risveglio dell’altro, così si alzò alla ricerca dei suoi vestiti lanciati in giro nell’euforia del momento. Per recuperare la sua maglietta, però, si ferì un dito su di un rovo ed una goccia cadde sul petto candido del bel coniglietto. Se ne accorse e, nel chinarsi a cancellare quella macchia, notò il libro che stava leggendo poco prima Lavi, nascosto tra l’erba e i fiori. Lo raccolse incuriosito aprendo una pagina a caso.

“ Un figlio di Re mangiava a tavola. Tagliando la ricotta, si ferì un dito e una goccia di sangue andò sulla ricotta.
Disse a sua madre:

— Mamma, vorrei una donna bianca come il latte e rossa come il sangue.
— Eh, figlio mio, chi è bianca non è rossa, e chi è rossa non è bianca. Ma cerca pure se la trovi. “

Leggendo quelle parole a Tyki venne da ridere.
<< Ti sbagli vecchia regina… esiste eccome, solo che si tratta di un giovane ed eccitante coniglietto e non sarà certo del tuo principe. >> ghignò rimettendo il libro per terra per poi tornare a prendere posto accanto al ragazzo. Faceva troppo caldo per andare in giro, si disse, e senza preoccuparsi oltre si addormentò accanto a quel bel corpo bianco come il latte e rosso come il sangue.
   
 
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