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Autore: Angorian    08/04/2010    6 recensioni
Sesshomaru si chiede quale destino sia riservato alla piccola umana che lo accompagna. Gli vengono mostrati cinque possibili futuri, con un'unica costante.."Fu con un’ultima lacrima che si spense la vita di Rin, mentre accasciata sul suolo aveva aspettato un aiuto che non era arrivato.
Sesshomaru ringhiò per la frustrazione. Era morta.
Rin in quel futuro moriva per colpa sua, per la sua incapacità di proteggerla."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando la nuova visione si delineò davanti ai suoi occhi, inizialmente non comprese.
Si trovava ancora nella grotta, in piedi di fronte al demone, che però non lo guardava.
Il suo sorriso infatti, era rivolto ad un altro Sesshomaru.
“Il patto, è stretto”. Affermò la donna, porgendogli una fragile fiala di vetro.
Sesshomaru osservò se stesso prendere la fiala con lentezza, con un’indecisione che in parte lo lasciò stupito.
Era sempre stato certo delle proprie scelte; perché allora, quell’esitazione?
Fece scivolare la fiala tra le sue vesti, vicino al petto.
La maneggiava con cura, come se fosse preziosa.
Con un’ultima occhiata al demone, lasciò la grotta senza voltarsi.

*


L’immagine cambiò.
Si trovava su una scogliera, in un luogo che gli era vagamente familiare.
Due figure si stagliavano contro il cielo rosso, mentre il sole moriva all’orizzonte.
La prima, altera, osservava il mare sottostante che si infrangeva sugli scogli, mentre l’altra, più minuta, cercava di coprirsi come meglio poteva dal freddo pungente.
Fu facile riconoscervi Rin; quel volto cambiato dal tempo gli era ormai familiare quanto il viso della Rin bambina.
Per quanto il vento soffiasse feroce, riuscì comunque a distinguere le loro parole.
“Vi ho già detto che sono pronta a pagare il prezzo, Signor Sesshomaru”.
Le parole della ragazza furono pronunciate con fervore, mentre implorante osservava le ampie spalle del demone.
“Non potrai tornare indietro”. Non si voltò, mentre lo diceva.
Continuava ad osservare il mare, e quella constatazione sembrava rivolta più a se stesso che non un avvertimento per Rin.
Seguì il silenzio, interrotto solo dal fragore delle onde.
“Resterò con voi per sempre”. Replicò la ragazza.
Il demone si voltò per fronteggiarla, e lei rispose con un sorriso timido, che fece scendere sul volto di Sesshomaru un’ombra.
Il demone sfiorò con le dita quel sorriso, incapace di capirne il senso.
Sesshomaru osservò la scena mantenendo il suo contegno distaccato, ma non lasciandosi sfuggire quel gesto quasi casuale, apparentemente semplice.
Il patto non era ancora stato svelato, ma intuiva che fosse Rin a doverne accettare buona parte del peso.
Sembrava che le sue scelte dovessero ricadere su di lei, schiaccianti.
La visione sfumò.

*


Una collina.
Su di essa, sorgeva una costruzione elegante, apparentemente deserta.
Accanto al ruscello che costeggiava l’abitazione, una Rin identica alla precedente visione passeggiava sulle rive.
Sembrava la Rin della scogliera, se non per un dettaglio apparentemente insignificante: i suoi capelli d’onice scendevano molto più lunghi, fino a superarle la vita.
Ma c’era qualcos’altro, che Sesshomaru non notò finché non le si avvicinò.
I suoi occhi, generalmente ridenti, sembravano privi di quella gioia che la distingueva, cerchiati com’erano dalla stanchezza e dalla malinconia.
Sebbene non riuscisse a riconoscere il luogo dove si trovava, sentiva sulla pelle una strana sensazione di immobilità.
Non c’era filo di vento che muovesse le cime degli alberi sparsi, e nessun animale interrompeva la quiete del luogo.
Persino il ruscello sembrava congelato.
Osservò Rin alzare gli occhi verso il cielo, come in attesa.
Seguendo il suo sguardo, l’attenzione di Sesshomaru fu colpita da strani bagliori iridescenti.
Sembrava che quel bosco fosse avvolto da una sorta di ragnatela, che avvolgeva tutto come una cupola protettiva.
Improvvisamente, accanto a lui vi fu il demone donna, che osserva Rin con un’oscena tenerezza.
“Povero uccellino”. Disse, “Quanto amore deve provare per il suo Sesshomaru”.
Volse lo sguardo vermiglio verso di lui.
“Adesso riesci a vedere, il nostro patto?”. Chiese.
Sesshomaru non rispose, e la donna rise.
“Ti ho offerto l’unica soluzione possibile. Un luogo dove nulla puo’ scalfirla, neppure il tempo impietoso.
Un luogo cui hai accesso solo tu, dove puoi proteggerla dal mondo e persino da te stesso. Finché resta qui, vivrà per sempre”. Disse.
Fu così che venne svelata la ragione dell’immobilità che percepiva; e comprese la follia di quel patto, e il suo indubbio fascino.
“A cosa serviva, la fiala?”. Chiese a quel punto.
Una nuova, genuina risata sgorgò dalla gola della donna.
“Ci siamo dentro, Sesshomaru. E’ questo, il luogo sicuro per la piccola Rin”.
La sorpresa si mescolò alla rabbia, e al disgusto. Le sottili ragnatele, non erano altro che i riflessi del vetro.
Ecco perché l’aveva inizialmente chiamata “uccellino”, nella sua crudele ironia.
Rin era davvero in gabbia, sospesa nel tempo e nello spazio.
“E’ prigioniera”. Ringhiò.
“Se vuoi vederla in questo modo. Il carceriere, in fondo, sei tu: puoi liberarla in qualsiasi momento desideri”. La donna scrollò le spalle.
“Ti ricordo però, che è stata lei ad accettarlo. Nessuna imposizione, era parte del contratto. E lei, pur di restare con te, ne ha accettato le conseguenze”. Aggiunse.
Sesshomaru riportò il suo sguardo su Rin. Era seduta sull’erba, in silenzio; Guardava quel mondo costruito per lei.
“La tieni al sicuro, accanto al tuo cuore, tra le vesti. La raggiungi appena ti è possibile, per regalarle calore, e salvarla dal tedio.
Eppure, sembra una buona prospettiva. Nessuno si fa del male”. Cinguettò il demone.
Sesshomaru non distoglieva lo sguardo da Rin, ma era teso.
“E cosa ricavi, tu, da questo patto?”. Chiese, la voce incolore.
Lei sorrise.
“Finché Rin resta qui, nulla potrà farle del male, neppure io. Ogni cosa dipende dalla sua volontà. Ma se esce di sua spontanea volontà, la sua anima è mia”.
Sesshomaru portò la mano sulla sua spada, ma il demone si allontanò con inaspettata velocità.
“E’ il patto che ti offro. Del resto, Rin potrebbe decidere di restare qui per sempre, e io non potrei fare nulla per impedirlo”.
Sesshomaru strinse i denti.
Sentiva che qualcosa nel discorso del demone gli sfuggiva. Se davvero Rin era libera di scegliere, quella possibilità era davvero invitante.
Una volta cresciuta, gli avrebbe offerto la fiala, e a decidere sarebbe stata unicamente lei. Nessuna morte, nessuna sofferenza.
La donna si avvicinò a Rin, e incredibilmente, lei alzò gli occhi per guardarla, sorpresa.
Il demone stava interferendo con la visione, mentre lui era limitato al poter solo osservare.
“Ciao, piccola. Cosa ci fai qui, tutta sola?”. Chiese la donna, con tono amabile.
Rin sorrise, vittima della sua ingenuità.
“Aspetto il signor Sesshomaru”. Rispose.
Il demone ricambiò il sorriso con dolcezza.
“E perché non vai tu da lui?”.
Rin si rabbuiò.
“Non mi è possibile. Ha detto di aspettarlo qui”.
“E se lui si fosse dimenticato di te? Forse dovresti ricordargli la sua promessa”. La donna le accarezzò i lunghi capelli, e Rin al contatto, arretrò.
“Non puo’ averlo dimenticato”. Rispose, titubante.
Il demone sfoggiò un’espressione preoccupata, compassionevole.
“Ne sei sicura, piccola?Sai, non è poi così difficile, uscire. Basterebbe che tu toccassi le pareti di vetro che circondano questo luogo. Forse dovresti provare”.
L’intento della donna era chiaro. Per impadronirsi dell’anima di Rin, avrebbe continuato a tentarla, all’infinito.
E Rin, avrebbe ceduto?
Con rabbia, Sesshomaru estrasse Tenseiga.
“Basta, adesso”. Disse.
E con un fendente, frantumò le pareti di vetro.

**

Eh sì, siamo quasi alla fine =)
I ringraziamenti sono d’obbligo, sia a chi commenta, sia a chi segue silenziosamente.
Non faccio nomi per adesso, ma insomma, sapete a chi mi riferisco!
Spero di riuscire a postare l’ultimo capitolo prima della gita xD

Lagadema: Grazie per la bella recensione! 
Ho sempre pensato che Sesshomaru fosse più di un demone freddo e scostante, sebbene siano le sue peculiarità. Volevo che questa storia fosse un po’ un analisi dei suoi sentimenti, del suo sentirsi un demone completo,ma tenendo presente che anche suo padre lo era.
Quindi, il suo “sangue puro” non puo’ salvarlo dalla possibilità di cedere a dei sentimenti “umani”.
Sentimenti che cerca però di sopprimere, e in questo senso ho inteso le morti di Rin, personificazione del suo tanto disprezzato lato umano..
Ogni volta che nella storia si avvicina ad un coinvolgimento emotivo, lei muore. Una specie di blocco xD
Dovrebbe essere questo il senso di questo capitolo, ovvero di come Sesshomaru possa decidere di tenere Rin, ovvero i suoi sentimenti, gelosamente custoditi sotto vetro.
E poi c’è il demone. E’ interessante vederla come una sorta di coscienza, certamente è lei che spinge Sesshomaru a riflettere.
Sì, bisogna essere pazzi per pensare queste cose ù.ù XD
Il lieto fine. Mhm. Spero vi piaccia la decisione che ho preso, tentando di essere coerente con quanto già narrato.

A prestissimo =)

   
 
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