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Autore: revenuit    08/04/2010    2 recensioni
(tratto dal primo cap.) Guardo la diciassettenne riflessa nello specchio, capelli mossi color rubino incorniciano un viso all’apparenza fragile e delicato. Occhi smeraldo con occhiaie abbastanza profonde… wow! Sono peggio di quanto pensassi… e dire che non mi sento tanto stanca… certo sì avrei preferito dormire ancora un po’ per sognare…
Arrossisco all’improvviso quando mi appaiono le immagini del mio sogno, involontariamente mi lecco le labbra ripensando al ragazzo protagonista del mio non proprio casto sogno.
-la storia è ora sull'arancione ma più avanti potrebbe diventare rossa-
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Aah! Mmm Lorenzo sì!”

<< Alice! Svegliati! Dai che è tardi devi andare a scuola! Anna? Su su sono le 7 ti devi ancora preparare e l’autobus passa tra 20 minuti >> Ma chi è che urla a quest’ora? Mamma lasciami dormire stavo facendo un così bel sogno…e…

Oh mio Dio!!! È tardissimo!!

<< Mamma! Perché non mi hai svegliato prima? >> mugugno con la voce ancora impastata dal sonno.

<< Veramente è un quarto d’ora che ti chiamo! >> ops. Ok forse e dico forse ha ragione… ma uffa!

<< Non è giusto >> piagnucolo.

<< Su poche storie vieni dai >> dice subito mia madre.

<< Arrivo arrivo >> dico già arrabbiata, certo che se il buon giorno si vede dal mattino…

Scendo le scale e mi trovo in cucina, a tavola ci sono mio padre Matteo, mia madre Anna e mio fratello Andrea.

Mio padre è già in tenuta da lavoro, giacca e cravatta. Lavora in un’azienda che produce computer.

È un uomo alto abbastanza magro e che dimostra appena i suoi 50 anni, ha gli occhi verde smeraldo e i capelli neri corvini.

Mia madre non è molto alta ma è abbastanza magra da camuffare l’altezza, ha 35 anni e ha gli occhi azzurro cielo e i capelli color rosso rubino.

Mio fratello invece sembra sia stato adottato in quanto, a mio parere non assomiglia a nessuno della famiglia. È altissimo, poco più di mio padre e ha 16 anni, gli occhi sono color nocciola e i capelli sono biondissimi quasi bianchi.

<< Oh finalmente ti sei svegliata! Di un po’ cosa stavi sognando di tanto interessante da abbracciare in quel modo il cuscino… eh? >> dice Andrea. Ah già ho dimenticato di dire che io e lui non andiamo d’accordo… stupido fratello! 

<< Ti ignoro perché sono superiore >>

<< Oh oh >> tzè. Ripeto: stupido fratello!

<< Smettetela voi due, e sbrigatevi >> dice subito mio padre.

<< Sì va beh io vado a prepararmi >> dico iniziando a salire per dirigermi verso il bagno.

Entrata chiudo la porta a chiave e mi guardo allo specchio. Ho una faccia distrutta. Guardo la diciassettenne riflessa nello specchio, capelli mossi color rubino incorniciano un viso all’apparenza fragile e delicato. Occhi smeraldo con occhiaie abbastanza profonde… wow! Sono peggio di quanto pensassi… e dire che non mi sento tanto stanca… certo sì avrei preferito dormire ancora un po’ per sognare…

Arrossisco all’improvviso quando mi appaiono le immagini del mio sogno, involontariamente mi lecco le labbra ripensando al ragazzo protagonista del mio non proprio casto sogno.

Meglio che non inizi a pensarci altrimenti rischio di non arrivare in tempo a scuola.

Finisco di prepararmi e poi prendo la borsa con i trucchi e mi metto davanti allo specchio della mia camera.

Innanzitutto devo coprire le occhiaie con un po’ di cipria, poi decido di passare dell’ombretto bianco sulle palpebre, metto la matita nera, un po’ di rimmel e sono pronta.

Mi do una spazzolata, prendo la borsa con i libri e sono pronta, mio fratello è già uscito ed io lo raggiungo alla fermata.

Arrivo proprio mentre il pullman si ferma, che fortuna!

Appena salita cerco tra la folla le mie due amiche Anita e Giulia. La prima mi vede subito e così trascina Giulia insieme a lei verso di me.

<< Ciao Alice! >> dice subito Anita.

<< Hei Ali! >> mi saluta Giulia.

<< Ciao ragazze! >> sono felice di vederle, devo raccontare loro del mio sogno, niente imbarazzi tra di noi, ci conosciamo da talmente tanto tempo che ormai ci diciamo tutto.

Anita si ravviva i capelli color miele e mi guarda attraverso i suoi incredibili occhi neri.

Ha già capito che devo raccontare qualcosa, lei è sempre stata la più intuitiva tra di noi.

Giulia guarda Anita e portandosi dietro una ciocca dei suo corti capelli neri mi rivolge uno sguardo interrogativo. I suoi occhi come quelli di Anita sono spettacolari, di un blu intenso e profondo.

<< Allora? –dice la bionda- cosa ci devi raccontare? >>

<< Ve lo racconto dopo… questo non è il posto adatto >> e subito guardo mio fratello che con un cenno del capo si dirige verso i suoi amici.

Arrivati alla nostra fermata, ci troviamo davanti ad un vecchio edificio ancora molto bello, il nostro liceo.

Frequentiamo, e dico frequentiamo perché io, Anita e Giulia siamo capitate nella stessa classe, il liceo linguistico. Siamo al terzo anno e finora ce la siamo sempre cavata abbastanza bene. Io ho solo qualche problema con l’inglese ma credo che risolverò tutto con un tutor.

<< Ok ora raccontaci quello che ci devi dire >> dice Giulia.

<< Niente di che ragazze, ho di nuovo sognato Lorenzo, solo che questa volta il sogno era un po’… ehm… come posso dire… spinto >> dico mentre arrossisco. Guardo le mie amiche e le scopro a ridacchiare.

<< Scusaci Ali, è solo che io mi immaginavo chissà che… >> fulmino Giulia con uno sguardo e subito smettono di ridere tutte e due.

<< Uffa lo sapevo che non dovevo dirvi nulla >> dico un po’ arrabbiata.

<< Ma no dai Alice lo sai che io e Giulia scherziamo, noi ti vogliamo bene ed è giusto che tu ci dica tutto come noi facciamo con te >> Anita mi sorride sincera ed io ricambio.

<< Anita ha ragione, noi ti vogliamo bene e anche se ridacchiamo tu ci devi sempre dire tutto >> mi dice Giulia.

<< Va beh… comunque ora credo sia ora di entrare in classe… evviva! >> dico per niente felice, e chi lo sarebbe? Alla prima ora spagnolo… prof antipatica che cosa volete di più?

<< Già evviva! >> dicono insieme le mie amiche.

Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

Entriamo in aula ancora un po’ ridacchianti e subito la professoressa ci fulmina.

<< visto che stamattina è tanto felice, perché non viene alla lavagna a fare un po’ di verbi al congiuntivo?  >> dice con un ghigno malvagio la strega.

<< Certo! >> quasi ringhio.

Dopo un’ora intera di interrogazione la “strega” mi lascia tornare al sicuro al mio banco.

La campanella suona e dopo aver raccolto la mia roba, mi dirigo alla porta, dove le mie amiche mi aspettano per andare alla prossima lezione… inglese.

Esco ma vado a sbattere contro il torace di qualcuno.

Alzo lo sguardo e i miei occhi si specchiano in quelli color cioccolato di un ragazzo, abbasso lo sguardo a fissare le sue labbra. Rosse e carnose. Il mio corpo è irrimediabilmente attratto da quelle labbra e il mio sguardo è incantato. Appena mi accorgo dei secondi che passano alzo lo sguardo come svegliata di soprassalto da un bellissimo sogno e, ancora un po’ annebbiata, guardo il ragazzo davanti a me.

Fisico scultoreo, viso mascolino ma non troppo rude, occhi color cioccolato, capelli biondo cenere e un sorriso malizioso su quelle meravigliose labbra.

<< Ciao Alice >> mi saluta con voce suadente.

<< Ciao Lorenzo >> eh sì perché il ragazzo contro il quale sono andata a sbattere è proprio il protagonista del mio sogno.

<< Mi sembri un po’ frastornata, vuoi che ti porti in infermeria? >> dice in un sussurro soffiandomi sul lobo dell’orecchio prima di alzarsi e guardarmi con un sorriso malizioso che è arrivato agli occhi, rendendolo ciò che di più eccitante ci possa essere.

<< No grazie credo di potercela fare anche senza il tuo aiuto >> dico quasi senza voce.

<< Va bene ma se hai bisogno di qualcosa –mi dice mentre si abbassa- di qualsiasi cosa –mi sussurra ormai vicino al viso – non esitare a chiedere >> e mentre dice questo, si avvicina alla mia bocca.

<< Vedrò di ricordarmene >> dico spostandomi velocemente.

<< Bene, allora ci vediamo a lezione di inglese tra poco, ciao Alice >> dice il mio nome con voce roca.

<< Ciao Lorenzo >> dico, ma lui se n’è già andato.

Le mie amiche si avvicinano subito e mi guardano un po’ preoccupate.

<< Oh ma dai! È ridicolo! Non è possibile che ogni volta che si avvicina a te, tu ti riduca così! >> mi dice Anita, mentre Giulia annuisce d’accordo con la bionda.

<< Lo so, ma non dipende mica da me! Non è colpa mia se mi fa quest’effetto >> dico abbassando lo sguardo a guardare le punte delle scarpe.

<< Va beh dai, andiamo a lezione che rischiamo pure di fare tardi >> dice subito Giulia.

Arrivate davanti all’aula le mie amiche entrano mentre io sbircio prima dentro. Bene Lorenzo non c’è, meno male così eviterò di stare disattenta tutta la lezione.

Essendo in tre, io, Giulia e Anita facciamo a turno per sederci insieme e oggi tocca a me stare da sola, poco male me ne starò nel banco vuoto in fondo alla classe.

Mi avvicino al banco dove appoggio la mia roba, mi siedo e comincio a tirare fuori libri e quaderni per la materia.

Inglese è la materia in cui vado peggio, per questo oggi a fine lezione ho intenzione di parlare con la professoressa per chiederle di assegnarmi un tutor che mi dia ripetizioni.

La campanella suona e la professoressa entra in classe. Ci alziamo tutti a salutarla e dopo un suo gesto ci sediamo.

Inizia la lezione ma dopo circa due minuti dall’inizio la porta si apre ed entra Lorenzo in tutto il suo splendore.

Chiede scusa alla prof che non dice nulla.

Lorenzo oltre ad essere un gran bel ragazzo è anche molto bravo a scuola, in particolar modo in inglese e quindi i prof non fanno storie se arriva un po’ tardi.

<< Lorenzo è rimasto solo quel banco in fondo alla classe, vatti a sedere lì >> Lorenzo si gira verso di me e dopo un ghigno si avvicina e posata la sua roba si siede.

Io faccio finta di niente e lo ignoro guardando solo la mia insegnante, ma è evidente che il ragazzo seduto vicino a me non è della mia stessa opinione, così inizia a fissarmi.

È sempre stato così tra di noi, io lo ignoro e lui mi perseguita. Non capisco perché lo faccia, non lo sopporto quando fa così, perché mi mette in imbarazzo e io non capisco più nulla di quello che dicono gli insegnanti.

Comunque lui continua a fissarmi e io continuo a ignorarlo fino a quando non vedo con la coda dell’occhio il suo sorriso e capisco che sta per fare qualcosa. Infatti mi trovo una sua mano sulla mia gamba.

Naturalmente io ho scelto proprio oggi per vestirmi con la gonna.

Stamattina ero tanto di fretta che per facilitarmi le cose ho deciso di mettere una semplice camicia bianca, una gonna e scarpe con tacco. Una piccola cravatta al collo e sono uscita. Male! Molto male!

Lorenzo aveva naturalmente approfittato dell’occasione per mettere la sua mano sulla mia coscia. Come se la mia attenzione non fosse già sparita da un pezzo.

Rigida come un ghiacciolo non faccio nulla fino a quando non sento la sua mano andare su e giù.

A questo punto devo reagire. Faccio per girarmi verso di lui e cantargliene quattro che lui mi anticipa mettendomi un dito sulle labbra per zittirmi. E cosa faccio io? Sto zitta ovvio.

Accertatosi che io non mi metta a strillare ricomincia a muovere la mano che nel frattempo si era fermata.

E così mi accarezza la gamba priva di calze.

Su e giù.

Su e giù.

Su e…

Ok la mano no fa giù ma inizia ad andare su, sempre più su fino a quando non supera l’orlo della gonna.

Sono morta! Il mio corpo si è immobilizzato e non riesco a fare più nulla, non voglio fare più nulla.

Per fortuna a salvarmi c’è il suono della campanella che mi avverte della fine della lezione e anche della fine di quella deliziosa tortura.

Ancora molto stordita mi dirigo verso la prof.

<< Buongiorno professoressa volevo chiederle se mi potrebbe assegnare ad un tutor, sa per via del calo della mia media… >>

<< Certo signorina, provvedo subito… - guardandosi attorno blocca il suo sguardo in un punto particolare dell’aula, su qualcuno in particolare… oh no! – Lorenzo? Vieni un attimo qui per favore >>

Lorenzo si dirige verso di noi. Arrivato davanti alla cattedra dice: << sì? >>

<< La signorina Alice avrebbe bisogno di un tutor di inglese e visto il alto rendimento ho pensato di assegnarle te… qualcosa in contrario? >>

<< No no, niente in contrario >> e dicendo questo mi guarda.

<< Bene, problema risolto, Arrivederci a tutti >> e salutando tutti esce.

Faccio per  uscire anche io visto ch l’aula è ormai vuota, ma vengo afferrata per il polso e girandomi mi scontro contro Lorenzo.

<< Sei contenta Alice?>> mi dice sorridendo malizioso.

Non dico nulla sto in silenzio.

<< Ci vediamo alla fine delle lezioni in questa classe… sai Alice, mi piace molto questa cravatta, credo che la userò quando saremo insieme, chissà potrebbe dimostrarsi un oggetto molto interessante… >> e dicendo questo se ne va prendendo la mia cravatta.

Ok sono ufficialmente morta.

Esco dalla classe e vado verso le mie amiche che ormai mi aspettano da un po’.

<< Andiamo vi prego >>  dico in un sussurro.

Non chiedono nulla e così ci dirigiamo verso le prossime lezioni.

 

 

Ciao a tutti!! Questa è la prima fan fiction che scrivo di questo genere.

Ho creato questo account solo per questo ^^

Spero che la mia storia vi piaccia.

Innanzitutto vorrei dire alcune cose.

Allora, i personaggi sono tutti inventati e hanno tutti 17 anni.

Siamo nel 21° secolo.

La prima frase quella del Aah! Mmm Lorenzo sì! è solo parte del sogno per cui non è unanticipazione di nessun tipo.

Bene qui si chiude il mio spazio autrice.

Spero che la recensiate xD

Ciao!!

 

  
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