The End
I will not die, I’ll wait here for you
I feel alive when you’re beside me
I will not die, I’ll wait here for you, in my time of dying.
~
Time of Dying – Three Days Grace
Fuoco. Fuoco ovunque. Non poteva vederlo, ma lo avvertiva.
Sentiva le fiamme stringerla in una morsa, mozzarle il respiro, impedirle la
concentrazione.
Nonostante nessun Firebender arrivasse a colpirla, sentiva di essere
accerchiata dalle fiamme. E di non avere nulla con cui contrattaccare.
Era una Dominatrice della Terra, non era a suo agio se quest’ultima mancava.
E in quel momento, sospesa in aria, avvolta da un calore quasi innaturale,
attaccata alla vita solo grazie alla fermezza della sua mano che la teneva stretta e le impediva di cadere dal burrone,
Toph Bei Fong mormorò a denti stretti che in quel momento la terra mancava.
Si sforzò di respirare normalmente.
Stupida. Sei una stupida. Sokka non può
salvarti, da solo. Non può tirarti su. Ha una gamba rotta, dannazione, ed è
circondato dai Dominatori del Fuoco. Non riuscirà a salvarti. Sei un’illusa.
Non continuerà a tenerti stretta ancora a lungo. Cadrai nel vuoto.
“Sokka…”
Per quanto volesse urlare, reagire, fare qualcosa,
le uscì un flebile mormorio.
Dannazione, dov’è finita la Bandita
Cieca? Come hai fatto a perdere tutta la tua forza, Toph?
“Non credo che il boomerang tornerà indietro, Toph. Sembra che questa sia
la fine”.
La fine. La fine era un concetto astratto. Quella ragazzina aveva finito per
abituarsi all’idea della fine. Ogni volta che combatteva poteva essere
sconfitta – la fine della sua attività all’Arena. Ogni volta che i suoi
genitori le parlavano poteva essere distrutta – la fine della sua libertà. Ma
puntualmente non accadeva. Ogni volta, la fine
appariva lontana. Ma non ora. In quell’istante, la fine sembrò incredibilmente vicina.
“S-Sokka…”
Si sentì girare la testa.
Non
è finita. Non stai per morire. Non state per morire, si ripetè; come una
nenia infernale che ha poco di reale, ma è l’ultima speranza a cui aggrapparsi.
E da vicina la fine divenne concreta. Da bambina aveva immaginato che la morte
sarebbe arrivata per bussarle alla spalla, con un teschio in mano, un mantello
e una falce – ovviamente, dopo che le ebbero spiegato come fossero fatti quegli
oggetti. In quel momento sentì solo il vuoto.
“TOPH!”
Le venne quasi da ridere sentendosi cadere e notando che non era vero che
l’intera vita ti passa davanti agli occhi, in punto di morte.
Sarà che sono cieca o è una menzogna che
viene smentita da tutti quanti?
“Sokka… Io…”
E la Bandita Cieca sprofondò nell’abisso; con lei, solo l’ultimo, inutile
rimpianto per non aver saputo essere abbastanza forte da parlare.
…Ti amo.
Note dell’autrice:
Non ci posso credere, ho ucciso Toph. Ho ucciso Toph! Io… io venero Toph. Per me è un mito, un idolo,
è straordinaria.
Non posso credere di averla fatta morire. Perdonatemi!
In ogni caso, non credo ci sia bisogno di spiegazioni: è ambientata durante
Sozin’s Comet, solo che qui Toph cade.
Alla prossima, Dominatori!