Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: Elentari    12/08/2005    10 recensioni
Un uomo, una donna, il loro amore, la guerra. Perché l'amore, per quanto possa essere forte, non può trionfare su tutto. La mia versione su quanto è successo quando Gilraen ha saputo della morte di Arathorn.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia è frutto dell’immaginazione dell’autrice. I personaggi non sono di mia invenzione e con questa fanfiction non intendo mancare di rispetto a nessuno.

Chiedo scusa in anticipo al grandissimo Tolkien, che ha inventato la più bella trilogia mai esistita.

Grazie a chi leggerà e soprattutto a chi recensirà.

TI AMERÒ PER SEMPRE

 

L’ora della partenza era giunta.

Arathorn, Elrohir ed Elladan si preparavano a partire, per combattere gli orchetti.

Gilraen assisteva alla scena, tenendo per mano il piccolo Aragorn, e aspettava con ansia il momento dei saluti.

Arathorn la guardò per un istante negli occhi, poi tornò ad occuparsi del cavallo.

Poco dopo, Elladan ed Elrohir la salutarono e le promisero di tornare al più presto.

Arathorn si avvicinò lentamente, come se volesse assaporare ogni istante, come se non volesse andarsene.

 - Non sei costretto a partire-. Disse subito Gilraen.

 - È per garantire la nostra sicurezza, lo sai. Anche tu saresti più tranquilla sapendo che Aragorn non corre pericoli giocando nel prato-.

 - E non ricordi nemmeno cosa disse mio padre?-.

 - Certo che lo ricordo-.

 - E allora perché mi fai questo?-.

 - Perché devo-.

Arathorn l’abbracciò e la baciò dolcemente.

 - Papà...-.

Il Capitano dei Dunedain prese in braccio Aragorn e lo strinse forte.

 - Fai il bravo e non fare arrabbiare la mamma, va bene?-. Il piccolo annuì.

Posò a terra il figlio e guardò Gilraen. Gli occhi erano molto tristi, ma era sempre meravigliosa e l’epiteto di “Bella” era perfetto per lei.

 - Arathorn...-. Lo chiamò Elladan.

 - Ora devo andare. Non sai quanto mi mancherai-.

 - Neanche tu lo sai-.

Baciò la moglie sulla fronte e si voltò, cercando di nascondere le lacrime che minacciavano di scendere da un momento all’altro. Salì sul cavallo e partì immediatamente. Poco prima di scomparire alla vista di Gilraen, si voltò in un ultimo rassicurante sorriso.

*****

Dopo quasi due settimane, Elladan, Elrohir e i loro uomini tornarono.

Gilraen, appresa la notizia del loro arrivo, si precipitò ad accoglierli.

Arathorn non era con loro.

Gilraen guardò i figli di Elrond.

C’era molta tristezza nei loro occhi, la tristezza di chi ha perso un amico.

 - Dov’è Arathorn?-. Chiese non appena si furono avvicinati.

 - Gilraen...-.

 - Ti ho fatto una domanda!-.

 - Ti prego, Gilraen, calmati-.

 - Io non mi calmo finché non mi dici dov’è mio marito!-.

 - Forse sarebbe meglio andar dentro-.

 - Non vado da nessuna parte! Voglio una risposta, ora!-. La voce tremava e gli occhi erano colmi di disperazione.

Non furono più necessarie parole.

In pochi istanti, Gilraen scoppiò in un pianto disperato. Elrohir tentò di abbracciarla, ma lei lo respinse.

 - Non provare a toccarmi! È tutta colpa tua! È colpa vostra! Voi avete spinto Arathorn a seguirvi, voi l’avete condotto alla morte, voi l’avete ucciso!-.

I due fratelli non tentarono nemmeno di difendersi, tanta era la disperazione che leggevano negl’occhi della donna.

Gilraen rientrò in casa e si rifugiò nella sua camera. Aragorn dormiva nel lettino accanto a quello dei genitori. La madre lo osservò mentre dormiva. Assomigliava tremendamente ad Arathorn: i capelli, la bocca, i lineamenti del viso. Solo gli occhi erano di Gilraen. Vedendo il piccolo che dormiva così tranquillo, iniziò a ricordare padre e figlio che giocavano insieme, senza preoccupazioni. La donna sorrise ricordando il loro divertimento e la loro gioia.

Due piccoli colpi alla porta la fecero tornare al mondo reale, quel mondo dove Arathorn era morto. Il sorriso scomparve mentre andava ad aprire.

Sulla soglia, Elladan.

Gilraen lo fece entrare e gli disse di sedersi.

 - Dov’è il corpo?-.

 - Siamo riusciti a portarlo fino a qui, non preoccuparti-.

 - Voglio che sia cremato-.

 - Cremato?-.

 - Non voglio che una tomba lo tenga rinchiuso. Amava la natura. E soprattutto amava la libertà-.

 - D’accordo... sarà cremato-.

 - E ora portami da lui-.

 - Non è il caso-.

 - Credi che fra due giorni mi sentirò meglio e sarò pronta a vedere il suo cadavere? Non sarò mai abbastanza pronta per questo... quindi portami da lui-.

 - Aspetta almeno che il corpo venga pulito-.

 - No, voglio vederlo. Ti prego-.

 - Gilraen, forse dovresti sapere com’è morto, prima-.

 - Perché? Com’è morto?-.

 - Una freccia... gli ha trafitto un occhio-.

Gilraen si portò la mano alla bocca, sconvolta. Le lacrime ricominciarono a scendere copiose.

 - Portami da lui-.

Elladan l’abbracciò.

 - Non preferiresti ricordarlo com’era un tempo? Aspetta, ti prego-.

Per alcuni istanti rimasero in silenzio.

 - Mi dispiace per prima... non volevo dire quello che ho detto-.

 - Non devi scusarti-.

 - Chiamami quando il corpo sarà pronto-.

 - Va bene. Quando sarà cremato?-.

 - Questa sera, al tramonto-.

 - Al tramonto?-.

 - Si. Adorava guardare il sole scendere fra gli alberi-.

Aragorn si stava svegliando.

 - Mamma-.

 - Arrivo piccolo mio-.

 - Io vi lascio soli-.

 - Grazie, Elladan-.

L’elfo le sorrise.

Aragorn, sceso dal letto, si avvicinò alla madre.

 - Dov’è papà?-.

 - Tuo padre non tornerà, questa volta. Vieni con me-. Lo prese in braccio e lo portò alla finestra. – Vedi? Lui è lassù e ti proteggerà sempre. Se vuoi parlargli lui ti ascolterà, sarà sempre accanto a te, anche se non potrai vederlo-.

 - Perché non posso?-.

 - Perché è andato in un posto dove nessuno può vederlo-.

 - E allora perché c’è andato?-.

 - Non lo so, figlio mio. Non lo so-.

 - Ma non lo vedrò mai più?-.

 - Un giorno, si, lo rivedrai-.

 - E quando sarà quel giorno?-.

 - Spero il più lontano possibile-.

 - Non vuoi rivedere papà?-.

 - Certo che lo voglio rivedere... ma ora si trova in un luogo da dove non si può ritornare-.

 - E perché non si può ritornare?-.

 - Non so neanche questo...-.

 - Non posso salutarlo?-.

 - Dopo si, potrai-.

*****

Elladan, alcune ore dopo, bussò alla porta di Gilraen, ma non ricevette risposta. Aprì la porta e vide la donna sul letto che dormiva abbracciata ad Aragorn. L’elfo li coprì e si voltò per uscire dalla stanza.

 - Elladan...-.

Si voltò verso Gilraen, che si era appena svegliata.

 - Ben svegliata-.

 - Il corpo è...-.

 - Pronto? Si, ero venuto qui per dirtelo. È nella stanza qui accanto-.

 - Grazie. Ora... io...-.

 - Se vuoi controllo io Aragorn-.

 - Ancora grazie. Elrohir?-.

 - Con Arathorn-.

Gilraen annuì e si alzò, facendo attenzione a non svegliare Aragorn. Uscì dalla stanza ed entrò in quella accanto.

Il corpo esanime di Arathorn era disteso su un letto, le mani giunte sul ventre, il volto bianco e severo. Chi si era occupato del cadavere aveva fatto davvero un buon lavoro: la ferita si vedeva, certo, ma neanche troppo.

Elrohir era in piedi accanto al letto: l’aveva guardata per un istante quando era entrata e poi aveva riportato lo sguardo sull’amico.

Gilraen si avvicinò al letto ed Elrohir le portò una sedia.

 - Vuoi rimanere da sola?-.

 - Si... grazie-.

Quando sentì la porta richiudersi, Gilraen prese la mano gelida del marito e la strinse nella sua.

 - Prendi un po’ del mio calore... ti prego... torna a vivere... per me... per tuo figlio... ti prego, Arathorn, ti prego. So che mi stai ascoltando. E so che è inutile chiederti di tornare. Ti amo, ti ho amato fin dal primo momento in cui ti ho visto e ti amerò per sempre. E avrei preferito averti accanto a me per sempre, non fin che morte non ci separi, come recita quella stupida formula. Non vedo l’ora di rivederti, amore mio...-.

Gilraen posò la mano del marito, appoggiò la testa sul suo petto immobile e iniziò a piangere.

Qualche tempo dopo Elladan entrò.

 - Va tutto bene?-.

 - Cosa potrebbe andar bene, in questo momento?-.

 - Non lo so-.

 - Dov’è Aragorn?-.

 - Con Elrohir, si è svegliato. La legna è pronta, il sole sta calando-.

 - Per quanto tempo sono stata qui?-.

 - Alcune ore. Andiamo?-. Gilraen annuì. – Alcuni uomini stanno venendo qui per portare il corpo al rogo-.

 - D’accordo. Non smetterò mai di ringraziarti per quello che stai facendo-.

 - Non preoccuparti. Aragorn?-.

 - Verrà anche lui-.

*****

Una piccola processione seguiva il corpo del Capitano dei Dunedain.

Arathorn, unto d’olio, venne deposto sopra la pira.

Ad un cenno di Gilraen, gli uomini che avevano portato il corpo diedero fuoco alla legna.

Il fumo iniziò a levarsi denso nel cielo, mentre il sole tramontava dietro agl’alberi che Arathorn aveva tanto amato...

 

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Elentari