Fanfic su artisti musicali > The GazettE
Ricorda la storia  |      
Autore: Reki_Hiwatari    10/04/2010    1 recensioni
"Posso continuare il mio racconto o sei troppo impegnato a far barcollare la testa da una parte all’altra del tuo collo?Oh, ti sei fermato. Finalmente un po’ di attenzione. Come stavo dicendo…"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aoi, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non sapendo cosa dire rimasi in silenzio, mentre il suo sguardo rivolto al nulla catturava la mia anima portandola in un baratro,quasi come se mi spaventasse. Erano poche le volte in cui si arrabbiava così, e purtroppo molto spesso la colpa era mia. Non ero il solo ad aver torto, almeno, non sempre. Nonostante l’apparenza la sua gelosia era soffocante. LUI era soffocante, molto dolce, ma soffocante… soffocante e testardo… eppure anche adesso che è contro quel muro, con il viso sporco di sangue, ha paura ad ammetterlo, ad ammettere le sue debolezze ed i suoi piccoli difetti che ai miei occhi lo rendevano perfetto.

Dimmi, amore mio, ricordi come iniziò il nostro folle bisogno dell’amore dell’altro?



Era una delle tante mattine in cui la sera prima avevamo dormito tutti da Kai, che bel casino che avevamo combinato… Io fui il primo a svegliarmi e corsi in bagno a prepararmi, non avevo intenzione di fare tardi al lavoro, o almeno, non potevo essere più in ritardo degli altri. A me piaceva farle le prediche, non riceverle. Avevo appena finito di truccarmi e mi abbassai per riporre i trucchi nella mia borsa, quando una mano si poggiò sulla mia spalla-Ehi Aoi, mi presteresti la matita?-
Come sentii questa voce, la tua voce, così bella e limpida, nonostante ti fossi appena alzato, non potei fare a meno di sussultare ed arrossire. E tu… con quell’espressione ancora assonnata, come hai fatto ad arrivare alle mie spalle in modo così silenzioso?… quasi come se volassi, come se potessi camminare qualche metro sopra noi, comuni mortali, come un angelo…
Dopo un tuo sonoro sbadiglio ti passai la matita, cercando di non mostrare il mio imbarazzo -tieni-
E qui le nostre mani si sfiorarono, ci guardammo negli occhi qualche secondo, e allora vidi che anche tu diventasti un po’ rosso in viso, ma non sapevo come comportarmi allora mi voltai, mentre tu, un po’ deluso, tornasti a concentrarti su te stesso, come tutte le volte in cui vedevi uno specchio, ed allora, usai il solito metodo per osservarti senza essere visto: quando ti specchiavi, mi voltavo dal lato opposto e mi allontanavo di qualche passo, aprivo il mio fedele specchietto facendo finta di aggiustarmi un po’ i capelli e ti osservavo dal riflesso dello specchio alle mie spalle, ti guardavo di nascosto, non volevo che te ne accorgessi, così come non volevo che capissi i miei sentimenti per te. Eri così bello mentre tingevi i tuoi occhi di nero e velavi appena le tue palpebre con quel leggero viola. Morivo quando ti passavi il rossetto sulle labbra, non immagini neanche quanto lo invidiavo… cosa avrei dato anche solo per sfiorare quelle labbra. Solo una volta… Non mi rendevo conto, allora, che poi le tue labbra sarebbero diventate come una droga per me…
Mentre io mi perdevo nei miei pensieri, finalmente ti voltasti –Aoisan, grazie per la matita- e dopo uno splendido sorriso te ne andasti, lasciandomi di nuovo solo in quel bagno, oramai pieno del tuo profumo… Chiusi il mio specchietto e mi avvicinai a quello in cui avevi dato sfoggio della tua vanità, mi specchiai, lo toccai, chiedendomi perché non potevo avere almeno il tuo riflesso. Ma era ovvio il motivo. Io ero marcio dentro, mentre tu sembravi così puro…
Proprio in quel momento però anche il secondo dei miei problemi entrò nel bagno, sembrava più nervoso del solito, qualcuno doveva averlo svegliato in malo modo. Pensai che la cosa migliore sarebbe stata farlo sfogare oppure durante l intervista avrebbe dato di matto.

Povero Ruki chan, il biondino ancora ti confonde?


-Tutto bene, amico?-
-Qualcosa ti fa credere il contrario, Aoisan?-
A parte la sua espressione da cucciolo martoriato?no direi che a parte quella sembrava stare in splendida forma. Si vede che notò il mio sguardo perché iniziò a sorridere tristemente. Ormai lo conoscevo bene, quindi chiusi immediatamente la porta, per evitare che qualcuno lo sentisse scoppiare in un pianto quasi disperato…
-Cosa ti ha fatto ora?-
Non rispose, abbassò lo sguardo e si asciugò le lacrime, a volte sembrava davvero un cucciolo bisognoso di affetto, peccato che quella testa calda non riuscisse mai a rendersene conto. Troppo occupato dai suoi passatempi e dal suo basso per pensare ad una relazione seria.
Tu non hai bisogno di reikun…
Perché mi guardò con quegli occhi?forse aveva capito cosa pensavo? Mi guardò con i suoi occhi pieni di lacrime… batté i piedi a terra come un bambino che fa i capricci perché vuole a tutti i costi un giocattolo nuovo…
Lo vuoi Ruki?Lo vuoi così tanto?...
-io lo voglio!-stinse i pugni e mi abbracciò
Lui ne ha bisogno… proprio come io di te, lui ha bisogno del suo biondino. Perché questo mi fa capire quanto sia intensa questa sensazione? Quanto io abbia necessità di baciarti, toccarti, vederti sorridere o semplicemente osservarti di nascosto?... Siamo così simili io e Ruki… la differenza è che io riesco a nascondermi meglio.
Guardai l orologio, oramai era ora di uscire dal bagno –mi racconterai in macchina cosa è successo,ora fai in fretta a prepararti- detto questo mi avvicinai alla porta, ma lui mi strattonò dalla maglietta
-Aoisan…- io evitai di voltarmi, per paura di piangere con lui, mi limitai, poggiando la mano sulla maniglia della porta, a rispondere
-si?...-
-Grazie…-
-Figurati fungo…- detto questo uscii dal bagno. Andai in cucina dove gli altri stavano quasi sicuramente facendo colazione , e come al solito l unico ancora in boxer era Reita. L ultimo a svegliarsi, l ultimo a cambiarsi, l ultimo a capire le cose. Ma a noi lui piaceva così… tonto,pigro e un po’ menefreghista… Kai era ancora impegnato a preparare le ultime cose. Era da ammirare come si prendeva cura di noi, era molto maturo, ma alcune volte riusciva ancora a mostrare il suo lato infantile… Sei sempre stato pieno di responsabilità fin da piccolo, vero kai?... Spostai nuovamente il mio sguardo verso di te, mio dolce angelo… Te ne stavi li, seduto con le gambe accavallate e tenevi una delle bacchette in bocca, come se cercassi qualcosa da sgranocchiare, visto che Kai non si sbrigava. A me però tutto ciò sembrava così sensuale… ogni tua mossa lo era… eri sensuale quando ti sfioravi i capelli, quando distrattamente ti poggiavi le mani sulle gambe e te le accarezzavi, o anche quando suonavi… Tu riuscivi sempre ad essere sensuale…
-Se Ruki non esce velocemente dal bagno faremo tardi, Reita è ancora in boxer- e si, la tua voce, come al solito mi riportava sulla terra. Anche quella era sensuale! A volte mi vergognavo di me stesso per gli squallidi pensieri erotici che facevo… Si, squallidi. Non ho mai voluto che quello che provavo diventasse solo una banale voglia di possederti, io sapevo che c era di più, molto di più.
-Aoisan ti sei imbambolato o dormi in piedi?^^ Sai i vecchi lo fanno…-
-Ruki sei morto! Oh… ma quando sei uscito dal bagno?-
-Qualche minuto fa, quando voglio so essere puntuale u.u- ridacchiò e si avvicinò a kai, che gli aggiustò meglio i capelli e gli sorrise dolcemente, mi guardai intorno e vidi che Reita era già andato in bagno per cambiarsi. Forse saremmo riusciti ad arrivare in orario…


Certo, se non mi si fosse bloccata la macchina a metà strada.
Quella mattinata già era iniziata in modo alquanto bizzarro ma questo era troppo!la mia macchina!L avevo fatta controllare il giorno prima!
-aoisan forse dovremmo chiamare gli altri…-
-la mia macchina funzionerà!-
-va bene, fa come vuoi, io mi faccio venire a prendere e uso il tuo telefono per chiamare, a me i soldi servono per gli scherzi telefonici che vi faccio di notte u_u - aveva già afferrato il telefono dalla mia tasca quindi non fui in grado di fare a meno di dargliela vinta, si, anche questa…
-moccioso viziato!Forza chiama qualcuno- Ma in quel momento mi passò il telefono, vidi che già qualcuno stava provando a chiamare. Come lessi il tuo nome sul display del telefono, sorrisi, e di questo Ruki mi prese in giro per tutto il giorno…
Non passò molto tempo che tornaste a prenderci, tutti insieme. Ruki entrò immediatamente in macchina, sembrava più tranquillo visto che Reita stava guidando e non poteva dargli confidenza. Di conseguenza capì che ciò che gli aveva detto doveva avergli fatto molto male, beh, in effetti credo che sentirsi dire dalla persona che si ama che sei buono solo a scopare non dovrebbe essere affatto piacevole… Soprattutto se quando lo fai con lui non è il corpo l unica cosa che gli doni di te stesso… Sai, fu proprio in quel momento, quando mi voltai verso di te, che notai che mi stavi osservando, però quando incrociai il tuo sguardo non ti voltasti imbarazzato come faccio sempre io... no, tu mi sorridesti.
-Dopo manderemo qualcuno a recuperare la tua macchina aoisan, sappiamo tutti quanto ci tieni^^- tutto qui?Non dovevi dirmi altro, amore mio?...Ma non importava, mi avevi sorriso, a me stava bene così.
Terminata l’intervista, il nano fece i capricci per farci andare tutti a mangiare fuori, ma non fu questa la cosa sconcertante della serata. Fu sconcertante quando ci trascinò al karaoke! Sapevamo che a lui piaceva sentirsi l unico capace a fare bene qualcosa, proprio come ai bambini, ma una serata karaoke non la facevamo dal liceo… e vista la gente che frequentava questi posti iniziavo a sentirmi seriamente un po’ troppo avanti con l età… O forse era solo il mio cervello a non concepire più nulla che non riguardasse il lavoro
-Aoisan cantiamo qualcosa insieme?- mi chiedesti tirandomi un po’ il braccio per chiamarmi, pensando che la mia attenzione non fosse concentrata su di te ma su Reita che cercava di cantare una canzone troppo alta per quella voce un po’ tetra che si ritrovava…
-va bene, cosa cantiamo?-
-Scelgo io, scelgo io!!!-
-Nano fatti gli affari tuoi!-
-Ohhh ma ci sono anche le nostre canzoni??Beeeeeeeello allora Cassis!!Dai dai dai!!-
Arrossì violentemente, e notai che anche tu lo facesti, ma mi prendesti la mano ed afferrasti un microfono
-Oggi ho voglia di mettermi in ridicolo davanti ai miei compari XD è un suicidio cantare questa canzone =.= ma almeno dopo avermi ascoltato morirete tutti perché le vostre orecchie non riusciranno a sopportare tale mostruosità u.u –
Ridemmo tutti. Era vero, a parte Ruki nessuno di noi era capace a cantare, figuriamoci quella canzone, che richiedeva, oltre che una bella voce, una grande interpretazione…
Come previsto non riuscimmo a cantarla, era troppo per noi, a metà ci fermammo e ridemmo senza contegno. Ricordo ancora tutto questo con molta serenità. A fine serata, quando stavamo per tornare a casa, in mezzo alla strada Ruki iniziò a dare i numeri. Probabilmente aveva bevuto un po’ troppo
-Sono convinto che non avete le palle di farlo-
-Semplicemente non abbiamo voglia di farlo, brutto nano!-
-io dico che non avete le palle!-
-Ma io ti..-
-Aoi, accontentiamolo, per me non ci sono problemi quindi prima lo facciamo e prima smetterà di rompere…- Mi chiesi se davvero avevo sentito quelle parole… eppure giuro, erano uscite dalla tua bocca. Arrossì ancora una volta, guardai male il piccoletto nonostante in quel momento gli avrei regalato un intero negozio di dolciumi, e mi avvicinai a te. Fu un bacio fugace, poggiai solamente le mie labbra sulle tue e poi mi allontanai per paura che tu riuscissi a leggere nei miei occhi l imbarazzo che cercavo di nasconderti già da quella stessa mattina. Ruki battè le mani contento ma poi si sfregò un occhio e sbadigliò. Si avvicinò a Kai cercando qualcuno disposto a portarlo in spalla fino alla macchina.
Per tutto il tragitto nessuno di noi si degnò ad aprir bocca, eravamo tutti silenziosi, si sentiva solo il russare fastidioso di Ruki seduto tra me e Reita. Dopo aver accompagnato gli altri a casa, eravamo rimasti solo io e te. Non avevo il coraggio di guardarti, non dopo il bacio che vi era stato circa un ora prima… Appena arrivammo sotto casa mia( ebbene si, me ne vergognai, ma quella volta fosti tu a riaccompagnare a casa me…) mentre la mia mano cercava con scarsi risultati di aprire lo sportello ti guardai per qualche secondo: te ne stavi li, come ad aspettare qualcosa… Ma cosa, angelo mio?...Come se i miei occhi ti avessero parlato, accennasti un sorriso ed avvicinasti le tue labbra perfette al mio mento e lo baciasti… non riuscii a resistere, te lo ricordi? Misi le mani sulle tue spalle e ti avvicinai a me per baciarti, no, non è questo il termine esatto … Per… Assaporarti. Non pensai ad una tua possibile reazione negativa, non ne ebbi il tempo, sembrava quasi che qualcosa si fosse impossessato di me… Era bastato un tuo semplice bacio vicino alle mie labbra per scatenare tutto ciò?... Dovevo essere malato. Quello che sembrò durare un eternità fu solo un bacio di pochi secondi, quando mi staccai da te però dovetti riprendere fiato, mi sentivo come se, con quel bacio, mi avessi quasi risucchiato l’anima… non riuscivo a distogliere lo sguardo dalle tue labbra e dai tuoi splendidi occhi. Misi un piede fuori dall’auto, avevo fretta, non volevo e non potevo lasciare che accadesse di nuovo… Mi sentivo veramente impacciato, leggevo, però, nei tuoi occhi, quanto ti piaceva vedermi ridotto in quello stato. ti divertiva,non è vero? Mentre mi stavo avviando verso la porta chiamasti il mio nome, mi voltai un po’ imbarazzato e ti vidi leccarti le labbra, poi mi dicesti con il tono più sensuale che io abbia mai sentito - Buonanotte Aoisan…-

I giorni che seguirono furono tutti uguali, prove, prove e ancora prove… Non riuscivamo a metterci d’accordo sul pezzo che stavamo preparando ed era tutto così stressante che se non avessi realmente amato la musica oltre che a farlo per lavoro… beh credo che avrei mollato tutto. Probabilmente avrei mollato anche se tu non fossi più stato al mio fianco… Nonostante avessi sempre detto che l amore non deve condizionare il lavoro, credo che senza il tuo sorriso e senza una tua frase confortante, non sarei riuscito ad andare avanti… ma ciò che invece diede una svolta a quei giorni… furono i tuoi baci. Appena c’era la possibilità di farlo, le nostre labbra si incontravano. Cercavamo ogni occasione per allontanarci da tutti, e appena svoltavamo l angolo, cercavo la tua complicità con la mia lingua. I baci erano sempre più intensi, volevo ogni volta di più… Era sempre più faticoso staccarmi da te. Perché ero così avido che non mi bastava mai?… Ne avevo sempre più bisogno, ogni giorno, ogni ora… sempre. Il mio livello di resistenza doveva essere realmente molto basso, perché purtroppo iniziai subito ad allungare le mani, tuttavia, dopo un primo imbarazzo notai che non ti dava poi molto fastidio…
Un giorno mi invitasti da te, tua madre non era in casa, anche se non capii mai perché ancora ti ostinavi a vivere con i tuoi. Forse perché non sei mai stato un tipo a cui piacesse “cambiare” in modo radicale la sua esistenza, come amavi ripetermi. Anche se vista la vita che facevamo, sembrava una cosa un po’ ridicola da dire.
Appena arrivai da te, mi portasti in salotto, dove mi accomodai
-Posso offrirti qualcosa Aoisan?- Dicesti toccandomi i capelli. Avevamo iniziato molto male… Eri già riuscito a farmi venire i brividi lungo tutto il corpo. Scossi la testa e presi immediatamente la mia chitarra in mano –avanti diamoci da fare, gli altri contano su di noi per finire l’altra canzone.-
-Si… lo so- Ancora quell’espressione delusa… No amore… Dovevamo suonare, non potevi guardarmi così. Proprio mentre stavo per avvicinarmi per catturare le tue labbra con le mie, mi spingesti il plettro contro di esse con una leggera pressione dell’indice.
-Non dovevamo provare?u.u-
-Ma… ehi ma non è giusto!- Dovetti assumere un espressione davvero buffa perché iniziasti a ridere di gusto e ti fermasti solo per riprendere fiato. Mi sentii un po’ a disagio effettivamente, tu ridevi ed io neanche capivo perché. Mentre ti sollevavi da terra, dov’eri praticamente steso a causa delle troppe risate, inciampasti sull’amplificatore e mi cadesti addosso. Beh, non proprio addosso… diciamo che mi ritrovai il tuo viso schiacciato contro i miei pantaloni. La reazione fu inevitabile, spostasti la testolina un po’ arrossito, ma credo che ti accorgesti che il mio amico li sotto aveva un po’ voglia di liberarsi da quella prigione fatta di stoffa. Evidentemente te ne rendesti conto quando poggiasti la tua mano proprio dove non dovevi, ma non lo facesti distrattamente, era un gesto fatto con intenzione, ne ebbi la conferma quando con le tue dita delicate tirasti giù la zip dei miei pantaloni. Fino a quel momento ci eravamo limitati a baci, sempre più profondi, è vero, e le nostre mani scivolavano spesso sui nostri corpi ma erano sempre tocchi veloci, fino ad ora mi sembrava di averti sfiorato soltanto… Non riuscì a trattenere un piccolo gemito quando sentì il mio membro inumidito dalla tua saliva. Non riuscivo a credere a ciò che stava accadendo, ma per quanto mi piacesse non era questo che volevo, o almeno… non volevo che tu pensassi che io davvero desideravo solo questo da te. Avevo bisogno di dirtelo ed infatti lo feci…
-i…io ti amo Uruha…-
Non so cosa pensasti in quel momento, ti sollevasti da me e mi tirasti dalla manica della giacca. Non capì dove volessi portarmi, mi alzai in piedi, tu mi baciasti e mi tirasti verso la porta della camera da letto. Prima di entrare ti voltai e ti baciai nel modo più dolce che potevo. Ti strinsi a me, poggiandoti alla porta e ti accarezzai tutto il corpo, ma questa volta eri tu a non accontentarti, apristi la porta e mi spingesti dentro la stanza fin sul letto, nel letto dove consumammo, per la prima volta, il nostro amore.
Sai… quella fu la notte più bella di tutta la mia vita. Non perché ti concedesti a me, ma perché finalmente ero riuscito a dirti che ti amavo. Terminato l amplesso, prendesti quella lattina di birra accanto al comodino, me ne offristi un po’, ma io rifiutai e poi la finisti tu. Vidi la birra scivolarti un po’ sul collo. Come eri appetitoso piccolo mio. Leccai quel che scendeva suo tuo splendido corpo, poi poggiai la testa sul cuscino e ti dissi, chiudendo gli occhi per non guardare la tua reazione:
-Piccolo mio vuoi essere il mio uomo?...-
Non so cosa pensasti, cosa facesti o cosa succedette dopo che pronunciai queste parole.
Ricordi perché?Si che lo ricordi. Guarda che ti vedo come te la ridi sotto ai baffi. Sarò anche invecchiato, ma la mia vista è ancora molto acuta… Posso continuare il mio racconto o sei troppo impegnato a far barcollare la testa da una parte all’altra del tuo collo?Oh, ti sei fermato. Finalmente un po’ di attenzione. Come stavo dicendo…
Beh non ricordavo nulla di ciò che successe dopo quella fatidica domanda perché in effetti non avevo niente da ricordare visto che mi addormentai.
Il mattino seguente mi svegliai prima di te, ti guardai per molto tempo prima di ricordarmi la domanda che ti avevo posto la sera prima. Allora ti scossi un po’ per destarti e appena apristi gli occhi mi tirasti la sveglia in testa.
-Aoisan fammi dormire!-
-Ehi Urupon dai!Ieri sera ti ho fatto una domanda!-
-Ed era così importante che poi ti sei addormentato subito?- continuavi a parlare tenendo i tuoi splendidi occhi chiusi. Allora ti voltai e ti baciai
-Ti prego dammi una risposta…-
-Uff…. Cosa cambierà rispetto ad ora?-
-Beh un po’ di cose… che non sarà necessario nasconderci, che tu dovrai essere solo mio… che…-
-e tu?-
-mh?-
-Tu sarai solo mio?...-
-io non sono mai stato di nessun altro…- abbozzai un sorriso, tu ricambiasti e poi finalmente arrivò la risposta… Un affermazione che aspettavo da tanto tempo.
-Si.. voglio essere il tuo uomo…-

Da quel momento cambiò tutto, o almeno quasi tutto. Io che avevo timore nel dirlo agli altri, e tu che invece volevi spiattellare tutto a tutti. Eri diventato geloso… Tutti dovevano sapere che io ero tuo e se qualcuno mi guardava diventavi intrattabile e te la prendevi con me. Mi dicevi di rendermi quasi inguardabile, Come se fosse possibile rendere inguardabile tale dimostrazione di inesauribile bellezza (un po’ di autostima nella vita ci vuole, piccolo mio). Però alla fine non ti dispiaceva quando parlavo con qualcuna/o DOPO aver messo in chiaro che ero fidanzato. Il “non rendere pubblica la nostra relazione” però durò poco. Soprattutto per quanto riguarda i fan. Sempre così attenti, captavano ogni nostro sguardo e leggevano nei nostri occhi l amore e il desiderio che ci pervadeva. Ogni qual volta la mia mano ti toccava, o anche solo sfiorava, sentivo dentro di me l impulso di baciarti e stringerti a me che purtroppo dovevo soffocare, in quanto avevamo deciso di rimanere nell’ombra. Tuttavia loro sembravano essersene accorti …
La tua gelosia stava diventando seriamente soffocante … Avevo assoluto bisogno di distrarmi in qualche modo...

E poi ci fu il famoso “inizio della fine”



-Amore, vado dal nano-
-Va bene, ma non fare tardi, ti aspetto con la cena pronta-
-va bene- Ti baciai dolcemente e poi andai da Ruki. Al telefono mi era sembrato molto preoccupato,ero quasi certo che in quel momento stesse piangendo come un bambino guardando una foto di Reita, o scrivendo un sms che non gli avrà mai inviato… non lo capivo proprio…
Ruki, perché distruggerti per lui?…
Se per tutti quegli anni non era ancora riuscito ad apprezzarti vuol dire che non ti meritava!
Come arrivai mi saltò addosso piangendo, aveva il viso completamente bagnato dalle lacrime
-Ruki cosa è successo?-
-Mi ha detto che non mi vuole perché sono solo un bambino…-
Povero piccolo… mi faceva tanta tenerezza… Ma forse avevo capito cosa intendeva Reita. Lui si era innamorato di Ruki, non di te, piccolo Takachan…
-Aoisan… mi fai un favore?...-
-Si certo, quello che posso…-
-fallo con me-
-EH?!O.O-
-Si hai capito!Fai sesso con me… Ti prego…-
-Ruki ma io non…-
-Ti prego ne ho bisogno… io lo voglio tutto per me… e per farlo devo saper… devo… essere bravo a letto…-
-Lui non deve stare con te solo per questo motivo!-
-Ma io lo voglio… anche se il motivo fosse solo questo… a me sta bene-
-Ma Ruki sei un… Idiota! E poi io… Sto con uruha, lo sai che non posso…-
-…Aoi…-
-Ma se lui lo venisse a sapere io…-
-E tu non dirglielo…-
-…Ma io non…Ruki non puoi chiedermi una cosa simile…-
-…Aoi… Ti sto chiedendo un favore…- Mi strinse la maglietta ormai zuppa delle sue lacrime, quasi a volermela strappare.
-…Capiscimi…-
-…Va…va bene…non importa Aoisan…-
Si staccò un po’ da me. Mi accennò appena un sorriso e si diresse tristemente verso il divano. Uff, sono sempre stato troppo buono, non riuscivo a vederlo in quello stato, era troppo per il mio povero cuore.
-Va bene Takachan…- Gli presi la mano e lo portai in camera da letto…

Sul tardi uscì da casa di Ruki, come mi sedetti in macchina ti telefonai. Volevo sentirti, ma mi sentivo uno schifo per ciò che avevo fatto. Le parole di Ruki, ancora mi giravano in testa… Perché in fondo aveva ragione, era l unico modo che avevo per non perderti. Non dovevo dirti nulla…
-Pronto?-
-Ciao piccolo…-
-Ehi amore come mai così tardi?-
-io… abbiamo suonato e… non ci siamo resi conto del tempo che passava…-
-Capisco… Senti, la cena va solo riscaldata, se vuoi…-
-N…no aspetta… Piccolo perdonami sono molto stanco… Preferirei andare a casa a riposare dato che sono anche più vicino… ti dispiace?...-
-Oh… va bene amore… allora, a domani?-
-Certo… A domani…-
Non so neanche con quale forza arrivai a casa… stavo uno schifo. Mi buttai sul letto ed iniziai a piangere. Mi sentivo quasi morire. Nei giorni seguenti non riuscii più a guardarti negli occhi, era una cosa che mi faceva male, ma male da morire… Mi mancava… mi mancavano i tuoi occhi… Però piccolo, dovevi capirmi, non potevo dirti la verità ed ero certo che se ti avessi guardato negli occhi non sarei riuscito a tenertelo nascosto…
Un pomeriggio ci trovammo a casa tua, stavamo suonando sul divano e tu, tutto ad un tratto ti sedesti sulle mie gambe, spostandomi la chitarra di dosso. Mi baciasti dolcemente ed io ricambiai. Ma poi la tua domanda mi lasciò un po’ stranito.
-Qual è il problema, amore?-
-Problema?Non c è nessun problema-
-E perché mentre me lo dici non mi guardi negli occhi?-
-…-
-Allora?...c è qualcosa che devi dirmi?...Ti prego amore, non riesco più a vederti così…-
Prima che,però ,riuscissi a sparare la solita cazzata riguardo la stanchezza per coprire la mia colpa, i miei occhi mi tradirono. Iniziarono a diventare lucidi, così lucidi che mi si annebbiò un po’ la vista. Mi sollevasti il viso per guardarmi meglio e mi dicesti:
-Amore mio… te ne prego…-
Ti raccontai tutto, iniziando a piangere silenziosamente, e tu mi accompagnasti… Mentre io recitavo l ennesima scusa, l ennesima richiesta di perdono, tu mi asciugavi amorevolmente le lacrime mentre le tue sporcavano il tuo viso di nero per colpa della matita… Io non riuscivo neanche a sfiorarlo il tuo viso per colpa della vergogna che provavo…
-Ti prego amore non ferirmi più…-
-No… piccolo non lo farò…-
-Devo crederti?...-
-Ti fidi di me?-
-io… non lo so più…-
E fu con questa frase che iniziò la prima fase del progetto ”Distruzione” a cui mi voleva portare la vita. Mi cadde il mondo addosso con quella dannata frase, detta tra le lacrime, che mi ferì più di quanto avrebbe fatto qualsiasi pugnale. Ma almeno mi perdonasti… Non riuscivo a crederci, l avevi fatto davvero… Ti giurai che non avrei mai più fatto un errore del genere ed ero deciso a mantenere il giuramento…
Nulla però restò uguale. Tu cambiasti atteggiamento… non nei miei confronti ma in quelli del povero Ruki, pian piano mi accorsi che tutto stava andando in rovina. Non riuscivamo più ad uscire tutti e 5 insieme, come facevamo una volta, e come avevamo fatto quella sera, al karaoke… la sera in cui io mi accorsi di non riuscire più a fare a meno di te. Il piccoletto ci stava male per questo… Ma almeno per lui le cose, da una parte, andarono meglio. Finalmente Reita si era dimostrato geloso. Una sera che tu non eri uscito con noi 4, inventandoti una delle tue solite scuse per evitare qualcosa di noioso, loro chiesero spiegazione sul comportamento un po’ individualista che avevi assunto negli ultimi due mesi. Ruki non riuscì a trattenersi e disse immediatamente che la colpa era sua. Reita, dopo averlo preso in giro dicendo che a fare danni ci pensava sempre lui chiese spiegazioni, Ruki rimase in silenzio e allora fui io a parlare, in fondo era giusto che anche gli altri due sapessero quanto ero stato stronzo…
Dopo aver ascoltato il mio racconto Kai sospirò e scosse la testa guardandoci in modo rassegnato, mentre Reita si accese immediatamente una sigaretta e restò in silenzio tutto il resto della serata. Solo il giorno dopo Ruki mi scrisse un sms dicendomi che la sera, sul tardi Reita l’aveva chiamato (e trattandosi di Reita, doveva essere molto tardi) e dopo aver parlato un po’ gli aveva confessato di essere geloso del nostro rapporto. Questo fu uno dei motivi, oltre al precedente e ad altri, che mi spinse ad isolarmi, come avevi fatto tu… Reita e Ruki diventarono sempre più uniti fino a che non si misero insieme, e fu allora, che vidi finalmente Ruki sinceramente felice.

Avanti, resisti… ho quasi finito… Amore non sporcare così tanto. Poi chi ripulisce il bagno dal sangue?Noi ce ne dobbiamo andare… Bene, bravo… Resisti ancora un po’ , sono all’ultimo atto.
-Non starò via per molto, solo qualche giorno-
-Strano… il Manager parlava di settimane-
Mentre rispondevi alla mia affermazione neanche mi guardavi in faccia. Stavi li, a suonare con l acustica quella canzone dei Luna Sea che ti faceva tanto pensare a me… Ti piaceva ripetermelo ogni volta che la suonavi. Il fatto che io dovessi partire ti disturbava non poco, non è vero?Ma sapevi che non potevo oppormi. A dire il vero non volevo neanche farlo, ma quando si parlava di lavoro io diventavo completamente un altro. Infatti quando quella stessa sera mi chiedesti di non andare io scossi la testa -amore lo sai che il lavoro è lavoro…-
-Amore dai… non farlo… Non possono mandarci quel nano malefico?...-
-Piccolo non insistere…-
E la discussione era terminata così, con te che sbuffando ti voltasti dall’altra parte del letto dandomi le spalle, le quali abbracciai e baciai prima di darti la buonanotte, alla quale tu rispondesti spegnendo la luce e mugugnando qualcosa allontanandoti da me. Come facevi ogni volta che eri arrabbiato.
Il giorno in cui partii non ci vedemmo neppure, dopo quella sera ognuno dormì a casa propria, io dovetti svegliarmi presto,molto presto, quindi evitai di dirti l orario, facendoti credere che sarei partito nel pomeriggio. Credo che quando lo scopristi ti arrabbiasti a morte,anche perché non mi facesti neanche uno squillo per tutto il giorno. La sera, quando ormai nessuno mi stava attorno, entrai nella mia stanza, in albergo, e ti chiamai. Sapevo che era tardi, ma ne avevo bisogno… Pregai perché rispondessi… Ed infatti quando ormai stavo per perdere le speranze udii la tua voce
-Pronto…?-
-Ehi piccolo, come stai?Ancora arrabbiato?-
-Mmh… no…-
-Cos hai?Non avrai esagerato con l’alcool spero…-
-No… no… tranquillo. Stavo dormendo, ecco perché ti sembro tanto rincoglionito…-
Bugiardo…
-Capisco. Beh tutto bene?-
-Si,certo… E tu?-
-Sono un pò stanco, ma bene…-
-…Mi manchi Aoisan-
-Anche tu mi manchi piccolo… Tornerò presto-
-Lo spero… Vedi di non tradirmi-
-Fossi matto!- ti sentii ridacchiare, mi tranquillizzai
-Buonanotte amore-
-Notte piccolo mio…-
E così, il primo giorno terminò… Continuando con lo stesso ‘ritmo’ di quel giorno forse sarei riuscito a finire prima e a tornare subito da te… Dovevo solo mettermi seriamente di impegno, pensai… Sapevo di sbagliarmi, ma a volte sperare non uccide… Il Manager aveva ragione, purtroppo. La mia permanenza lontano da casa, fuori dal Giappone, sarebbe durata un po’ più a lungo rispetto a quanto avevo previsto io. Noi riuscivamo a sentirci solo la sera, e neanche tutti i giorni, ed io stavo male amore. Eri sempre ubriaco, ed ogni volta più nervoso… Cosa ti stava succedendo?Sentendo quanto eri nervoso evitavo anche di parlarti di quella tizia che ci prova con me in qualsiasi modo… Ma tu me lo chiedevi ed io come al solito ti davo la stessa risposta per non farti preoccupare:
-No piccolo,tranquillo. Pensa che non ci parliamo neanche-
Ti facevo fesso e contento… Ma amore come potevo dirti che il giorno stesso in cui mi hai chiesto se davvero mi stava alla larga, ed io ti diedi una risposta positiva, lei invece mi aveva baciato… Io ovviamente la allontanai ma… avevo troppa paura di perderti per dirtelo. Non immaginavo neanche quanto questo fosse sbagliato… ma soprattutto non immaginavo cosa sarebbe successo dopo…
Il pomeriggio mentre avevo quell’oretta libera per potermi riposare in santa pace, ricevetti, inaspettatamente, una tua telefonata.
-Piccolo?Come mai questa telefonata?-
-Avevo voglia di sentirti, perché, una mia telefonata improvvisa ti mette a disagio?-
-N…no… Piccolo cos’è questo tono?-
-Non chiamarmi piccolo!-
-…Cosa è successo?...-
-Sei un bugiardo del cazzo!-
-…- Avevo seriamente paura, in quel momento… -A…aspetta cosa…?-
-Prima mi dici di stare tranquillo, che neanche vi vedevate e parlavate e invece poi… Cosa vengo a sapere da uno stupido giornale?...Che vi siete baciati!E che avete una relazione!E non mentire, c’è anche la foto!-
-No amore aspetta non è come pensi!è lei che ha baciato me, non ho neanche ricambiato…-
-Bastardo…- Sentì la tua voce cambiare, prima fredda… poi arrabbiata ed ora… triste… Non immagini neanche quanto in quel momento potevo stare male… Non riuscii a dire nulla, ero troppo impegnato a sentire il suono silenzioso delle tue lacrime cadere sul pavimento, e il tuo respiro ogni secondo più irregolare…
-Proprio ora che avevo appena riacquistato la fiducia in te…-
-Piccolo…-
-Resta li quanto vuoi, da quella smorfiosa… Quando tornerai ,che sia qualche giorno, una settimana o… un mese… non mi troverai qui ad aspettarti- e con queste parole chiudesti la conversazione, lasciandomi spiazzato, sconvolto, con ancora il telefono poggiato all’orecchio a chiamarti debolmente. Non riuscivo a credere che tutto era finito così… Provai a richiamarti ovviamente, ma avevi il telefono spento. Quanto odiavo questo tuo lato… Perché non mi davi la possibilità di spiegarmi?

Perché non mi ascoltavi!?


Decisi di lasciare il lavoro a metà. Lo so piccolo, non era da me… Uscì fuori dall’hotel e chiamai un Taxi
- All’aeroporto-
Non lo dissi a nessuno, volevo solo scappare e tornare da te… Ovviamente non passarono neanche dieci minuti quando se ne accorsero. Il manager mi chiamò al cellulare.
Risposi un po’ annoiato.
-Si?-
-Aoi dove cavolo sei!?-
-Sto tornando a casa…-
-COSA?!-
-Hai capito bene… Torno da Uruha- Riattaccai immediatamente e chiamai l’aeroporto informandomi dell’orario dei voli. Stavo tornando dal mio piccolo… senza neanche preparare le valigie, senza preavviso. Stavo agendo per puro istinto… Quando arrivai il mio volo era già stato chiamato, corsi a fare il biglietto e salii immediatamente sull’aereo, per un pelo…

Non fu una grande idea

Ebbene si, come saprai, e come avrai visto sui notiziari, l aereo aveva qualche piccolo difettuccio al motore. Non so neanche io quante settimane passai in ospedale… Ma adesso sono qui davanti a te, amore mio… E so che mi stai ascoltando… Ogni tanto sposti lo sguardo su di me, lo so che riesci a sentimi. Spegni quella dannata televisione amore mio… lei ti sta mentendo… io sono ancora qui … Ti prego, smettila di bere… Smetti di rompere l ennesima bottiglia vuota o rischi di tagliarti ancora!Sei debole piccolo mio… Troppo debole.
-…Amore mio… è tutta colpa mia… Perché mi hai lasciato?…Voglio venire con te…-
Dopo queste parole, chiudi gli occhi, stringi tra le mani uno dei pezzi di vetro che circondano il tuo corpo, e poi ti lasci andare scivolando di lato… tra i vetri delle bottiglie mischiati a quelli dello specchio che avevi rotto tirandogli un cazzotto e ferendoti la mano. Quando riapri gli occhi togli dalla tua tempia uno dei pezzi di quello specchio, e ti guardi intorno, concentrandoti su uno di quei frammenti. Da li, noti la mia immagine. Ti sorrido e tu… mi parli ancora…
-Aoisan…Cosa ci fai qui?...-

Sono venuto a prenderti amore mio…
così staremo insieme per sempre, solo tu ed io… Nel nostro mondo delle meraviglie…


  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The GazettE / Vai alla pagina dell'autore: Reki_Hiwatari