-No...non ci posso credere! Tu sei...sei quello che ha fatto....La Saga dei Nibelunghi!- esclama lei sorridendo sbalordita. E io, io ci resto di merda. Questa ragazzina non mi riconosce per il mio ruolo in Twilight, ma per quello di La Saga dei Nibelunghi?? Bah...
Questa
è la prima fanfiction che pubblico e non so come sia venuta,
quindi...beh, eccola qui. Non vi resta altro che cliccarci sopra e
leggerla :)
P.S:
FANFICTION MODIFICATA, ora c'è, se si
può dire, una specie di
seguito...se non avete letto la nuova versione, eccola qui! XD
A
Giulia,
l'amica
più cretina
ma
migliore
del
mondo.
Ti
voglio bene,
Lucia.
Julia
La
guardo mentre dorme nel mio letto, con le lenzuola tutte scombinate e
attorcigliate disordinatamente attorno al suo corpo sottile e mi
viene da sorridere: sembra così innocente e fragile in
questo
momento... Le sorrido, anche se non può vedermi
perchè persa nel
mondo dei sogni. Sorrido all'angelo che ho accanto, sorrido al sole
che illumina le mie giornate che ho accanto, sorrido alla mia
vita
che ho accanto. La mia vita mi cammina accanto
(anche se in
realtà, in questo momento mi sta dormendo accanto). La mia
vita è
la ragazza che ho a meno di due millimetri da me in questo momento,
lei è la mia vita. So che può
sembrare una frase fatta, di
quelle che amano dire tutte le persone senza fantasia, ma lei
è
davvero la mia vita. Da quando l'ho incontrata in quel pub
orrendo, non riesco più a fare a meno di lei. Della
mia
vita. L'amo. L'amo più di ogni cosa al mondo.
La
vedo muoversi lentamente e girarsi verso di me, aprire i suoi occhi
scuri e profondi. Mi guarda, mi sorride in un modo così
innocente e
naturale da farmi sciogliere, amo il suo modo di sorridere. Da quando
viviamo assieme non c'è stato un giorno in cui lei non mi
abbia
sorriso. Si allunga verso di me e deposita un lieve bacio sulle mie
labbra.
-
Oggi ho una sorpresa per te – le dico sottovoce.
-
Una sorpresa? - mi chiede lei dubbiosa e assonnata. In effetti non
sono mai stato un tipo da sorprese.
-
Mi conosci troppo bene a quanto pare, ma oggi ho davvero una sorpresa
per te - ribatto - Forza, su, vestiti che andiamo.
Dopo
due minuti è già pronta per uscire: non
è mai stata una ragazza
che sta otto ore davanti allo specchio o all'armadio per decidere
cosa mettersi. Ha il suo stile trasandato e non glie lo toglie
nessuno.
Saliamo
in macchina e partiamo.
-
Ro-ob??- mi chiede lei dopo una mezz'ora d'auto, sbuffando.
-
Si-i?? - rispondo innocente, immaginando la sua prossima domanda.
-
Quanto maanca?? - chiede.
Lo
sapevo! - Poco, amore, poco... - sembra una bimba che chiede al
papà
quanto manca per arrivare al Luna-park tanto atteso.
-
Eccoci! - esclamo io dopo qualche minuto, parcheggiando davanti a un
Minimarket. Lei mi guarda alzando un sopracciglio e scende dall'auto
assieme a me, mi prende la mano e, saltellando, mi segue lungo una
vietta minuscola e spoglia.
-
Ooh...Roob?? - chiede nuovamente dopo un po'.
-
Che c'è? - rispondo paziente.
-
Quanto maanca?? - continua.
-
Uno...due...due e mezzo...tre! - conto. - Arrivati! - esclamo
indicandole una porta malmessa. Mi guarda come se fossi pazzo, e in
effetti non ha tutti i torti, e si avvicina alla porta,
socchiudendola. La vedo dare una sbirciatina dentro, poi voltarsi di
nuovo verso di me, spalancando la bocca e sorridendo dubbiosa, e
torna a guardare l'interno del locale. Poi lei entra quasi correndo e
io la seguo cercando di scorgere la sua reazione.
-
Rob! - la sento urlare.
-
Si-i?? - chiedo con un mezzo sorriso sulle labbra.
-
Ma quanto scemo sei?!? - chiede ridendo.
Il
mio sorriso si capovolge, diventando una smorfia di disappunto. Ci
resto un po' male, "scemo?”, perchè? Forse...forse
non si
ricorda più?
-
Beh... - balbetto – pensavo...pensavo che ti avrebbe fatto
piacere
rivedere il luogo dove...dove ci siamo incontrati...Ma non
so...cioè...
Lei
mi interrompe: - Ma sei doppiamente scemo? - ride – Ovvio che
mi fa
piacere, caspita, è solo che non me l'aspettavo!
È...È
fantastico!! Oddio Rob, grazie! - mi abbraccia, e riesco a notare una
gioia immensa nei suoi occhi. - Grazie grazie grazie grazie grazie! -
mi continua a sussurrare nell'orecchio.
La
guardo, immergendo i miei occhi nei suoi, scurissimi e profondissimi.
Avvicino
lentamente il mio viso al suo e lei fa lo stesso, facendo combaciare
dolcemente le nostre labbra.
Restiamo
così per qualche secondo, uniti da questo contatto, poi,
quasi
contemporaneamente, decidiamo di far intrecciare le nostre lingue.
Continuiamo a baciarci, quando qualcuno apre la porta sbattendola
fortemente contro la mia nuca. - Ahio! - cazzo, che male porca
padella! Sento Julia sorridere sulle mie labbra e, malvolentieri,
staccarsi da me.
L'omone
che ha aperto la porta si scusa bofonchiando e va a sedersi al
bancone.
Lo
seguiamo tenendoci per mano e ci sediamo anche noi nel luogo dove
tutto era iniziato.
Restiamo
per un po' in silenzio, durante il quale lei continua a fissarmi
pensierosa.
-
Cazzo! - esclama dopo un po'. Io la guardo stupito. - Cazzo –
ripete lei – oggi è una anno
che...cioè...è passato un anno da
quando...ci siamo incontrati! - mi fissa.
-
Già – esclamo felice.
-
Cazzo io...io non ti ho preparato niente! - continua preoccupata
–
cioè...non una sorpresina, neanche un regalino smarso!
Niente di
niente! Mi sono completamente dimenticata...che fosse oggi... -
continua.
-
Oddio, Ju, stai scherzano spero! - dico ridendo – chissene
importa!
Lei
abbassa lo sguardo – Non me lo perdonerò mai, sono
proprio una
cretina.
-
Guardami – le dico. Ho disperatamente bisogno dei suoi occhi
in
questo momento. Lei alza lo sguardo, aspettando. - Non devi
preoccuparti di una cavolata del genere, okay? Il regalo più
grande
che mi potessi fare è questo: essere qui con me. - Le
sorrido.
-
Però... - comincia, ma la interrompo. - No no no, nessun
però,
smettila. - la rassicuro.
-
Ti voglio tantissimo bene - mi sussurra.
Aggrotto
la fronte e le sorrido nuovamente. - Io ti amo - rispondo.
-
Anche io ti amo... - continua sorridendo.
-
Ma se hai appena detto che mi vuoi bene..? - chiedo.
-
E allora? - ribatte lei.
-
Fammi capire...mi ami e allo stesso tempo mi vuoi bene? - continuo -
Di solito mi dicevi solo “ti amo” - sorrido
nuovamente.
-
Invece ti amo e ti voglio bene - ribadisce.
-
Ma amando una persona...allo stesso tempo non le vuoi anche bene?
Amare comprende il voler bene...anche se il voler bene non comprende
l'amare - spiego.
-
Secondo me no, è diverso...non so perchè, ma
sento che sono cose
che vanno distinte l'una dall'altra – sussurra pensierosa,
continuando però a sorridere.
E
ciò mi fa ricordare l'unico momento in cui non l'ho vista
sorridere,
seppur solo per poco tempo: qui, quando ci siamo conosciuti, e lei
è
entrata a far parte della mia vita come l'aria che respiro tutti i
giorni, un'aria però meno inquinata di quella di Los Angeles.
*Flashback*
Camminavo.
Camminavo da più di un'ora, sotto un fitto temporale estivp.
I miei
capelli erano fradici, la mia maglietta leggera inzuppata d'acqua ed
appiccicata al mio corpo gelido.
Freddo.
Avevo un freddo cane, ma non volevo entrare in albergo. Neanche se
avesse cominciato a grandinare, non sarei entrato. Mi sarebbe venuto
un raffreddore pazzesco, ma me ne fregavo. Ben mi stava,
così
imparavo a mettermi contro Kristen, quella stronza, aveva torto,
aveva torto anche questa volta, ma ce l'aveva avuta vinta lei, come
sempre, con quel suo faccino da finto angioletto...
Ero
entrato in un bar, orrendo, giusto per non continuare a girare sotto
l'acqua come un idiota.
L'intero
era ancora più squallido dell'esterno, e mi chiesi come
poteva
esistere al giorno d'oggi un buco tanto schifoso. Mi sedetti al
bancone, sgocciolando per terra, aspettando che il cameriere venisse
a chiedere le mie ordinazioni, anzi, la mia ordinazione, visto che
avrei preso soltanto una birra.
Guardai
verso l'ingresso: pioveva, cavolo se pioveva! Anche più di
prima. In
quel momento la porta del pub si aprì ed entrò
una ragazzina
castana di capelli, bagnata più di me. Al primo impatto mi
saltò
subito all'occhio il suo abbigliamento provocante, poco consono per
girare per Los Angeles in pieno giorno, sembrava uscita da una festa
in maschera, o peggio. Minigonna, top molto corto, stivaletti
borchiati con tacco vertiginoso, borsa a tracolla e occhiali da sole
in mano, tutto rigorosamente nero.
Si
avvicinò al bancone e si sedette due sgabelli più
il la del mio.
Notai così un altro dettaglio: aveva gli occhi rossi e ,
anche se la
pioggia la bagnava il viso, ero sicuro che assieme all'acqua che le
scivolava lungo le guance, ci fossero anche delle lacrime. Con le
mani fradicie cercò di asciugarsi gli occhi, ma con poco
successo.
Prese quindi un tovagliolino di carta dal bancone, di quelli che
più
che pulire lo sporco , lo spalmano, e se lo strofinò sul
viso,
asciugandolo; fece un respiro profondo e si mise anche lei ad
aspettare l'arrivo del cameriere, che finalmente arrivò e
chiese
cosa volessimo ordinare.
La
ragazzina prese un caffè, io una birra media. Il tipo ci
porse le
consumazioni e se ne andò.
Appoggiai
le labbra al boccale e presi un sorso di birra.
-
Scusa? - chiese la ragazzina.
Oh
minchia! Ma anche così vengo riconosciuto dalla gente??
Sbuffai e mi voltai, pronto a fare un autografo, ma la ragazzina
restò ferma e seduta sul suo sgabello.
-
Mi passeresti una bustina di zucchero? - chiese indicando il cesto
pieno di bustine che avevo davanti. Ci restai di merda. Non mi aveva
riconosciuto. Mi scappò un sospiro di sollievo e perfino un
sorriso
incerto.
-
Ecco - e le porsi lo zucchero.
-
Grazie - rispose.
Mentre
apriva la bustina e versava lo zucchero nella tazza del
caffè, presi
un altro sorso di birra e mi passai una mano tra i capelli. Lei si
voltò di nuovo verso di me e mi fissò per un
attimo, poi spalancò
gli occhi, piena di sorpresa.
-
No...non ci posso credere, tu sei... - cominciò - sei quello
che ha
fatto...
Ecco,
te pareva! Mi ero illuso di non essere stato riconosciuto,
invece...si, ho fatto Twilight, sono io, Robert Pattinson, alias
Edward Cullen. Mi preparai ad assistere ad una
reazione
esagerata, come un urlo o robe simili, che avrebbe attirato
l'attenzione dell'intero postaccio, ma ciò non avvenne e la
ragazzina continuò a fissarmi immobile, con occhi e bocca
spalancati.
-
Sei...sei quello...sei quello che ha fatto...”La Saga dei
Nibelunghi”! - esclamò lei, sorridendo sbalordita.
Coosa??
Non
ci credo.
Non.
Ci. Credo.
Questa
tipa non sa che io ho interpretato Edward Cullen???
Cioè...sa chi
sono, ma per un film praticamente sconosciuto che non avrà
visto
nessuno?? E non per Twilight e compagnia? Bah...Pazzesco! Pazzesco!
Questa proprio non me l'aspettavo, no, proprio no. Risi.
Scoppiai a ridere.
Lei
mi guardò come se fossi impazzito. - Oh...non sei
Robert...Robert
Pattinson? Scusa...mi pareva che somigliassi al Principe
Giselher, ma... -
La interruppi:
-
No, no, sono...sono io, solo che non mi aspettavo che sapessi chi
sono per via di quel mio ruolo, ma per un altro film... - spiegai.
-
Oh, capisco... - annuì - e quale sarebbe il film che intendi
tu? -
chiese curiosa.
-
Beh... - esitai – Twilight - spiegai.
Lei
rimase sorpresa – Twilight? - chiese - Tu sei quello che ha
fatto
Twilight? Hai fatto...il tipo...il protagonista, giusto? -
continuò
- Pensavo che tu e quello che faceva Edward foste due attori simili
ma non la stessa persona. Sai...le mie compagne di classe mi fanno
una testa così, di te! - Spiegò, mettendo allo
stesso tempo le mani
aperte accanto al viso per indicare una testa enorme.
Sorrisi.
È
forte questa ragazzina.
-
Scusa se non ti ho riconosciuto - ricominciò - è
che ho visto
Twilight solo una volta, e, secondo me, sei molto diverso rispetto al
film - continuò. Mi sa tanto che a questa tipa piace
parlare. - Sei
davvero molto diverso...ma quanto ti truccano sul set? - chiese
sorridendo divertita.
Restai
sbalordito dalla sua insolita domanda diretta. - Beh...abbastanza...
- feci appena in tempo a rispondere.
-
Sai...nel film sei sempre bianco cadaverico e senza barba...mmm... -
storse leggermente il naso - Penso tu sia più carino
così, più figo. Con un
po' di barbetta e senza quegli occhi gialli. Da vampiro sei
inquietante. - sorrise.
Okay,
ho capito: i giri di parole non sono il suo forte, quando parla va
dritto al nocciolo della questione, e dice le cose con chiarezza,
senza vergognarsi o farsi molti problemi.
-
Beh...Grazie. - risposi incerto, era pazzesco come questa ragazzina
riusciva a mettermi in difficoltà con le parole.
-
Di niente. - disse tranquilla, e tornò a bere il suo
caffè.
Dopo
averlo finito, lasciò i soldi della bevanda sul bancone, si
alzò e
fece per uscire dal pub.
-
Mi potresti dire il tuo nome? - le parole mi uscirono di bocca
spontaneamente ed involontariamente. Che vergogna! Per la prima volta
dopo tanto tempo, avevo paura di aver fatto una figura del cavolo con
una ragazza.
Ma
lei si voltò serena e mi sorrise. - Julia - rispose.
Sorrisi
a mia volta. Addio, Julia.
Lei
mi guardò un'ultima volta, poi si richiuse la porta alle
spalle,
scomparendo nella pioggia.
Ma
forse...potrebbe non essere un addio.
E
avevo ragione: non era un addio.
Strano,
perchè di solito sbaglio tutto e invece, su questo c'ho
azzeccato, e
anche bene. Visto il fatto che oltre ad averla rivista una volta,
l'ho rivista ancora, e ancora, e ancora, fino ad oggi, che ci vediamo
ogni giorno, visto che vive da me.
-
Rob? - chiama lei – Che hai? - chiede. Si è
accorta della mia
pausa, evidente e prolungata.
-
Niente - spiegai sorridendo - Pensavo...
-
A...? Se posso saperlo, sennò, tranquillo...Fa lo stesso...
Perchè
si fa tutti questi problemi a chiedermi le cose, ora che ci
conosciamo? Non vuole essere troppo invadente, è assurdo. -
A quando
ci siamo visti e parlati per la prima volta... - sorrido mentre glie
lo dico, tranquillizzandola.
Lei
mi guarda con i suoi occhi profondi e tutto il suo viso si illumina.
- Anche io ci penso spesso: eri così in imbarazzo! - ride.
-
Non ero imbarazzato! - mi oppongo.
-
Si invece! - continua lei ridendo.
-
Non ero affatto imbarazzato, no no! - accidenti a lei.
-
Hem hemm... - si schiarisce la gola – sicuro??
-
Assolutamente si – rispondo.
-
Sicuro sicuro? - chiede ancora.
-
Si.
-
Sicurissimo?
-
Mmm...forse.
Lei
mi guarda con una punta di malizia.
-
Okay, okay, lo ammetto! - cedo – ero imbarazzato! Ma come
potevo
non esserlo, scusa? - chiedo retoricamente.
-
Bene, almeno l'hai ammesso – annuisce soddisfatta.
Mi
passo una mano tra i capelli. Sono felice, ma così felice
che vorrei
urlarlo al mondo intero. Cosa che volendo potrei anche fare, ma...no.
Direi di no.
-
Oddio Rob! - esclama Julia facendomi sobbalzare – ti ricordi
a
quell'intervista alla quale mi hai costretta a partecipare?
Circa...cos'era? Due mesi fa? - chiede.
-
Già, ma comunque non ti ho costretta. - preciso pignolo.
-
Non è vero, comunque sono solo dettagli...Ti ricordi? - ride.
-
Ovvio che mi ricordo! - non avrei mai immaginato che un giorno sarei
riuscito a divertirmi durante un'intervista, invece... - Sembravamo
due scemi! È stato quando ti
ho...”presentata” ufficialmente
alla gente! Ha ha ha! Io ti ho passato il mio vizio... - Mi
interrompe. - Il tuo vizio di cacca – specifica. - Okay,
okay, il
mio vizio di cacca, di passarmi una mano tra i capelli, e all'inizio
continuavamo a farlo praticamente come due scemi! Andavamo a tempo!
Ha ha ha! - ridiamo assieme al ricordo.
-
Cavolo, ero imbarazzatissima! Con tutte quelle telecamere, manco
fossi Obama! E quando a casa abbiamo riguardato l'intervista su
internet? Quanto abbiamo riso?? All'inizio sembravamo due robot!
-
Caspita, è vero!! - non riesco a smettere di sorridere al
ricordo,
ci siamo divertiti un mondo!
Ci
siamo sempre divertiti un mondo assieme. La sua
compagnia è
fondamentale per me, come la mia lo è per lei. E lo
sarà sempre. O
almeno lo spero.
-
Io ci sarò sempre, lo sai, vero Ju? - cavolo! L'ho detto a
voce
alta! Ma sono così pirla da non capire se sto pensando o
parlando??
Aspetto la sua reazione, che si fa presto vedere.
Un
enorme sorriso le si stampa in volto. - Anch'io ci sarò
sempre Rob.
Sempre.
*
* *
Abbigliamento
(primo incontro):
http://www.polyvore.com/senza_titolo/set?id=46407474&.locale=it
(J.)
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=46407527&.locale=it
(Rob)
(oggi):
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=46470284&.locale=it
(J.)
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=46521040&.locale=it
(Rob)
Ed
eccoci giunti al termine della fanf modificata! *Finalmente*,
penserete voi XD
Com'è?
Vi è piaciuta? O_O spero di si :)
Un
abbraccio, Lucia.