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Autore: svegliaminiall    12/04/2010    9 recensioni
-No....non ci posso credere! Tu sei...sei quello che ha fatto...."La Saga dei Nibelunghi"!- esclama lei sorridendo sbalordita. E io, io ci resto di merda. Questa ragazzina non mi riconosce per il mio ruolo in Twilight, ma per quello di "La Saga dei Nibelunghi"?! Bah...
Mmm...questa è la prima fanfiction che pubblico e non so come sia venuta, quindi...beh, eccola qui! Non vi anticipo nient'altro, si capisce di cosa parla nelle righe sopra (credo), perciò eccola! Non vi resta altro che cliccarci sopra e leggerla :)
P.S: FANFICTION MODIFICATA, ora c'è, se si può dire, una specie di seguito...se non avete letto la nuova versione, eccola qui!
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-No...non ci posso credere! Tu sei...sei quello che ha fatto....La Saga dei Nibelunghi!- esclama lei sorridendo sbalordita. E io, io ci resto di merda. Questa ragazzina non mi riconosce per il mio ruolo in Twilight, ma per quello di La Saga dei Nibelunghi?? Bah...


Questa è la prima fanfiction che pubblico e non so come sia venuta, quindi...beh, eccola qui. Non vi resta altro che cliccarci sopra e leggerla :)
P.S: FANFICTION MODIFICATA, ora c'è, se si può dire, una specie di seguito...se non avete letto la nuova versione, eccola qui! XD




A Giulia,
l'amica più cretina
ma migliore
del mondo.
Ti voglio bene,
Lucia.


Julia

La guardo mentre dorme nel mio letto, con le lenzuola tutte scombinate e attorcigliate disordinatamente attorno al suo corpo sottile e mi viene da sorridere: sembra così innocente e fragile in questo momento... Le sorrido, anche se non può vedermi perchè persa nel mondo dei sogni. Sorrido all'angelo che ho accanto, sorrido al sole che illumina le mie giornate che ho accanto, sorrido alla mia vita che ho accanto. La mia vita mi cammina accanto (anche se in realtà, in questo momento mi sta dormendo accanto). La mia vita è la ragazza che ho a meno di due millimetri da me in questo momento, lei è la mia vita. So che può sembrare una frase fatta, di quelle che amano dire tutte le persone senza fantasia, ma lei è davvero la mia vita. Da quando l'ho incontrata in quel pub orrendo, non riesco più a fare a meno di lei. Della mia vita. L'amo. L'amo più di ogni cosa al mondo.
La vedo muoversi lentamente e girarsi verso di me, aprire i suoi occhi scuri e profondi. Mi guarda, mi sorride in un modo così innocente e naturale da farmi sciogliere, amo il suo modo di sorridere. Da quando viviamo assieme non c'è stato un giorno in cui lei non mi abbia sorriso. Si allunga verso di me e deposita un lieve bacio sulle mie labbra.
- Oggi ho una sorpresa per te – le dico sottovoce.
- Una sorpresa? - mi chiede lei dubbiosa e assonnata. In effetti non sono mai stato un tipo da sorprese.
- Mi conosci troppo bene a quanto pare, ma oggi ho davvero una sorpresa per te - ribatto - Forza, su, vestiti che andiamo.
Dopo due minuti è già pronta per uscire: non è mai stata una ragazza che sta otto ore davanti allo specchio o all'armadio per decidere cosa mettersi. Ha il suo stile trasandato e non glie lo toglie nessuno.
Saliamo in macchina e partiamo.

- Ro-ob??- mi chiede lei dopo una mezz'ora d'auto, sbuffando.
- Si-i?? - rispondo innocente, immaginando la sua prossima domanda.
- Quanto maanca?? - chiede.
Lo sapevo! - Poco, amore, poco... - sembra una bimba che chiede al papà quanto manca per arrivare al Luna-park tanto atteso.
- Eccoci! - esclamo io dopo qualche minuto, parcheggiando davanti a un Minimarket. Lei mi guarda alzando un sopracciglio e scende dall'auto assieme a me, mi prende la mano e, saltellando, mi segue lungo una vietta minuscola e spoglia.
- Ooh...Roob?? - chiede nuovamente dopo un po'.
- Che c'è? - rispondo paziente.
- Quanto maanca?? - continua.
- Uno...due...due e mezzo...tre! - conto. - Arrivati! - esclamo indicandole una porta malmessa. Mi guarda come se fossi pazzo, e in effetti non ha tutti i torti, e si avvicina alla porta, socchiudendola. La vedo dare una sbirciatina dentro, poi voltarsi di nuovo verso di me, spalancando la bocca e sorridendo dubbiosa, e torna a guardare l'interno del locale. Poi lei entra quasi correndo e io la seguo cercando di scorgere la sua reazione.
- Rob! - la sento urlare.
- Si-i?? - chiedo con un mezzo sorriso sulle labbra.
- Ma quanto scemo sei?!? - chiede ridendo.
Il mio sorriso si capovolge, diventando una smorfia di disappunto. Ci resto un po' male, "scemo?”, perchè? Forse...forse non si ricorda più?
- Beh... - balbetto – pensavo...pensavo che ti avrebbe fatto piacere rivedere il luogo dove...dove ci siamo incontrati...Ma non so...cioè...
Lei mi interrompe: - Ma sei doppiamente scemo? - ride – Ovvio che mi fa piacere, caspita, è solo che non me l'aspettavo! È...È fantastico!! Oddio Rob, grazie! - mi abbraccia, e riesco a notare una gioia immensa nei suoi occhi. - Grazie grazie grazie grazie grazie! - mi continua a sussurrare nell'orecchio.
La guardo, immergendo i miei occhi nei suoi, scurissimi e profondissimi.
Avvicino lentamente il mio viso al suo e lei fa lo stesso, facendo combaciare dolcemente le nostre labbra.
Restiamo così per qualche secondo, uniti da questo contatto, poi, quasi contemporaneamente, decidiamo di far intrecciare le nostre lingue. Continuiamo a baciarci, quando qualcuno apre la porta sbattendola fortemente contro la mia nuca. - Ahio! - cazzo, che male porca padella! Sento Julia sorridere sulle mie labbra e, malvolentieri, staccarsi da me.
L'omone che ha aperto la porta si scusa bofonchiando e va a sedersi al bancone.
Lo seguiamo tenendoci per mano e ci sediamo anche noi nel luogo dove tutto era iniziato.
Restiamo per un po' in silenzio, durante il quale lei continua a fissarmi pensierosa.
- Cazzo! - esclama dopo un po'. Io la guardo stupito. - Cazzo – ripete lei – oggi è una anno che...cioè...è passato un anno da quando...ci siamo incontrati! - mi fissa.
- Già – esclamo felice.
- Cazzo io...io non ti ho preparato niente! - continua preoccupata – cioè...non una sorpresina, neanche un regalino smarso! Niente di niente! Mi sono completamente dimenticata...che fosse oggi... - continua.
- Oddio, Ju, stai scherzano spero! - dico ridendo – chissene importa!
Lei abbassa lo sguardo – Non me lo perdonerò mai, sono proprio una cretina.
- Guardami – le dico. Ho disperatamente bisogno dei suoi occhi in questo momento. Lei alza lo sguardo, aspettando. - Non devi preoccuparti di una cavolata del genere, okay? Il regalo più grande che mi potessi fare è questo: essere qui con me. - Le sorrido.
- Però... - comincia, ma la interrompo. - No no no, nessun però, smettila. - la rassicuro.
- Ti voglio tantissimo bene - mi sussurra.
Aggrotto la fronte e le sorrido nuovamente. - Io ti amo - rispondo.
- Anche io ti amo... - continua sorridendo.
- Ma se hai appena detto che mi vuoi bene..? - chiedo.
- E allora? - ribatte lei.
- Fammi capire...mi ami e allo stesso tempo mi vuoi bene? - continuo - Di solito mi dicevi solo “ti amo” - sorrido nuovamente.
- Invece ti amo e ti voglio bene - ribadisce.
- Ma amando una persona...allo stesso tempo non le vuoi anche bene? Amare comprende il voler bene...anche se il voler bene non comprende l'amare - spiego.
- Secondo me no, è diverso...non so perchè, ma sento che sono cose che vanno distinte l'una dall'altra – sussurra pensierosa, continuando però a sorridere.
E ciò mi fa ricordare l'unico momento in cui non l'ho vista sorridere, seppur solo per poco tempo: qui, quando ci siamo conosciuti, e lei è entrata a far parte della mia vita come l'aria che respiro tutti i giorni, un'aria però meno inquinata di quella di Los Angeles.


*Flashback*

Camminavo. Camminavo da più di un'ora, sotto un fitto temporale estivp. I miei capelli erano fradici, la mia maglietta leggera inzuppata d'acqua ed appiccicata al mio corpo gelido.
Freddo. Avevo un freddo cane, ma non volevo entrare in albergo. Neanche se avesse cominciato a grandinare, non sarei entrato. Mi sarebbe venuto un raffreddore pazzesco, ma me ne fregavo. Ben mi stava, così imparavo a mettermi contro Kristen, quella stronza, aveva torto, aveva torto anche questa volta, ma ce l'aveva avuta vinta lei, come sempre, con quel suo faccino da finto angioletto...
Ero entrato in un bar, orrendo, giusto per non continuare a girare sotto l'acqua come un idiota.
L'intero era ancora più squallido dell'esterno, e mi chiesi come poteva esistere al giorno d'oggi un buco tanto schifoso. Mi sedetti al bancone, sgocciolando per terra, aspettando che il cameriere venisse a chiedere le mie ordinazioni, anzi, la mia ordinazione, visto che avrei preso soltanto una birra.
Guardai verso l'ingresso: pioveva, cavolo se pioveva! Anche più di prima. In quel momento la porta del pub si aprì ed entrò una ragazzina castana di capelli, bagnata più di me. Al primo impatto mi saltò subito all'occhio il suo abbigliamento provocante, poco consono per girare per Los Angeles in pieno giorno, sembrava uscita da una festa in maschera, o peggio. Minigonna, top molto corto, stivaletti borchiati con tacco vertiginoso, borsa a tracolla e occhiali da sole in mano, tutto rigorosamente nero.
Si avvicinò al bancone e si sedette due sgabelli più il la del mio. Notai così un altro dettaglio: aveva gli occhi rossi e , anche se la pioggia la bagnava il viso, ero sicuro che assieme all'acqua che le scivolava lungo le guance, ci fossero anche delle lacrime. Con le mani fradicie cercò di asciugarsi gli occhi, ma con poco successo. Prese quindi un tovagliolino di carta dal bancone, di quelli che più che pulire lo sporco , lo spalmano, e se lo strofinò sul viso, asciugandolo; fece un respiro profondo e si mise anche lei ad aspettare l'arrivo del cameriere, che finalmente arrivò e chiese cosa volessimo ordinare.
La ragazzina prese un caffè, io una birra media. Il tipo ci porse le consumazioni e se ne andò.
Appoggiai le labbra al boccale e presi un sorso di birra.
- Scusa? - chiese la ragazzina.

Oh minchia! Ma anche così vengo riconosciuto dalla gente?? Sbuffai e mi voltai, pronto a fare un autografo, ma la ragazzina restò ferma e seduta sul suo sgabello.
- Mi passeresti una bustina di zucchero? - chiese indicando il cesto pieno di bustine che avevo davanti. Ci restai di merda. Non mi aveva riconosciuto. Mi scappò un sospiro di sollievo e perfino un sorriso incerto.
- Ecco - e le porsi lo zucchero.
- Grazie - rispose.
Mentre apriva la bustina e versava lo zucchero nella tazza del caffè, presi un altro sorso di birra e mi passai una mano tra i capelli. Lei si voltò di nuovo verso di me e mi fissò per un attimo, poi spalancò gli occhi, piena di sorpresa.
- No...non ci posso credere, tu sei... - cominciò - sei quello che ha fatto...

Ecco, te pareva! Mi ero illuso di non essere stato riconosciuto, invece...si, ho fatto Twilight, sono io, Robert Pattinson, alias Edward Cullen. Mi preparai ad assistere ad una reazione esagerata, come un urlo o robe simili, che avrebbe attirato l'attenzione dell'intero postaccio, ma ciò non avvenne e la ragazzina continuò a fissarmi immobile, con occhi e bocca spalancati.
- Sei...sei quello...sei quello che ha fatto...”La Saga dei Nibelunghi”! - esclamò lei, sorridendo sbalordita.

Coosa??
Non ci credo.
Non. Ci. Credo.
Questa tipa non sa che io ho interpretato Edward Cullen??? Cioè...sa chi sono, ma per un film praticamente sconosciuto che non avrà visto nessuno?? E non per Twilight e compagnia? Bah...Pazzesco! Pazzesco! Questa proprio non me l'aspettavo, no, proprio no. Risi. Scoppiai a ridere.

Lei mi guardò come se fossi impazzito. - Oh...non sei Robert...Robert Pattinson? Scusa...mi pareva che somigliassi al Principe Giselher, ma... - La interruppi:
- No, no, sono...sono io, solo che non mi aspettavo che sapessi chi sono per via di quel mio ruolo, ma per un altro film... - spiegai.
- Oh, capisco... - annuì - e quale sarebbe il film che intendi tu? - chiese curiosa.
- Beh... - esitai – Twilight - spiegai.
Lei rimase sorpresa – Twilight? - chiese - Tu sei quello che ha fatto Twilight? Hai fatto...il tipo...il protagonista, giusto? - continuò - Pensavo che tu e quello che faceva Edward foste due attori simili ma non la stessa persona. Sai...le mie compagne di classe mi fanno una testa così, di te! - Spiegò, mettendo allo stesso tempo le mani aperte accanto al viso per indicare una testa enorme.
Sorrisi.
È forte questa ragazzina.
- Scusa se non ti ho riconosciuto - ricominciò - è che ho visto Twilight solo una volta, e, secondo me, sei molto diverso rispetto al film - continuò. Mi sa tanto che a questa tipa piace parlare. - Sei davvero molto diverso...ma quanto ti truccano sul set? - chiese sorridendo divertita.
Restai sbalordito dalla sua insolita domanda diretta. - Beh...abbastanza... - feci appena in tempo a rispondere.
- Sai...nel film sei sempre bianco cadaverico e senza barba...mmm... - storse leggermente il naso - Penso tu sia più carino così, più figo. Con un po' di barbetta e senza quegli occhi gialli. Da vampiro sei inquietante. - sorrise.

Okay, ho capito: i giri di parole non sono il suo forte, quando parla va dritto al nocciolo della questione, e dice le cose con chiarezza, senza vergognarsi o farsi molti problemi.
- Beh...Grazie. - risposi incerto, era pazzesco come questa ragazzina riusciva a mettermi in difficoltà con le parole.
- Di niente. - disse tranquilla, e tornò a bere il suo caffè.
Dopo averlo finito, lasciò i soldi della bevanda sul bancone, si alzò e fece per uscire dal pub.
- Mi potresti dire il tuo nome? - le parole mi uscirono di bocca spontaneamente ed involontariamente. Che vergogna! Per la prima volta dopo tanto tempo, avevo paura di aver fatto una figura del cavolo con una ragazza.
Ma lei si voltò serena e mi sorrise. - Julia - rispose.
Sorrisi a mia volta. Addio, Julia.
Lei mi guardò un'ultima volta, poi si richiuse la porta alle spalle, scomparendo nella pioggia.
Ma forse...potrebbe non essere un addio.


E avevo ragione: non era un addio.
Strano, perchè di solito sbaglio tutto e invece, su questo c'ho azzeccato, e anche bene. Visto il fatto che oltre ad averla rivista una volta, l'ho rivista ancora, e ancora, e ancora, fino ad oggi, che ci vediamo ogni giorno, visto che vive da me.
- Rob? - chiama lei – Che hai? - chiede. Si è accorta della mia pausa, evidente e prolungata.
- Niente - spiegai sorridendo - Pensavo...
- A...? Se posso saperlo, sennò, tranquillo...Fa lo stesso...
Perchè si fa tutti questi problemi a chiedermi le cose, ora che ci conosciamo? Non vuole essere troppo invadente, è assurdo. - A quando ci siamo visti e parlati per la prima volta... - sorrido mentre glie lo dico, tranquillizzandola.
Lei mi guarda con i suoi occhi profondi e tutto il suo viso si illumina. - Anche io ci penso spesso: eri così in imbarazzo! - ride.
- Non ero imbarazzato! - mi oppongo.
- Si invece! - continua lei ridendo.
- Non ero affatto imbarazzato, no no! - accidenti a lei.
- Hem hemm... - si schiarisce la gola – sicuro??
- Assolutamente si – rispondo.
- Sicuro sicuro? - chiede ancora.
- Si.
- Sicurissimo?
- Mmm...forse.
Lei mi guarda con una punta di malizia.
- Okay, okay, lo ammetto! - cedo – ero imbarazzato! Ma come potevo non esserlo, scusa? - chiedo retoricamente.
- Bene, almeno l'hai ammesso – annuisce soddisfatta.
Mi passo una mano tra i capelli. Sono felice, ma così felice che vorrei urlarlo al mondo intero. Cosa che volendo potrei anche fare, ma...no. Direi di no.
- Oddio Rob! - esclama Julia facendomi sobbalzare – ti ricordi a quell'intervista alla quale mi hai costretta a partecipare? Circa...cos'era? Due mesi fa? - chiede.
- Già, ma comunque non ti ho costretta. - preciso pignolo.
- Non è vero, comunque sono solo dettagli...Ti ricordi? - ride.
- Ovvio che mi ricordo! - non avrei mai immaginato che un giorno sarei riuscito a divertirmi durante un'intervista, invece... - Sembravamo due scemi! È stato quando ti ho...”presentata” ufficialmente alla gente! Ha ha ha! Io ti ho passato il mio vizio... - Mi interrompe. - Il tuo vizio di cacca – specifica. - Okay, okay, il mio vizio di cacca, di passarmi una mano tra i capelli, e all'inizio continuavamo a farlo praticamente come due scemi! Andavamo a tempo! Ha ha ha! - ridiamo assieme al ricordo.
- Cavolo, ero imbarazzatissima! Con tutte quelle telecamere, manco fossi Obama! E quando a casa abbiamo riguardato l'intervista su internet? Quanto abbiamo riso?? All'inizio sembravamo due robot!
- Caspita, è vero!! - non riesco a smettere di sorridere al ricordo, ci siamo divertiti un mondo!
Ci siamo sempre divertiti un mondo assieme. La sua compagnia è fondamentale per me, come la mia lo è per lei. E lo sarà sempre. O almeno lo spero.
- Io ci sarò sempre, lo sai, vero Ju? - cavolo! L'ho detto a voce alta! Ma sono così pirla da non capire se sto pensando o parlando?? Aspetto la sua reazione, che si fa presto vedere.
Un enorme sorriso le si stampa in volto. - Anch'io ci sarò sempre Rob.
Sempre.


* * *


Abbigliamento (primo incontro): http://www.polyvore.com/senza_titolo/set?id=46407474&.locale=it (J.)
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=46407527&.locale=it (Rob)

(oggi): http://www.polyvore.com/cgi/set?id=46470284&.locale=it (J.)
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=46521040&.locale=it (Rob)


Ed eccoci giunti al termine della fanf modificata! *Finalmente*, penserete voi XD
Com'è? Vi è piaciuta? O_O spero di si :)
Un abbraccio, Lucia.

   
 
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