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Autore: Fiamma Drakon    12/04/2010    2 recensioni
Quei languidi occhi vitrei, bottoni cuciti su un pupazzo di semplice stoffa e imbottitura, ti osservano.
Stanno immobili e ti scrutano fino nelle viscere, scrutano tutto e tutti, indistintamente.
Alice, li senti, non è vero...?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Puppets Quei languidi occhi vitrei, bottoni cuciti su un pupazzo di semplice stoffa e imbottitura, ti osservano.
Stanno immobili e ti scrutano fino nelle viscere, scrutano tutto e tutti, indistintamente.
Alice, li senti, non è vero...?
I tuoi amichetti, i tuoi adorati peluche ti parlano, Alice.
Ti fanno partecipe dei pensieri delle loro piccole menti imbottite, menti che non dovrebbero esistere.
Menti che solo tu riesci a percepire e comprendere.
E tu, tranquilla, te ne stai nella tua stanza a giocare con loro, a parlare con loro.
Un giorno sei convinta che ti risponderanno... e allora continui a sfogarti e a confidarti.
Nella tua testolina li senti, senti le loro risposte.
“Noi non ti tradiremo mai, Alice”.
“Noi siamo tuoi amici, Alice”.
“Alice, con quel vestito sei così carina!”.
“Giochiamo insieme, Alice?”.
Hai continuato ad illuderti, a racchiuderti nel caldo e confortevole guscio della tua stanza.
Ma quando poi i tuoi amichetti ti hanno convinta ad uscire, a vedere com’era fuori il mondo, tu ci hai creduto.
Cosa si prova a vedere il tuo mondo ideale andare in mille pezzi dinanzi alla realtà, Alice...?
Hai sempre pensato che al di fuori della tua stanza ci fosse il tuo mondo perfetto e ideale, non è così...?

Non vedo nient’altro che morte attorno a me: il terreno è brullo, arido; alberi contorti e morti si innalzano come in una preghiera ad un cielo senza misericordia.
Dovunque poi, non c’è altro che sangue.
Cadaveri e sangue.
Ossa disseminate ovunque, teschi che ornano le nodose radici degli alberi e chiazze di sangue rappreso sulle pietre, sulla terra, sulle piante.
Orribile: non è come l’immaginavo.
Io... dove avevo vissuto per tutti quegli anni?
“Alice...! Alice...!”.
Li sento: i miei peluche mi chiamano.
Mi volto e li vedo: si avvicinano e mi guardano con i loro bottoncini, ma... perché adesso i loro occhi brillano di cattiveria?
“Alice...! Ahahahah!”.
« Che cosa volete?! Che cosa c’è che non va?! » grido.
Loro mi circondano.
Sento le loro risa di scherno nella mia testa.
“Alice, Alice! È bello il mondo? Ti piace la dimensione che hai creato?”.
« Basta, andate via! ».
Improvvisamente voglio stare da sola, sola con il mio dolore e la mia disperazione: il mondo che avevo pensato era irrealizzabile.
Solo una mera illusione.
“Alice, Alice! Ahahah! Alice, è colpa tua!”.
« Smettetela! ».
“È colpa tua, Alice! Tu hai distrutto il mondo! Ihihih!”.
« No, non è vero! No, io... basta! ».
Ed ecco tutto quanto si offusca.
Vedo qualcosa scintillare a terra.
Lo raccolgo e passo il freddo e acuminato metallo sul palmo della mia mano: inizia a scorrere sangue.
“È colpa di Alice! Di Alice! Sono tutti morti! Morti! Li ha uccisi lei!”.
Il mio mondo non c’è.
Ne sono io la causa?
E allora... non voglio più soffrire.
Ed ecco che nuovo sangue macchia il terreno, sangue fresco, rosso vivo.
Insieme ai miei amichetti e aguzzini ripeto un’ultima volta quell’ultima frase, quell’ultima pugnalata al cuore: « È colpa di Alice ».
   
 
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