Serie TV > Star Trek
Ricorda la storia  |      
Autore: cassiana    15/04/2010    2 recensioni
[VOY] L'Ammiraglio Janeway ah avuto davvero una giornata stressante: "aveva dovuto combattere con rapporti tecnici, relazioni da consegnare all’ultimo momento, ritardi negli approvvigionamenti, un contrammiraglio irragionevole, due tenenti irrequieti che non facevano altro che implorarla di dare loro udienza per un progetto che aveva già bocciato, alcuni suscettibili dignitari klingon e mille altri piccoli, seccanti contrattempi."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Chakotay/Janeway
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'End Game fixed up!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ogni giovedì Note: time line post End Game (A/U)
Scritta per il 
Warning Weeks Fest @ fiumidiparole
DOMESTIC!FLUFF
E per la BDT prompt. 024. Famiglia

Disclaimer: i personaggi non mi appartengono ma sono dei rispettivi autori. La storia è scritta senza scopo di lucro.



Ogni giovedì 

        


                Chakotay oltrepassò prudentemente un angolo del corridoio, a passi felpati raggiunse la porta e la socchiuse silenziosamente. L’interno della stanza era vuoto e buio, con un sogghigno Chakotay entrò e chiuse la porta dietro di sé. Fischiettando sommesso iniziò a sistemare i vari oggetti che aveva portato con sé e una volta finito rimase incantato ad ammirare il suo lavoro. Poi si sedette, in attesa.
   
    L’Ammiraglio Janeway era esausta, sedeva sulla sua poltrona in ufficio con aria infelice e si massaggiava la fronte sapendo che stava per arrivarle uno dei suoi terribili mal di testa. Quel giorno era stato particolarmente snervante e aveva dovuto combattere con rapporti tecnici, relazioni da consegnare all’ultimo momento, ritardi negli approvvigionamenti, un contrammiraglio irragionevole, due tenenti irrequieti che non facevano altro che implorarla di dare loro udienza per un progetto che aveva già bocciato, alcuni suscettibili dignitari klingon e mille altri piccoli, seccanti contrattempi. Kathryn era sfinita ed era appena a metà giornata. Come se non fosse bastato aveva dovuto fare i conti con una crisi di pianto e una bambina piagnucolante in un angolo dell’ufficio. Kathryn sbuffò e tentò un piccolo sorriso:
    - Coraggio Shannon la punizione è finita: puoi venire via di là!
La bambina si voltò con il viso ancora imbronciato e si sedette a fatica sul divano di fronte alla scrivania della madre. Kathryn la osservò intenerita non mancando mai di ridere dentro di sé per l’ironica contraddizione che la piccola rappresentava: un nome irlandese per una bimba indiana. Shannon si stava tormentando i capelli neri, non del tutto placata dalla punizione ed in questo Kathryn rilevò uno dei peggiori tratti del suo carattere: sua figlia era ostinata e polemica esattamente come lei.
    - Mamma perché non sono potuta andare da zia ‘Lanna oggi?
    - Te l’ho già detto: B’Elanna e Tom sono partiti. Non credi che se la meritano anche loro una vacanza?
    - Ma io voglio giocare con Miral e Owen!
Kathryn tambureggiò sul piano della scrivania prossima a perdere nuovamente la pazienza. Non era solita trascinarsi la bambina al lavoro, per fortuna per la maggior parte del tempo era stata in compagnia dei suoi attendenti che avevano fatto a turno per occuparsi di lei. Non era ortodosso ma perfino nel XXIV° secolo era quasi impossibile trovare una baby sitter all’ultimo momento! Shannon poi era particolarmente immusonita perché almeno una volta a settimana andava a giocare con i figli dei Paris che adorava, specialmente Miral, che era la sua amica del cuore.
    - E papà quando torna?
La bimba aveva toccato un altro punto dolente:
    - Sabato o domenica spero.
    - Ma perché ci mette tanto? E’ partito tanto tempo fa!
Kathryn scosse la testa, la bambina aveva la tendenza ad esagerare e glielo fece notare. In realtà Chakotay era in Colorado solo da poche settimane, ma la sua assenza pesava su tutte e due. Anche se chiamava tutte le sere e cercava di farsi vedere il più spesso possibile.
    - Perché in Colorado ci sono gli anazi? Perché li deve studiare?
    - Gli anasazi, Shannon. Si, sta conducendo una ricerca sui suoi antenati ancestrali, che poi sono anche i tuoi.
Sebbene fossero passati oltre due secoli dalla scoperta dei primi insediamenti di quel popolo esso era così misterioso che ancora non si era riusciti a capire da dove provenisse e perché fosse scomparso così repentinamente. Chakotay pensava che avessero a che fare con gli Spiriti del Cielo e come suo padre Kolopak prima di lui aveva intrapreso un lunga ricerca per trovare l’anello mancante che secondo lui univa tutti questi popoli.
    Ma questo era troppo difficile da spiegare ad una bambina di cinque anni. Shannon si agitò e scese dal divano e si avvicinò a lei:
    - Ma io voglio papà e anche Miral!
Mugugnò battendo un piedino a terra.
    - Shannon Sekaya Janeway! Vuoi passare altri dieci minuti nell’angolo?  
La bambina scosse il capo mentre le sue labbra cominciavano a tremare, sarebbe stata buona promise. La madre la prese in braccio e le spiegò che a volte non si poteva avere tutto quel che si voleva e che doveva imparare ad essere paziente.
    - Come te e papà?
    - Bhè forse un po’ meno! Vuoi che ti faccia i codini? Poi avvertirò il Comandante Handerson che ce andremo a casa. Che ne pensi?
    - Mi avevi promesso un gelato!
Rispose la bambina mentre stava buona buona a farsi pettinare i capelli. Kathryn ridacchiò intanto che sistemava le mollettine con le stelline sul capo della figlia.
    - E poi andremo a mangiare un bel gelato, va bene!
Il volto di Shannon s’illuminò in un risolino tutte fossette e Kathryn pensò che non aveva mai potuto resistere a quel sorriso. 
    La voce del tenente V'Sal avvisò l’ammiraglio che c’era una chiamata per lei. Sul piccolo schermo integrato alla sua postazione comparve il volto di Phoebe:
    - Ciao Ammiraglio, hey mostriciattolo!
Shannon ridacchiò:
    - Ciao zia!
    - Come mai in ufficio con la mamma? Vuoi seguire le sue orme, così proseguiamo la tradizione?
Kathryn fece scendere la figlia dalle ginocchia e le mormorò:
    - Perché non vai dal tenente V'Sal: ho visto che nascondeva delle caramelle, forse è il caso di fare un’ispezione!
La bimba sghignazzando corse fuori ad importunare il povero attendente mentre Kathryn si rivolgeva di nuovo allo schermo con un sospiro.
    - Giornata pesante? Come mai hai portato Shanie con te, non è contro il regolamento?
    - Lascia perdere: Tom e B’Elanna che di solito mi tengono la bambina avevano in programma questa gita e non sono riuscita a trovare nessun altro. Tu perché hai chiamato, mamma sta bene?
    -  Non preoccuparti per lei, ha ancora abbastanza fiato per correre dietro ai ragazzi. No, penso che ti farà piacere quello che sto per dirti.
    - Solo se è una buona notizia.
Phoebe sorrise maliziosa e informò la sorella che lei e il marito erano in città per un paio di giorni:
    - E ho una gran voglia di vedere la mia nipotina e portarmela in giro. Che ne pensi?
    - Penso che sei la migliore sorella al mondo e ti promuoverei di grado se esistessero gradi per le sorelle! Ma Dave è d’accordo?
Phoebe le rispose di non preoccuparsi e che sarebbe passata di lì a poco a prendere Shannon. Da parte sua la bambina saltellò eccitata, contenta di poter trascorrere un po’ di tempo con gli zii. Kathryn si avvicinò al suo attendente e lo gratificò di un sorriso:
    - Ottimo lavoro, tenente!
Poi si accovacciò accanto a Shannon e cominciò a pulirle le manine tutte appiccicose di zucchero.

    Kathryn esalò un sospiro di sollievo quando finalmente si chiuse la porta di casa alle spalle. L’appartamento era buio e silenzioso e la donna si lasciò andare sul divano senza neanche accendere la luce, appoggiò la testa allo schienale e chiuse gli occhi: era esausta e per quanto adorasse Shannon, Kathryn provò una sorta di colpevole sollievo nel non averla intorno. Come promesso Phoebe era passata a prenderla al Quartier Generale e la bimba era trotterellata dietro alla zia con i codini che le saltellavano sulle spalle e un enorme lecca lecca in mano, dono del tenente V'Sal. Kathryn ridacchiò nel ricordare il povero boliano tirare un sospiro di sollievo mentre si credeva non osservato. Ad ogni modo era certa che la bambina si sarebbe divertita con la zia e che Phoebe l’avrebbe portata a casa talmente stanca che per una volta non avrebbe fatto i capricci prima di andare a letto: solo il padre riusciva a tranquillizzarla con una delle sue famose favole. D’altra parte aveva conquistato la madre con una leggenda, era inevitabile che anche la figlia ne fosse affascinata! Kathryn pensò a quanto fosse fortunata, a quanto la vita le avesse regalato.
Si massaggiò il collo indolenzito e si pregustò la serata che l’aspettava: un’holonovel o forse uno dei vecchi libri che aveva preso a collezionare, un bicchiere di vino bianco e poi sola sotto le coperte. Con un grugnito si sollevò dal divano e si decise ad andare in camera da letto. Sbarrò gli occhi quando aprì la porta: la stanza era disseminata di candele accese, un sottile profumo di cera e fiori freschi permeava l’aria.
    - Finalmente! Pensavo non ti saresti mai decisa!
Kathryn si voltò nella direzione della voce e volò tra le braccia del marito. Chakotay l’abbracciò ridendo e la baciò con passione. Kathryn non poteva fare a meno di provare il solito brivido di eccitazione vibrarle lungo la spina dorsale. Dopo tutti quegli anni trascorsi insieme  era ancora sorpresa da come il semplice tocco di Chakotay riuscisse a farla fremere. Si staccarono dolcemente e Kathryn si fece inquisitiva:
    - Quando sei arrivato? E perché tutto questo?
    - Sapevo che saresti stata esausta dopo aver trascorso un’intera giornata con la piccola peste!
Rispose lui sfregando il naso contro i suoi capelli.
    - Aspetta un momento: per quanto ne sai Shannon potrebbe entrare da quella porta da un momento all’altro!
Chakotay sorrise e le sfiorò il collo con le labbra, per un momento Kathryn si perse nelle sensazioni che Chakotay le stava provocando, poi si allontanò un poco, aspettando una risposta. Chakotay ghignò, sapeva che la moglie non sarebbe stata contenta se non avesse saputo tutto:
    - Non vuoi lasciarmi un po’ di mistero? E va bene, ho sentito Phoebe in mattinata.
    - Hai organizzato tutto tu?
Chakotay le accarezzò i capelli e il viso con il dorso della mano ed ammise:
    - Mi dichiaro colpevole ma non potevo perdermi il nostro appuntamento del giovedì pomeriggio.
Kathryn sorrise a sua volta e si lasciò andare contro l’ampio torace del marito lasciandosi cullare dal suo tepore, confortata dalla sua vicinanza. Si baciarono ancora con trasporto, ma Chakotay non aveva ancora finito di sorprenderla. La condusse in bagno dove le aveva preparato un bagno caldo completo di schiuma.
    - Oh, Chakotay!
    - Dai, rilassati mentre io ti porto un bicchiere di vino.
Kathryn singhiozzò contenta, sorpresa ed ancora una volta s’innamorò del marito. Era così, si rese conto spogliandosi e infilandosi nella schiuma profumata: Chakotay era capace di farla innamorare di sé ogni giorno. Quando tornò in bagno Chakotay trovò la moglie completamente abbandonata nella vasca e sorrise mentre le porgeva il bicchiere.
    - Perché non ti spogli anche tu e mi fai compagnia?
Gli suggerì Kathryn lanciandogli un’occhiata maliziosa. Chakotay ghignò contemplando per un momento l’idea poi scosse il capo:
    - Ci sarà tempo…dopo. Questa è la tua sorpresa e il tuo bagno rilassante e so che preferisci godertelo da sola.
Kathryn assaggiò il vino e sorrise:
    - Mi conosci davvero bene, non è vero?
    - Si, da dodici anni, cinque mesi, tre settimane e due giorni.
Kathryn si raccolse i capelli dietro la testa e sprofondò un poco nella schiuma.
    - Hai davvero tenuto il conto?
    - Dalla prima volta che ti ho vista.
Rispose lui sedendosi dietro di lei e cominciando a massaggiarle la testa con lo shampoo, al che  Kathryn emise un miagolio d’apprezzamento.
    - Chakotay, lo sai che ti amo?
L’uomo annuì e continuò a sciacquarle i capelli accarezzandole di tanto in tanto il viso. Quando fu pronta la scortò in camera da letto e la asciugò teneramente. Kathryn quasi si sciolse nelle mani del marito e raggiunse l’apice dell’arrendevolezza quando lui cominciò a massaggiarle le spalle e la nuca. Si sentiva una bambola di pezza tra le sue mani, tutta morbida e calda e sospirò prossima al sonno. Aprì gli occhi per un momento e si volse verso Chakotay:
    - Sto per addormentarmi, mi sa, forse non è quello che speravi.
Lui la baciò sulla fronte e le disse di non preoccuparsi e Kathryn decise di lasciarsi andare, magari avrebbe dormicchiato solo un paio di minuti.
    Dopo qualche tempo avvertì un paio di labbra sfiorarle la bocca e socchiuse pigramente gli occhi:
    - Ben svegliata, amore.
    - Quanto ho dormito?
    - Un paio d’ore.
Kathryn sbarrò gli occhi e si tirò su insonnolita, si strofinò gli occhi e si riavviò i capelli ancora umidi.
    - Oddio, mi dispiace Chakotay!
    - Tranquilla, si vede che ne avevi bisogno: così sarai più riposata per quello che ho in mente di fare.
Gli occhi di Chakotay brillarono mentre sulle guance gli comparivano le sue fossette assassine. Fece distendere la moglie ed iniziò a baciarla con sempre maggiore ardore, esplorando il suo corpo come se fosse la prima volta. Kathryn adorava quando lui l’amava così, lento ed esperto di ogni suo punto debole, di ogni zona erogena suscitandole ondate di brividi che la sommergevano implacabili.
      Chakotay le accarezzava i capelli, insonnolito, mentre lei si stiracchiava soddisfatta contro il suo petto e si rilassava contro di lui. Erano totalmente, felicemente, rilassati e soddisfatti e rimasero per qualche tempo silenziosi a godersi la quiete da cui venivano colti ogni volta che facevano l’amore.
    - Come vanno le tue ricerche?
Kathryn aveva mormorato la domanda con curiosità nella voce: era davvero interessata agli studi del marito e si chiese quando sarebbe riuscito finalmente a completare quel progetto che lo stava impegnando da anni.
    - Splendidamente: sono stato a Mesa Verde la scorsa settimana ed ho trovato interessanti connessioni tra i miei antenati, gli anasazi e gli alieni con cui sono venuto a contatto anni fa, quelli chiamati Spiriti del Cielo dalla mia gente, ti ricordi, no?
La donna annuì, poi domandò:
    - Che tipo di connessione?
    - Nella simbologia: abbiamo scoperto un nuovo livello sotterraneo nella kiva i cui muri sono ricoperti di simboli simili al mio tatuaggio.
    - Ma è meraviglioso, Chakotay! Ti rendi conto di ciò che questo comporta?
 Esclamò Kathryn districandosi dall’abbraccio e sedendosi più dritta. Chakotay sorrise all’entusiasmo della moglie ed annuì:
    - Mi sento ad un tanto così a scoprire la verità – avvicino il pollice all’indice – ma nello stesso tempo non so se sarò in grado di capire tutte le implicazioni delle mie scoperte.
    - Questo vorrà dire che starai via ancora molto?
La voce di Kathryn si era abbassata di un tono e aveva inconsapevolmente imbronciato le labbra. Chakotay sospirò: era importante per lui ed era certo che Kathryn lo capiva. D’altronde lei stessa l’anno prima era stata impegnata in una delicata missione diplomatica che l’aveva tenuta lontana da casa per mesi. Kathryn si riadagiò contro il suo petto giocando con la leggera peluria tra i capezzoli.
    - Ci manchi: Shannon soffre molto ed oggi ha fatto di nuovo i capricci.
 Chakotay sospirò: anche a lui mancava la famiglia, soprattutto il rapporto che aveva creato con la figlia, la sua piccola indianina. I suoi geni avevano decisamente preso il sopravvento su quelli di Kathryn, ma come la madre aveva già sviluppato un bel caratterino! Chakotay sperava che col tempo non dimostrasse la stessa insofferenza che aveva provato lui da ragazzino verso le tradizioni del suo popolo. Per questo le raccontava le leggende della sua gente ed aveva progettato di portarla con sé a visitare le rovine.
    - Sarà molto delusa di non averti potuto vedere oggi.
    - Lo so, povera piccola. Ma ho preparato una sorpresa anche per lei!
Kathryn gli lanciò un’occhiata curiosa chiedendogli di cosa si trattasse ma il marito sorrise enigmatico.
    - Tu hai avuto la tua sorpresa e lei avrà la sua.
E non si lasciò sfuggire più una sola parola sull’argomento. Kathryn decise di lasciar perdere per il momento riservandosi di fare maggiori indagini al riguardo in futuro. Adesso le importava solo di essere tra le braccia di Chakotay: il luogo dove si sentiva più al sicuro.
 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Star Trek / Vai alla pagina dell'autore: cassiana