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Autore: MadHatter27    16/04/2010    7 recensioni
Daphne Evans è sempre stata una ragazza vivace e solare, amante della compagnia rispettata da tutti per il suo carattere forte e la sua grinta. Ma la morte prematura dei suoi genitori ha affievolito quella luce che i suoi occhi emanavano. Verrà affidata alla famiglia della sua madrina che ormai non vede da 15 anni. Tutti i membri della famiglia Bright appaiono sin da subito disponibili e affettuosi nei suoi confronti. Tutti tranne uno. Kyle, figlio maggiore, sembra avere dal principio qualche problema con Daphne ma come ben si sa.. Le apparenze ingannano... DAL PRIMO CAPITOLO Se inizialmente pensava che quel ragazzo fosse carino si era sbagliata di grosso. Ne era certa quello che aveva ricevuto era stato solo un assaggio del famoso caratterino di Kyle Bright. Ma una cosa era certa, non si sarebbe fatta trovare impreparata. Era giunto il momento di far tornare in vita la grinta di Daphne Evans.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando il sole è alto nel cielo ci sembra quasi che tutti i problemi sparissero in confronto alla sua luminosità.. Ti viene spontaneo pensare che diamine è una bella giornata non è necessario essere tristi. Però poi quando il sole cala ti accorgi che quei problemi che avevi messo intenzionalmente da parte non sono scomparsi, si sono solo limitati a nascondersi per darti l'illusione che tutto vada per il meglio, che non ci sia bisogno di preoccuparsi, ma in realtà sono lì pronti a tornare. Daphne Evans quella notte non riusciva a dormire, come tanti notti da un mese a quella parte era ossessionata da incubi che sembravano non volessero darle quella pace tanto ricercata. L'indomani ci sarebbe stata la lettura del testamento e lei sarebbe venuta a conoscenza di ciò che i suoi genitori le avevano lasciato in eredità. Si mise seduta sul letto e prese a guardarsi intorno ripensando ai suoi incubi.


Come sempre sognava l'incidente dove i suoi genitori avevano perso la vita un mese prima. Quell'incidente l'aveva segnata profondamente togliendole la vitalità e l'entusiasmo fondamentali all'età di sedici anni e che sempre erano state sue caratteristiche principali. Al ricordo calde lacrime cominciarono a solcare il viso della ragazza ormai abituata ad abbandonarsi a quella sensazione di vuoto alla base dello stomaco. Continuava a ricordare i sorrisi dolci di sua madre gli abbracci di suo padre. E tutto faceva dannatamente male. Si alzò e si affacciò alla finestra sperando che il contatto con l'aria fresca primaverile riuscisse a farla riprendere. Appena uscì fuori un tiepido venticello andò ad asciugarle quelle lacrime che ancora rigavano ostinate le guance della ragazza. Quel panorama era molto diverso da quello che vedeva dalla finestra della sua stanza. Durante quelle settimane a seguito della morte dei suoi genitori era stata ospitata da dei lontani parenti di sua madre nella loro casa di campagna. Tutti erano stati sempre gentili e disponibili con lei dal primo momento. Ma Daphne aveva sempre odiato quella compassione che imperterrita aleggiava nei loro occhi. Lei non aveva bisogno di essere compatita. “ Domani tutto cambierà” pensò con una sorta di malinconia nella voce. Probabilmente la sua famiglia adottiva sarebbe stata quella ma sperò con tutto il cuore che non fosse così.


Sarebbe stata eternamente grata a quella famiglia per averla accolta nel momento del bisogno ma si rese conto che per quanto fossero stati gentili non avrebbe mai potuto resistere in un ambiente così diverso dal normale. L'aria iniziò a farsi sempre più fresca tanto da provocare brividi leggeri sulla pelle di Daphne che decise di rientrare. Si chiuse la finestra alle spalle e pian piano nella penombra della stanza si diresse verso un cassetto della scrivania alla ricerca del suo portafortuna.

Non era un portafortuna vero e proprio, ma era l'oggetto che maggiormente le ricordava i suoi genitori.

Una collana di quella antiche in grado di contenere piccole fotografie. Con mano tremante Daphne l'estrasse lentamente dal cassetto aprendo il ciondolo delicatamente. Una piccola foto raffigurante lei quando era bambina in braccio ai suoi genitori spiccava nel buoi della stanza. Sorrise leggermente osservando il sorriso della madre. Un sorriso pieno d'amore. Quella notte immaginò che i suoi genitori non fossero più così distanti da lei ma li al suo fianco pronti a proteggerla in quella nuova avventura. Si rimise nel letto sotto le coperte e dopo tanto tempo riuscì ad addormentarsi con un sorriso luminoso sulle labbra. L'indomani sarebbe stato un nuovo giorno e lei avrebbe cercato di affrontarlo nel migliore dei modi.

 

******

 

I raggi del sole filtravano dalla finestra alle prime luci dell'alba e Daphne infastidita ficcò la testa sotto il cuscino fino a quando un leggero bussare non interruppe il suo sonno.

-Posso entrare?- sentì la voce delicata di Emily, la prozia di suo padre titubante aspettare il permesso da dietro la porta. In quel mese Daphne non era uscita quasi mai dalla camera tranne che per mangiare o fare qualche passeggiata. Quasi si sentì in colpa per il trattamento che aveva riservato a quella famiglia che comunque era stata molto disponibile con lei.

-Avanti Emily-rispose cercando la voce più dolce che riusciva trovare nel suo repertorio.

Emily era una donna sulla settantina d'anni un po' robusta con lunghi capelli bianchi raccolti sempre in una coda bassa e con un dolce sorriso sempre presente sulle labbra carnose. Il volto era solcato da rughe che segnalavano la sua veneranda età. Al suo ingresso Daphne si sollevò dal letto scostandosi dal volto i capelli biondi appoggiandosi con la schiena alla testiera del letto osservando Emily mentre entrava nella sua stanza con un vassoio della colazione.. La donna fece cenno al letto nella muta richiesta di potersi accomodare e Daphne annuì. Vedeva che la Donna era notevolmente nervosa. Il problema è che non riusciva a coglierne il motivo. Si contorceva le mani e nonostante l'espressione dolce i suoi occhi avevano un barlume di malinconia.

-So che questo è stato il mese più brutto della tua vita e mi dispiace non essere riuscita a starti accanto e non essere riuscita ad aiutarti. - Daphne ascoltava in silenzio le parole della donna e pian piano i ricordi di quel mese iniziarono ad affiorare. Le urla,i pianti,le crisi, gli incubi tutto era impresso nella mente della ragazza. - Nonostante tutto, Daphne io ho cercato di farti sentire parte di questa famiglia e anche se so che non sarai affidata alle mie cure, io ti riterrò sempre parte della mia famiglia e per dimostrartelo.. Voglio che questo appartenga a te-

L'anziana signora incurante della voce tremolante si tolse l'anello di fidanzamento e lo porse ad una Daphne immobile dalla sorpresa. Era stata terribile con quella donna eppure lei aveva imparato a volerle bene in quel mese, cercando di aiutarla nel miglior modo possibile. Continuò ad osservare l'anello che la donna le porgeva. Era una semplice fedina d'oro bianco ma Daphne sapeva quanto volesse significare quel dono per la donna. Le aveva appena donato parte della sua vita e dei suoi ricordi. Senza dire nulla si alzò e sotto lo sguardo stupefatto della donna l'abbracciò. Le mancava quella sensazione di amore che solo un abbraccio riusciva a donarti. Dopo un po' si staccò dalla donna e la guardò negli occhi. Qualcosa stava cambiando lo poteva avvertire nell'aria quel cambiamento quasi impercettibile, sorrise leggermente alla donna

– Ti ringrazio davvero Emily per tutto quello che hai fatto per me in questo mese. E mi dispiace per come mi sono comportata. Questo anello lo terrò sempre con me te lo prometto.- Emily osservava la ragazza con un sorrisino divertito sulle labbra grinzose – A quanto pare l'umore sa migliorando- Daphne si alzò e si affacciò alla finestra contemplando il panorama con un sorriso luminoso – Forse.. - poi si volse e come illuminata tornò con un salto di fronte al letto guardando la donna con occhi spalancati.. -Emily sbaglio o hai detto che sai a chi sarò affidata? - Se la ricordava quella parte del discorso in quanto in un primo momento aveva pensato di interrompere l'anziana e chiedere informazioni ma alla fine si era ricreduta e aveva continuato ad ascoltare. Emily guardò imbarazzata la ragazza indecisa sul da farsi. -Ma io non dovrei dirti niente tesoro- disse dubbiosa.

Daphne afferrò le mani di Emily e con calma parlò, -Ma Emily renditi conto sarà meglio per me arrivare in un certo senso preparata all'apertura del testamento- stava per scoprire le persone che sarebbero diventate punti cardini della sua vita..

La donna si alzò e dubbiosa guardò la ragazza. Vide negli occhioni verdi di Daphne tutte le emozioni che provava e che non riusciva a nascondere. Si risedette sulla poltrona e continuò a fissare la ragazza che sempre più incuriosita si muoveva sul letto. Prese un bel respiro e iniziò a parlare.. - Tu sai che io sono l'unica tua parente vero? - Daphne annuì impaziente – Ma la volontà dei tuoi genitori non è stata quella di affidarti ad una povera donna anziana e per questo hanno tutta la mia stima. Non perché io non ti voglia sia ben chiaro ma , Daphne io ho una certa età e sicuramente non sarebbe stata la scelta più giusta per farti vivere un'adolescenza felice ne convieni?- Daphne rifletté sulle parole della donna, in un certo senso le dispiaceva che quella donna fosse costretta a vivere così sola in quella casa di campagna. Si limitò ad annuire e la donna continuò – Devi sapere che sin dall'infanzia tua madre ha avuto un'amica, ma di quelle speciali, la cosiddetta migliore amica, il suo nome era Valerie – e qui Emily fece un mezzo sorriso ricordando sua nipote e la piccola Valerie da bambine -Erano inseparabili, due forze della natura, sono cresciute sempre insieme e non si sono mai divise. Questa donna è anche la tua madrina. Il problema sorse poco dopo , quando tu avevi già compiuto due anni, il marito di Valerie, Robert dovette trasferirsi per lavoro a Chicago e Valerie con suo figlio , che se non mi sbaglio dovrebbe avere all'incirca la tua età, si trasferirono con lui. Tua madre soffrì molto all'inizio la lontananza di Valerie, ma nonostante tutto le due sono rimaste amiche, continuando a scriversi e a tenersi in contatto.- Emily si fermò per lasciare il tempo a Daphne di assimilare tutte quelle informazioni. Daphne da parte sua era molto confusa . Possibile che conoscesse davvero così poco del passato dei suoi genitori? - Quindi io verrò affidata a questa donna? La mia nuova casa sarà Chicago? - gli interrogativi continuarono ad attanagliare la sua mente ma Daphne decise di metterli da parte . Emily annuì piano -Si piccola mia. Andrai a vivere con la tua madrina. Ma non ti preoccupare avrai tanto tempo per conoscerla meglio . E credimi quando ti dico che è davvero una persona meravigliosa- in quel momento l'orologio segnalò le nove del mattino ed Emily si alzò. Era giunta l'ora di prepararsi. Guardò Daphne con aria decisa.

-Adesso preparati Daphne la tua nuova vita sta per cominciare. Fra un'ora verrà a prenderci un auto per portarci dal notaio. Sta tranquilla- e detto questo uscì dalla stanza lasciando dietro di se una Daphne decisa e pronta ad affrontare al meglio tutto quello che le sarebbe successo nelle ore seguenti.

************

 

Alle dieci, una macchina nera parcheggiò di fronte alla casa di campagna della vecchia prozia Emily. Daphne era nervosa, batteva il piede fasciato da un paio di ballerine sul pavimento della cucina ,mentre Emily era intenta a guardare fuori dalla finestra. Aveva deciso di vestirsi in maniera ne troppo elegante ne troppo sportiva, così aveva optato per una via di mezzo. Ballerine azzurre pantalone bianco e una magliettina azzurra in tinta con le scarpe. Le era sembrato futile preoccuparsi del vestiario in quel momento ma forse, preoccuparsi di cose ordinarie sarebbe stato il primo passo per ritornare a condurre una vita un po' più normale. Emily appena vide la macchina parcheggiare sorrise incoraggiante alla ragazza. Un leggero bussare attirò la loro attenzione. Emily rispose velocemente – Arrivo – Daphne rimasta prese le sue ultime cose e salutò per un ultima volta quella casa che in quel mese aveva imparato a conoscere da cima a fondo.

Un leggero tossicchiare la fece voltare verso la porta. Accanto ad Emily c'era un uomo di bell'aspetto che la guardava con un sorriso di circostanza. Daphne lo osservò incuriosita. A quel punto ad interrompere lo scambio di sguardi intervenne la voce delicata di Emily -Daphne quest' uomo è Robert Bright. Robert questa è mia nipote Daphne - Daphne aveva sempre avuto un ottima memoria e fu per quel motivo che quasi sobbalzò nel sentire il nome dell'uomo.

Robert Bright.

Il marito di Valerie. La famiglia a cui sarebbe stata affidata. Robert si fece avanti sorridendo sempre a Daphne e le porse gentilmente la mano – Sei cresciuta molto dall'ultima volta che ti ho vista Daphne. Mi ricordo che eri uno scricciolo all'epoca- Daphne strinse a sua volta la mano dell'uomo – Mi dispiace ma io non ricordo proprio signor Bright- utilizzò un timbro formale per rivolgersi all'uomo che sorrise istintivamente – Andiamo Daphne mi fai sentire un vecchiaccio – si voltò verso Emily con un sorrisino di scuse – Senza offesa ovviamente- poi si voltò nuovamente verso la ragazza -Quindi a meno che non vuoi far venire una crisi di mezz'età ad un povero uomo ti pregherei di chiamarmi Robbie.. - Daphne si trovò a sorridere senza un motivo preciso. Quell'uomo era proprio strano.. - Mi impegnerò allora...Robbie- Emily vedendo la ragazza tranquilla si calmò a sua volta. Robert era sempre stato un tipo divertente e particolare, per questo aveva pensato di farsi venire a prendere da lui .Almeno per dare il tempo a Daphne di abituarsi all'idea. Robert guardò l'orologio e notò che erano leggermente in ritardo.. - Bene signore, terminati i convenevoli suppongo che possiamo partire, il viaggio non sarà lungo. - Uscirono dalla porta e Daphne rimase un po' indietro perché si era presa l'incarico di chiudere la porta. Vide un po' più in là Robert aprire lo sportello all'anziana prozia e aiutarla a sedersi in macchina. Dopodiché si girò nella sua direzione incuriosito dalla sua immobilità. Daphne si riscosse subito e si affrettò a raggiungere la macchina. Robert prima di salire in macchina la guardò con un mezzo sorriso amaro sulle labbra – Sei pronta Daphne?- chiese serio. Daphne si voltò un ultima volta in direzione della vecchia casa e poi tornò a guardare Robert.

-Si adesso si- e dopo aver sorriso all'uomo entrò in macchina.

*****************

Viaggiavano da quasi un ora e mezza quando finalmente entrarono a Chicago. Per tutto il tempo Daphne aveva parlato del più e del meno con Robert o “ Robbie” come tanto aveva specificato lui. Dopo la prima oretta di viaggio la prozia si era lentamente addormentata e Daphne aveva colto l'occasione per porre qualche domanda a Robert..

-Verrò affidata a voi giusto ?- Robbie a quelle parole rimase un po' titubante ma rispose ugualmente con un sorrisino tirato sulle labbra – Alla fine Emily te l'ha detto..- Daphne lo guardò un po' arrabbiata – Ha fatto la cosa giusta.. Odio essere tenuta all'oscuro di cose che mi riguardano- Robert sorrise alla ragazza – Hai un bel caratterino.. Comunque per rispondere alla tua domanda si verrai affidata a noi.. Appena arriveremo dal notaio conoscerai mia moglie Valerie, suppongo che Emily ti abbia raccontato tutto – Daphne annuì leggermente.. Poi Robert continuò – Abbiamo due figli, Kyle e David . Kyle ha 17 anni David 5 . David è una piccola peste sempre in movimento e con una parlantina in grado di distruggerti.. Kyle è un tipo un po' diffidente all'inizio ma scommetto che appena vi conoscerete meglio andrete subito d'accordo..Da piccolini giocavate spesso insieme..- Il resto del discorso non lo sentì.. Ormai era persa fra i suoi pensieri.. Da come l'aveva descritto il bambino doveva essere davvero speciale “ Non ho mai avuto un fratello minore “ pensò meccanicamente. Poi pensò al più grande Kyle. Robert era stato abbastanza vago su di lui, aveva detto che da piccoli giocavano insieme; strano perché lei non si ricordava molto di lui. Persa fra i suoi pensieri non si era accorta che la macchina si era fermata in una via abbastanza trafficata. Emily si era svegliata e adesso discuteva con Robert sul fatto che erano in ritardo di cinque minuti.

-Ok zia siamo in ritardo ma non possiamo farci niente. Robert non vorrei sembrarti maleducata ma non mi sembra il momento i discutere quindi per favore , prima entriamo e prima usciamo. - spazientita e sotto lo sguardo perplesso dei due adulti, Daphne scese dalla macchina guardandosi in torno. Il vento le scompigliava i capelli e lei sollevo lo sguardo verso il grattacielo di fronte a lei. Robert e Emily nel frattempo l'avevano raggiunta e con un sorrisino di scuse si incamminarono verso l'entrata. All' ingresso una donna gli aspettava. Era alta e bionda con i capelli corti. Vestiva un tailleur beige con una camicia bianca e continuava a sorridere nella loro direzione. Non ci volle molto per capire chi fosse. Valerie ,la moglie di Robert , la migliore amica di sua madre , la sua madrina , la sua tutrice. Robbie si avvicinò alla moglie e la baciò delicatamente e indicandole Daphne che si sentì sotto esame.

-Buongiorno Emily- appena arrivata Valerie baciò una guancia alla prozia con affetto. Poi si girò verso Daphne e in un impeto di affetto l'abbracciò istintivamente sorridendo poi imbarazzata – Scusami Daphne.. Non ti ricorderai certo di me.. Io sono Valerie – Daphne era rimasta sorpresa dall'entusiasmo della donna.. - Bhe in effetti non mi ricordo molto.. Ma tanto a quanto pare avremo molto tempo per conoscerci..- Valerie si girò in direzione del marito con rimprovero..

-Come sai mantenere i segreti tu non ci riesce nessuno- lo guardò rassegnata.. Robert alzò lo sguardo verso la moglie..

-Tesoro le ho fatto un favore. Almeno adesso può affrontare la situazione più preparata – Valerie scosse la testa esasperata ormai il marito lo conosceva vecchio -Certo buon samaritano..Cammina- e mettendo un braccio sulle spalle della ragazza entrarono nell'edificio.

 

*****************

 

 

Il notaio Robinson aprì in quel momento il testamento dei suoi genitori e iniziò a leggerlo ad alta voce. Daphne era seduta tra Robert e Valerie e ascoltava attentamente tutto ciò che l'uomo diceva. I genitori le avevano lasciato tutti i loro soldi depositati in banca come risparmi in più la sua casa che avrebbe potuto avere una volta compiuto diciotto anni. Come previsto era stata affidata secondo il volere dei suoi genitori alla famiglia Bright, che avrebbe potuto utilizzare i risparmi dei suoi genitori per il sostentamento della ragazza. Dopo circa un ora uscirono da quell'ufficio. Robert avrebbe accompagnato Emily a casa mentre Daphne sarebbe andata a casa con Valerie per avere il tempo di adattarsi e sistemarsi. Emily si avvicinò a Daphne con le lacrime agli occhi.

 

-Andiamo Emily non è mica un addio ci rivedremo presto – e con un sorrisino l'abbracciò. Immediatamente la donna la circondò goffamente fra le sue braccia..

-Ricorda che tu farai sempre parte della mia famiglia piccola – e accennò al suo anello adesso all'anulare della ragazza. Robert fece sedere la donna in macchina poi dopo un breve sorriso entrò in macchina e partì. Daphne si voltò verso Valerie che la guardava sorridendo.. Caricarono le valige in macchina e partirono per la nuova casa.

-Fa uno strano effetto vederti dopo tanto tempo. Sei diventata davvero stupenda Daphne

 

 

-Grazie Valerie.. E ti ringrazio anche per tutto quello che farai per me – Valerie fece una breve risata divertita.. - Non preoccupati Daphne , lo faccio con piacere.. Anche gli altri erano entusiasti.. David non vede l'ora di conoscerti- La ragazza si rese conto che Valerie aveva menzionato solo il piccolo , questo voleva dire che Kyle non era altrettanto felice?.. Con finta indifferenza si girò verso Valerie – Ne deduco che l'altro tuo figlio non sia felice della situazione- un lampo passò negli occhi della donna – Beh Kyle è un po' più riservato e diffidente, ma sono sicura che appena vi conoscerete meglio le cose cambieranno – Daphne fece un sorrisino di circostanza ma non aggiunse altro. Dopo pochi minuti arrivarono ad un quartiere di Chicago formato da tante villette a schiere. Si fermarono di fronte una villetta a due piani con un grande giardino. Era la classica villetta americana pensò Daphne, come quelle che si vedono nei telefilm. Parcheggiata la macchina Daphne prese tutte le sue valigie e si guardò un altro po' intorno. Valerie notando lo sguardo perso della ragazza le si avvicinò..

-Be possiamo dire in fin dei conti di avere una bella casa-

-Scherzi? E' stupenda..- Entrarono in casa e Daphne si accorse davvero della bellezza di quella struttura. Era luminosa e spaziosa. Stile tradizionale ma con un tocco di moderno. Valerie iniziò a mostrarle tutte le stanze. Il salotto era arredato con divani e poltrone. Un grande televisore al plasma torreggiava sul camino pieno di foto. La play-station era abbandonata sul tavolino al centro. Vari quadri erano appesi alle pareti. La sala da pranzo era grande e accogliente. Un lungo tavolo era al centro . La cucina era all'avanguardia comoda. C'era un tavolino che veniva utilizzato per i pasti più veloci. Dalla cucina c'era una portafinestra che portava in una verandina e al giardino. Dopo averle mostrato il primo bagno composto anche da una enorme vasca da bagno passarono al piano superiore dove c'erano tutte le stanze. C'erano quattro camere da letto più un bagno. La sua camera sarebbe stata tra quella di Kyle e David.

Dopo aver indicato le camere dei rispettivi figli entrò finalmente nella sua stanza. Era una stanza di media grandezza con un letto da una piazza e mezza con delle lenzuola bianche e azzurre finemente ricamate. Tutta la stanza aveva in prevalenza quei colori , i suoi preferiti; probabilmente si erano informati. Un armadio era situato di fronte al letto mentre una cassapanca con sopra uno specchio stava attaccato al muro accanto alla porta. Alla destra del letto c'era una scrivania di legno posta proprio di fronte una finestrella che dava sul giardino. Era perfetta. Raffinata ma allo stesso tempo alla mano. “ Un po' come me” pensò Daphne distrattamente. Poi la voce di Valerie interruppe i suoi pensieri

-Abbiamo cercato di arredarla secondo i tuoi gusti. Ti piace?-

-E' davvero meravigliosa. Grazie mille.- Daphne guardava riconoscente Valerie stava facendo davvero tanto per lei quella famiglia. Valerie guardò con dolcezza la ragazza.

-Non me ne volere ma io adesso dovrei andare a prendere David dall'asilo. Tu te la senti di rimanere o vuoi venire con me? - Daphne ponderò bene la domanda ma alla fine decise di rimanere a casa per disfare le sue valige. Appena Valerie uscì di casa si cambiò infilandosi al posto delle ballerine un paio di scarpe da ginnastica, al posto del top una maglietta a maniche corte sempre azzurra e bianca, si infilò i suoi comodi jeans e si legò i capelli mossi in una coda alta e iniziò a personalizzare la camera. Tolse dalla valigia tutte le foto che la ritraevano con i suoi genitori e le mise sul mobiletto accanto a letto, sulla cassapanca. Aggiustò tutti i suoi vestiti nell'armadio e dispose i suoi libri di scuola sulla scrivania. Uno dei primi acquisti fatto dai coniugi Bright per Daphne erano stati i libri di scuola. Lunedì sarebbe stato il primo giorno di scuola e Daphne avrebbe iniziato il suo secondo anno in quella scuola sconosciuta. Ad un certo punto si rese conto che dei rumori provenivano dal piano di sotto, probabilmente dalla cucina a giudicare dal rumore metallico. Così decise di scendere e andare a vedere. O Robert o Valerie dovevano essere tornati.

Ma appena varcò la porta della cucina capì che tutte le sue supposizioni erano sbagliate. Un giovane ragazzo alto e biondo cercava con aria svogliata qualcosa nel frigorifero. Gli occhi erano di un intenso azzurro cielo e i lineamenti del viso erano mascolini ma raffinati, quasi come se fosse un principe. “Finalmente ti conosco Kyle “ Daphne se ne restava ferma sull'uscio ma stanca si decise di palesare la sua presenza schiarendosi la gola leggermente. Kyle si voltò nella sua direzione, squadrandola da capo a piedi, non con cattiveria ma semplicemente con... indifferenza.

-Mm tu saresti la famosa Daphne? - Daphne si staccò dalla porta e gli si avvicinò leggermente.

-Famosa non direi però si sono io. Tu deduco sia Kyle. - Si diede mentalmente della stupida.

-Arguta deduzione.- disse con velato sarcasmo e freddezza continuando a rovistare nel frigorifero ignorando quasi la ragazza che si sentì presa in giro. Avevano detto diffidente. Avevano detto riservato. Ma evidentemente si erano scordati di definirlo asociale e completamente stronzo. Kyle in quel momento uscì dal frigorifero con una sprite in mano guardandola vagamente perplesso..

-Sei ancora qui? Pensavo te ne fossi già andata..- Daphne perse la pazienza e lo guardò con gli occhi verdi assottigliati. Aveva deciso di comportarsi così? Benissimo lei non sarebbe stata da meno. Se era la guerra quello che voleva, la guerra avrebbe avuto.

- Mi scusi eccellenza se per un secondo ho pensato di poter avere una discussione civile con lei, evidentemente mi sbagliavo. Non perderò altro tempo. E' stato un piacere Kyle- marcò volutamente il nome del ragazzo e dopodiché salì rapidamente le scale chiudendosi in camera. Se inizialmente pensava che quel ragazzo fosse carino si era sbagliata di grosso. Ne era certa quello che aveva ricevuto era stato solo un assaggio del famoso caratterino di Kyle Bright. Ma una cosa era certa, non si sarebbe fatta trovare impreparata. Era giunto il momento di far tornare in vita la grinta di Daphne Evans.

 


Angolo Scrittrice

 

Be è la prima volta che scrivo una storia di questo genere e forse se non ci fosse stata una persona speciale a darmi la forza necessaria a scrivere probabilmente non l'avrei mai pubblicata..Grazie (mauly95)

Questo capitolo è un introduzione alla storia vera e propia come avrete sicuramente capito.. Spero che la trama vi abbia incuriosito e che questa storia vi prenda come ha preso me.. Un Bacio


Kokkolina

  
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