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Autore: Appleeatyou    16/04/2010    4 recensioni
Inuyasha impallidì ancora di più e si chiuse in uno scioccato mutismo. Sembrava del tutto immerso nei suoi pensieri, e perfino la sguaiata risata di Kouga non fu più che un ronzare fastidioso per le sue orecchie. Aveva trentuno giorni, solo trentuno fottutissimi giorni per dire la verità.

Fanfiction partecipante al 2010: a year together, indetta dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight }
Genere: Generale, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction partecipante al 2010: a year together, indetto dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

 

Nickname sul forum: Erena-chan
Nickname su Efp: Erena
Titolo della fanfiction: Final countdown –Conto alla rovescia- 15 Aprile.
Titolo del contest: 2010: a year togheter
Pairing: Inuyashax Sesshomaru. NON YAOI.
Personaggi: Un po’ Tutti
Generi: generale, commedia
Warnings: Genderbender, attenzione. Ovvero, cambiamento di Sesso. No, la chirurgia non c’entra.

Diverse parole in giapponese, ovvero:

Kariginu: veste di Inuyasha

Youkai: demone

Hanyo: mezzodemone

Kotodama [no] nenju: il collare della sottomissione di Inuyasha.

Miko: la vergine dell’altare scintoista. Alla buona, diciamo “sacerdotessa”.

[I termini non sono precisi. Ho approssimato molto il loro significato per risparmiarvi inutili e lunghe spiegazioni.]
Credits: Inuyasha è di Rumino Takahashi. La storia è mia ma, purtroppo, non ci posso guadagnare sopra. Niente copyright.

Che mondo infame.
Prompt: 31 giorni per dire la verità

Note personali: Strana storia. Mi è venuta in mente sotto la doccia… e non sono riuscita a cambiarla per nulla dopo la prima stesura. L’immediatezza delle frasi è voluta, proprio per dare l’illusione di una vicenda che avviene molto velocemente, che deve risolversi molto velocemente… in trentuno giorni, appunto.

Strana, stranissima.

Buona lettura, in ogni caso.

 

 

 

 

 

 

 

Final countdown

–Conto alla rovescia-15 Aprile



 

 

 

 

 

 

 

 

 

Data: 15 esimo giorno del terzo mese dell’anno.

-La scoperta-

Countdown is starting.

[Inizio conto alla rovescia]

 

 

-31

-“ Ehi, cuccioletto! Hai preso una decisione?”-

Inuyasha voltò il capo verso un divertito Kouga, che lo fissava dall’alto in basso con la solita espressione alla oh-ti-prego-dammi-un-pugno.

-” Anche se fosse, non sono affari tuoi!”- ringhiò Inuyasha, corrucciandosi. Era molto fastidioso il fatto che Kouga se ne fosse accorto ancor prima degli altri, perfino prima di Shippo che gli era sempre appiccicato. Eppure in qualche modo se l’era aspettato: i lupi hanno un olfatto molto più sviluppato dei cani, o volpi che dir si voglia.

Kouga rimase serio per un secondo, poi si mise a ridere in maniera estremamente irritante.

-“ Cosa diavolo ridi?!”- scattò il mezzodemone.

-“ Ne parli come se avessi un mucchio di tempo!”- rispose Kouga, ancora crogiolandosi nel suo brodo di risate –“ Eppure manca così poco!”-

Inuyasha spalancò gli occhi, impallidendo leggermente. Riacquistò subito il suo contegno, tentando di celare la sua sorpresa.

-“ E quanto manca…?”-

-” Un ciclo lunare e tre giorni esatti.*”-

Inuyasha  impallidì ancora di più e si chiuse in uno scioccato mutismo. Sembrava del tutto immerso nei suoi pensieri, e perfino la sguaiata risata di Kouga non fu più che un ronzare fastidioso per le sue orecchie.

Aveva trentuno giorni, solo trentuno fottutissimi giorni per dire la verità.

 

 

-28

Dalla visita di Kouga erano trascorsi tre giorni. Mancava un ciclo lunare, ventotto dì e ventisette notti… poi sarebbe arrivata la stagione degli amori. Il cruccio di Inuyasha. Il tarlo che gli rodeva la mente da tre fottuti giorni.

La sua fortuna, il motivo per cui si era risparmiato uno strazio simile negli anni passati era stato il sigillo di Kikyo, quello che l’aveva costretto a restare appeso per cinquant’anni al Goshimboku in uno stato di morte apparente, che aveva inibito anche la crescita del suo corpo.

Effettivamente, per Inuyasha era come avere cinquant’anni in meno, ma avrebbe preferito trascorrerne altri mille appeso all’albero che non affrontare quella dannata situazione.

Non aveva trovato altra soluzione che dirlo ai suoi compagni. In fondo, era un loro diritto sapere del suo problema… e non che avesse molta scelta, soprattutto. Tanto l’avrebbero scoperto comunque, presto o tardi,  e meglio che lo venissero a sapere da lui che da altre bocche maligne [in primis, quella di Kouga].

Così, aveva preso il toro per le corna e gliel'aveva detto. Chiaro, semplice, conciso, imbarazzato.

Come aveva previsto, le reazioni alla notizia erano state molto diverse tra loro: Miroku l’aveva fissato con occhi sbarrati e con la mascella che perdeva la sua normale posizione attaccata al resto del cranio.

Sango aveva lasciato cadere le bacchette, chiudendosi in un mutismo di pura incredulità.

Shippo era svenuto sul colpo [e non aveva ancora ripreso i sensi… Forse ci è rimasto, indovinò Inuyasha. Peccato.].

Ma colei che l’aveva sorpreso più di tutti era stata Kagome. Si era mentalmente preparato alla sua furia, certo di beccarsi una scarica di “A cuccia!” che l’avrebbero fatto sprofondare fino al centro della Terra, ma la sua reazione era stata totalmente diversa.

Aveva smesso di mangiare, aveva chiuso gli occhi ed emesso un profondo sospiro [qui Inuyasha era stato assolutamente certo che stesse raccogliendo l’ossigeno necessario per urlare il dannato comando del kotodama nenju]  e poi, con voce estremamente calma, si era limitata a dire –“ Lo sapevo.”-

Era stato il turno di Inuyasha di stupirsi, e le quattro paia di occhi fino ad allora fisse su di lui si erano spostate su Kagome.

Lei era arrossita leggermente –“ Non ne ero certa, naturalmente. Ma in qualche modo sentivo che qualcosa non andava in te, Inuyasha.”-

L’hanyo aveva nascosto le mani nelle maniche in un gesto stizzito.

 –“ Stupido intuito femminile…”-

Dopo quel commento, la situazione si era in qualche modo sbloccata: Miroku aveva chiuso la bocca, Sango aveva ripreso a muovere le mascelle, mentre Kagome era tornata al suo riso in casseruola. Shippo era rimasto privo di sensi.

Inuyasha aveva atteso in silenzio per quasi dieci minuti, poi non aveva resistito più: imbarazzatissimo, e per questo estremamente iroso, si era rivolto ai suoi compagni.

-“ E non avete niente da dire?”-

-“ Cosa dobbiamo dirti?”- la voce della studentessa del futuro era giunta fredda e precisa come una coltellata al cuore. Era assurdo che fosse così dannatamente calma.

-” Feh!”- aveva aggiunto stizzito Inuyasha. Non sapeva in che altro modo sollevare la questione, ma Kagome non aveva ancora finito di parlare.

-“ Cosa dovremmo dirti? Che è assurdo quello che hai detto? Che sei un cretino a non avercelo detto prima?”-

La voce di Kagome si alzava sempre più ad ogni domanda, e Inuyasha capì perfettamente che, nonostante lei stesse parlando al plurale, in realtà stava esprimendo i suoi soli pensieri.

-“ Kagome-chan…”- sussurrò Sango, tentando di calmarla. Kagome non diede segno di averla sentita: sbatté il mestolo del riso in casseruola per terra, stringendo i piccoli pugni per la rabbia.

-” Piombi come un fulmine a ciel sereno e ci dai una notizia del genere! Cosa ti aspetti? Un applauso?”-

-” Non-non era questo che…”-

Male, molto male. Mai interrompere Kagome quando si stava sfogando, le conseguenze potevano essere terribili…

-” Inuyasha! A cuccia!”-

 Appunto.

 

 

-21

Lentamente, duecento a cuccia e trenta milioni di domande dopo, Inuyasha era riuscito finalmente a spiegare ai suoi compagni tutta la situazione. Sapevano della stagione degli amori, sapevano di lui, sapevano come era riuscito a cavarsela per così tanto tempo, e sapevano anche… il problema numero uno.

Dirlo al suo onorevole fratello maggiore.

Inuyasha sospettava che la reazione dei suoi compagni sarebbe stata una passeggiata in confronto a quella di Sesshomaru: se con Kagome se l’era cavata con duecento a cuccia, distribuiti equamente in sette giorni, con Sesshomaru sarebbe stato totalmente diverso.

L’avrebbe fatto a pezzi. Poi ricomposto e spezzettato in pezzi talmente piccoli da non essere visibili ad occhio umano. Poi l’avrebbe resuscitato e ridotto a poltiglia per l’ennesima volta. Poi avrebbe fatto comunella con Kouga e…

Inuyasha scacciò all’istante quel pensiero: il lupo rognoso doveva solo farsi gli affari suoi, ridere alle sue spalle e non aprire bocca fino al dannato inizio della stagione degli amori.

E se quel cretino fosse andato da suo fratello e si fosse casualmente lasciato sfuggire qualcosa su…?

Dannazione!

 

-18

-” E come intendi dirglielo?”-

Inuyasha alzò le spalle al livello delle orecchie, evitando di rispondere.

-“ Non ci hai ancora pensato.”- Kagome chiuse gli occhi e scosse la testa, affranta. Lei sapeva bene che Inuyasha era ottuso in diversi campi, ma certe volte riusciva ancora a stupirla.

Mancavano meno di venti giorni al  "x-day”, come l’aveva soprannominato, e Inuyasha era, decisamente, a zero per quanto riguardava una strategia d’azione.

Per lei era stato difficile accettare la questione-Inuyasha, ma si era semplicemente arresa all’evidenza dei fatti. Dopo esser rimasta tre giorni all’inferno, con il rischio di passare il resto della sua eternità all’interno della sfera, aveva cambiato decisamente il suo modo di vedere il mondo.

Non che non fosse più innamorata di Inuyasha, certo. Ma aveva cominciato a rendersi conto della realtà del mezzodemone da molto prima degli altri, prima ancora che Inuyasha stesso ne prendesse coscienza, e se n’era fatta in qualche modo una ragione.

Aveva pianto le sue lacrime, aveva sofferto e aveva pensato a mille e mille modi per cambiare la situazione, sempre senza che gli altri sospettassero minimamente i suoi pensieri, ma alla fine era giunta alla conclusione che era uno sforzo meramente inutile.

La brevissima fusione con la sfera non aveva avuto soltanto la conseguenza di sbloccare tutte le sue potenzialità. Forse le aveva regalato anche un pizzico di buonsenso in più, una sorta di lieve distacco dalle passioni terrene che doveva caratterizzare una sacerdotessa a tutti gli effetti come era divenuta lei.

L’ostacolo enorme che c’era sempre stato tra lei ed Inuyasha era stato sempre e solo il sangue youkai. Al di là di Kikyo, al di là di Naraku, ciò che aveva dato il vero impulso alla vicenda era stato il desiderio di Inuyasha di essere un demone completo. Kagome aveva sempre sospettato che dietro quel desiderio egoistico ci fosse una ben precisa finalità, una sorta di incentivo esterno che aveva fatto maturare in Inuyasha quell’ossessione non ancora superata.

Con il senno di poi, grazie anche a un supporto sicuramente fornito dalla sua nuova coscienza sensibile da miko, Kagome aveva semplicemente fatto due più due, un calcolo talmente facile che si era chiesta come diavolo, a nessuno di loro, fosse mai venuta in mente quella semplice constatazione: lei era sempre riuscita a sovvertire qualunque donna avesse tentato di prendere posto nel cuore di Inuyasha, prima fra tutte Kikyo. Era stata in grado di cambiare Inuyasha, da rozzo mezzodemone solitario a… meno rozzo mezzodemone  un po’ più socievole.

Eppure, per ogni passo che lei riusciva a far compiere ad Inuyasha, bastava la presenza di Sesshomaru perché Inuyasha ne regredisse di dieci.

 

 

-16

Inuyasha deglutì silenziosamente, mentre malediva mentalmente i suoi compagni che stavano facendo troppe moine al suo onorevole fratello. Troppi convenevoli, che a Sesshomaru sembravano decisamente sospetti.

Suo fratello era vento a trovare la bimba umana, Rin, e per puro caso aveva incrociato –per somma sfortuna di entrambi- Sango e Kagome che parlottavano ancora in merito alla linea di azione che Inuyasha avrebbe dovuto intraprendere per dire la verità a suo fratello.

Le due stupide si erano paralizzate come oche davanti ad un coccodrillo, poi avevano cominciando a prodigarsi in inchini e saluti rispettosi che stavano facendo saltare i nervi al suo già poco paziente fratello. Inuyasha osservava la scena dall’alto del Goshimboku, non provando neanche ad avvicinarsi a Sesshomaru.

Non era ancora il momento propizio.

 

 

-12

-“ Inuyasha.”-

L’hanyo si riscosse dai suoi pensieri, trovandosi di fronte la figura alta di Sesshomaru.

-“ Che diavolo vuoi?”- chiese nervosamente, cercando di coprirsi il più possibile col kariginu, tentando di sparirvi dentro.

Erano soli, in un prato poco fuori il villaggio di Kaede, e… forse era il momento… come dire…propizio?

Di certo, l’inizio della conversazione non era stato dei migliori.

-“ Le umane del tuo gruppo sono irritanti.”-

-“ Sango e Kagome?”- chiese Inuyasha. Poi, allarmato –“ Che diavolo hanno combinato?”-

-“ Nulla. Per ora.”- sottolineò accuratamente Sesshomaru, aggiungendo poi, con tono minacciosamente sottile –“ Non farle avvicinare a Sesshomaru, Inuyasha.”-

-” Puoi alzare il culo e andarglielo a dire tu stesso.”- borbottò il mezzodemone. Non era di certo il portavoce delle cazzate di Sesshomaru, che diamine!

-” Non mi abbasso a parlare con gli esseri umani.”- disse Sesshomaru altezzosamente, fissandolo dall’alto del suo naso affilato.

-“ Keh! Però ti abbassi a parlare con un mezzodemone.”-

Sesshomaru lo fissò per qualche istante, poi sussurrò, in tono mellifluo e crudele –“ Ti consideri al loro stesso livello, Inuyasha?”-

Inuyasha sostenne il suo sguardo: aveva ormai dimenticato l’urgenza di dire la verità. Ora, la sua mente era tesa a vincere lo scontro verbale con suo fratello, ottenere la sua dannata attenzione per qualcosa di diverso rispetto a Tessaiga. –“ Sei tu che mi consideri al “loro stesso livello”.”-

Nessuno dei due abbassò lo sguardo, e rimasero a sfidarsi con gli occhi fino a quando Rin non irruppe sul prato, chiamando a gran voce Jaken.

E Sesshomaru distolse gli occhi per primo

 

 

 

-9

-“ Oh… Inuyasha?”-

-“ Cosa?”- borbottò Inuyasha imbronciato. Era nervoso, irritato con se stesso e irritato con chiunque avesse la sfortuna di parlargli. Mancava pochissimo alla stagione degli amori e lui non aveva ancora parlato con Sesshomaru di quell’argomento. Merda.

Doveva forse andarlo a cercare lui?

Era talmente immerso nei suoi pensieri che perse gran parte delle parole di Miroku. Sollevò il viso verso l’amico, e solo allora si rese conto di quanto il monaco fosse perplesso e pallido insieme.

-” Cosa è successo?”-

Miroku gli lanciò un breve sguardo spazientito. –“ C’è una persona che ti vuole parlare, qui fuori.”-

Inuyasha si rilassò: aveva pensato a chissà quale catastrofe.

-“ E chi? Totosai? Myoga? Il lupo rognoso?”-

-” Non esattamente.”-

Inuyasha scattò in piedi col busto, voltando lo sguardo in direzione della voce. I suoi occhi videro Sesshomaru per un attimo, e il cuore di Inuyasha cominciò a galoppare. L’illusione ottica svanì quasi subito, tuttavia, lasciando il posto ad una donna dai lineamenti molto simili a quelli di suo fratello, con le stesse marcature e vestita in maniera molto elegante, ferma sulla porta della capanna dove Inuyasha si era ritirato a rimuginare.

-“ Chi diavolo sei?”-

-“ Dovresti mostrare più educazione verso la tua matrigna.”- disse la donna, sorridendo in maniera leggermente inquietante.

Miroku spalancò gli occhi, imitato da Inuyasha. –“ Tu sei la madre di Sesshomaru…?”-

La donna stirò le labbra in un sorriso alla che-domanda-stupida-non-si-vede-la-somiglianza?, ed avanzò all’interno della casupola in legno.

-“ Ho saputo delle tue condizioni, Inuyasha.”-

Il ragazzo si infiammò –“ Chi diavolo…?!”-

Chi cazzo era andato a spiattellare i suoi affari al Giappone intero? Chissà perché una vocina fastidiosa nella sua mente ripeteva in maniera ossessiva il nome di Kouga…

-“ Le voci corrono rapidamente.”- rispose lei con un gesto noncurante del braccio, poi i suoi occhi tornarono su Inuyasha come lame di fuoco. –“ Non che sia troppo difficile accorgersene, in fondo. Spargi feromoni a piene mani…”-

Inuyasha divenne rosso come un pomodoro marcio, ed annaspò per riprendersi dalla notizia di odorare come una fottuta femmina in calore.

-“ Io spargo… COSA?”-

 

 

-4

-” Sicura?”-

La youkai annuì con un gesto elegante del capo. Le labbra vermiglie si stirarono in un sorriso divertito.

-“ E’ stata un’ottima copertura, per molti anni. Perfino io ci ho messo qualche minuto a capire che tu…”-

-“ Ho capito, ho capito.”- la interruppe Inuyasha immediatamente, sentendo nelle vicinanze della radura dove si era fermato con la Signora dell’Ovest, le voci di alcuni villani.

Non era il caso che la voce giungesse alle orecchie di Kaede. Molto probabilmente l’avrebbe rincorso con il suo dannato bastone da passeggio fino a ridurlo in un mucchietto di carne trita.

-“ Ti assicuro che Sesshomaru non ha voluto ignorare il tuo odore per sua volontà. E’ ancora tanto giovane, i suoi sensi si devono ancora sviluppare.”-

Inuyasha lanciò un’occhiata divertita alla donna: leggendo fra le righe, stava praticamente dando del cucciolo inesperto all’onorevole Sesshomaru!

-“ Comunque, sarebbe una buona idea che glielo dicessi tu stesso.”- proseguì la signora dell’Ovest con fare annoiato.

-“ Altrimenti, è probabile che quello sciocco di mio figlio non se ne accorga neppure, da solo.”-

Inuyasha sospirò, riflettendo sulle parole della donna. I suoi pensieri andarono però alla deriva, e l’unica domanda che gli balenò in mente fu molto semplice: che diavolo ci guadagnava, la madre di Sesshomaru, ad aiutarlo? Era rimasta al villaggio per sei giorni, quasi una settimana, sistemata nell’unica grossa e lussuosa capanna del villaggio. Lussuosa nel senso priva di spifferi e dotata di una forma di capanna, non una specie di quadrangolo informe in legno.

-“ Perché lo fai?”-

-” Cosa?”-

-“ Rimani qui e mi consigli.”-

Lei lo fissò sorpreso per qualche istante, come se fosse totalmente tocco. Poi, nello stesso tono che avrebbe usato per dire che il cielo è su e la terra è giù, gli rispose –“ Ma per vedere la faccia che Sesshomaru farà quando glielo dirai, naturalmente!”-

Inuyasha quasi si mise a piangere.

 

 

 

-1

Domani. Merda, domani. E di quel bastardo non c’è traccia.

Feh!

Merda. 

 

 

Data: 15esimo giorno del quarto mese dall’inizio dell’anno.

-La verità-

Countdown is over.

[Fine conto alla rovescia.]

 

Era assurdo. Era totalmente ed assolutamente assurdo.

Il villaggio era diventato una specie di ritrovo per idioti a sua insaputa? Durante la notte, si era sparsa la dannata notizia della sua morte imminente?

Dalle persone presenti, sembrava che Inuyasha avesse deciso di fare harakiri ed avesse invitato ad assistere i suoi peggiori nemici.

Partendo da sinistra, davanti alla capanna dove lui aveva dormito, c’erano:

Naraku, decisamente su di giri, che gli lanciò un’occhiata di furia repressa  [Evidentemente lui sapeva… e probabilmente era venuto soltanto per tentare di infilare i suoi sporchi tentacoli nel corpo di Sesshomaru. Chissà dove, pensò Inuyasha con un brivido.].

Kagura, che si limitò ad accoltellarlo con lo sguardo.

Kouga, che rideva come un pazzo e sembrava stesse per morire soffocato [non che ad Inuyasha dispiacesse.].

I suoi compagni, ciascuno con la faccia straordinariamente seria, come se stessero partecipando ad una cerimonia funebre. [La mia, pensò Inuyasha fatalisticamente.]

La madre di Sesshomaru, che scrutava il cielo alla ricerca del figliol prodigo.

Kaede e Rin, la prima rassegnata e la seconda confusa.

Kikyo, indifferente, quasi come se non sapesse neanche il motivo che l’aveva portata lì.

Jaken, che si tormentava le mani.. zampe… qualunque cosa avesse attaccata alla braccia verdognole.

Sesshomaru, che…

Sesshomaru?

Sesshomaru!

Per Inuyasha il tempo si bloccò, mentre la figura del fratello sembrava oscurare il sole. Ci fu un attimo di silenzio carico di tensione, gli uccelli smisero di cantare, le cicale di frinire, le rane di gracidare e perfino la madre di Sesshomaru distolse la sua attenzione dal sinistro cielo carico di minacciose nuvolette bianche.

L’hanyo sospirò brevemente, si grattò una guancia, si toccò il naso con la lingua e lesse guerra e pace prima di decidere di agire nella maniera più consona alla situazione.

Lui non era bravo con le parole, dannazione. Inutile tentare un approccio pacifista con uno youkai come Sesshomaru, il cui sguardo era divenuto vacuo e vagamente inquietante durante la lunga attesa.

Un urlo di sorpresa si levò dalla piccola folla riunita attorno ai due fratelli quando Inuyasha, con uno scatto felino, aprì il kariginu sul petto.  La reazione di Sesshomaru fu decisamente diversa: il suo sguardo si accese e si puntò sul petto del fratello, e lì rimase. Per quasi tre minuti, Sesshomaru fissò le protuberanze in corrispondenza dei polmoni del mezzodemone.

Inuyasha ha il seno, fu il pensiero coerente del demone.

-“ Allora?”-

Sesshomaru distolse a fatica gli occhi dalle tette di Inuyasha: era chiaramente fuori dai propri panni, in quel preciso istante. No, non per i seni in sé e per sé, quanto piuttosto per la persona a cui erano attaccati.

-“ Il kariginu ha sempre nascosto il mio odore e la mia vera forma. Nostro padre era stato molto previdente.”-

Sesshomaru si riprese abbastanza da sollevare un sopracciglio.

-“ Vostro padre aveva fatto in modo che solo al raggiungimento della maturità sessuale Inuyasha avrebbe potuto mostrare la sua vera forma. Il kariginu era uno schermo illusorio per gli occhi di chiunque.”-

Dodici paia di occhi spostarono l’attenzione su Naraku, che aveva esposto chiaramente un segreto lungo duecento anni. L’uomo liquidò la sua intuizione con un gesto annoiato. –“ Non è poi molto diverso da un simulacro.”-

-“ Oh. Quindi, il padre di Inuyasha non gli ha regalato casualmente il kariginu? Forse, aveva previsto il momento in cui sarebbe arrivato, per Inuyasha, il momento di mostrare tutto... tutta se stessa?”-

 

I due fratelli, tuttavia, ignorarono le congetture alle loro spalle. Si limitarono a specchiarsi l’uno negli occhi dell’altro.

-“ E’ il mio primo calore.”- mormorò Inuyasha. Da parte di Sesshomaru ci fu solo il silenzio.

Anche Inuyasha non parlò per diversi secondi. Sembrava volesse aggiungere qualcosa, ma le parole non riuscivano ad uscirgli dalla bocca.

Allora le sillabò, con voce talmente fine che Sesshomaru stesso stentò a capirlo.

-“ Voglio tu sia il primo.”-

 

-“ Secondo me, era solo uno stratagemma per difenderlo.”- esclamò Sango, assolutamente convinta della sua teoria. –“ Come uomo, Inuyasha poteva sopravvivere più facilmente!”-

-“ Però, è pur vero che il kariginu non poteva aumentare o modificare le sue reali capacità…”- obiettò Kagome, appoggiata in pieno da Kagura e Kaede.

Si erano tutti riuniti in un cerchio, come un piccolo club intento a discutere di questioni assai importanti. Parlavano anche a voce bassa, per evitare di far captare le loro congetture ad Inuyasha o, peggio, a Sesshomaru. Tanto erano immersi nei loro pensieri che sobbalzarono tutti, come se avessero infilato le dita nella presa della corrente, quando la madre di Sesshomaru emise un breve latrato divertito.

-“ Ma guardali…!”- ghignò la donna, fissando un punto alle spalle del gruppetto. Quando si girarono, i dodici confabulatori videro solo la bianca sagoma di Sesshomaru  che si avventava su quella rossa di Inuyasha, se la caricava sulle spalle e si alzava in volo.

Senza che Inuyasha protestasse.

 

Ci fu un attimo di silenzio stupefatto. Nessuno osò dire una parola per molti, molti minuti a seguire.

 

 

 

 

 

Data: Quattro cicli lunari più tardi

- Ricominciamo-

 

 

-“ Ehi, cuccioletto! Hai preso una decisione?”-

Inuyasha voltò il capo verso un divertito Kouga, che lo fissava dall’alto in basso con la solita espressione alla oh-ti-prego-dammi-un-pugno.

-” Anche se fosse, non sono affari tuoi!”- ringhiò Inuyasha, corrucciandosi. Era molto fastidioso il fatto che Kouga se ne fosse accorto ancor prima degli altri, perfino prima di Shippo che gli era sempre appiccicato. Eppure in qualche modo se l’era aspettato: i lupi hanno un olfatto molto più sviluppato dei cani, o volpi che dir si voglia.

Kouga rimase serio per un secondo, poi si mise a ridere in maniera estremamente irritante.

-“ Cosa diavolo ridi?!”- scattò il mezzodemone.

-“ Ne parli come se avessi un mucchio di tempo!”- rispose Kouga, ancora crogiolandosi nel suo brodo di risate –“ Eppure manca così poco!”-

Inuyasha spalancò gli occhi, impallidendo leggermente. Riacquistò subito il suo contegno, tentando di celare la sua sorpresa.

-“ E quanto manca…?”-

-” Un ciclo lunare e tre giorni esatti, prima che si veda.”-

-“ Si veda? Ovvero…?”-

Kouga portò i pugni sui fianchi –“ Prima che si veda che sei incinta, cara la mia Inuyasha-chan!”-

Inuyasha si accarezzò lo stomaco distrattamente –“ E se lascio che… Kagome e gli altri lo deducano da soli?”-

-” Si incazzeranno. Oh, se si incazzeranno.”- replicò Kouga con un enorme sorriso a trentadue denti. Sembrava divertirsi un mondo a vederla in difficoltà, quel bastardo.

Inuyasha sospirò mestamente, lasciando che i suoi occhi fissassero un punto lontano, all’orizzonte. Sembrava del tutto immerso nei suoi pensieri, e perfino la sguaiata risata di Kouga non fu più che un ronzare fastidioso per le sue orecchie.

Merda, aveva di nuovo trentuno fottutissimi giorni per dire la verità!

 

 

 

 

FINE… o no?

 

 

 

*un ciclo lunare e tre giorni: 28 giorni del ciclo lunare completo più altri tre. Totale: trentuno giorni :D

harakiri: suicidio rituale.

Inuyasha-chan: il chan è usato per ragazze. Kuooga sta cercando di prendere in giro la piccola Inuyasha, affibbiandole un appellativo che si usa per giovani donne.


  
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