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Autore: ignorance    19/04/2010    6 recensioni
« Oh, Jay, come faresti senza la mia eccelsa consulenza? »
Genere: Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Commenti dell’autrice:Mh, a quanto pare la mia ultima Colin/Jared non è piaciuta ;____; nemmeno una, e dico una, recensione ç_ç Oh, beh, non sono il tipo da prendersela per così poco XD Posterei comunque, anche solo per il mio stesso sfizio di pubblicare qualcosa. Tanto sono sempre One-shot o Flashfic, quindi non rubo poi tanto tempo a nessuno :D Okaaaay, vi lascio alla mia storia, che spero vorrete recensire, anche se suppongo sia chiedere troppo.
Credits: Per iniziare vorrei chiarire che questa storia non è a scopo di lucro –ahimè, guadagnerei ben poco- e che non sto insinuando niente della presunta storia tra questi due –sperando che non sia solo un’insinuazione-. E ricordiamo che Jared Leto appartiene a Jared Leto (purtroppo * coff *) e Colin Farrell appartiene a Colin Farrell :D

***

« Non lo so, Jay. » Colin scosse la testa melodrammaticamente, facendo ondeggiare il suo gin tonic nel bicchiere, succhiando oziosamente la fettina di limone -che vi aveva aggiunto lui stesso con la minuzia di un architetto- « Non so proprio cosa dirti »
« Come no, Col. Tu sai sempre cosa dire! Non chiudi quella dannata fogna nemmeno mentre mangi! »
Jared sbuffò, ansioso.
« Forza, Cole, non ho molto tempo! » sbottò, buttandosi a sedere sulla sedia davanti a lui. Prese a fissarlo insistentemente, finchè esso non posò il bicchiere sul tavolo e lo guardò di rimando, palesemente scocciato, con una smorfia di disappunto sulle labbra.
« Non ne ho idea, Jay, davvero. » sospirò l’Irlandese, scuotendo gravemente la testa « Non sono bravo in queste cose. Insomma, ho la stessa capigliatura da quando ero un moccioso ciuccia-latte e andavo ancora all’asilo! Non mi faccio certi problemi, queste cose le ho sempre lasciate decidere ai capelli stessi »
Jared alzò gli occhi al cielo. Che zotico!
« Ma certo, Cole. Non credere che non si veda, però, che tu e i tuoi capelli avete un rapporto fin troppo libertino » lanciò uno sguardo di sufficienza ai capelli buttati scompostamente sul capo dell’Irlandese, terribilmente somiglianti ad uno scopettone spelacchiato, e scosse la testa.
« Come ti ho già detto, mi pare, per la ventesima volta, non sono bravo in queste cose. » ribadì l’altro con sussiego, lanciandogli uno sguardo eloquente da “lasciami consumare il mio drink in pace” e accarezzando bramosamente il bicchiere posato sul tavolo.
« Quali cose? Queste non sono cose, Cole, ne va della mia vita futura! Non puoi generalizzare così una questione di tale importanza! » esclamò Jared, sventolando le mani nell’aria a caso.
Colin roteò gli occhi. « Oh, Jay, come faresti senza la mia eccelsa consulenza? » domandò ironicamente, riprendendo tra le mani il suo amato bicchiere e riprendendo a farlo ballare in circolo. Lo squadrò attentamente per minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni, decenni, secoli, millenni, ere…in assoluto silenzio.
Dopo minuti, ore, giorni eccetera eccetera, Jared cominciò ad agitarsi sulla sedia e sbuffò sonoramente.
« Cole, ce la faremo prima del Natale prossimo? » esclamò con la voce più alta di qualche ottava, con il sedere nervosamente posato sulla sedia. Poteva quasi sentire le chiappe vibrare. Diamine, che stress!
L’Irlandese sorrise ironicamente, senza staccare gli occhi dal bicchiere, e rimase in silenzio, talvolta bevendo il suo gin tonic a piccoli sorsi, talvolta immobile e statuario con gli occhi assottigliati per lo “sforzo mentale”.
« Mh » fu l’unico suono che emise, dopo aver schioccato le labbra e lanciato un occhiata di apprezzamento al bicchiere.
Si alzò, versandosi un altro po’ di gin, e risedette prendendo nuovamente la posa concentrata, mentre le piccole rughe d’espressione che gli solcavano la fronte si accentuavano.
Jared guardò nervosamente l’orologio sulla credenza alle sue spalle e sgranò gli occhi, spalancando la bocca in un muto grido d’orrore –a dir poco esagerato-.
« Cole! » strillò « Mancano solo venti minuti! »
Colin ghignò, ricevendo l’illuminazione. « Qualcosa alla moda, hai detto, mh? » rimuginò, un grosso sorriso –tanto grande quanto preoccupante- che gli increspava le labbra.
Jared annuì, sorridendo nevroticamente.
« Ho trovato! » l’esclamazione di Colin lo fece sobbalzare malamente, facendolo scattare in piedi come una molla. « Ah, sì? Dimmi! Il parrucchiere starà già aspettando! »
L’Irlandese ghignò.
« Fatti una cresta! Una cresta rossa! È moderna e semplice da rifare a casa, no? »
Jared non colse l’ironia nella sua voce, e sorrise radiosamente. Borbottò qualcosa del tipo “chissà perché non ci avevo pensato prima” e gli scoccò un rapido bacio riconoscente.
« Grazie! » esclamò, correndo via prima che Colin potesse fargli notare che stava scherzando.
Lo sentì inveire contro le chiavi scomparse, che aveva in tasca, contro la porta serrata, che aveva chiuso lui stesso per la “privacy”, la “security” e tutte quelle menate lì, e persino contro una delle sue amate unghie, che gli si era impigliata nella sciarpa.
Poté udire distintamente ogni insulto pronunciato a mezza voce contro ogni oggetto, esistente o meno, nel raggio di venti chilometri, e sorrise.
Cristo Santo, lo avrebbe fatto davvero? Si sarebbe davvero fatto una cresta da gallina, per di più rossa, sulla testa?
Scosse la testa e prese un sorso di gin. Bastava aspettare, no?



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Ringrazio chiunque leggerà, indiscriminatamente che vi piaccia o meno, ma soprattutto chi recensirà, mi farebbe un immenso piacere, nemmeno immaginabile a molti.
   
 
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