L'idea per questa mini shot è stata decisamente
improvvisa.
Volevo creare una storia yuri con protagoniste Neliel e Cirucci
che fosse una flash, ma purtroppo non è risultata tale e ho
allungato il brodo. Era stata concepita come una flashfic, quindi
forse per questo a lavoro ultimato non è che ne sono rimasta
molto
convinta.
Comunque sia eccola qui, a vostro giudizio.
Semplicemente Vuoto
Avanzò a tastoni con la mano su quelle candide lenzuola, in cerca di ogni possibile oggetto o indumento che avesse precedentemente smarrito, cercando di essere il più discreta possibile.
Tastò
e
controllò più volte le
pieghe di quelle stoffe conosciute, alla ricerca dei propri averi,
fino a trovarli un po' per volta.
Nella pesante ombra
della sua grande stanza, Neliel Tu Oderschvank si
rivestì con cura e in un silenzio a dir poco assoluto.
Stivali,
giacca, e persino la fodera della spada dovette raccattare da terra e
risistemare addosso alla propria persona.
Un po' per volta, e con molta pazienza,
ogni dettaglio della sua divisa di Espada fu nuovamente messo al
proprio posto, e persino i capelli ricevettero una veloce spazzolata
tramite le dita inguantate di tessuto sintetico.
Infine, quando finalmente ogni lembo di
carne della Tercea Espada fu finalmente coperto da stoffa e bottoni,
la giovane donna volle togliersi un altro piccolo sfizio in quella
grande stanza buia.
Abbandonando l'espressione seria che
l'aveva accompagnata durante la vestizione, si voltò di
spalle per
osservare ancora una volta il letto immerso nell'oscurità e
chi ci
era sopra.
Un suono morbido di un respiro
rilassato, giunse attutito alle sue orecchie sveglie, e ciò
la fece
sorridere con una punta di sincero divertimento nel vedere quel
fagotto di lenzuola che le dava le spalle.
Soffocando un lieve
ghigno divertito, volle compiere l'audacia di allungare una mano
verso quelle esili spalle, per svegliare in modo brusco e inaspettato
la
graziosa ospite.
“Se ci provi... Ti taglio un
braccio”
la voce gracchiante dovuta ad un
prematuro risveglio di Cirucci Tunderwitch, bloccò sul
nascere
l'intento della Espada che voleva svegliare di soprassalto la
compagna. Neliel spalancò gli occhi sorpresa, prima di
rilassarsi e
lasciare che dalle labbra le uscisse una sottile risata divertita.
“Non sei in vena di giocare un po'
Cirucci?!”
“Abbiamo giocato
per ben due
ore, e direi che per oggi basta così...”
Una giovane donna dai lunghi e
spettinati capelli neri, emerse dall'oscurità e dalle
lenzuola
stiracchiandosi rumorosamente prima di osservare la padrona di casa.
Sbuffando seccata e con – apparentemente – falsa
indisposizione a
quello sguardo sottilmente divertito.
Era strano, ma qualunque cosa nella
reggia personale di Neliel, dava una strana idea di accoglienza
nonostante l'arredo spartano ed essenziale. E forse era stata quella
strana impressione di accoglienza ad attirare così tanto
Cirucci –
l'attuale Quinta Espada – alla Tercea Espada.
Uno strano senso spesso le riempiva il
corpo, notando come con lei stranamente si sentisse a proprio agio,
oltre che attirata dalla sua stessa persona incredibilmente –
dannatamente – carismatica.
Ciò comunque, oltre a renderla curiosa
per quel che si ritrovavano a volte a consumare, la portava anche a
nutrire uno scomodo imbarazzo che il più delle volte poi la
rendeva
di cattivo umore.
Neliel era bella e terribilmente
carismatica, un genere di persona che difficilmente Tunderwitch si
sentiva in vena di disturbare con il caratteraccio che si ritrovava.
Un elemento da evitare quindi, peccato che ogni dannata volta che
avevano modo, entrambe, di guardarsi negli occhi, c'era sempre quello
strano impulso istintivo che le portava spesso a
quel
risultato.
“Ma dai, non mi sembrava che ti
dispiacesse poi tanto fare... Ehm, com'è che lo
chiamano?!”
La falsa ingenuità di Neliel, fece
roteare gli occhi di una esasperata Cirucci. Che ormai preda di un
imbarazzante e odioso disagio, decise di alzarsi in piedi per
raccogliere i propri averi.
“Gin sama lo chiama fare sesso, e ad
ogni modo direi che ci siamo divertite a sufficienza!”
Era innegabile che alla terza Espada,
quella donna così eccentrica la incuriosisse parecchio sotto
ogni
punto di vista.
Strano ma vero, Cirucci non solo era
capace di strappare un sorriso sincero a Neliel, ma era anche capace
di farla sentire a proprio agio nonostante il tumulto dei sensi che
spesso si vedeva affrontare. Era bizzarro dirlo così, ma la
sua
compagnia le piaceva, così come apprezzava anche quelle sue
note
acide che stranamente lei trovava divertenti.
Per quanto effimere, per quanto
tristemente illusorie, quelle emozioni portavano sempre Neliel a
sorridere ad una compagna confusa che, così come si infilava
tra le
sue lenzuola, con altrettanta insicurezza abbandonava quella loro
oscurità complice e senza motivo apparente.
Erano Arrancar, erano creature senza
cuore, e forse proprio per questo nessuna delle due riusciva mai a
dare una spiegazione logica a quello che accadeva in quelle quattro
mura grigie.
Neppure il nome di quei gesti che le
accompagnavano con così tanto trasporto, sapevano ricordare
alla
perfezione, e questo piccolo dettaglio tecnico un po' tolse di dosso
alla bella Tercea, il sorriso che le era nato in volto alla vista
della compagna stressata.
Cirucci il disagio lo sentiva spesso
solo dopo che si faceva inghiottire così dal buio dando
retta a quel
suo istinto selvaggio, che alcuni individui trovavano tanto
stuzzicante quanto irritante. Per questo quello che stava provando in
quel preciso momento – mentre si sistemava con dita tremanti
dal
nervoso la sua vistosa divisa – quel misterioso brivido che
la
scuoteva ogni volta che il vortice delle sensazioni terminava, le
dava davvero suoi nervi.
E
c'era amarezza alla fine.
C'era
davvero tanta amarezza quando non si riusciva mai a dare un senso a
ciò che accadeva loro attorno. O dentro i propri cuori.
Quella stessa amarezza che portò una
Cirucci seccata a togliersi di mezzo in modo piuttosto repentino,
aprendo una grande porta di ingresso in modo improvviso, e andando
quasi a travolgere chi era presente oltre tale porta.
Non salutò in modo sgarbato, non
lasciò un bacio a fior di labbra alla padrona di casa,
semplicemente
se ne andò così come era venuta. Bella e
prepotente, tanto
amareggiata per essere vuota quanto Neliel.
Pesche venne quasi buttato a terra
dall'irruenza della Quinta Espada nell'uscire dalla stanza, e
nonostante il titolo che la donna portava, volle comunque lanciare
una parola di disapprovazione per quella maleducazione istintiva. Per
sua fortuna, Tunderwitch era troppo sulle sue per prestargli
attenzione. Rivolgendosi infine, con meno sfacciataggine, alla
propria padrona.
“Ehm... Io... – tossicchiò per
darsi coraggio – sono appena arrivato eh!
Non... non ero
alla porta da molto... Eh!”
la voce della Fracctiòn tremava
leggermente nell'intento di sparare balle da quella
sua bocca
ossuta e poco umana, ma la donna tuttavia ignorò quella
imprudenza
dato che era decisamente troppo impegnata a pensare ad altro.
Ancora con la testa colma di pensieri e
con un sorriso sulle labbra che si abbassava amareggiato, mentre
distrattamente ascoltava le parole dei un servo ficcanaso che la
informava dei soliti impegni “mondani”, decise che
in effetti era
il caso di smetterla di giocare.
Ciò che era davvero sbagliato in loro – in Neliel e Cirucci – e che idealmente portava alla frustrazione di entrambe, era la consapevolezza di essere vuote.