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Autore: XShade_Shinra    20/04/2010    1 recensioni
Era un amore diverso, speciale. Un amore che prima della carne poneva l'anima.
[ Classificata 1° al Contest "10 years more" indetto da shari-chan sul Forum Collection of Starlight - C.o.S. ]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Spiritual Love-
Era un amore diverso, speciale. Un amore che prima della carne poneva l'anima.
Fanfiction classificata 1° al Contest "10 years more" indetto da shari-chan sul Forum Collection of Starlight - C.o.S.  



-Titolo: Spiritual Love
-Autore: XShade-Shinra
-Fandom: Originale  
-Genere: Romantico, Introspettivo, Malinconico, Fantastico  
-Rating: Giallo
-Capitolo: One Shot
-Disclaimer: Lo scritto ed i personaggi sono interamente di mia proprietà. Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati.  
-Tema: L'amore non ha età



- Spiritual Love -


Come ogni notte, il silenzio del buio fu rotto dal bieco scricchiolare dei cardini della porta di quella vecchia casa abbandonata.
Vi entrò un uomo sulla quarantina, che salì le scale marcescenti,
camminando a passo affrettato, fino a giungere ad una grande stanza, dove vi era una giovane fanciulla dalla pelle lattea come gli argentati raggi che filtravano dalla finestra.
«Scusa per il ritardo.» le disse l’uomo, sistemandosi l’abito e sedendosi sul vecchio tavolaccio lì accanto «Ti sei annoiata?»
«No.» rispose ella, guardando il libro sul davanzale «Atalanta mi ha tenuto compagnia.»
L’uomo lo prese e si strinse nella giacca, dato che la finestra non aveva più i vetri e faceva molto freddo. Tutte le superfici riflettenti di quella dimora erano state rotte. Ciò a causa dell'orrore che la ragazza aveva in faccia: una terribile cicatrice che le aveva segnato metà del volto e reso bianco un occhio, frutto di uno stupido gioco vicino al focolare.
«Posso leggere per te?» le propose, e gli occhi della fanciulla si illuminarono.
«Sì.» sorrise. Adorava quando il suo compagno la viziava in quel modo.
Così, mentre ascoltava quella storia, letta dalla voce bassa e avvolgente dell'uomo, la fanciulla si lasciò cullare dai ricordi, rimembranze di un tempo passato.

Come tutte le notti da quando aveva memoria, girava da sola in quella sconfinata villa ormai in rovina, piangendo e urlando. Martoriata dal dolore, percepì la presenza di un trio di bambini, e andò da loro per scacciarli. Voleva rimanere sola, non voleva essere vista da nessuno in quello stato: da quando era diventata così, nessuno la voleva più intorno, e quando provava ad avvicinarsi a qualcuno, tutti scappavano per il terrore, facendole vivere il suo incubo da sola.
Così, prese ad urlare per i corridoi, facendo sì che due bambini scappassero; ma l'ultimo rimase lì, osando addirittura avvicinarsi a quell'abominio. Quando però il bimbo giunse davanti a lei, le parlò in una strana lingua, che non riuscì a comprendere. Per la tristezza e la consapevolezza di essere stata messa talmente ai margini della società da non riuscire nemmeno più a capire i suoi simili, la fanciulla si chinò a terra, singhiozzando.
"Sono un mostro, sono un mostro…" si ripeté, prima di sentire il bambino piangere, insieme a lei.
Non capendo il perché, lo guardò e vide che si stava soffiando il naso, per poi porgere un altro fazzoletto proprio a lei! A colei che veniva evitata da tutti a causa di ciò che era.
Cercò di parlare al bimbo, per ringraziarlo, ma nemmeno il piccolo capì quanto ella volesse dire e le lasciò lì il fazzoletto, andando a casa e salutandola con la manina paffuta.
La sera dopo, la fanciulla sentì la stessa presenza del bimbo che entrava di nuovo nella casa. Quella volta andò ad accoglierlo, incontrandolo in salotto. Vide che teneva in mano un libro molto voluminoso, non ne aveva mai visto uno così.
«Ciao. Io Mauro.» la salutò in maniera sgrammaticata, nella lingua della ragazza: il latino «Volere essere amica mia? Parlare con vocabolario.» spiegò, mostrando il tomo.
“Un amico?” pensò tra sé e sé, erano secoli che non ne aveva uno. Commossa, si mise a piangere piano.
«No piangere. Quello fare tu brutta. » sorrise, guardandola dal basso verso l'alto «Tu bella.»  
E a quelle parole, la ragazza pianse ancora di più, per la gioia che le sembrava stesse per scoppiarle nel petto.
«Mi chiamo Guendalina…» si presentò tra le lacrime.

Fu da allora che quel bambino andò sempre a trovarla e, pur di stare accanto alla sua nuova amica, iniziò fin da subito a studiare latino.
Ben presto, tra i due si instaurò un solido e forte legame che durò anni ed anni, fino a diventare un qualcosa di più.

Diventò Amore.
 
Fu Mauro per primo a svelare i propri sentimenti alla fanciulla. Ormai non era più un bambino, andava già alle superiori e aveva capito che la giovane Guendalina non era solo una semplice amica.
Da lì iniziò la loro vera e propria relazione. Molto diversa da quella delle comuni coppie.
Si vedevano solo la sera, dopo il tramonto, unicamente nella vecchia casa di Guendalina che, anno dopo anno, cadeva sempre più in rovina. Non potevano uscire da lì, poiché la ragazza era legata a quella casa, ma non era ciò a fare di loro una coppia “strana”, ma il fatto che non avessero mai consumato carnalmente il loro rapporto. E la “colpa” era di Guendalina.

«Mauro?» lo chiamò la fanciulla, di punto in bianco «Perché non ti cerchi un’altra donna? Sei ancora giovane.»
L’uomo la guardò come se gli avesse appena detto di uccidersi.
«Non potrei mai…» sussurrò, movendo il capo.
«Io non posso darti tutto quello che desideri. » pianse appena. La sua più grande limitazione le pesava, opprimendole il cuore.  
«Guendalina…» sussurrò lui «Tu sei la ragazza migliore del mondo. Non ne troverò mai un’altra come te. Sei dolce, gentile, e sempre pronta ad ascoltare i miei problemi e a consolarmi, al contrario di molte altre. Se ho scelto te, è perché sono certo che il nostro amore sia profondo e vero.» chiuse il libro e sorrise «Non ti cambierei per nulla al mondo.»
Dopo quelle parole, il vecchio pendolo a cucù suonò le undici; tempo per Mauro di tornare alla propria dimora. Appena i rintocchi smisero di riempire il silenzio di quelle fredde mura, Guendalina alzò lo sguardo, incrociando le sue argentate pozze con le iridi nocciola dell'uomo.
«Sappi che quando morirai, allora anche io lascerò questa terra perché non avrò più alcun rimpianto che mi legherà qui.» sussurrò la ragazza, evanescendo piano piano alla vista dell'amato, le cui guance vennero solcate da due lacrime di commozione.
«A domani, Amore mio.»

§Fine§
XShade-Shinra

 



-Note: tutti i dialoghi sono ovviamente in latino.
Atalanta: l’unica donna tra gli Argonauti. Nella mia immaginazione, Mauro aveva prestato a Guendalina un libro con la versione latina de “Le Argonautiche”.  



Risposte alle Recensioni:

x Mizushipping: >///< Se dici così mi imbarazzi. Sono contenta che la mia FF ti sia piaciuta. ^^ 
  
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