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Autore: Tayr Seirei    21/04/2010    6 recensioni
Questa è la mia versione di Figlio della luna. L'ho tramutata in una favola egizia. Non ha riferimenti precisi all'anime/manga. Né ci sono propriamente i pg dell'anime: tutti coloro che rimangono senza nome, qui, sono solo figure ideali, che potrebbero richiamare persone effettivamente presenti nella storia. Ma verso la fine fanno la loro brava comparsa Yami e Yuugi, e vi anticipo che ci sono degli accenni di shonen-ai (e romanticismo, credo) ^^. E allora, cominciamo! Narra la leggenda...
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Yuugi Mouto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'L'ultimo pezzo del Puzzle'
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Salve a tutti! ^__^
Rieccomi qui con una storia il cui parto, ve lo confesso, è stato un po' travagliato ^^'; dopo la prima stesura, è stata riscritta e rielaborata molte volte, ma alla fine ce l'ho fatta.
Questa è la mia versione di Figlio della luna dei Mecano. La canzone parla di una leggenda spagnola, io l'ho tramutata in una favola egizia. Non ha riferimenti precisi all'anime/manga. Né ci sono propriamente i pg dell'anime: tutti coloro che rimangono senza nome, qui, sono solo figure ideali, che potrebbero richiamare persone effettivamente presenti nella storia. Però, nel finale, i protagonisti sono Yami e Yuugi ^_^. E non ho potuto evitare degli accenni di shonen-ai XD. Detto questo, buona lettura!



Figlio della luna




Per chi non fraintenda
narra la leggenda




Narra la leggenda questa antica storia.
Antica come le grandi piramidi del deserto, ancora erte a sfidare il Tempo; antica come l'Incanto - tutt'oggi vivo e pulsante - del paese dalla Terra Nera, Kemet.
Fu lì che tutto ebbe inizio...



Di quella gitana
che pregò la luna bianca ed alta nel ciel.




Khaset.
Appariva crudele agli occhi di molte persone, il deserto. Eppure sovente esso si mostrava magnanimo, nascondendo e celando fra le sue curve d'oro e fuoco chi cercava rifugio.
Come la donna sola che ora arrancava fra le dune, accarezzata da una brezza lieve e incostante. Quando quel venticello calava del tutto, solo il suo respiro e i suoi faticosi passi restavano a spezzare il silenzio.
Su di lei, le stelle. Il velo nero di gereh ne era trapunto. Tra loto spiccava la Luna, reale regina della sera.
La donna si inerpicò su una collinetta di sabbia appena più elevata delle altre. Alzò la testa e fissò il disco d'argento, il quale sembrò ricambiare.
Forse la figurina solitaria incuriosiva la Luna?
La sua veste di lino consunto, squarciata su un fianco, non era più sufficiente a nascondere la pancia dalla sporgenza leggera ma decisa. Gli occhi arrossati ormai lacrimavano da soli, a causa di tutti i granelli di sabbia e polvere che vi erano finiti... ma la donna era forte, e non riabbassò il capo.
Continuò a guardare ostinatamente la Luna.
L'unica che avrebbe potuto esaudire il suo desiderio.



Mentre sorrideva
lei la supplicava: "Fa' che torni da me!"




- Ti prego - scandì la donna all'improvviso, nel silenzio del khaset. - Ti prego, fa' che torni da me!
Era stata la preferita del Faraone.
La Grande Sposa Reale era morta tempo prima, lasciando il re senza eredi. Per porvi rimedio, Egli aveva cercato qualcun altro che potesse donargli un figlio... trovando così lei. Questa donna dall'esotica carnagione chiara, in netto contrasto con gli occhi - pozzi neri - e i capelli, altrettanto scuri e ondulati.
Era stata la preferita del Faraone. Ma Egli aveva gli obblighi, gli impegni e le responsabilità consuete del suo ruolo, e aveva finito col trascurare la nuova pupilla. Lasciandola sola, sempre sola...
Ed ella, quando infine la solitudine si era fatta pugnale nel suo cuore, si era lasciata incantare dalle lusinghe di un servo. Con cui aveva condiviso... troppo: se stessa.
Un tradimento squallido, una cedimento morale inqualificabile.
Fu solo l'amore sincero della Luce d'Egitto a salvarla, poiché si limitò a scacciarla, privandola però dell'onore. Nessuno avrebbe più voluto accanto la donna che aveva tradito il Re.
Sciocca. Aveva semplicemente avuto troppa paura della solitudine per aspettare l'uomo che amava davvero.
Ma ora lo rivoleva, voleva nuovamente il suo cuore. Le dispiaceva per ciò che era successo... e lo rivoleva con sé.
- Per favore, Luna! - implorò. - Rivoglio colui che amo!



"Tu riavrai quell'uomo, pelle scura,
con il suo perdono, donna impura,




Il vento si alzò. Frustò la donna e la duna su cui si trovava, modellando la sabbia a suo piacimento.
Una figura, pallida quanto le stelle, prese forma accanto a lei. Fatta di sabbia e sogni, sussurri e preghiere.
Era impossibile. Tuttavia, la donna capiva: non era un sogno. La dea della Luna voleva ascoltarla.
- Tu eri la prediletta del Faraone - Una voce disincarnata, flebile come la brezza lieve di prima, ma tagliente come il metallo.
- E l'hai tradito. Hai ferito l'incarnazione di Horus - il suo tono divenne sprezzante. - Perché mai dovresti sperare nel suo perdono e, soprattutto, in quello degli Dèi?
La donna era tenace, non si voleva arrendere. Quell'uomo le apparteneva! - Io rivoglio il suo cuore - annunciò, con decisione. - E sono disposta a fare qualsiasi cosa per ottenere ciò che voglio!



però in cambio voglio
che il tuo primo figlio venga a stare con me."




- Va bene, donna impura - La dea assunse una strana espressione. - Riavrai quell'uomo, a patto che il tuo primo figlio venga a stare con me.
La donna esitò. Come avrebbe potuto separarsi dal suo primo figlio, quella creatura che già cresceva dentro di lei?
Visioni di ciò che l'attendeva altrimenti non tardarono. Pensò a come sarebbe stata la sua vita, se non avesse ottenuto perdono. Una reietta. Un'esistenza di fughe e oscurità. Già tutti le avevano voltato le spalle; come avrebbe potuto tirare avanti? Anche il suo bambino rischiava di trovarsi incastrato in quel destino senza redenzione. E poi non voleva, non voleva stare sola!
Non aveva la forza di affrontare il mondo, così...
- D'accordo, Luna - si decise allora. - Avrai il mio piccolo.



Chi suo figlio immola
per non stare sola non è degna di un re.




Uno scintillio sinistro negli occhi della dea.
Ella e la donna si strinsero la mano.
Il vero destino venne così sancito.



Luna, adesso sei madre,
ma chi fece di te una donna non c'è.
Dimmi, luna d'argento,
come lo cullerai se le braccia non hai?




- Saprai prendertene cura...? - chiese poi la donna, esitante.
La figura di sabbia dell'altra si disfò, riversandosi come una cascata dorata sulla duna. - E te ne preoccupi soltanto ora, donna? - Una nota di disgusto nella voce dell'immortale. - Sì, non temere; nulla gli mancherà. E ora, vai, pelle scura, torna dal tuo uomo...

Tutto accadde come la Luna aveva decretato.
Al suo ritorno a corte la donna fu mal vista, la sua comparsa accompagnata da sussurri ostili. Però il Faraone, ancora innamorato, dopo essersi convinto del suo reale pentimento, la riaccettò con sé.
La donna aveva mentito, giurando di non essere andata oltre il bacio, con quello sguattero. Era una menzogna, ma lo sapeva: non doveva preoccuparsi, il figlio che aspettava era della Luce d'Egitto.



Nacque a primavera un bambino
da quel padre scuro come il fumo




Il bambino nacque quando ormai shemu, la stagione delle Inondazioni, era alle porte. Come se anche lui fosse una vita donata dal grande fiume. La donna aveva dimenticato, però, che la Luna voleva quel dono per sé, e avrebbe fatto di tutto per averlo...



con la pelle chiara,
gli occhi di laguna
come un figlio di luna.




Era un bambino dalla pelle chiara. Grandi occhi violetti come le acque del fiume al tramonto, ciocche d'oro a spezzare la chioma corvina. Non aveva nulla né della madre, né del padre; e la Luna, birichina, spietata, concluse l'opera sussurrando all'orecchio del Faraone le parole fatidiche: "Lui non è tuo figlio!".
Benché non fosse la verità, nessuno può ignorare ciò che dice un dio.



"Questo un tradimento!
Lui non mio figlio ed io no, non lo voglio!"



Il Faraone separò la madre dal suo bambino.
Fu un attimo, ma alla madre bastò per capire che tutto...
almeno per lei... si concludeva lì.
E si pentì. Troppo tardi.



Luna, adesso sei madre,
ma chi fece di te una donna non c'è.
Dimmi, luna d'argento,
come lo cullerai se le braccia non hai?
Ah, ah ...
Figlio della luna!




La donna aveva fatto molte cose deplorevoli, nella vita, e le rimpianse tutte in quel momento.
Insensibile al dolore dell'altra, il Faraone la guardava privo di espressione. L'ennesimo tradimento.
Non solo della donna: si sentiva tradito dall'amore stesso.
Dopo la morte della sua prima amata, anche questo...?
D'improvviso, la vista di quella figura inerte gli risultò insopportabile.
Tremarono al suo passaggio, le solerti guardie. Potevano percepire la furia a stento trattenuta.
Egli si fermò sulla soglia. - Uccidetela.
Una delle guardie, già padre, capiva appieno cosa volesse dire eseguire il comando. - Ma, sire...
E la rabbia del Re esplose. - Tuo compito è obbedire, non domandare!



Il gitano folle di dolore
colto proprio al centro nell'onore
l'afferrò gridando,
la baciò piangendo, poi la lama affondò.




Avrebbe voluto baciarla un'ultima volta.
Ma il dolore era troppo. La rabbia anche.
Non poteva ignorare questo nuovo tradimento, questa nuova pugnalata che la vita sleale gli aveva inflitto.
Strappò la lancia di mano alla guardia - senza permettergli di interferite oltre. E prima che le lacrime di frustrazione, risentimento e dolore traboccassero, affondò la lama nel cuore di colei che lo aveva amato.



Corse sopra un monte
col bambino in braccio e lì l'abbandonò.




In uno degli spaziosi balconi, il Gran Visir attendeva. Placidamente addormentato, il bimbo sonnecchiava tra le sue braccia, ignaro del destino di sua madre.
Giunse presto il Faraone, uno schizzo di sangue sul viso.
- Sire - cominciò l'anziano canuto. - Condivido il suo stato d'animo, e comprendo pienamente la punizione della donna. Ma il bambino non ha colpe...
- Liberatene - lo interruppe l'uomo lapidario. Il suo tono non ammetteva repliche, e lo sguardo vuoto ma risoluto non lasciava adito a dubbi: voleva arrivare alla fine di quella faccenda.
- Come desiderate.
Il Visir lo affidò alla guardia di prima. L'unica che avrebbe saputo cosa fare.
E costui seguì il suo istinto, cavalcando nel deserto e abbandonando il piccolo in una duna qualsiasi.
No, non una qualsiasi: era la medesima duna su cui la donna aveva pregato, tempo prima.



Luna, adesso sei madre,
ma chi fece di te una donna non c'è.
Dimmi, luna d'argento,
come lo cullerai se le braccia non hai?
Ah, ah ...
Figlio della luna!




Il pianto solitario del bambino riecheggiava per il deserto. Sarebbe rimasto così?
No. Stavolta non fu una figura di sabbia, ma la dea della Luna in persona, nel suo incarnato d'ambra, a comparire. Prese in braccio il piccolo piangente.
- Non aver paura, Atemu - disse la dea, accarezzando piano la testolina scarmigliata. - Ti affiderò a qualcuno che si prenderà cura di te. Sempre...

Un altro ragazzo, dalla capigliatura e gli occhi molto simili a quelli del piccolo, si occupa di Atemu adesso. Tra le persone di tutti i tempi, i mondi e i paesi, la Luna ha scelto proprio lui, Yuugi, perché in fin dei conti possiede l'altra metà della sua anima.
Atemu non piange più. Con la testa appoggiata alla spalla di Yuugi, ascolta rapito una ninna nanna che lo culla dolcemente nel regno dei sogni. - Se la luna piena poi diviene
è perchè il bambino dorme bene,
ma se sta piangendo
lei se lo trastulla, cala e poi si fa culla.
Ma se sta piangendo
lei se lo trastulla, cala e poi si fa culla.



*********************************************

Yami e Yuugi si svegliarono di soprassalto.
Un sogno, lo stesso, aveva unito le loro menti un'altra volta ancora. Accadeva di frequente, ormai.
Accoccolati l'uno all'altro sul grande letto, con le schiene appoggiate alla parete, sbatterono le palpebre, mentre cercavano di ridare un senso a quello che li circondava.
La loro camera. Riviste d'enigmistica sparpagliate sulla scrivania, mazzetti di carte talmente curate da luccicare nella penombra, modellini - polverosi - sulle mensole e anelli rompicapo. Il solito casino, insomma.
- Ra benedetto - fece Yami, stropicciandosi gli occhioni violetti. - Ho sognato una sorta di "mia storia alternativa"...
Yuugi assentì, con un sonoro sbadiglio. - Anche io.
Atemu arrossì vagamente, ripensando a se stesso da piccolo in braccio al suo Aibou, poi si sdraiò del tutto e gli appoggiò la testa sulle cosce.
- Però, quella canzone non era male...
- Luna, adesso sei madre, ma chi fece di te una donna non c'è. - riprese Yuugi, schioccandogli un bacio sulla punta del naso.
Yami sorrise. - Dimmi, luna d'argento, come lo cullerai se le braccia non hai?
Cantava bene. nonostante la sua voce avesse un timbro basso, che faceva suonare la canzone molto più arcana di quanto non fosse. L'altro andava pazzo per la sua voce; sentirlo cantare, sebbene per pochi secondi, era una cosa tanto rara e preziosa che lo scioglieva sempre.
Yuugi lo baciò nuovamente, ma stavolta sulle labbra. - Però voglio cantarla io... Sbaglio, o la Luna ti ha affidato a me? - domandò poi con una risata. Ma non attese risposta e proseguì: - Comunque non preoccuparti. Come ha detto la Luna, non ti lascerò mai, mai, mai... Figlio della luna!


Fine


Note di traduzione:

Kemet
: Egitto.
Khaset
: deserto.
Gereh
: notte.
Shemu
: Estate. In realtà la stagione delle inondazioni sarebbe Akhet, l'autunno, ma detto così faceva più figo ^^'
Altra nota divertente aggiunta nel 2020: all'epoca l'avevo messo solo perché faceva più figo e perché l'estate mi sembrava la stagione più sensata per Atemu, ma col senno di poi posso dirvi che il suo compleanno E' davvero in estate, il 26 luglio.


Nonostante tutto, mi piace molto, ne sono pienamente soddisfatta. E spero di essere riuscita a comunicarvi la magia di questa storia in versione egizia. ^^ (Nel caso ve lo steste chiedendo, sarebbe ambientata nella linea temporale di Testa e croce, quindi per questo sono insieme e hanno due corpi separati).

Ne approfitto per ringraziare sinceramente Twinkisara, Masayachan, Fria e Mizu-chan per aver commentato la mia precedente "Testa o croce". (I ringraziamenti li inserisco sempre a tutti, da qualche parte, solo che seguo dei criteri particolari ^-^). Sono molto contenta che vi sia piaciuta, mi è uscita dal cuore ^//^ grazie a tutti dei complimenti e... be', molto, molto probabilmente ci sarà anche un piccolo seguito più romantico, come coppia mi sta prendendo alquanto ^.^ nel frattempo, voglio sperare che anche questa sia stato di vostro gradimento! ^__^

Vi inviterei a lasciarmi un commentino... ci tengo molto al vostro parere, miei carissimi lettori ^_^.

Bye!


  
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