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Autore: Iris of Goodbye    25/04/2010    4 recensioni
Non sempre le cose vanno come vogliamo, e allora sembra che il mondo ci cada addosso...
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hallo leuteeee! Sono tornata (muhahaahah). Ho avuto l'idea di questa One Shot in classe, durante l'ora di Filosofia.
Vedete che serve a qualcosa?! xD. Comunque, sapete che io non amo le storie a lieto fine e questa ne è la prova!.
A me non piace, perchè a metà mi sono bloccata e non sapevo più come continuare, dunque, lascio a voi la parola. Ci rivediamo tra un po' con il sequel di Freiheit =)
Kuss

 

THAT DAY

 

"era come vivere in un incubo.
Quando tutto sembrava andare per il meglio c'era sempre un tassello della mia vita che rimaneva scoperto.
E sapevo ce non si sarebbe mai riempito, perchè ero troppo piccola e lui non sarebbe mai diventato mio.
That day never came.."


Avevo esattamente quattro anni meno di loro.
Mamma li considerava i miei cugini, ma loro non erano null'altro che amici.
Ero cresciuta insieme ai gemelli nella città di Magdemburgo tra la neve e la scuola che ancora mi perseguitava incessantemente.
Voltai il capo verso la finestra osservando il freddo vento d'inverno muovere le foglie degli alberi.
Non prestavo attenzione alla lezione di chimica come mio solito, tanto tutte quelle formule non riuscivano proprio ad entrarmi in testa.
-Eli!- sussurrò ancora la mia compagna di banco dandomi una gomitata.
Mi voltai annoiata alzando gli occhi verso la professoressa che mi fissava con il sopracciglio inarcato, sbattendo insistentemente il piede sul pavimento
lucido - Elizabeth Smith!- esclamò - potresti per favore esporre a tutta la classe il ciclo del carbonio con azoto e ossigeno?- continuò.
La osservai un paio di minuti aprendo e chiudendo la bocca senza che nessun suono strano mi sfuggisse.
Una scena alquanto strana balenò nella mia mente. Ma certo!
- sono una serie di reazioni chimiche che avvengono all'interno delle stelle...- continuai parlando per circa un ora, argomentando più di quanto mi aspettassi.
Quando la campanella suonò, annunciandò la fine delle lezioni, mi alzai raccogliendo la mia roba e uscendo finalmente da quello che definivamo
carcere minorile.
- Come hai fatto?- domandò Julia. La guardai cercando di decifrare ciò che aveva appena chiesto.
-oh!- sorrisi - Me l'aveva spiegato lui un po' di tempo fa..-
Ridacchiò - Ora si capisce tutto!-.
Julia era la mia migliore amica e compagna di Banco da quattro anni ormai, era l'unica a conoscere il mio segreto lì. E non faceva che ripetermi di farmi avanti.
Ma come potevo?!.
Non avevo ne il coraggio ne la forza giusta per parlargliene. E poi non c'erano speranze. Lui era un Sex-Gott.
-torno a casa- le cacciai la lingua e sorrisi sparendo oltre il cancello dell'edificio.
-Piccola!- la sua voce arrivò perforante alle mie orecchie.
Mi voltai, e alla mia sinistra, notai i due gemelli sorridendi come sempre, aspettarmi alla macchina.
Sforzai un sorriso guardandoli - che ci fate qui?- domandai schioccando un bacio sulle loro guancie.
-Siamo venuti a Prenderti- rispose Bill con nonchalance.
Lo guardai inarcando il sopracciglio - torno sempre a piedi, non capisco perchè vi siete sprecati oggi!-
-non puoi ringraziare e basta?- intervenne Tom gettando la sigaretta. Era visibilmente irritato.
-Sc..scusa- balbettai mortificata infilandomi subito dopo in macchina.
La verità era che odiavo vedere tutte le mie amiche guardali come se fossero Angeli scesi in terra. Loro erano miei!.
Quello che in quel momento non capivo però, era il comportamento di Tom.
Non mi sembrava di aver fatto nulla di male, le mie parole non volevano ferirli ma semplicemente avevano uno scopo scherzoso.
- Ti portiamo a mangiare da noi!- sorrise Bill entusiasta.
Annuii e posai il mento sopra la mano osservando il paesaggio correre velocemente.
Ero innamorata di Tom da circa tre anni. All'inizio avevo sempre pensato che fosse una cotta come le altre, era un bel ragazzo ovviamente. E poi il continuo stare
con lui mi aveva in qualche modo condizionata.
Eppure quel sentimento che credevo banale era piano piano maturato diventando qualcosa di più profondo.
Ovviamente non avevo mai provato a fare nulla, ne tanto meno a parlarne con il diretto interessato.
Per lui ero troppo piccola, e naturalmente non vedeva in me altro che una sorella.
-Eli- bussò alla porta della sua camera osservandomi -Posso entrare?-
-E' la tua stanza. Non dovresti neanche chiedermelo- posai la sua chitarra per terra.
Sorrise, come solo lui riusciva a fare, e si mise a sedere accanto a me.
Automaticamente il cuore iniziò a battere più forte, avevo paura che da un momento all'altro sarebbe uscito fuori dal petto.
- Comunque..- spezzò il silenzio - mi dispiace per prima. Sono stato un cafone-.
Alzai lo sguardo verso il suo. Grosso, grossissimo errore. Incatenai i miei occhi nelle sue pagliuzze quasi dorate e mi dimenticai perfino il mio nome.
Lo vidi sorridere ancora, quasi come se avesse capito, prima di posarmi un dolce bacio sulla guancia.
-Ti voglio bene Piccola- sussurrò.
- Tom...Smettila- sbuffai.
- Di fare cosa precisamente?-
- lo sai bene-
- no che non lo so!- continuò deciso. Dio com'era testardo! - Allora?- mi incitò a continuare.
- Di incantarmi con i tuoi occhi e di fare il dolce- sbottai arrabbiata.
Ridacchiò sinceramente divertito prima di guardarmi - Beh scusa, non lo farò più-.
Mi alzai arrabbiata stringendo i pugni, avviandomi verso la porta. Non mi andava più di stare li ad essere presa in giro per sentimenti che erano importanti per me.
- Va al diavolo tom- afferrai il pomello così forte da far diventare le nocche bianche.
La sua mano fu più rapida della mia, mi afferrò il polso costringendomi a voltarmi.
- Guardami- ordinò. Feci come mi aveva detto, alzando lentamente gli occhi - che vuoi ancora?- domandai con voce strozzata per la troppa vicinanza a lui.
- Voglio che me lo dici. Perchè tanto lo so.- Era impazzito o cosa?!.
Rimasi in silenzio, decisa a non rispondere. Mi alzò il mento con due dita, abbassandosi un po' per avvicinarsi al mio viso.
Credetti sinceramente di morire in quel momento.
- Ti prego- sussurrò.
Dannazione era un maledetto doppiogiochista!
-cosa vuoi che ti dica?! che mi sono innamorata di te? Lo sai perfettamente Tom. Lo hai sempre saputo- scacciai la sua mano abbassando il volto.
- Piccola..-
- Smettila Tom! Smettila di chiamarmi Piccola. Non lo sono capito?!- gli puntai l'indice al petto - Ho sedici anni è vero! Ma l'età non conta, non per me.
E ti prego, per favore Tom, finiscila di approfittartene.-
Si allontanò aprendo la porta della stanza - sei una stupida..- sorrise amaramente prima di inumidirsi le labbra e parlare ancora - Non possiamo.- sussurrò semplicemente
prima di sparire dalla mia vista.
Strinsi i pugni lasciandoli cadere lungo i fianchi, lasciando scorrere qualche lacrima che decisa rigò la mia guancia.
Aveva detto di no, no perchè c'era troppa differenza di età.
Era una buona motivazione?
No.

Avevo sempre creduto che le pene d'amore fossero una stupidaggine. Eppure il mio cuore era caduto a pezzi e da anni ormai non voleva ripararsi.
Avevo creato uno scudo di protezione dal dolore allontanando tutto e tutti da me. Non lo vedevo più se non le domeniche quando decidevano di fare i grandi pranzi
di famiglia. Mi guardava quasi come un cucciolo bastonato, cercando di comportarsi come se nulla fosse mai successo.
Ma nonostante fossero passati due anni da quel giorno, la mia mente e il mio cuore non volevano dimenticare.
You say I`m fixed
But I still feel broken...


Quel giorno che aspettavo non è mai arrivato

[That day never came]

Quel giorno che aspettavo non arriverà mai  

[That day never comes]

 

Tutti quanti mi hanno detto che il tempo guarisce il dolore, ma io sto aspettando da sempre
Quel giorno non è mai arrivato

[Everybody says that time heals the pain, I've been waiting forever. That day never came]

  
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