25/04/2010
3 recensioniBuongiorno a tutti! Sono Jane, ma se volete potete chiamarmi Barbara. Decidete voi.
Non so chi di voi abbia mai letto la FF che scrivo con mia cugina... Beh, se non l'avete letta ve la consiglio. Si chiama “Always”.
Non so mai che scrivere nelle presentazioni. Be', questa sarà una raccolta di one-shot su Kristen e Robert... - quanto gli adoro! ^^ -
Spero che vi piacciano, perché nello scrivere sono una frana.
Non sono in ordine cronologico, perché le scriverò nel momento in cui mi salteranno in mente.
Buona lettura, miei cari o care.
Baci, Jane.
SOS Bambina Viziata
Avevo fame, fin troppa fame.
« Ho una voglia di fragole... »borbottai, massaggiandomi il ventre.
Rob mi guardò torvo.
Quella era una delle frasi che nell'ultimo mese avevo ripetuto all'infinito, come se mi si fosse incantato il disco.
« Kris, sbaglio o stai diventando un porcellino?»scherzò, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la caffettiera.
« Gnè gnè. »mi lamentai, leggendo le ultime pagine della rivista.
Un tonfo.
«Cos'è stato?»borbottò quel caro zuccherino che mi ritrovavo come marito.
Poi un pianto. Nei miei occhi si mostrò la mia solita strizza.
«Mamma!»
Ecco, ben fatto.
Mi alzai di scatto e corsi verso la stanza di mia figlia.
«Rosy? Passerotto dove sei?»sussurrai, aprendo la porta della sua stanzetta.
Il mio scricciolo era per terra, con gli occhietti blu lucidi.
Mi chinai e le andai incontro.
Le guanciotte erano umide e le mani erano rosse.
«Mamma, gualda.»biascicò, mostrandomi il ginocchio sbucciato. Doveva essere caduta dal lettino, come suo solito.
Il mio sguardo si colmò di tenerezza e presi quella piccola peste fra le mie braccia.
«Mamma adesso ti dà un bacino e vedrai che guarisce okay?»le promisi, baciandole le guance.
Le annuì e mi abbracciò dolcemente.
«Papà... Questa bambina ha fame.»risi, mentre sistemavo un cerotto sul ginocchio dolorante di Rose.
La mia bambina gioì e mi stampò un bacio sulla fronte. Era troppo tenera...
«Sì.. ho tanta fame. Voio Nesquik e un Kidel Pinguì!»gioì, facendo oscillare le gambe gracili.
La feci sedere sul tavolo. «Ma così diventi un porcellino!»
Aprii il frigo e presi il succo alla pesca e lo detti alla bambina.
«Bevi questo, al posto di quelle schifezze.»borbottai, sedendomi al suo fianco.
Squadrò con lo sguardo la scatolina di cartone blu.
Quella bambina era fin troppo viziata.
Rob la viziava troppo.
«Che c'è, cucciola?»domandò Rob, scrutandola.
Lei allontanò il succo e guardò il padre.
«'chifo quello.»piagnucolò, indicando il concentrato di pesca, racchiuso in quel cartone blu.
Scossi il capo. Viziata, viziata viziata...
«Per un po' di giorni basta cioccolato.»iniziai, accarezzandole i ricci biondi.
Rosy mi guardò, con un piccolo broncio in viso.
«Pecchè?»mugugnò, lamentosa.
Robert mi guardò, per poi baciarle la fronte.
«Non vorrai mica che poi ti bruci il sederino?»chiese allibito, con la bocca a forma di O.
La bambina scosse la testa, per poi saltarmi in braccio.
~
«Mamma!»,ecco che Rosy attirava nuovamente l'attenzione.
Saltai giù dal divano e mi scaraventai in giardino.
Robert teneva in braccio Rose e la coccolava, nel vano tentativo di rassicurarla.
«Che c-cavolo è successo?»chiesi, cercando di evitare la parola cazzo, possibilmente davanti alla bambina.
«Le è caduto il gelato. Ti prego, portane un altro.»
Agli ordini, capo.
Rientrai in cucina sbuffando e presi dal cesto un'arancia.
Uscii nuovamente e mi sedetti sullo sdraio.
«Vieni qui Rosy.», la incitai e con la mano detti dei colpetti allo sdraio, in segno che si dovette sedere vicino a me.
Il mio pulcino obbedì e scrutò ogni mio movimento.
Sbucciata l'agrume, ne tolsi uno spicchio e la offrii a mia figlia.
«Cos'è?»domandò, osservando a 360 gradi la fetta arancione e succosa.
Sorrisi. «Assaggiala, e poi mi dici se ti piace.»
Si portò alla bocca il bulbillo e lo ciucciò. Fece una smorfia di disgusto.
Rob e io ridemmo sonoramente e la bambina buttò il pezzo di arancia a terra.
«Embè? Che c'è?»chiesi, arcuando le sopracciglia.
Lei indicò il frutto.
«'Chifo quello.»borbottò
~
«Mamma!». Di nuovo! Che palle!
Saettai in cucina, di corsa, e ci ritrovai Rose, seduta per terra, che frignava.
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai. Che vita di...
«Che c'è?»soffiai, appuntandole i ricciolini dietro alle orecchie.
Indicò le ante dove di solito tenevo i dolci.
«Voglio un bombo.»frignò, grattandosi il naso con il palmo della mano.
«Vuoi un cioccolatino? Un altro?»chiesi allibita, guardandola negli occhi.
Annuì con un leggero movimento del capo.
La feci sedere sul bancone, affianco alla caffettiera.
Ora ti frego io.
Presi un pacchetto di cracker e con la Pulce mi sedetti in salotto.
«Cos'è?», mi guardo interrogativa.
Risi. «Assaggia e lo scoprirai.», le dissi, porgendole un salatino.
Ne addentò un pezzettino. Lo masticò lentamente e poi... lo sputò le fazzolettino che avevo in mano.
«Che c'è adesso?»sbottai, arrabbiandomi.
«'Chifo quello.»,si lagnò, indicando la schifezza sul fazzoletto.
Uno. Due. Tre. Mi stavo ufficialmente incazzando con quella furia che mi ritrovavo come figlia.
«Robert!»urlai, scattando in piedi.
Mio marito arrivò e mi guardò sconvolto.
«Qual è il problema?»chiese, guardandosi intorno.
Puntai l'indice contro il diavoletto.
«Lei! Ecco qual è il problema!»strillai. «Quando nascerà il bambino, la solfa cambia!»
Mi guardò incredulo.
«Qui c'è una bambina fin troppo viziata!»conclusi, uscendo dal soggiorno.
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