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Autore: Halosydne    26/04/2010    5 recensioni
E se tutti si fossero innamorati della persona sbagliata?
E se fingere di amare non fosse un antidoto molto efficace al dolore?
E se mentire a se stessi fosse facile, troppo facile... così facile da essere impossibile?
Il mio primo tentativo in questo fandom :D
I do really like comments ;)
Era tutto sparito, tutto, per qualche breve secondo in cui non era il dottor Karev, ma semplicemente Alex, in cui non era uno specializzando in chirurgia ma semplicemente un uomo innamorato, in cui non era più solo, al buio, con tutte le sue illusioni e i suoi sogni, che frantumandosi e cadendo in pezzi affilati lo ferivano come fiamme sulla pelle, come vetro.
Pochi battiti di cuore in cui
Dolore non c'era più, c'era solo Amore. Straordinario quanto fosse sottile la linea che li distingueva... sottile, invisibile. Una linea piena di fuoco, e profumata di pesca e cannella. Ma oltrepassarla non gli era più possibile. Apparteneva a Dolore, ora.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alex Karev, Izzie Stevens
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alex Karev camminava spedito e determinato per il corridoio principale del piano di Chirurgia.
Parlare con Callie aveva tirato fuori il suo orgoglio, il vero Alex, il combattente appassionato che per troppo tempo aveva tenuto nascosto.
Avere un obiettivo gli era sempre stato di aiuto, lo aveva sempre aiutato a non perdersi per la strada e a rimanere se stesso.
Callie gli aveva dato quell'obiettivo.
Parlare a Izzie. Dopo settimane di astio e silenzi, dopo giorni di incomprensioni e sguardi di sufficienza, dirle tutto.
Che gli dispiaceva, di aver insinuato quelle cose su lei e Sloan. Di essere stato così cattivo con lei quando le sue insinuazioni si erano rivelate vere.
E poi le avrebbe spiegato perchè ci era rimasto così male.
Non era solo perchè una delle sue più care amiche si stava rendendo ridicola davanti all'intero ospedale con il suo comportamento nei confronti di Sloan. Semplicemente perchè per lui Izzie non era più un'amica, da molto, moltissimo tempo.
Lui ne era innamorato -il suo passo quasi marziale ebbe un attimo di incertezza nel momento in cui lo ammise a se stesso- e sul serio, e voleva solo che lei lo amasse, e che fosse felice con lei. Soprattutto, che fosse felice. Che scacciasse tutti i demoni del suo passato e vivesse la sua vita nel modo più meraviglioso possibile.
Tutto animato dal filmato che nella sua mente gli mostrava il momento della sua dichiarazione -aveva sempre l'accortezza di riavvolgere il nastro prima di inquadrare il volto di Izzie, perchè aveva una paura matta di quello che avrebbe detto lei-, arrivò all'accettazione, e andò a sbattere contro George O'Malley che, al centro del corridoio, stava immobile come uno stoccafisso, perso nella contemplazione di uno spettacolo evidentemente molto avvincente. Il giovane medico non sembrò accorgersi di essere appena stato urtato. Alex, curioso, sbriciò al di sopra della sua spalla... e provò la stessa sensazione pugno-allo-stomaco di qualche settimana prima, quando un cercapersone aveva iniziato a squillare dall'altra parte del muro.
Dritto davanti a lui e a George, il dottor Bollito, nella sua miglior posa sexy, stava appoggiato al bancone dell'accettazione, e parlava con Izzie, che dava loro le spalle. La guardava con la sua faccia da gran divo, le stava vicino, le sfiorava il braccio.
Alex sentì qualcosa rompersi dentro di lui. Perchè Izzie continuava a svendersi? Perchè non reagiva, invece di lasciarsi passivamente trasportare dalla sua stessa forza distruttiva e dal fascino di quel bel faccino da schiaffi?
«...Perchè?» senza accorgersene, formulò la domanda ad alta voce.
George sembrò finalmente notare la sua presenza. Non chiese a cosa Alex si stesse riferendo, non ce n'era bisogno.
«Hai mai guardato Denny Duquette negli occhi?» gli domandò, fissandolo.
«Eh?» fece Alex, abbastanza stupito da questa domanda da distogliere lo sguardo dallo spettacolo offerto dalla ditta Il Piccolo e il Grande Sloan, dagli anni '80 sempre al vostro servizio.
«No, probabilmente non ci hai fatto caso. Denny Duquette aveva gli occhi esattamente del tuo stesso colore. Castano scuro. Izzie adora gli occhi così, me lo ha detto tanto tempo fa. La stessa sera in cui ha detto che gli occhi azzurri sono inespressivi e cattivi e che non dovevo offendermi perchè i miei occhi azzurri erano proprio da tenerooooone e lei era abbastanza ubriaca quindi era sicura che la mattina dopo non si sarebbe ricordata di avermi quasi insultato» Sorrise, ricordando quella lontana serata passata davanti al camino e ad una bottiglia di tequila, cercando di fingere di non sentire gli eloquenti rumori provenienti dalla stanza di Meredith e Derek.
«Sloan però ha gli occhi azzurri... e non sono decisamente occhi da tenerone» fece Alex, lentamente. «Ma allora...»
«Allora» lo interruppe George «lei sta semplicemente cercando di distrarsi con Sloan, che è così totalmente diverso da Denny e da te da permetterle di dimenticare di aver amato lui e di essere innamorata di te»
Alex pensò di aver capito male. Probabilmente uno degli scappellotti di Callie lo aveva stupidito del tutto.
Aprì la bocca, ci pensò un po' e la richiuse. Non sapeva cosa dire. La riaprì, e borbottò, piuttosto confuso «E adesso?»
«Adesso lei ha capito che Sloan non potrà mai distrarla da tutto questo, e inoltre che la sua dignità non è il prezzo adeguato per un po' di sesso. E glielo sta dicendo, come le consigliavo di farle da un bel po'»
In effetti, Izzie si stava scostando dal chirurgo, e gli aveva preso la mano che le stava carezzando il viso per poggiarla delicatamente sulla scrivania. Sloan sembrava abbastanza stupito.
Izzie disse qualcosa che i due non potevano sentire e poi si voltò per andare via.
Incontrò lo sguardo di George e fece un mezzo sorriso, come a dire "Grazie per avermi fatto ritrovare la persona che sono". I suoi occhi scuri si legarono a quelli castani di Alex per un lungo istante, poi lei se ne andò in direzione del cortile interno.
Alex si sentiva come se gli avessero messo la testa in una lavatrice. Non aveva di certo ricevuto cattive notizie, ma la consapevolezza di aver pensato tutto il male possibile di Izzie quando lei stava soffrendo non gli aveva fatto particolarmente bene. «E adesso?» chiese di nuovo.
«Adesso» rispose pazientemente O'Malley «tu la rincorri con tutta la dignità che sei in grado di ostentare, la raggiungi e le parli. Le dici tutto quello che le devi dire, e la rendi falice, chiaro? Non ho intenzione di vederla stare male di nuovo.»
«Rincorrerla, raggiungerla, parlare. Sì, ok. Perfetto» Alex si avviò nella stessa direzione di Izzie.
Fatti pochi passi, si fermò come se ci avesse ripensato, si voltò e chiamò «Ehi, George!»
«Sì?»
«Si tratta di Callie.»
George lo fissò con aria abbastanza attonita. Certo, lui era stato fino a quel momento a parlargli di Izzie, ma perchè era la sua migliore amica. Non aveva mai parlato di certe cose con Alex Karev -non aveva mai parlato quasi di niente con Alex, a dirla tutta- e questo accenno alla sua vita personale lo scioccava non poco.
«Lei è una che ne vale la pena. Vai, e dille tutto quello che devi. E rendila felice.»
George annuì, sempre più scioccato.
«E, George?»
«Sì?!?»
«Grazie.»
George si chiese se quella sera da Joe Christina non gli avrebbe dichiarato il suo imperituro amore. Alla fiera del Regala uno schock a O'Malley non mancava altro.

Questa è la prima cosa che scrivo da quel giorno.
So che è una cosa stupida e indegna di te, Amica mia. Ma è qualcosa da cui incominciare.
Perciò, te la dedico.
Mi manchi, da impazzire.

Rò.

   
 
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