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Autore: Lady_Firiel    27/04/2010    3 recensioni
L'amore può essere considerato una debolezza.
Ma lo sai: non potresti rinunciarvi per nulla al mondo.
RoyEd? Mah, voi che dite?
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Irrinunciabile debolezza

Irrinunciabile debolezza



Roy Mustang: abbandonato apaticamente sul divano del salotto del tuo appartamento, sorseggi con calma un bicchiere di whisky.
Pensi, Colonnello: alla tua vita, alle tue scelte, ai tuoi fantasmi.
Insomma, a tutta quella serie infinita di cose alle quali ti viene da pensare quando ti coglie una particolare vena di masochismo.
Ingurgitando un sorso del liquore ambrato, domandi a te stesso se, per caso, tu abbia fatto la scelta sbagliata.
Hai forse sbagliato a scegliere di cambiare il mondo aspirando al potere?
Ma che senso ha chiederselo, a questo punto?
Forse i fumi dell’alcool iniziano a sortire i loro effetti sulla tua lucidità. E non puoi negare che sia ciò cui ambisci, in questa cupa sera d’ottobre.
Ti soffermi a domandarti se, sempre casualmente, non hai qualche rimpianto.
Sì, perché di rimorsi ce ne hai già troppi, da contare, e sì, la tua scelta è l’unica via per l’espiazione di quelli e della lunga lista di peccati che macchiano la tua coscienza di uomo.
Rimpianti, quindi?
No, non molti.
Forse solo uno, quello di aver amato perdutamente la persona sbagliata.
Non che  tu lo rimpianga, in verità.
Ma spesso ti domandi per quale arcana ragione non ti sia innamorato di un’altra chioma, di altri occhi, del calore di un altro corpo.
Solo che non c’è una risposta: non decidiamo noi, di chi innamorarci, Colonnello Mustang, dovresti saperlo.
Perché per quanta volontà possiamo avere per sopprimere, nascondere, ignorare le nostre emozioni, essa non sarà mai sufficiente per domarle e sottometterle alla nostra volontà.
Le emozioni non appartengono al super-io, ma all’io, povero, sempre dimenticato da tutti, quella parte di te che proprio non riesci a mostrare.
Oh, il tuo io è debole, vero Roy?
Eh sì, lo è.
Perché se non fosse per lui non ameresti quella chioma bionda e quegli occhi grandi e dorati; non ameresti quelle cicatrici, empie testimoni di un passato burrascoso, né l’acciaio di quegli arti.
Ti sei chiesto spesso cosa ti leghi a lui.
E ogni tanto ti domandi ancora come mai, nonostante le crepe che fregiano il vostro rapporto –davvero lo puoi chiamare così?-, non ti decidi a lasciarlo.
Perché è un ragazzo con tante, troppe pretese, e tu non hai la pazienza di assecondarle tutte.
Perché ha una concezione tutta sua del rispetto verso la tua persona, specie sul posto di lavoro, e questo ti irrita incredibilmente.
Allora perché?
«Roy? Sei qui?»
La sua vocina mesta lo accompagna mentre appare sulla soglia della stanza, i capelli sciolti disordinati sulle spalle e una tua camicia infilata alla meno peggio per coprire il torace nudo.
Ti fa tenerezza, mentre si stropiccia gli occhi lucidi di sonno, una spalla lasciata scoperta dall’indumento decisamente troppo grande per lui.
E sorridi, dolcemente, battendo una mano sul divano, in un chiaro invito a raggiungerti.
E lui, forse troppo stanco –o lucido- per contraddirti, obbedisce, accoccolandosi contro di te, poggiando il capo sul tuo petto.
E allora ti sovviene, il perché:
per questo suo essere sempre se stesso, un se stesso che ti attrae come una lanterna attrarrebbe un’ingenua falena.
E sai bene che non potresti rinunciare a vederlo indossare i tuoi vestiti mentre ti viene a cercare dopo che l’hai abbandonato su un letto sfatto su cui, fino ad un paio d’ore prima, ti sei eccitato sentendolo gridare il tuo nome sotto al tuo corpo accaldato.
Sai che non potresti rinunciare a coccolarlo quando si stringerà a te come un cucciolo in cerca di conforto.
E, ammettilo, neppure lo vorresti.
Così come non potresti rinunciare a baciargli le palpebre chiuse, le guance, il naso, con una casta ed accorata dolcezza, non potresti rinunciare a scostargli i capelli dalla fronte mentre ridacchi alle smorfie che fa a causa del solletico che quel tocco gli provoca.
Non potresti rinunciare a neppure un istante della sua presenza: perché pur con tutti i suoi incalcolabili difetti, lui è colui che ami.
E così sarà sempre.



Kon'nichiwa, gente!
Non saprei che dire a proposito di questa fic, perché mi è uscita di getto, per questo potrà sembrare poco elaborata e scontata, non mi stupirebbe.
Tuttavia, mi fa piacere dedicare una fic ai dubbi di Roy, per una volta, anziché a quelli di Edward. E dopo "Between two lines", dove il tormentato è proprio quest'ultimo, mi sono detta, "e Roy no?" Povero, poi ci resta male ^^
Così, ecco questa fic. Allora, che ne dite? Vi piace almeno un po'?
Mi auguro di sì. Solite storie, non mi ripeto perché non ne ho voglia.
Commenti ma sopratutto CRITICHE e/o CONSIGLI graditissimi! ^^

I personaggi non mi appartengono e nel mio fruire di essi non vi è alcuno scopo di lucro.

Alla prossima, kiss kiss ^^

Lady_Firiel
   
 
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