Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: Piccola Ketty    29/04/2010    2 recensioni
Questa storia parla di un gruppo di ragazzi che, dopo quasi quattro anni dalla fine del liceo, si rincontrano per fare un tuffo nei vecchi ricordi. Bene, questi ricordi a Kate, non piacciono per niente, perchè Marco, il suo migliore amico del liceo, ne fa parte, forse più del lecito.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Allora, un saluto a tutte voi che aprirete la pagina per leggere questa cosa che, a mio parere, non so nemmeno cosa sia XD
Bene, il neurone è partito il quarta questa mattina, forse era stanco, visto che io sto dormendo in piedi, e voglio un letto!
Ma lui ha deciso di lavorare comunque.
Quindi buona lettura, e spero di non annoiarvi troppo!
Un bacio :*****


Capitolo 1

Miley Cyrus - When I look at you

Appena entro nel locale i ricordi sbattono prepotentemente contro il mio volto infreddolito dal vento che fuori non cessa di soffiare.
Lui è lì, seduto con gli altri. Ci stanno aspettando.
Cerco di controllarmi, ma la morsa che mi ha preso lo stomaco, mi impedisce di fare anche il minimo movimento.
È..è bellissimo. Meglio di come lo ricordavo.
“Allora Kate, vai avanti!”, mi sposto, avanzando di un passo, per permettere alle altre di entrare nel locale.
Fuori fa freddo, eppure le mie guance sono così rosse, che quasi le sento scoppiare, insieme alle orecchie.
Non si è ancora voltato, lo vedo, sta ridendo insieme agli altri, di qualcosa che molto probabilmente non ha niente di logico. Ma lui è sempre stato così, prende tutto alla leggera, ride e scherza con tutti, e fa sorridere le persone. Questa, è la cosa che ho sempre amato di lui, è solare, anche quando dentro di lui vorrebbe spaccare il mondo per la rabbia che prova.
Marta si scontra contro la mia borsa, costringendomi a voltarmi nella sua direzione.
“Ci sei stasera?”, mi domanda sventolandomi una mano davanti al viso.
“Si..si certo. Ero sovrappensiero”, mento iniziando a sganciare i bottoni della giacca.
Mi guarda, con fare sospetto, ma decide di accantonare le sue domande per i momenti più consoni.
“Finalmente riusciamo a riunirci..anche se siamo pochi, sono certa che ci divertiremo comunque”, sorrido ad Ilaria, l’organizzatrice di questa serata.
Ha deciso, con un’ottima approvazione di tutti quanti, di far riunire la vecchia classe, la famosa quinta del liceo.
Ovviamente non sono venuti tutti, soltanto i più intimi. Soltanto noi.
I sei stupidi idioti, sempre pronti a pararsi il fondo schiena nelle interrogazioni.
Ci avevano sempre invidiato in classe, per il nostro forte legame, ma non hanno mai provato ad entrare nel gruppo, come noi non abbiamo mai sentito la necessità di farceli entrare. Stavamo bene così.
Bei tempi quelli, quando ancora non si avevano tutte queste responsabilità.
Sono passati ben tre anni, ormai siamo tutti grandi abbastanza da smettere di credere nei sogni, e da capire che il mondo non è tutto rosa e fiori.
“Ragazzi?”, Ilaria richiama la loro attenzione, facendoli voltare tutti.
Tutti, anche lui.
Il mio cuore perde un battito, quando i miei occhi incontrano i suoi, azzurri e limpidi come sempre.
Mi sorride, ed io non posso fare a meno di sciogliermi, davanti alla sua perfezione.
Sorrido anche io, come un’ebete, mentre insieme alle altre mi avvicino al tavolo dove sono seduti tutti.
Quando mi siedo, noto subito una differenza fondamentale nel gruppo che formiamo, siamo tutti diversi, tutti tranne lui. Forse, soltanto ai miei occhi lo vedo uguale a quattro anni fa, eppure, mi sembra ancora più bello.
Roberto seduto al lato del tavolo, di fronte ad Ilaria, è cambiato molto, i capelli sono cresciuti, e quel caschetto che ricordavo alle superiori, lo ha abbandonato del tutto. I suoi capelli sono sempre di quel marrone nocciola, che al sole diventa giallo canarino. Per questo motivo, lo abbiamo sempre preso in giro. Antonio al suo fianco, ha ancora gli occhiali che portava l’ultima volta che l’ho visto davanti ai voti di fine anno, dopo l’esame. Verdi e spessi, come se volesse nascondere quegli occhioni verdi che gli ho sempre invidiato. È felice, glie lo leggo in quel prato senza fine. E sono felice anche io.
Lui, è sempre lo stesso.
Faccio fatica ad osservarlo come vorrei, perché non voglio essere scoperta, non voglio rischiare di rovinare tutti.
Il cuore batte forte, ed io non riesco nemmeno a trovare la forza, per spostare lo sguardo dal suo profilo.
È seduto su uno sgabello, capotavola, in modo tale da poter parlare con tutti, senza doversi voltare da nessuna parte.
I suoi capelli biondo cenere, sono diventati, forse, più lunghi, ma sempre disordinati.
Il suo profilo, perfetto, è delineato da uno strato leggero di barba. Come piace a me.
Decido di spostare lo sguardo, per evitare di morire di attacco cardiaco.
Ilaria al mio fianco, è vestita con una maglietta azzurra, ed un paio di jeans anonimi, come sempre. È semplice e perfetta, nel suo piccolo. I suoi grandi occhi marroni sprizzano gioia da ogni sfumatura, e i gesti che compie con le mani, dimostrano, però, la sua agitazione, nel trovarsi di nuovo indietro nel tempo.
Marta accanto ad Ilaria, ha osato più di noi, come sempre, senza cadere nel volgare. Lei è sempre stata così, le piace vestirsi in un certo modo, per farsi notare dai ragazzi. E la cosa le riesce anche bene. Il suo vestitino lilla, le fascia in modo perfetto le sue curve ben delineate, facendomi provare una certa invidia.
Io, io sono come sempre. La solita Kate.
Ho una gonna di jeans addosso, con un paio di pantacollant neri, a fasciarmi le lunghe gambe snelle. Il mio fisico, invidiato da tutte e due, non mi ha mai portato niente, anzi, non mi ha mai dato quello che avrei sempre voluto.
D’istinto mi volto verso di lui.
Abbasso la testa, non devo guardarlo, non posso.
Stringo i lembi del mio maglione rosa, sperando di resistere.
Mi è mancato.
Faccio finta di niente, iniziando a salutare tutti con un sorriso sincero.
Senza di loro mi sentivo come persa, nelle ore di lavoro, nelle ore di palestra, ogni cosa mi riportava alle mattinate passate sui banchi, ai pomeriggi in casa di Ilaria, tutti insieme per prepararsi all’interrogazione di latino. Brutta bestia quello.
Sorrido, senza nemmeno rendermene conto.
“E tu Kate, cosa fai ora?”, mi domanda Roberto, tirando un pezzo di carta ad Ilaria.
“Io?”, domando come se fossi caduta da una nuvola di cotone.
“Si, scema, sempre con la testa tra le nuvole”, mi canzona lui, sorridendomi.
Gli faccio una linguaccia, portandomi una ciocca di capelli scuri dietro l’orecchio.
“Faccio la segretaria, presso un notaio. Mi trovo bene, e per ore le cose non mi vanno troppo male..insomma. Lavoro, e sto bene..”, alzo le spalle, facendo capire che la mia vita è monotona, non certo come quella di Marta.
Sento i suoi occhi bruciarmi sulla pelle della spalla scoperta, e ancora una volta, non trovo il coraggio per guardarlo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Piccola Ketty