Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: Defective Queen    29/04/2010    4 recensioni
[Spoiler 5x18]
Non hai mai tradito quella promessa in passato.
E non intendi farlo nemmeno ora.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Piccolo tributo al mio momento preferito dell’episodio 5x18, o forse dell’intera stagione. L'occhiolino è stato troppo...ho perso le parole per definirlo. Lascerò le spiegazioni alla fan fiction, sperando che sia più esauriente di me ;)

What Was, And What Will Always Be


Sam ti fissa e all’improvviso, ignorando i mesi passati in cui non riuscivi a capire cosa gli passasse per la testa, lo senti di nuovo parlare attraverso i suoi occhi.

“Non lo fare”, ti sta dicendo, piegato in due dal dolore, ma continuando a guardarti, “Ti prego, non lo fare.”

Adam è ridotto allo stesso modo, soffocando nel suo stesso sangue sul pavimento, ma è dalla figura contorta di Sam che non riesci a staccare gli occhi.

Vorresti dirgli di nuovo che non c’è altra soluzione, che hai tentato di combattere il tuo destino, vorresti dirgli che anche tu meriti di riposare.

Vorresti dirgli che se per raggiungere quella pace di cui tanto hai bisogno non devi fare altro che vendere il tuo corpo e soggiogare la tua anima ad un arcangelo, allora è proprio questo ciò che farai.

Ma Sam non molla. Pur sputando ininterrottamente sangue, continua a fissarti pieno di determinazione e speranza.

Ricordi come se fosse ieri quello sguardo. Ricordi che Sam era poco più che un bambino l’ultima volta che ti ha guardato così.

Ricordi che Sammy si era fatto male, perché aveva disubbidito a vostro padre, e John l’aveva sgridato a lungo per essersi allontanato. Sammy aveva pianto per il suo ginocchio sbucciato e le manine maciullate dall’impietoso asfalto, ma John non aveva fatto altro che prenderlo in braccio e urlare.

“Ti avevo detto di non allontanarti, Sammy! Perché non mi ascolti mai?!”

Sammy aveva iniziato a piangere più forte, almeno fino a che non ti aveva visto avvicinarti.

Allora, ricacciando indietro le lacrime che offuscavano la sua vista, senza alcuna esitazione aveva teso le sue braccine verso di te, sicuro che tu l’avresti consolato e curato come vostro padre non aveva saputo fare.
Come vostro padre non ha mai avuto nè il tempo, nè la pazienza di fare.

Per anni hai vissuto secondo le sue aspettative, come suo eroe personale. Era questa la tua missione.

Sei nato per proteggerlo, o almeno questo è quello che ti ha ripetuto tuo padre per anni e anni, fino a che le sue parole – o meglio, i suoi ordini - non si sono insediati nella tua testa, diventando il tuo unico stimolo, l’unico impulso che ti ha spinto ad andare avanti e lottare.

Non l'hai mai deluso prima. Almeno non come stai per fare adesso.

Più di vent’anni dopo, Sammy ti sta guardando ancora così. Ma quegli occhi, pur avendo lo stesso colore cangiante di sempre, non sono gli stessi della tua memoria.

C’è sempre la stessa feroce fiducia, quell’assoluta certezza che tu sia capace di sistemare le cose, ma tutto ciò non appartiene più al Sammy di cinque anni d’età.

Davanti a te c’è il Sam costretto a diventare grande troppo in fretta, circondato da mostri che non poteva permettersi il lusso di temere, il Sam che tu hai cresciuto al posto di tuo padre, il Sam privo di radici che non siano quelle mobili della tua auto, il Sam che è corso via e tu hai costantemente inseguito, il Sam che ha accettato la propria debolezza e l’entità dei propri sbagli e ha trovato una nuova forza per rialzarsi, il Sam che ora sta silenziosamente pregando te con gli stessi occhi con cui per anni ha pregato un Dio che vi ha abbandonati, il Sam che ha deciso di portarti con sé, nonostante i rischi inevitabili di una tale scelta, il Sam che crede in te.

Il Sam che aveva ed ha ancora bisogno di te.

È un riflesso, un instinto. Non puoi non rispondergli. È più forte di te. È intagliato in ogni fibra del tuo ruolo di fratello maggiore.

E così mentre Sam, il ventisettenne Sam, combatte gli spasmi dell’emorragia per continuare a fissarti con quello sguardo che mai prima d’ora è stato così maturo, tu increspi lentamente le labbra in un lieve sorriso, il sorriso giovane e spensierato del bambino a cui Sammy tanto tempo prima aveva teso le braccia, senza dubitare neppure per un attimo che sarebbe stato stretto a sua volta.

Gli fai un occhiolino.

“Andrà tutto bene, Sammy”, prometti silenziosamente all’espressione aggrottata e agitata che lui ti rivolge.

Non hai mai tradito quella promessa in passato.

E non intendi farlo nemmeno ora.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Defective Queen