Il filo di seta scarlatta
Delizioso.
Dolce,
caldo, puro…irresistibile.
Il
sangue che gli solleticava la lingua era a dir poco irresistibile.
Una
tentazione, un peccato
Al
quale ancora una volta si era abbandonato.
Affogando
ogni pensiero nel profumo femminile di quel collo.
E
si odiava per questo.
Mentre
le sue labbra assaporavano avide quella pelle delicata e le sue zanne entravano
in profondità per attingere a quella linfa vitale
lui
si malediceva per quello che stava facendo.
Si
malediceva per quello che la stava costringendo a sopportare. Di nuovo.
Ogni goccia di quel sangue era una pugnalata al suo
cuore.
Avrebbe voluto uccidersi, distruggersi.
Impedirsi per l’ennesima volta di cadere in quel peccato.
Era un essere così spregevole, così debole.
Ancora una volta non aveva resistito alla sete.
Ancora una volta il profumo di lei aveva risvegliato i
suoi vergognosi istinti di predatore.
Ancora una volta era stato dilaniato da quell’
insopportabile bruciore alla gola.
E lei la dolce , tenera Yuuki aveva offerto il suo sangue
per salvarlo.
Non meritava tanto.
Non meritava niente.
Se solo fosse stato più forte.
Avrebbe messo fine a tutto questo,
non avrebbe permesso che lei lo tenesse legato alla vita
con quel suo scarlatto tributo.
Scarlatto come il sangue che versava per lui.
Un sottile filo di seta scarlatto che lo teneva incatenato
a lei.
Zero poteva sentire ogni lacrima che silenziosa le rigava
il volto
mentre lui famelico la divorava, reclamando sempre di più
incapace di fermarsi.
Ogni lacrima era come lama di ghiaccio che gli si
infilava sotto la pelle.
Lo accusava.
Gli rinfacciava l’ ‘ atto osceno che stava compiendo.
Persino il sangue di Yuuki sembrava dimenarsi.
Gli urlava di smetterla di allontanarsi.
Per quanto quella ragazza glielo avesse offerto
spontaneamente
Era il suo stesso sangue a non offrirsi.
Non a lui.
Amaro.
L’amaro era nascosto dentro ogni goccia.
Quel sangue non era per lui.
Non gli apparteneva.
Altre erano le
labbra da cui si sarebbe fatto accarezzare dolcemente.
Altre erano le zanne a cui si sarebbe offerto volentieri.
Un altro era il vampiro che aveva pieno potere e diritto
su quel sangue e sulla ragazza che lo possedeva.
Kaname.
Quel sangue gli apparteneva.
Yuuki gli apparteneva.
E lui stava infrangendo tutte le regole bevendo dal suo
collo.
Kaname era il Principe Vampiro.
Ogni altro vampiro compreso lui gli dovevano completa
obbedienza.
Avrebbe pagato con la vita quel suo delizioso peccato.
Un giorno.
Il giorno in cui Kaname e non lui si sarebbe unito a
Yuuki.
Il giorno in cui ne avrebbe fatto la sua principessa e i
suoi canini sarebbero affondati nella delicata pelle di quel collo amato.
Il giorno in cui quel sangue non sarebbe stato rubato ma
donato.
E lui a quel pensiero si sentiva impazzire.
Al pensiero che Yuuki non sarebbe stata più sua.
Anche se in quel modo meschino, anche se con la prepotenza.
Un giorno tutto ciò sarebbe finito.
In attesa di quel giorno lui avrebbe continuato ad
avvelenarsi con l’amaro di quel sangue.
In attesa di quel giorno lui sarebbe vissuto maledicendo
la sua oscura natura.
In attesa del giorno in cui quel sottile filo di seta
scarlatto si sarebbe spezzato.
bene è finito questo estenuante tornento miei cari lettori. ringrazio tutti coloro che hanno letto sarei felicissima se voleste lasciare un commento, anche solo uno piccolissimo per dirmi che mi augurate una morte lenta e dolorosa e che la scrittura non è il mio forte ( cosa che già sospetto da me ) =D
perdonate se vi ho annoiato...=)