21.
Sephiroth
esitava.
Chissà
perché vedere il viso della ragazza, non solo gli metteva addosso uno strano
disagio, ma rievocava strane sensazioni che lui non ricordava di aver mai
vissuto. Piccoli frammenti di ricordi sepolti dalla rabbia e dall’odio, che
riaffioravano uno a uno mentre lei lo fissava.
Ma a
mettergli quell’ansia insiegabile non erano i ricordi, quanto le sensazione ad
essi collegate. La gelosia, l’affetto, l’amore; tutte piccole cose che s’intrecciavano
insieme fino a costituire una grande tela che lo avvolgeva, scaldando il gelo
che provava.
Lo sguardo
del platinato scivolò sul piccolo ciondolo che pendeva al collo di Tifa e lo
osservò con curiosità. Ne aveva uno simile anche lui.
-dove
l’hai preso?- le chiese.
-che t’importa?-
fu la risposta.- se non ricordi neanche chi sono, non ha senso dirtelo.-
-smettila!-
ordinò il platinato, più furioso di quando aveva saputo la verità.- ho bisogno
di saperlo!-
Tifa si
morse il labbro e sorrise, sprezzante.- se vuoi liberarti di me, fallo.-
-stanne
certa.- borbottò Sephiroth, ammaliato dal ciondolo di lei.- ma prima dimmi dove
hai preso quell’affare!- intimò.
-dovresti
ricordartelo, visto che me l’hai dato tu!- esclamò Tifa.- non ricordi neanche
questo?!-
-i-io?-
domandò Sephiroth, confuso, poi tirò fuori da sotto la maglietta l’altra metà
del ciondolo.
Tifa
ritrovò un briciolo di speranza.- Sephiroth! Perché fai tutto questo?!-
Lui non
rispose, appogiò la Masamune a terra, allungò una mano verso di lei e le
strappò la collana dal collo, poi fece combaciare le due metà. Sentì una scossa
e ricordò quel giorno che aveva passato per Midgar in cerca di un regalo per sé stesso e
per...
-Tifa.-
mormorò. Ecco come si chiamava la ragazza. Tifa. Ripetè mentalmente quel nome
finchè non gli tornò familiare.
-sì?!-
esclamò Tifa, emozionata.- ti ricordi?-
Sephiroth
strinse il ciondolo in mano e se lo avvicinò al petto, senza dire nulla.
Il suo
cervello aveva ripreso a elaborare le informazioni a velocità impressionante.
Aveva
trovato la verità che cercava da tempo immemorabile; finalmente aveva compreso
la realtà sulle sue origini, aveva scoperto chi era sua madre, aveva capito che
doveva vendicarsi di coloro che le avevano fatto del male, che l’avevano
incatenata, oltraggiata.
Ma tutto
questo ad un prezzo molto alto.
Aveva
anche sacrificato tutto ciò che era stato in grado di dare un significato alla
sua vita: l’affetto, l’amore, l’amicizia.
-ti ricordi
quando mi hai detto che se qualcosa mi avesse fatto paura, tu mi avresti
protetta?- domandò Tifa.- quella volta, a casa tua! Beh, adesso c’è qualcosa
che mi fa paura! Sei tu, Sephiroth!-
Lui
sobbalzò e indietreggiò.- io! Io devo
far paura! Devo schiacciare voi umani per conto di mia madre!-
-mandale i
miei saluti, allora! Sempre che tu riesca a farlo! Non mi sembra una madre
molto presente!-
-tu non
capisci! Lei c’è, sei tu che non puoi sentirla...- esclamò Sephiroth, cadendo
in ginocchio.
Tifa si
gettò su di lui e gli buttò le braccia al collo.- ti prego! Basta!-
Sephiroth
sentì il calore del suo corpo e la abbracciò a sua volta.- Tifa!-
-ci sono
io qui! - esclamò Tifa, scoppiando in lacrime.-Io ti amo!-
Sephiroth
rimase in silenzio, tremante. Si sentiva un bambino indifeso. Poteva accettare
la verità per com’era, terminare la sua opera di distruzione e diventare
padrone del mondo, oppure dare retta a Tifa, tradendo così la madre.
Chiuse gli
occhi e aumentò involontariamente la stretta attorno al corpo della ragazza.
-avevo
portato la Masamune per un solo motivo...proteggere Angeal da Zack. Non volevo
che morisse.-
Lei
soffocò un singhiozzo e affondò il viso nei capelli argentati di lui.- non
voglio perderti.-
Lo disse
in tono sommesso, quasi implorante, e Sephiroth sentì una stretta allo
stomaco.- e alla fine guarda che ho fatto... io... sono un mostro.-
Tifa
chiuse gli occhi e chiuse gli occhi, facendo scivolare le lacrime sulle guance.
-puoi...
puoi perdonarmi? Puoi perdonare una persona come me? Sempre che sia possibile.-
-sì...
posso farlo... sono abbastanza forte... per entrambi.-
Sephiroth
guardò la parete di fronte, ma in reraltà non iusciva a vederla.-per tutti... e
due?- domandò, con una vena d’incertezza.
Lei
sorrise flebilmente.- per me... e per te. Capita a tutti di avere momenti di
debolezza...-
-non
capisci proprio?- chiese Sephiroth.- la gente non distrugge le cose in un
momento di debolezza...-
-...
infatti! Muoio di paura, okay?! Ma cosa posso fare?! Posso soltanto affrontare
i problemi... solo questo.-
Sephiroth
chiuse gli occhi e rimase tra le braccia della ragazza, inerte. E lui cosa poteva
fare? Che confusione...
La
solitudine.
Ci era
così abituato che anche se fosse rimasto l’unico essere dell’universo, non
avrebbe fatto molta differenza. Ma pensandoci bene, lui non era solo.
Aveva
Angeal e aveva Genesis; in un certo senso, anche loro avevano condiviso il suo
destino, in parte...
Aveva
Zack. Si era affezionato molto a quel ragazzo; in qualche modo gli ricordava
Angeal.
Aveva
Tifa.
Gli esseri
umani commettono errori.
Ma lui non
era umano.
Oppure sì?
Cosa significa davvero essere un uomo?
-Sephiroth...-
-puoi
lasciarmi, ora.- mormorò il platinato.- mi stai stritolando.-
Lei fece
uno strano suono, a metà tra una risata è un singhiozzo, sciolse l’abbraccio e
rimase inginocchiata davanti a lui, mentre si asciugava le lacrime con un dito.
Sephiroth
abbassò lo sguardo e vide che il cuore era caduto a terra. Probabilmente
l’aveva lasciato senza rendersene conto.
Tifa lo
prese e lo guardò.- cosa vuoi fare?-
-dammi la
mia metà.- rispose Sephiroth, poi sospirò.
-cosa ne
facciamo di Shinra?-
Sephiroth
si voltò e scorse il corpo dell’uomo steso a terra.- si meriterebbe di rimanere
qui. Almeno sconterebbe i peccati del padre... e i suoi. Ma io sono l’ultima
persona che può parlare di peccati, dunque... vieni. Aiutiamolo.-
-ben
detto! Vedo che ti sei ripreso.-
-già...-
sbottò lui, alzandosi.- stai bene?- e le porse una mano.
-sì.-
rispose Tifa.- anche se per una attimo ho temuto il peggio.-
Sephiroth
sbuffò e corse da Rufus Shinra.- pensi di rimanere lì a guardarmi o intendi
darmi una mano?! Sei tu che l’hai tramortito!-
-n-non è
morto?-
-no. Ha la
testa dura...- la confortò Sephiroth.- forse più dura di quell’estintore.-
-... non è
divertente.- mormorò lei, e corse ad aiutarlo.- e la Masamune?-
-lasciala
lì.- fu la risposta.- preferisco che rimanga dov’è.-
-ah... va
bene.-
Quando lo sollevarono
Rufus Shinra emise un gemito.
-secondo
te ce ne sarà grato?- chiese Tifa, speranzosa.
-non
contarci troppo. Andiamo.-
Si trascinarono
il corpo di Rufus fino alle scale, poi Sephiroth si fermò e guardò la zona
sottostante.- arriva qualcuno.-
Il volto
di Zack fece capolino da un angolo del corridoio e dietro di lui, ad uno ad
uno, comparvero anche tutti gli altri.
-Tifa!-
gridò Cloud, felice.- stai bene!-
Lei sorrise.-
e perché non dovrei?!-
Tseng la
guardò con occhi increduli.- cosa ci fate con Rufus Shinra?-
Sephiroth si
lasciò sfuggire una risata.- meglio non saperlo.-
-s-stai
bene anche tu?- gli chiese timidamente Aerith.
Lui annuì
malinconicamente.- credo che ora sia tutto a posto.-
Zack corse
verso di loro e prese il posto di Tifa nel sostenere Rufus.- sapevo che non
potevi essere andato del tutto fuori di testa.-
-devo
ringraziare Tifa.- rispose Sephiroth, piano.- altrimenti questa scuola non
esisterebbe più.-
Hollander guardò
Sephiroth con aria sospettosa, e quando il ragazzo incrociò il suo sguardo
insistente, il professore quasi si nascose dietro a Tseng.
Tifa intanto
era corsa verso Cloud e lo aveva stretto in un abbraccio soffocante.- che bello
vedervi tutti qui!-
Tseng annuì
e scansò Hollander con una spintarella.- adesso però andiamo via.-
Cloud sorrise
all’amico.- non abbiamo più nessuna ragione per rimanere qui!-
-Sephiroth,
se sei stanco, ti sostituisco io.- si propose Cloud.
Zack guardò
il biondo sorridendo. Era una delle poche volte in cui Cloud si offriva così spontaneamente
di fare qualcosa, doveva essere veramente felice, ma in fondo perché non
avrebbe dovuto esserlo?
Il platinato
fissò il biondo, quasi ne fosse rimasto ammaliato. Non aveva mai ricevuto una
richiesta così apertamente da lui, quindi lo lasciò fare, e aspettò di far
passare tutti gli amici prima di accodarsi al resto del gruppo.
La testa
gli faceva ancora piuttosto male, ma almeno riusciva a pensare lucidamente.
Vide che
Tifa aveva intrapreso con Tseng una fitta chiacchierata e non osò
interromperli, quindi rimase in silenzio fin quando Aerith non gli rivolse la
parola.
-mi
dispiace. Per ciò che ha fatto mio padre, intendo.-
Sephiroth non
la guardò neanche, tuttavia rispose:- non devi. Tu non c’entri nulla.-
Aerith abbassò
lo sguardo mortificata.
-forse noi
due siamo più simili di quanto pensiamo, ma in modi diversi.- aggiunse
Sephiroth.- avevo intenzione di ucciderti... Aerith.-
-già... lo
immaginavo.- mormorò lei, arrossendo.
Lui si
voltò e la osservò attentamente.- sei molto più forte e coraggiosa di quel che
sembra. Probabilmente, lo sei anche più di me.-
La ragazza
sorrise.- quindi... possiamo essere amici?-
-e perché no?-
domandò Sephiroth, con un sorriso sincero, poi accellerò il passo e la lasciò
da sola.
Aerith lo
seguì con gli occhi, poi corse al fianco di Tseng e prese a sorridergli.
-è
successo qualcosa?- le domandò Tseng.
-niente
che valga la pena raccontare!- esclamò la castana.
*
Fuori era
sera, ormai.
Eppure nessuno
aveva abbandonato il cortile esterno della scuola, e neanche i pompieri avevano
interrotto il loro lavoro; avevano domato l’incendio e ora erano tutti
entusiasti.
La polizia
e il pronto soccorso erano parcheggiati nei dintorni, e quando intravidero il
gruppo che usciva dalla scuola, non esitarono a correre in loro aiuto.
I medici
portarono via Rufus Shinra in barella, ma l’ispettore di polizia, non appena
vide Hollander gli piombò addosso e gli mise le manette ai polsi, suscitando la
sorpresa generale.
-abbiamo
ricevuto una segnalazione! Una soffiata!- spiegò il poliziotto, trionfante.-
prove, tante prove! Un intero laboratorio di prove! Esperimenti illeciti,
traffici illegali!- era così felice che aveva le lacrime agli occhi.
-lasciatemi!-
strillò Hollander.
-signor
Hollander! Lei è in arresto!-
Tifa e
Sephiroth si scambiarono un’occhiata, poi un bambino si avvicinò al platinato e
lo costrinse ad abbassarsi per sussurrargli nell’orecchio qualcosa. Il platinato
fece una faccia sorpresa, poi seguì il ragazzino in mezzo alla folla.
-ma dove
va?- chiese Zack.
-non so.-
rispose Tifa.- dovremmo lasciarlo andare così...?-
Aerith sorrise.-
direi di sì!-
-RAGAZZI!-
il vocione del professor Barret esplose nell’aria, e un secondo dopo le sue
enormi mani avevano mollato una pacca terribile a Zack e Cloud.- Sono così
felice che stiate bene!-
-anche noi...-
tossì Zack.
Cloud scoppiò
a ridere di gusto.
Tseng circondò
con un braccio le spalle di Aerith e le sorrise.
Zack scappò
lontano da Barret, trascinò Cloud con sé, e non appena furono lontani dal gruppo,
lo baciò appassionatamente.
Cloud rispose
al bacio con la stessa intensità, poi il moro gli prese il volto tra le mani,
lo scostò dal suo e lo guardò con amore.
- è tutto
finito Cloud...?-
-perché me
lo chiedi?- domandò il biondo, perplesso.
Zack aveva
gli occhi lucidi e il volto acceso dall’emozione.- perché ho già provato quanto
sia stato doloroso perderti... e non è un’esperieza che vorrei riprovare...-
Cloud sgranò
gli occhi, poi gli sorrise.- è tutto finito.-
Il moro
quasi scoppiò in lacrime, quando lo disse, lo abbracciò e lo tenne stretto a
lungo.
*
Sephiroth fu
portato in strada; davanti al cancello della scuola sostava una macchina nera,
e davanti ad essa c’era una donna che sorrideva.
-Sephiroth.-
disse Lucrecia Crescent.
Il bambino
rise e si allontanò di corsa, lasciando i due da soli.
-signora
Crescent.- farfugliò Sephiroth, abbassando la testa.
Lei sorrise
dolcemente.- forse avrei dovuto dirtelo. Forse avrei dovuto essere più forte,
non trovi?-
-tutti
abbiamo le nostre debolezze.- bisbigliò Sephiroth.
-ma le mie
non fanno altro che ferire chi mi sta vicino.- ammise Lucrecia.
-anche le
mie.- rispose Sephiroth.
-allora,
tale madre, tale figlio.- scherzò Lucrecia.
-mm... che
battuta infelice.- commentò il platinato.
Lucrecia gli
si avvicinò e gli prese una mano tra le sue.- perdonami.-
Sephiroth deglutì.-va
bene.-
-grazie.-
Lei lo
lasciò e si diresse verso la macchina.
-signora
Crescent!- la richiamò Sephiroth.- è stata lei a confessare tutto alla
polizia?!-
-no, ti
sbagli.- rispose lei, senza voltarsi, mentre apriva lo sportello.- è stata un’altra
persona.-
-posso
sapere chi...?-
-uno
spettro, forse.- disse lei, enigmatica.- o forse un uomo. Non saprei come chiamare
un uomo che risorge dall’oltretomba.- e salì in macchina, lasciando Sephiroth
più confuso che mai.
La macchina
partì, e il platinato la guardò allontanarsi sempre di più, fino a sparire completamente
nella notte.
Quella sarebbe
stata l’ultima voolta che avrebbe visto Lucrecia Crescent, era sicuro. Ma chissà
a chi si riferiva, parlando in quel modo... “uno spettro, forse. O forse un uomo. Non saprei come chiamare un uomo
che risorge dall’oltretomba.”
Angolino
dell’autrice
Eccomi qui!
Che fatica, ragazzi... rispondo vado subito a nascondermi nel mio laboratorio.
Scusate il
ritardo... di questi tempi mi stanno massacrando di lavoro! *sob*
Non ho
neanche il tempo di rispondere alle recensioni, ma non vi preoccupate! Lo farò
nel prossimo ed ultimo capitolo!
Un grande
bacio a tutti e alla prossima!