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Autore: Tico_Sarah    30/04/2010    5 recensioni
Proviamo a trasformare la Shinra in una scuola superiore, prendiamo tutti i personaggi di Final Fantasy VII e buttiamoceli dentro, dimenticando (o quasi) la trama originale del gioco. Avremo solo dei normali alunni: Cloud, il riservato e complessato biondino che nessuno nota a parte Zack, la dolcissima e allegra Aerith, Tifa, la ragazza provocante che tutti vorrebbero conquistare, i tre bulletti della scuola Kadaj, Yazoo e Loz, lo studente modello Angeal, Sephiroth, il campione di scherma della scuola, il l’appassionato di letteratura Genesis, il nuovo professore, Rufus Shinra, che tutti odiano perché è il figlio del preside ed è ritenuto un raccomandato, e molti altri ancora. Infine il preside Shinra e il suo più intimo amico, il professore di scienze: Hojo, che nessuno vede di buon occhio. Sullo sfondo, le vicende dei personaggi si intrecciano tra amicizie, amori, bugie e segreti. Ho messo OOC tra gli avvertimenti per evitare disguidi... Bè, leggete (e commentate)... mi farà davvero piacere.
Genere: Romantico, Fantasy, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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21.

 

Sephiroth esitava.

Chissà perché vedere il viso della ragazza, non solo gli metteva addosso uno strano disagio, ma rievocava strane sensazioni che lui non ricordava di aver mai vissuto. Piccoli frammenti di ricordi sepolti dalla rabbia e dall’odio, che riaffioravano uno a uno mentre lei lo fissava.

Ma a mettergli quell’ansia insiegabile non erano i ricordi, quanto le sensazione ad essi collegate. La gelosia, l’affetto, l’amore; tutte piccole cose che s’intrecciavano insieme fino a costituire una grande tela che lo avvolgeva, scaldando il gelo che provava.

Lo sguardo del platinato scivolò sul piccolo ciondolo che pendeva al collo di Tifa e lo osservò con curiosità. Ne aveva uno simile anche lui.

-dove l’hai preso?- le chiese.

-che t’importa?- fu la risposta.- se non ricordi neanche chi sono, non ha senso dirtelo.-

-smettila!- ordinò il platinato, più furioso di quando aveva saputo la verità.- ho bisogno di saperlo!-

Tifa si morse il labbro e sorrise, sprezzante.- se vuoi liberarti di me, fallo.-

-stanne certa.- borbottò Sephiroth, ammaliato dal ciondolo di lei.- ma prima dimmi dove hai preso quell’affare!- intimò.

-dovresti ricordartelo, visto che me l’hai dato tu!- esclamò Tifa.- non ricordi neanche questo?!-

-i-io?- domandò Sephiroth, confuso, poi tirò fuori da sotto la maglietta l’altra metà del ciondolo.

Tifa ritrovò un briciolo di speranza.- Sephiroth! Perché fai tutto questo?!-

Lui non rispose, appogiò la Masamune a terra, allungò una mano verso di lei e le strappò la collana dal collo, poi fece combaciare le due metà. Sentì una scossa e ricordò quel giorno che aveva passato per  Midgar in cerca di un regalo per sé stesso e per...

-Tifa.- mormorò. Ecco come si chiamava la ragazza. Tifa. Ripetè mentalmente quel nome finchè non gli  tornò familiare.

-sì?!- esclamò Tifa, emozionata.- ti ricordi?-

Sephiroth strinse il ciondolo in mano e se lo avvicinò al petto, senza dire nulla.

Il suo cervello aveva ripreso a elaborare le informazioni a velocità impressionante.

Aveva trovato la verità che cercava da tempo immemorabile; finalmente aveva compreso la realtà sulle sue origini, aveva scoperto chi era sua madre, aveva capito che doveva vendicarsi di coloro che le avevano fatto del male, che l’avevano incatenata, oltraggiata.

Ma tutto questo ad un prezzo molto alto.

Aveva anche sacrificato tutto ciò che era stato in grado di dare un significato alla sua vita: l’affetto, l’amore, l’amicizia.

-ti ricordi quando mi hai detto che se qualcosa mi avesse fatto paura, tu mi avresti protetta?- domandò Tifa.- quella volta, a casa tua! Beh, adesso c’è qualcosa che mi fa paura! Sei tu, Sephiroth!-

Lui sobbalzò e indietreggiò.- io! Io devo far paura! Devo schiacciare voi umani per conto di mia madre!-

-mandale i miei saluti, allora! Sempre che tu riesca a farlo! Non mi sembra una madre molto presente!-

-tu non capisci! Lei c’è, sei tu che non puoi sentirla...- esclamò Sephiroth, cadendo in ginocchio.

Tifa si gettò su di lui e gli buttò le braccia al collo.- ti prego! Basta!-

Sephiroth sentì il calore del suo corpo e la abbracciò a sua volta.- Tifa!-

-ci sono io qui! - esclamò Tifa, scoppiando in lacrime.-Io ti amo!-

Sephiroth rimase in silenzio, tremante. Si sentiva un bambino indifeso. Poteva accettare la verità per com’era, terminare la sua opera di distruzione e diventare padrone del mondo, oppure dare retta a Tifa, tradendo così la madre.

Chiuse gli occhi e aumentò involontariamente la stretta attorno al corpo della ragazza.

-avevo portato la Masamune per un solo motivo...proteggere Angeal da Zack. Non volevo che morisse.-

Lei soffocò un singhiozzo e affondò il viso nei capelli argentati di lui.- non voglio perderti.-

Lo disse in tono sommesso, quasi implorante, e Sephiroth sentì una stretta allo stomaco.- e alla fine guarda che ho fatto... io... sono un mostro.-

Tifa chiuse gli occhi e chiuse gli occhi, facendo scivolare le lacrime sulle guance.

-puoi... puoi perdonarmi? Puoi perdonare una persona come me? Sempre che sia possibile.-

-sì... posso farlo... sono abbastanza forte... per entrambi.-

Sephiroth guardò la parete di fronte, ma in reraltà non iusciva a vederla.-per tutti... e due?- domandò, con una vena d’incertezza.

Lei sorrise flebilmente.- per me... e per te. Capita a tutti di avere momenti di debolezza...-

-non capisci proprio?- chiese Sephiroth.- la gente non distrugge le cose in un momento di debolezza...-

-... infatti! Muoio di paura, okay?! Ma cosa posso fare?! Posso soltanto affrontare i problemi... solo questo.-

Sephiroth chiuse gli occhi e rimase tra le braccia della ragazza, inerte. E lui cosa poteva fare? Che confusione...

La solitudine.

Ci era così abituato che anche se fosse rimasto l’unico essere dell’universo, non avrebbe fatto molta differenza. Ma pensandoci bene, lui non era solo.

Aveva Angeal e aveva Genesis; in un certo senso, anche loro avevano condiviso il suo destino, in parte...

Aveva Zack. Si era affezionato molto a quel ragazzo; in qualche modo gli ricordava Angeal.

Aveva Tifa.

Gli esseri umani commettono errori.

Ma lui non era umano.

Oppure sì? Cosa significa davvero essere un uomo?

-Sephiroth...-

-puoi lasciarmi, ora.- mormorò il platinato.- mi stai stritolando.-

Lei fece uno strano suono, a metà tra una risata è un singhiozzo, sciolse l’abbraccio e rimase inginocchiata davanti a lui, mentre si asciugava le lacrime con un dito.

Sephiroth abbassò lo sguardo e vide che il cuore era caduto a terra. Probabilmente l’aveva lasciato senza rendersene conto.

Tifa lo prese e lo guardò.- cosa vuoi fare?-

-dammi la mia metà.- rispose Sephiroth, poi sospirò.

-cosa ne facciamo di Shinra?-

Sephiroth si voltò e scorse il corpo dell’uomo steso a terra.- si meriterebbe di rimanere qui. Almeno sconterebbe i peccati del padre... e i suoi. Ma io sono l’ultima persona che può parlare di peccati, dunque... vieni. Aiutiamolo.-

-ben detto! Vedo che ti sei ripreso.-

-già...- sbottò lui, alzandosi.- stai bene?- e le porse una mano.

-sì.- rispose Tifa.- anche se per una attimo ho temuto il peggio.-

Sephiroth sbuffò e corse da Rufus Shinra.- pensi di rimanere lì a guardarmi o intendi darmi una mano?! Sei tu che l’hai tramortito!-

-n-non è morto?-

-no. Ha la testa dura...- la confortò Sephiroth.- forse più dura di quell’estintore.-

-... non è divertente.- mormorò lei, e corse ad aiutarlo.- e la Masamune?-

-lasciala lì.- fu la risposta.- preferisco che rimanga dov’è.-

-ah... va bene.-

Quando lo sollevarono Rufus Shinra emise un gemito.

-secondo te ce ne sarà grato?- chiese Tifa, speranzosa.

-non contarci troppo. Andiamo.-

Si trascinarono il corpo di Rufus fino alle scale, poi Sephiroth si fermò e guardò la zona sottostante.- arriva qualcuno.-

Il volto di Zack fece capolino da un angolo del corridoio e dietro di lui, ad uno ad uno, comparvero anche tutti gli altri.

-Tifa!- gridò Cloud, felice.- stai bene!-

Lei sorrise.- e perché non dovrei?!-

Tseng la guardò con occhi increduli.- cosa ci fate con Rufus Shinra?-

Sephiroth si lasciò sfuggire una risata.- meglio non saperlo.-

-s-stai bene anche tu?- gli chiese timidamente Aerith.

Lui annuì malinconicamente.- credo che ora sia tutto a posto.-

Zack corse verso di loro e prese il posto di Tifa nel sostenere Rufus.- sapevo che non potevi essere andato del tutto fuori di testa.-

-devo ringraziare Tifa.- rispose Sephiroth, piano.- altrimenti questa scuola non esisterebbe più.-

Hollander guardò Sephiroth con aria sospettosa, e quando il ragazzo incrociò il suo sguardo insistente, il professore quasi si nascose dietro a Tseng.

Tifa intanto era corsa verso Cloud e lo aveva stretto in un abbraccio soffocante.- che bello vedervi tutti qui!-

Tseng annuì e scansò Hollander con una spintarella.- adesso però andiamo via.-

Cloud sorrise all’amico.- non abbiamo più nessuna ragione per rimanere qui!-

-Sephiroth, se sei stanco, ti sostituisco io.- si propose Cloud.

Zack guardò il biondo sorridendo. Era una delle poche volte in cui Cloud si offriva così spontaneamente di fare qualcosa, doveva essere veramente felice, ma in fondo perché non avrebbe dovuto esserlo?

Il platinato fissò il biondo, quasi ne fosse rimasto ammaliato. Non aveva mai ricevuto una richiesta così apertamente da lui, quindi lo lasciò fare, e aspettò di far passare tutti gli amici prima di accodarsi al resto del gruppo.

La testa gli faceva ancora piuttosto male, ma almeno riusciva a pensare lucidamente.

Vide che Tifa aveva intrapreso con Tseng una fitta chiacchierata e non osò interromperli, quindi rimase in silenzio fin quando Aerith non gli rivolse la parola.

-mi dispiace. Per ciò che ha fatto mio padre, intendo.-

Sephiroth non la guardò neanche, tuttavia rispose:- non devi. Tu non c’entri nulla.-

Aerith abbassò lo sguardo mortificata.

-forse noi due siamo più simili di quanto pensiamo, ma in modi diversi.- aggiunse Sephiroth.- avevo intenzione di ucciderti... Aerith.-

-già... lo immaginavo.- mormorò lei, arrossendo.

Lui si voltò e la osservò attentamente.- sei molto più forte e coraggiosa di quel che sembra. Probabilmente, lo sei anche più di me.-

La ragazza sorrise.- quindi... possiamo essere amici?-

-e perché no?- domandò Sephiroth, con un sorriso sincero, poi accellerò il passo e la lasciò da sola.

Aerith lo seguì con gli occhi, poi corse al fianco di Tseng e prese a sorridergli.

-è successo qualcosa?- le domandò Tseng.

-niente che valga la pena raccontare!- esclamò la castana.

 

*

 

Fuori era sera, ormai.

Eppure nessuno aveva abbandonato il cortile esterno della scuola, e neanche i pompieri avevano interrotto il loro lavoro; avevano domato l’incendio e ora erano tutti entusiasti.

La polizia e il pronto soccorso erano parcheggiati nei dintorni, e quando intravidero il gruppo che usciva dalla scuola, non esitarono a correre in loro aiuto.

I medici portarono via Rufus Shinra in barella, ma l’ispettore di polizia, non appena vide Hollander gli piombò addosso e gli mise le manette ai polsi, suscitando la sorpresa generale.

-abbiamo ricevuto una segnalazione! Una soffiata!- spiegò il poliziotto, trionfante.- prove, tante prove! Un intero laboratorio di prove! Esperimenti illeciti, traffici illegali!- era così felice che aveva le lacrime agli occhi.

-lasciatemi!- strillò Hollander.

-signor Hollander! Lei è in arresto!-

Tifa e Sephiroth si scambiarono un’occhiata, poi un bambino si avvicinò al platinato e lo costrinse ad abbassarsi per sussurrargli nell’orecchio qualcosa. Il platinato fece una faccia sorpresa, poi seguì il ragazzino in mezzo alla folla.

-ma dove va?- chiese Zack.

-non so.- rispose Tifa.- dovremmo lasciarlo andare così...?-

Aerith sorrise.- direi di sì!-

-RAGAZZI!- il vocione del professor Barret esplose nell’aria, e un secondo dopo le sue enormi mani avevano mollato una pacca terribile a Zack e Cloud.- Sono così felice che stiate bene!-

-anche noi...- tossì Zack.

Cloud scoppiò a ridere di gusto.

Tseng circondò con un braccio le spalle di Aerith e le sorrise.

Zack scappò lontano da Barret, trascinò Cloud con sé, e non appena furono lontani dal gruppo, lo baciò appassionatamente.

Cloud rispose al bacio con la stessa intensità, poi il moro gli prese il volto tra le mani, lo scostò dal suo e lo guardò con amore.

- è tutto finito Cloud...?-

-perché me lo chiedi?- domandò il biondo, perplesso.

Zack aveva gli occhi lucidi e il volto acceso dall’emozione.- perché ho già provato quanto sia stato doloroso perderti... e non è un’esperieza che vorrei riprovare...-

Cloud sgranò gli occhi, poi gli sorrise.- è tutto finito.-

Il moro quasi scoppiò in lacrime, quando lo disse, lo abbracciò e lo tenne stretto a lungo.

 

 

 

*

Sephiroth fu portato in strada; davanti al cancello della scuola sostava una macchina nera, e davanti ad essa c’era una donna che sorrideva.

-Sephiroth.- disse Lucrecia Crescent.

Il bambino rise e si allontanò di corsa, lasciando i due da soli.

-signora Crescent.- farfugliò Sephiroth, abbassando la testa.

Lei sorrise dolcemente.- forse avrei dovuto dirtelo. Forse avrei dovuto essere più forte, non trovi?-

-tutti abbiamo le nostre debolezze.- bisbigliò Sephiroth.

-ma le mie non fanno altro che ferire chi mi sta vicino.- ammise Lucrecia.

-anche le mie.- rispose Sephiroth.

-allora, tale madre, tale figlio.- scherzò Lucrecia.

-mm... che battuta infelice.- commentò il platinato.

Lucrecia gli si avvicinò e gli prese una mano tra le sue.- perdonami.-

Sephiroth deglutì.-va bene.-

-grazie.-

Lei lo lasciò e si diresse verso la macchina.

-signora Crescent!- la richiamò Sephiroth.- è stata lei a confessare tutto alla polizia?!-

-no, ti sbagli.- rispose lei, senza voltarsi, mentre apriva lo sportello.- è stata un’altra persona.-

-posso sapere chi...?-

-uno spettro, forse.- disse lei, enigmatica.- o forse un uomo. Non saprei come chiamare un uomo che risorge dall’oltretomba.- e salì in macchina, lasciando Sephiroth più confuso che mai.

La macchina partì, e il platinato la guardò allontanarsi sempre di più, fino a sparire completamente nella notte.

Quella sarebbe stata l’ultima voolta che avrebbe visto Lucrecia Crescent, era sicuro. Ma chissà a chi si riferiva, parlando in quel modo... “uno spettro, forse. O forse un uomo. Non saprei come chiamare un uomo che risorge dall’oltretomba.”

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice

 

Eccomi qui! Che fatica, ragazzi... rispondo vado subito a nascondermi nel mio laboratorio.

Scusate il ritardo... di questi tempi mi stanno massacrando di lavoro! *sob*

Non ho neanche il tempo di rispondere alle recensioni, ma non vi preoccupate! Lo farò nel prossimo ed ultimo capitolo!

Un grande bacio a tutti e alla prossima!

 

 

 

 

  
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