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Autore: marty_chan91    30/04/2010    3 recensioni
Sai Inuyasha....io penso che il nostro incontro non sia stato solo il frutto di una coincidenza. Io voglio che tu viva Inuyasha, voglio che tu sia felice e sorridente. Non so cosa potrò fare per te ma ti starò accanto. Per sempre...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho scritto questa oneshot dopo un episodio di Inuyasha molto triste, alcune delle battute dell'episodio sn inserite all'interno della storia e sono quelle che più mi hanno colpito e commosso. Questo è praticamente uno dei finali possibili,forse il più triste, che spero nn avvenga mai. Il titolo è una frase di una splendida canzone dei Sonata Arctica, gruppo metal ma che crea dei capolavori con dei testi profondi e molto romantici e tristi, che si chiama "Don't say a word", forse una delle canzoni più conosciute. Spero che la ascolterete e che vi piaccia la mia storia!

"The love that's meant to fade away..."

L'amore che è destinato a svanire.

 

Il ritmico tambureggiare di gocce che si infrangono sul terreno,lo scrosciare dell'acqua sui tetti di legno di qualche capanna lontana,l'eco risonante in tutta la foresta e l'odore inconfondibile di erba bagnata.Questo era quello che sentiva.

Acqua quella che bagnava il suo volto.Lacrime quelle che scendevano dai suoi occhi cancellate immediatamente dal pugno chiuso della sua mano.

Una persona,immobile nell'oscurità della notte, rimaneva a fissare il monumento funebre davanti a se: dei gigli bianchi posati sul terreno fangoso e una candela spenta da tempo ai piedi di un piccolo tempietto nero.Una tomba vuota.Ecco tutto quello che rimaneva di lei.

L'essere umano è vulnerabile alle leggi del tempo.Nasce,vive e muore. Anche se questo lo aveva sempre saputo si era lo stesso innamorato di uno di essi.

Che stupido che era stato.Non sapeva che l'amore è destinato a svanire.

Capelli d'argento coprivano il suo volto rigato dalla pioggia e cadevano lungo la sua schiena.Indossava vesti scarlatte di un rosso acceso,bagnate, stampate sul suo corpo.

Era un ragazzo.Solo.Incurante della pioggia.Piangeva.

Ormai non aveva neanche più senso cancellare le lacrime.Perchè essere forti?Per chi ?Ormai lei non c'era più.Ormai lei non sarebbe più tornata.

Alzò il volto da terra,dallo spettrale sepolcro, e lo portò al cielo scuro carico di nubi.

Dorati i suoi occhi.Da cane le sue orecchie.Bellissimo il suo volto.

Sopra di lui immensi rami dalle rigogliose foglie si estendevano per un buon tratto della foresta.Un albero enorme,sacro,vecchio di migliaia di anni.

Quell'albero dal tronco nodoso era carico di ricordi.Dolorosi ricordi ma anche felici.

Il Go-shinboku.Cinquant'anni legato ad esso,imprigionato al suo tronco, e solo pochi minuti per essere liberato.

Già...tutto era iniziato in quel luogo....con lei.

"Che cos'è quell'espressione ebete?!Dimmi,hai forse perso i tuoi poteri ,venerabile Kikyo?Dovrebbe bastarti un solo colpo per abbatterlo,proprio come hai fatto con me,no?"

"La smetti?!Kikyo,Kikyo!Perchè mi chiami così?!Giusto a titolo informativo sappi che il mio nome è..."

Un vento gelido mosse le chiome dell'albero spazzando via i ricordi.La pioggia portata dal vento sferzò freddamente il suo volto ma lui non ci badò.

Il suo sguardo dorato rimase imperturbabile posato sull'albero millenario che aveva cambiato completamente le sorti della sua vita.

Probabilmente,se il destino avesse preso una piega diversa,lui non l'avrebbe mai incontrata.

Ma cos'era meglio?

Vivere nell'incapacità di dimenticarla,consapevole che il suo sorriso,i suoi occhi nocciola,la sua risata contagiosa e cristallina e l'inconfodibile suono della sua voce che lo chiamava per nome non sarebbero più tornati oppure non averla mai conosciuta?

Non riusciva a trovare una risposta.Non sapeva più cosa pensare.

Lentamente si avvicinò verso il Go-shinboku bagnato anch'esso di pioggia.Fermandosi davanti all'immenso tronco posò una mano sulla  ruvida superficie di legno,il punto esatto dove Kikyo lo trafisse con una freccia...cinquant'anni fa...

Kikyo...una delle donne più importanti della sua vita.Il suo primo amore.Per lei avrebbe rinunciato a tutto,sarebbe anche diventato un essere umano,uno degli esseri che un tempo tanto disprezzava.Tutto pur di vivere per sempre al suo fianco.

Ma così non era stato.Anche lei,come sua madre, morì lasciandolo completamente solo.O almeno fino a quando non la incontrò...

"Come sei caduta in basso, Kikyo..."

"La vuoi smettere!?!?!? Ti ho già detto che ti stai sbagliando, il mio nome non è Kikyo!Lo vuoi capire o no?!"

"Non cercare di ingannarmi, non esiste un' altra donna che abbia un odore tanto disgustoso,lo riconoscerei ad occhi chiusi!!"

...

"Mhm...m-ma...tu non sei...Kikyo..."

"L'hai capito?! Era ora! Il mio nome è Kagome! KA-GO-ME!"

"Kikyo è molto più femminile di te....e...più bella..."

Quante cose erano successe da quel giorno...il viaggio iniziato per raccogliere i frammenti della sfera,l'incontro con Shippo,Miroku e Sango,la resurrezione di Kikyo e poi...Naraku.

Un fulmine squarciò il cielo cadendo poco distante da lì.Un fremito scosse le fronde degli alberi facendo vibrare la terra.

La figura misteriosa si mosse impercettibilmente.Veloce,quasi invisibile ad occhio umano,colpì con forza il tronco davanti a se.

Liquido scarlatto scivolò giù dal pugno chiuso della sua mano.Sangue si mescolò con la pioggia insistente sporcando la corteccia del Go-shinboku.Il sangue misto di un mezzodemone.

Naraku...quel nome...quel nome scatenava in lui orribili ricordi.Il demone dagli occhi scarlatti,dalla pelliccia di babbuino,che sconvolse per sempre la sua vita.

Lui.L'assassino di Kikyo.L'assassino delle sole persone che avevano contato qualcosa.La sua unica famiglia.

Colpito da quell'inatteso pensiero,sorpreso lui stesso,sbarrò gli occhi dorati.Un'immagine si fece largo nella sua mente apatica...l'immagine di una ragazza dai capelli corvini.

"E allora che importa? dopotutto adesso non sei più solo."

Il suo sorriso e il vento che le muoveva delicatamente i capelli.Quelle parole...se chiudeva gli occhi era come tornare indietro con il tempo ed essere lì,accanto a lei, ad ascoltare incantato il suono dolce della sua voce.Lei, a fianco dalla sua fedele "macchina di ferro" che chiamava bicicletta.Lei,il suo strano kimono mosso da una leggera brezza di primavera.Lei...

.....

Quel giorno non seppe cosa risponderle.Il suo carattere troppo orgoglioso non gli avrebbe mai permesso di ammetere che finalmente aveva trovato un posto in cui stare,una casa in cui vivere...non avrebbe mai potuto dirle che lui finalmente non era più solo.

Quanto era stato sciocco...

Portandosi la mano ferita alla bocca leccò il rivolo di sangue che cadeva lento dalle nocche.Un amaro sorriso incurvò le sue labbra perfette.

Un triste sorriso di consapevolezza,colmo di rimpianti,carico di nostalgia.

C'erano tante cose che avrebbe voluto dirle,tante cose che avrebbe voluto fare per lei,lei che era così importante.

Non le aveva mai detto neanche una volta che l'amava.

Una nuova goccia si infranse sul terreno erboso.Una goccia di pioggia o qualcosa di più?

Era difficile dirlo.Il suo volto era completamente bagnato e i suoi occhi chiusi dalla stanchezza.

Una figura sofferente in balia della pioggia.

Zoppicando il ragazzo tornò al triste sepolcro.Parte del suo kimono scarlatto era lacerato e sporco di sangue all'altezza del petto e la gamba destra tremava ad ogni passo: le sole ferite del corpo che aveva riportato dalla Grande battaglia,la battaglia finale contro Naraku,niente se paragonate a quelle dell'animo.

Era così.

Naraku era stato sconfitto.Dopo cinquant'anni aveva avuto la sua vendetta, aveva vinto riportando solo poche, lievi ferite.Ed inoltre...

Aprì il palmo della sua mano destra.Una piccola sfera rosa illuminò l'oscurità della notte,un gioiello bellissimo che emanava luce propria.

La sfera dei quattro spiriti.

Alla fine ci era riuscito.Eccola lì,tra le sue mani.Il gioiello bramato da cinquant'anni adesso era in suo possesso.Aveva vinto.

Poteva diventare un demone.Un demone,come aveva sempre sognato...

Ma a quale prezzo?Cosa aveva veramente ottenuto?

La felicità?

No...

Non aveva vinto niente.Aveva solamente perso.Perso tutto.Non era stato capace di proteggere nessuno.Non era stato capace di proteggerla.

Un secondo fulmine cadde a pochi metri di distanza illuminando il cielo notturno.La triste figura del ragazzo semi umano venne illuminata solo per pochi istanti...per un breve istante il suo bel volto rigato dalla pioggia uscì dall'oscurità mostrando un' infinita tristezza.

Ormai non aveva più forze.La gambe cedettero e lui cadde in ginocchio nell'umido terreno erboso davanti alla tomba.Alzò la sguardo posandolo sul piccolo tempio di fronte a lui,sui tristi gigli bianchi nel vaso nero.Non resistendo a quella vista chiuse gli occhi.Pianse.Tra le mani, la sfera dei quattro spiriti.Quel malefico oggetto che aveva rovinato la sua vita,quella maledetta biglia rosa sporcata del sangue di migliaia di innocenti.

Il solo averla tra le dita gli faceva disgusto.Adesso quel viaggio iniziato mesi fa per recuperare ogni suo frammento gli sembrava così sciocco,così pazzo e suicida.Soltanto adesso si rendeva conto di aver condotto tutti verso la morte.

Non era Naraku , la sfera,la colpa di tutto quello che era successo era soltanto sua.Lui,spinto dalla sua vendetta verso Naraku e dal desiderio di avere la sfera solo per se, aveva perso le uniche persone che avevano contato qualcosa per lui.

Non le aveva protette.Non ne era stato capace.

E adesso? Cosa doveva fare per dimenticare ogni cosa? Per dimenticare il suo volto?

Lui non voleva più soffrire a quel modo ...non voleva più possedere quello stupido corpo semiumano debole e fragile.Era stanco di quella esistenza assurda,di quell'acuto e incessante dolore che gli stringeva il petto dolorosamente.

La sua parte umana,il suo cuore umano,dovevano sparire.

Proprio quest'ultimo pensiero lo fece riflettere.Abbassò il volto inconsciamente.Tra le sue mani,splendente più che mai,ecco la shikon no tama. Sembrava esortarlo a prendere una decisione,spingerlo verso la scelta più facile e indolore.Lo stava mettendo alla prova.Lo stava tentando.

Nella sua testa si fece strada una voce.Una piccola voce che gli ripeteva di utilizzare la sfera,di diventare un demone.Un demone,come aveva sempre voluto essere.

Niente più dolore sofferenza. Non avrebbe più amato nessuno,non avrebbe più provato pietà per nessuno.

Una vita senza ricordi...senza rimpianti.

Tutti i giorni passati con lei scomparsi.Le avventure,le gioie,i dolori.Niente .Solo l'irrefrenabile voglia di uccidere.Era molto meglio che vivere pensando continuamente a lei.

Ma era veramente così?

Dopo aver perduto Kikyo sfruttare la sfera per diventare un demone completo gli era sembrata la cosa più naturale possibile,l'unica scelta giusta da prendere.Era quello che voleva,prima di incontrare lei.

Per l'ennessima volta lo sguardo dorato si posò sui gigli,steli delicati in balia del vento,piccole perle di pioggia sui candidi petali come lacrime che scivolavano sulla delicata corolla.

La mano del ragazzo sfiorò la loro liscia superficie infrangendo le fragili gocce.Una di esse si posò sul dorso della mano mescolandosi alle altre.

No...

Non ne era capace.

Non voleva più niente da quella stupida sfera demoniaca.Niente.

Lentamente posò il luminoso gioiello ai piedi della tomba,accanto al vaso d'ebano, mentre dall'interno del suo kimono estrasse un secondo oggetto posandolo anch'esso a terra accanto alla shikon.

Era una collana fatta di perle viola e denti animali.Un rosario mistico dolorosamente conosciuto,un oggetto a cui lui era particolarmente legato.

Quanto avrebbe voluto sentire ancora una volta la sua voce,quella parola un tempo tanto temuta.

A cuccia...

Ma tutto ciò apparteneva al passato.

"E' giusto che questi li tenga tu."disse rialzandosi in piedi.La sua voce era bassa,stanca,roca.

Un triste sorriso comparve sul suo volto bagnato di pioggia mentre osservava per l'ultima volta lo spoglio sepolcro.Un sorriso dolce,bellissimo.Un sorriso sconosciuto che solo a lei un tempo rivolgeva.

Forse era vero,l'amore è destinato a svanire...

Non esiste niente di infinito ed eterno. Tutto è mutabile,soggetto alle leggi del tempo. Ogni cosa ha un inizio ed una fine.

Però...nonostante questo lui non l'avrebbe dimenticata.

Nel suo cuore umano, così come nel suo spirito di demone, il suo ricordo sarebbe rimasto immutato per sempre.

"Addio...Kagome."

.........

Un vaso di gigli bianchi, la sfera dei quattro spiriti e un rosario mistico di perle viola accanto ad un piccolo monumento funebre.

Ecco tutto ciò che Kagome Higurashi aveva lasciato in quell'epoca prima di far ritorno,per sempre,nel suo vero mondo.

Una traccia della durata di un istante.

Continuava incessantemente a piovere nonostante le lacrime si fossero ormai del tutto esaurite.

Inuyasha si voltò verso il villaggio allontanandosi sempre più. La sua chioma argentea e la sua veste scarlatta scomparvero nella notte, nell'oscurità del buio che inghiottiva ogni cosa.

E così il misterioso ragazzo scomparve per sempre.

.

.

.

.

.

.

 

"Inuyasha,ti voglio domandare solo una cosa. Mi permetti di restare insieme a te?"

"Starai...al mio fianco per sempre?"

"Si."

 

Sai Inuyasha....io penso che il nostro incontro non sia stato solo il frutto di una coincidenza.

Io voglio che tu viva Inuyasha, voglio che tu sia felice e sorridente.

Non so cosa potrò fare per te ma ti starò accanto.

Per sempre.

 

 

...The End...

 

 

 

   
 
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