Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: EryVeg    30/04/2010    0 recensioni
L'ispettore Carlo Reggeri e l'apprendista Andrea Simoneti sono alle prese con un caso molto interessante: la chiave del mistero sembra trovarsi nella mente di una giovane ragazza, Mary. E' la mia prima fanfiction ed è stata scritta molto tempo fa. Ben accette le critiche e i commenti!
Genere: Azione, Avventura, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
la notte capII

I due poliziotti giunsero davanti alla casa dove si era da poco consumata la tragedia.

Era mezzanotte e trenta e la pioggia aveva cessato di cadere.

- Chi è la vittima?- domandò l’ispettore Carlo Reggeri, un uomo alto con dieci anni di servizio alle spalle, al suo collega Andrea Simoneti.

- Dylan Lareti, quattordici anni, signore- esclamò impacciato.

- Lareti, mi sembra di averlo già sentito da qualche parte. Comunque chi è la ragazza che hanno appena portato in ospedale?- domandò.

- Mary David, sedici anni, signore.

Andrea Simoneti era un uomo alto e smilzo, era stato da poco assunto e questa era la sua prima esperienza sul campo.

- Chi ha scoperto il corpo?

- I genitori della vittima quando sono tornati a casa, signore.

- Chi è entrato nella casa?

- I due medici che hanno portato la ragazza all’ospedale e ora c’è un’agente della scientifica, signore.

- Bene ma speriamo che i due medici non abbiano compromesso le prove, dai entriamo; la famiglia la interrogheremo alla centrale. Ah, un’altra cosa: non chiamarmi “ signore”.

- Sì signore!                               

- E dai con ‘sto signore!

I due entrarono nella casa, guardandosi intorno: tutto era in ordine.

Andarono dunque direttamente alla stanza della vittima.

- Ricorda,- disse l’ispettore – guarda bene ogni cosa, ogni particolare. Tieni, metti questi e buon lavoro – concluse porgendogli un paio di guanti di lattice di gomma.

Nella stanza la luce era accesa e si vedeva chiaramente tutta la scena.

L’ispettore si avvicinò al corpo della vittima: era appoggiato con le braccia e la testa sulla scrivania, seduto su una sedia con le rotelle.

Dietro di lui, l’agente della scientifica Massimo Trini si stava presentando ad Andrea.

- Piacere- rispose il poliziotto.

- Max,- chiamò l’ispettore – qual è la causa del decesso?- domandò voltandosi.

- Ha ricevuto un forte colpo alla testa- disse indicando una zona della testa insanguinata - successivamente è stato accoltellato al polmone destro; l’assassino era alle sue spalle. Un colpo solo ed è andato- concluse mostrando una grossa lacerazione all’altezza del polmone.

- La lacerazione è molto profonda, forse è stato accoltellato con un coltello da cucina, di quelli lunghi e molto affilati.

- Come mai c’è del sangue sulla scrivania?

- Perdita di sangue dalla bocca. Dopo l’autopsia il medico legale vi saprà dare più informazioni.

- Mi scusi ispettore- intervenne Andrea – l’assassino deve essere per forza entrato dalla finestra di questa camera. Ci sono delle impronte sporche di fango.

- Hai ragione, provengono da fuori. Inoltre ha smesso di piovere da poco e il terreno è ancora fangoso- esclamò l’ispettore avvicinandosi alle impronte.

- Max, prendi l’impronta- ordinò.

L’agente prese un foglio adesivo dalla valigetta e lo adagiò sull’impronta.

Successivamente tirò fuori un tampone e prelevò un po’ di fango dall’impronta sul pavimento.

- Ne prendo un campione da confrontare con quello del giardino.

- Mi scusi nuovamente ispettore, ma la vittima avrebbe dovuto accorgersene se qualcuno entrava dalla finestra, no? Quindi, secondo me, la vittima conosceva il suo assassino- ipotizzò il giovane poliziotto.

- Già, ottima osservazione. Questo spiegherebbe il perché della camera così in ordine, non c’è stata nessuna colluttazione. La vittima e l’assassino si danno appuntamento qui; la vittima lo fa entrare dalla finestra e si siede un attimo alla scrivania, l’assassino ne approfitta per colpirlo alla testa e infine impugna il coltello e lo finisce. Potrebbe andare, ma per ora sono solo supposizioni- esclamò concludendo la ricostruzione.

- Carl, vieni qui a dare un’occhiata!- chiamò Max

- Cosa c’è?

- L’assassino lo ha colpito alla testa con questa- disse mostrando una mazza da baseball sporca di sangue.

Quella che Max reggeva in mano era la mazza con la quale Dylan aveva vinto numerose partite e si era guadagnato il titolo di campione.

- Ora abbiamo la mazza, ma non il coltello- disse Andrea camminando per la stanza.

Max prese un tampone e lo fece scorrere sulla macchia di sangue sulla mazza.

- L’assassino può aver colpito anche la ragazza con questa- disse Max – meglio prenderne un campione per verificare.

- Ispettore, guardi che cosa ho trovato!- esclamò Andrea mostrando una gomma da masticare.

-  Potrebbe essere dell’assassino; puoi ricavarne il DNA Max- disse l’ispettore.

- Voi ora andate ad interrogare i genitori, qui ci penso io.

Perquisisco il resto della casa e faccio venire a prendere il corpo in modo che il medico legale esegua l’autopsia al più presto. Buon lavoro- concluse salutando Max.

 

La stanza degli interrogatori non era molto grande e accogliente, c’era lo spazio per un palio di sedie e un tavolo.

Andrea e l’ispettore erano seduti su un lato del tavolo mentre dall’altro vi erano la signora e il signor Lareti.

La signora singhiozzava mentre il marito cercava di calmarla tenendole una mano sulla spalla.

- Voi dove vi trovavate al momento dell’omicidio?- cominciò l’ispettore tenendo le braccia incrociate.

- Io e mia moglie eravamo al ristorante “ Moon e Star” e stavamo festeggiando il nostro anniversario di matrimonio.

- Bene, così avete lasciato i bambini ad una baby-sitter di nome Mary, giusto?

- Sì, Dylan doveva andare al cinema con dei suoi amici; c’è andato in motorino.

- Aveva il motorino?

- Sì, da un po’ di tempo.

- Comunque, sapreste dirmi i nomi degli amici con cui è uscito?

- Bhe… - sospirò il signor Lareti – non li conosco perché mio figlio ormai è grande e sa com’è… non ce li presenta.

- Non le viene in mente nessun nome?

- Forse Daniela Frachi, la sua fidanzata. Esce spesso con lei.

- Grazie. Comunque aveva ricevuto minacce? Aveva dei nemici?

- No, tutti lo rispettano, ha un sacco di amici, è un… O mio Dio, parlo come se fosse ancora vivo!- il signor Lareti non riuscì più a trattenere le lacrime e si coprì il volto con le mani.

Andrea abbassò la testa mentre l’ispettore continuò ad osservare la coppia che solo qualche ora prima stava festeggiando, mentre ora era stravolta dal dolore per la perdita del figlio.

- La prego ispettore, trovi chi ha ucciso mio figlio- intervenne la signora singhiozzando.

- Signora, troverò il colpevole. E’ una promessa.

I due poliziotti uscirono dalla stanza degli interrogatori.

- Tutto bene?- domandò l’ispettore.

- Sì- rispose Andrea sempre tenendo la testa bassa.

- Forza, dobbiamo rintracciare Daniela Frachi; domattina la porteremo dentro per un interrogatorio.

- Senti, credi davvero che riusciremo a trovare il colpevole?- domandò Andrea.

- Ehi, siamo solo all’inizio della nostra indagine, vedrai che ce la faremo! Continua a darmi del “tu”.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: EryVeg