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Autore: SpaceDementia    01/05/2010    2 recensioni
Le luci sono spente e la casa è immersa nel buio. A gettar lunghe ombre sul muro bianco è la luce argentea e spettrale della luna.
E’ steso sul grande divano. Un bottiglia di birra poggiata sulle tavole di legno invecchiato del pavimento, una sigaretta fra le lunghe ed affusolate dita.
Aspira del fumo, prima che si alzi in spirali nell’aria della stanza.
Brucia. Fa male. Non c’è scampo al dolore causato dalla sua assenza. Nemmeno il sonno gli permette di fuggire, si staccare la spina. Il suo pensiero è costante, punge la sua mente, il suo animo, il suo cuore come fosse una vespa. I suoi pensieri, troppo caotici, hanno il fastidioso rumore di un ronzio.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mikey Way, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa one-shot è opera di fantasia.
Nomi –più o meno-, luoghi e avvenimenti sono solo frutto della mia inventiva.

Per te, Honey.



Look right through me

 

 

~E quando le nostre labbra si incontrarono,
fui certo che avrei potuto vivere cent'anni
e visitare tutti i paesi del mondo,
ma che niente avrebbe eguagliato l'intensità di quell'istante.~

 

 

La pioggia bagna insistentemente il parabrezza. Violenta, crudele, non lascia scampo.
L’oscurità l’avvolge e l’acqua non le permette di guardare ad una spanna dal suo viso.
Corre, nonostante sappia che è la cose peggiore da fare.
Quante possibilità ci sono che l’asfalto bagnata la faccia finire fuori strada? Tante, forse troppe. Ma non le importa. Deve arrivare il più presto possibile in quell’appartamento che, oramai, considera una seconda casa. O, forse, non più.
L’autoradio è spenta e nell’abitacolo l’unico rumore udibile, oltre l’incessante scroscio della pioggia, è il rumore del motore.
Sente l’urgenza delle sue parole spingere prepotentemente sulle labbra serrate. Deve arrivare lì il prima possibile. Deve poter guardare il suo viso e poter dire “sì, sei tu quello che cercavo”.
Non sa cosa accadrà dopo, non sa cosa succederà, ma deve parlargli, potergli dire che è stata una stupida, che non ha saputo interpretare il linguaggio del suo giovane cuore.
No, no, no. Diavolo, muoviti, stupida macchina, continua a ripetere.
Anche le lacrime, dovute all’urgenza delle sue azioni e dei suoi sentimenti, le offuscano la vista.
Si asciuga gli occhi con il dorso della piccola mano.
Come ho potuto essere così idiota. Come ho fatto. Non dirmi che è troppo tardi, ti prego.
I suoi sentimenti lambiscono piano il suo animo, come fossero fiamme. Il cuore freme e le sue mani tremano.
Stava partendo senza lui, senza dirgli nulla. Stava partendo abbandonando ciò che, oramai, era troppo evidente, ciò che era la sua ragione d’esistenza.
Sfreccia accanto alle auto senza curarsi di nulla. Deve arrivare da lui.
Mikey…

Nel solitario salotto, Mikey Way, fissa il soffitto.
Le luci sono spente e la casa è immersa nel buio. A gettar lunghe ombre sul muro bianco è la luce argentea e spettrale della luna.
E’ steso sul grande divano. Un bottiglia di birra poggiata sulle tavole di legno invecchiato del pavimento, una sigaretta fra le lunghe ed affusolate dita.
Aspira del fumo, prima che si alzi in spirali nell’aria della stanza.
Brucia. Fa male. Non c’è scampo al dolore causato dalla sua assenza. Nemmeno il sonno gli permette di fuggire, si staccare la spina. Il suo pensiero è costante, punge la sua mente, il suo animo, il suo cuore come fosse una vespa. I suoi pensieri, troppo caotici, hanno il fastidioso rumore di un ronzio.
Chiude gli occhi, ma, quando sulla palpebra chiusa del suoi occhi rivede il suo viso, li riapre di scatto.
Chi sono diventato? In cosa mi sono tramutato. Guardami, Ally, guarda cosa sono diventato.
Ancora una volta si porta la sigaretta alle labbra, prima di bere un sorso di birra.
Credeva che dirle la verità sarebbe bastato a farla rimanere con sé. Credeva che dicendole che l’amava non avrebbe lasciato New York per tornare a Los Angeles. Ma aveva rovinato tutto. Aveva rovinato la loro amicizia, quell’amicizia forse troppo genuina per Ally.
Sospira e nulla, in quel momento, gli sembrava tanto importante da essere vissuto.

L’auto si ferma davanti la casa dalla pareti di legno bianco.
Le gomme stridono sull’asfalto bagnata.

Mikey, volta il capo verso la finestra, ma la pioggia non gli permette di scorgere oltre il vetro. Violenta s’infrange contro esso.

Ally scende e sente l’urgenza delle sue parole farsi sempre più forte.
Corre lungo il vialetto, fino ad arrivate alla porta d’ingresso.
Bussa con violenza su di essa, sperando lui che sia in casa.

Mikey osserva la porta. Bussano con insistenza, ma non vuole vedere chi sia. Non vuole vedere nessuno. Vuole solo crogiolarsi nel suo dolore, nella consapevolezza di averla persa.
Ma continuano crudelmente a bussare, a disturbare quell’oblio fatto di dolore e rancore.

Ti prego, ti prego, dimmi che ci sei.

Mikey sbuffa. Spegne la sigaretta nel posacenere poggiato sul tavolino di fronte il televisore e si dirige, con passo lento e strisciato, verso la porta.
Afferra la maniglia e l’apre.

Ed è strano ciò che provo, ora. Credevo che, non appena spalancata quella porta, le parole sarebbero uscite con la violenza di una cascata, dalle mie labbra. Invece, non è così.
Continuo a fissare i tuoi occhi spalancati e sorpresi, cerchiati da pensanti occhiaie.
Non riesco a muovere un solo muscolo, non riesco ad emettere e preferire parola. Le parole sfiorarono la mia mente, poi sfuggono.
I tuoi occhi mi scrutano… impassibili.

Mikey la osserva. I capelli bagnati color della pece le si sono incollati al viso, le gocce d’acqua fra le lunghe ciglia paiono perle trasparenti. Ma non può notare le lacrime che solcano il suo viso, confuse con la pioggia.
La guarda, bella e statuaria come sempre, in quel suo piccolo corpo esile.
«Non dovresti essere su un aereo?» chiede d’un tratto, come riprendendosi dal momento di ipnosi in cui era caduto.

Udendo la sua voce dura come il ghiaccio, Ally trema.
«Hai detto di amarmi, ieri sera.» geme. «Era tutto vero?»

Mikey la guarda negli occhi e capisce che, nonostante il dolore e la delusione, lui l’ama.
Lui, in fondo, l’ama da sempre.
Sì, Ally.
Ma non risponde e non sa perché.

«Ti prego, rispondimi.» geme ancora. La voce le trem, sente le gambe molli e la testa pulsarle di dolore.

«Sì.» mormora il ragazzo.  «Che ci fai qui?» chiede, e la sua voce stanca schiocca come una frusta.

«Io… io devo parlarti.» farfuglia Ally.

«Cosa c’è, ti senti in colpa? Eh?» urla il ragazzo con tutto il rancore presente nel suo giovane cuore.
Fa male, fa male perché lui l’ama. Fa male perché sa che mai riuscirà a baciare le sue labbra. Fa male perché non sarà mai alla sua altezza. Fa male perché non sarà lui a curare i suoi dolori.

«No!» mormora la ragazza e le lacrime aumentano sul suo viso. «No!»

Mikey corruga la fronte. «Stai piangendo?»

«Sono stata una stupida. Sono stata così… ceca.» geme Ally. «Ti ho ferito e…», ma le parole le muoiono in gola.
Sì, era quello il momento.
Mikey, durante i mesi passati insieme, non aveva fatto che ricordarle che se vuoi qualcosa nella vita devi lottare per averla. Lui ha lottato ed, in fondo, non sa ancora di esserci riuscito.

Mikey la fissa ed attende una spiegazione.
Nel vederla così, il cuore gli si stringe in una morsa. Poi tutto avviene così velocemente ed inaspettatamente che non ha il tempo di codificare ogni azione.
Le labbra di Ally, si posano con violenza sulle sue.
Ed è strano ciò che prova, l’improvviso calore che lo attraversa in quell’istante. Il dolore, il rancore cessano, mentre il suo cuore si riscalda.

Ally getta le braccia intorno al suo collo, stringendolo a sé. E piano comincia a muovere le sue labbra su quelle di Mikey.

E’ come se il suo abbraccio giungesse fino al cuore, riscaldandolo, come se il suo tocco giungesse sino alle ossa.
Risponde con lentezza al bacio, poi la passione gli travolge entrambi e le circonda la vita stretta con le braccia.

Ally si alza in punta di piedi, evitando così che Mikey si chini troppo per baciarla.
Poi avanza, spingendolo dentro casa e chiudendo la porta con un piede.

Mikey le stringe i fianchi, sollevandola da terra.

Lei incrocia le gambe affusolate ai fianchi di lui.
Gli prende il viso fra le meni, sfiorando la pelle delle guance, intrecciando poi le dita ai capelli morbidi e setosi del ragazzo che le ha rapito in silenzio il cuore.
Era innamorata e non se n’era mai accorta.

E Mikey a lungo aveva celato il suo amore. Ma, un sentimento tanto grande e potente, non può essere nascosto. Prima o poi sale a galla e bussa prepotentemente, desideroso di mostrasi.

Ally gli sfila ma la maglia, carezzandogli con le mani la nuda schiena.
E’ strano, ma si sente stranamente ed irrazionalmente completa.
Forse è proprio questo il bello dell’amore… irrazionale felicità.

Mikey non fa che baciare le sue labbra, prima di posarla sul divano.
Le bacia il collo, le bacia l’incavo dei seni, le bacia il ventre piatto.

Ed i suoi baci lasciano scie magmatiche sulla sua pelle chiara.
Gli passa una mano fra i capelli, sospirando, mentre lui lascia invisibili mappe fatte di sospiri.
«Mikey.» mormora.
Il ragazzo alza il capo, guardandola negli occhi e lei sa che nulla può essere equiparato a quel momento.
Lei gli prende il viso fra le mani, attirandolo a sé.
I loro corpi aderiscono totalmente quando lui si stende su di lei, per poterla guardare in volto.

«Io…» esordisce lui credendo stupidamente di aver sbagliato… ancora.
La paura lo percuote e gli impedisce di allontanarsi.

«C’è una cosa che devo dirti.» sussurra a pochi millimetri dalle sue labbra.

Lui la guarda con aria interrogativa.

«Ti amo. E scusa se l’ho capito solo ora.» mormora, prima di posare con delicatezza le sue labbra su quelle del ragazzo.

«Ce ne hai messo di tempo.» sorride lui senza dividere le loro labbra.

«Perdonami». Ally lo disse, guardandolo negli occhi.

«Ora non ti lascerò andar via.»

«Non ho intenzione di farlo.»

Entrambi sorrisero felici di quel folle momento.
Poi si amano, finalmente, forgiando un patto che va al di là del conoscitivo umano.
E la vita, in questo momento, è giusta.
Si amano e nulla più conta.

I loro respiri si perdono nell’aria, mentre i loro animi si fondono.


  
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