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Autore: Elebeth    01/05/2010    2 recensioni
Correva con la musica nelle orecchie per Hyde Park, godendosi l'unico elemento che le mancava dell'Italia: il sole. Era veramente difficile godere del calore dei raggi del sole a Londra, eppure lei riusciva sempre a sfruttarli per abbronzarsi o semplicemente rendere se stessa più contenta. Era un po' come la cioccolata il sole, per lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno, questa one-shot riguarda i McFly, ma in particolare Danny Jones. E' quello che vorrei io dalla mia vita, all'infuori della presenza di Jones. Abitare a Londra, o comunque all'estero e incontrare là l'amore della mia vita.
Spero che vi piaccia, vi prego di lasciare un commento positivo o negativo, d'altronde non vi costa nulla :D
Have Fun,
Impossible is Nothing.

Alla fine aveva seguito il Bianconiglio e come Alice nel Paese delle Meraviglie era fuggita, se n'era andata da quel mondo che le stava decisamente troppo stretto. Nonostante molti non si aspettassero la riuscita della sua vita lei aveva ribaltato tutte le loro idee, disegnando la linea ben marcata del suo futuro. Non aveva lasciato che nessun'altro prendesse in mano la sua vita per lei; lei l'unica artefice di se stessa.
Correva con la musica nelle orecchie per Hyde Park, godendosi l'unico elemento che le mancava dell'Italia: il sole. Era veramente difficile godere del calore dei raggi del sole a Londra, eppure lei riusciva sempre a sfruttarli per abbronzarsi o semplicemente rendere se stessa più contenta. Era un po' come la cioccolata il sole, per lei. Semplici pantaloncini verdi mettevano in mostra l'intera gamba snella, da metà coscia fino alla caviglia; ai piedi semplici all star che le facevano assaporare ogni singolo sassetto. La canottiera bianca metteva in mostra il fisico snello e reduce da tre anni di nuoto agonistico; i capelli castani, legati in uno chignon alto, provacavano fastidio solo per il ciuffo che le ricadeva sugli occhi.
Attirava su di sé molti sguardi nonostante il cosmopolismo fosse molto sviluppato in tutta Londra. Era una bellezza caratteristica delle zone mediterranee; se non veniva catalogata come italiana lo era come spagnola, e lei doveva iniziare a raccontare tutta la sua storia.
Come On, Come All degli All Time Low, gruppo americano all'incirca della sua età, risuonava nelle orecchie e a fior di labbra canticchiava le parole. Lo adorava, le ricordava una canzone di Ligabue: leggero, nel vestito migliore, nella testa un po' di sole ed in bocca una canzone. D'accordo non era nel vestito migliore, se ne rendeva perfettamente conto anche lei, ma il sole c'era e la canzone sulle labbra era apposto.
Allo speaker corner un signore declinava le poesie di Shakespeare, rallentò e poggiandosi ad un albero, poco distante, stoppando la musica, ascoltò quella voce profonda dal lieve accento spagnolo. Riconosceva la maggior parte degli accenti a Londra: italiano, francese e spagnolo c'erano sempre, in qualche angolo. Riconosceva gli accenti dell'Europa dell'Est e quelli orientali ma non sapeva distinguere giapponese da cinese, sinceramente non le interessava nemmeno più di tanto. Adorava le lingue straniere, erano un ottimo metodo per comunicare con la gente e proprio grazie a loro se n'era andata dall'Italia.
Teneva la testa poggiata al tronco dell'albero, forse secolare, quando un ragazzo si avvicinò a lei, sedendosi a pochi centimetri di distanza. La bruna italiana lo guardò storto per poi scuotere la testa sorridente, si avvicinò al ragazzo e all'orecchio gli sussurrò: «Sei pessimo nei travestimenti, Jones». Non era un ragazzo comune, più che altro non per le mille ragazze fan dei McFly. Danny Jones, il ragazzo che le stava accanto, era il cantante e chitarrista della band formata con Tom, Harry e Dougie. Per lei era semplicemente una cotta, sperava passaggera. Aveva paura di innamorarsi di lui, chissà perchè ma lui non sembrava preoccupato di questa cautela della ragazza. In ogni modo tentava di scovarla, parlarle e cercare di farla capitolare tra le sue braccia.
«Nessuno mi ha ancora riconosciuto, a parte te», sorrise raggiante. Come travestimento aveva semplicemente un paio di rayban neri che coprivano i meravigliosi occhi azzurri. Aveva recentemente tagliato i capelli castano ramato, dandogli un taglio moderno e rendendolo dannatamente irresistibile. Elena scosse la testa, mai cedere, imperativo!
«Nessuno ti avrà guardato, più che altro. Non dirmi che mi stavi pedinando o ti tolgo gli occhiali ed urlo il tuo nome», sorrise Elena minacciandolo.
«Non te lo dirò, se è questo che non vuoi sapere», sorrise avvicinandosi e bloccandole una mano sotto la sua. La bruna tentò di liberarsi ma lui la tenne salda, tirandola a sé.
«Quando mi lascerai in pace, Dan?», sbuffò togliendosi un ciuffo dal viso. Non lo voleva far notare ma tutte quelle attenzioni da parte di uno dei ragazzi più ammirati d'Inghilterra la lusingavano. Sui tabloid inglesi si sussurravano indiscrezioni sul perchè avesse mollato l'ex Miss Inghilterra senza molti motivi; tra questi vi era lei: una misteriosa brunetta.
«Mai», e le baciò dolcemente la guancia, sfiorandola con il naso. Elena tentò di controllare gli istinti ma il profumo e il calore di Danny Jones erano qualcosa di difficile al quale opporsi. Soprattutto quando lui faceva pressione.
«Potrebbero esserci dei paparazzi», e si alzò, tentando di allontanarsi da quella calamita. Il signore spagnolo aveva concluso di cantare i versi di Shakespeare. Passò in fianco ai due ed Elena, nel suo quasi perfetto spagnolo richiamò l'attenzione dell'anziano: « Felicitaciones senor. Yo nunca habìa escuchado una recitación de versos hermosos de Shakespeare. Felicitaciones». L'uomo la ringraziò, quasi commosso, e se ne andò ripagato completamente. Danny le si affiancò, le prese la mano semplicemente e le chiese cosa avesse detto. «La verità. Che non avevo mai sentito nessuno cantare così bene le poesie di Shakespeare. Poi ho un debole per l'accento spagnolo», sorrise la ragazza, provocandolo.
«Hola chica, como estas?», esclamò Danny, avvicinandosi suadente. Elena lo allontanò scoppiando a ridere, ma la mano fu subito riconquistata dal ragazzo.
«Allora, Jones. Dove mi porti?», sorrise la bruna, per una volta mettendo da parte la testa ed ascoltando solamente il cuore. La faceva divertire, e con lui si sentiva bene.
«Oh, direi che ti porto a casa mia non è una buona proposta. Fammi pensare. Ok, ci sono. Vieni», e continuando a tenerla per mano attraversarono tutto Hyde Park, addentrandosi nei meandri dell'immensa Londra, diretti verso il Tamigi.
«Sai, Jones, conosco Londra», lo prese in giro la ragazza, guardandolo dal basso in alto.
«Ma questo posto no», e continuarono a camminare. Il cellulare della ragazza emise le forti note dei Blink 182, richiamandola alla realtà. Dall'altro capo del telefono vi era Luisa.
«Che vuoi?», parlò tranquillamente in italiano, Danny non capiva mezza parola.
«Indovina chi si è presentato a casa mia con un mazzo di rose rosse?», chiese lei, quasi urlando nell'orecchio dell'amica. Danny si bloccò ad un semaforo e le cinse i fianchi, poggiandole il mento sulla spalla e respirandole a pochi millimetri dal collo. Elena perse qualche pezzo di conversazione ma capì che c'entrava Harry, ancora dei McFly.
«E ora dove sei?», domandò Elena, continuando a camminare, dopo aver lanciato un'occhiataccia a Danny che le sorrise dolcemente di rimando.
«A casa, con lui in cucina a preparare qualcosa da mangiare. Ma volevo chiamarti, Eli e Steph sono occupate non so dove. Tu piuttosto che fai?», chiese Luisa.
«Sono stata rapita da Danny, mi ha pedinata fino ad Hyde Park», sbuffò notando che il ragazzo aveva capito che si stava parlando di lui.
«Vedo uno spiraglio nel muro. Ti piace!», urlò Luisa a gran voce.
«Potrebbe, come non potrebbe. Non ce la faccio a resistere quando mi si avvicina. Devo avere gli ormoni in subbuglio», constatò la bruna sorridendo ad una bambina che stava per investire. Aveva sempre avuto un debole per i bambini e non poteva fare a meno di sorridere in loro presenza, era una reazione incondizionata.
«Se, se. Sempre le solite storie. Siete come due calamite. Bacialo, scema. Ora vado, good luck», Luisa riagganciò senza che l'amica potesse ribattere minimamente.
«Finalmente, ero stanco di non capire. È snervante», spiegò Danny prendendola sotto spalla mentre costeggiavano il Tamigi già da qualche minuto.
«Mi capita poche volte», rispose Elena saccente, rivolgendogli un sorrisino divertito.
«Visto che nessuno ancora mi ha riconosciuto», sorrise lui, cambiando discorso.
«Domani vedremo nostre foto sui giornali. Quanto scommetti, Jones?», chiese lei, sfidandolo apertamente e bloccandosi di fronte a lui porgendogli la mano.
«Se vinci tu, farò tutto quello che vorrai. Se vinco io, tu farai tutto quello che vorrò», sorrise incrociando le braccia, aspettando l'assenso della giovane di fronte a lui. Stava leggermente titubando, ma qualche secondo dopo si stavano stringendo la mano: «Vincerò io, Jones».
«Non esserne così sicura, star. Farai tutto ciò che vorrò, dolcezza», sorrise tirandola a sé ed accarezzandole una guancia, mentre si abbassava verso il collo, baciandolo dolcemente ed avvicinando i due bacini l'uno all'altro. Elena, che fino a quel momento non aveva risposto, decise di far tacere la testa e comandare il cuore solamente. Non le interessava se avesse sofferto, si sarebbe rialzata in piedi come sempre. In quel momento Danny Jones era l'unica cosa che desiderava e tutto quello che stava facendo, disegnando con le labbra il profilo della mascella della giovane, la stava anestetizzando dal mondo.
Giunse al mento, ed esitò sulle labbra. Si allontanò, guardando con un sorriso divertito Elena, con ancora gli occhi chiusi. Desiderosa di quel bacio, finalmente. Quando la giovane riaprì gli occhi castani ed incontrò quelli azzurri di Danny coperti dalle lenti si infiammò.
«Ti odio, Jones», si allontanò, per poi essere rincorsa dal ragazzo che le bloccò le braccia e la spinse contro un muro lì vicino. Si fissavano occhi negli occhi, a pochissimi centimetri dalle labbra e con i corpi a serio contatto.
«L'odio è un sentimento. Vuol dire che non ti sono indifferente», sorrise lui.
«Come potresti essermi indifferente, Jones», sussurrò quasi ammonendolo, ma non era un rimprovero la voce, solamente una constatazione. Lui sorrise, fiero.
A quel punto non riuscì più a resistere, nessuno dei due riuscì a bloccare il desiderio. Le labbra di Danny si posarono su quelle dell'italiana, dapprima lievemente, quasi titubanti, e man mano sempre più fortemente. Le mani della ragazza si strinsero nei capelli di lui, tirandolo sempre di più a sé.
«Sei mia, e di nessun'altro. Chiaro?», sussurrò Danny a fior di labbra di Elena. La ragazza sorrise dolcemente, abbracciandolo e baciandogli delicatamente il collo.
«Chiaro che tu sei mio e di nessun'altra», sorrise lei, nell'orecchio di Danny, giocando con i denti con il piercing del ragazzo. Il cantante assaporò la bellezza di quella sensazione, finalmente Elena era stretta a lui, di sua spontanea iniziativa. Impossible is nothing.

 
«Perchè non ce l'hai detto?», tre furie entrarono nella camera da letto di Elena dove la bruna stava beatamente godendosi il sonno. A momenti cadde dal letto per lo spavento. Steph, sua migliore amica dalle superiori con Luisa ed Elisa, le buttò addosso un giornale inglese, di quelli enormi e con mille pagine. Era aperto sul gossip. Tentando di mettere a fuoco si riportò sul letto: «Cosa? Ma siete impazzite!?».
«Ieri hai baciato Danny e non l'hai detto alle tue migliori amiche!», esclamò finta indignata Elisa, quella che se la prendeva sempre meno per queste sottigliezze. Elena, decisamente inviperita per la sveglia rispose a toni, scherzosi: «Una era impegnata a limonare con Judd, le altre due sono ritornate tardi ed avevo sonno. Quindi ve l'avrei detto stamattina».
«Ok, va bene come scusa. Ma ora dicci, come ha fatto?», domandò Luisa entusiasta.
«Ferme, prima fatemi leggere, per godere della mia vittoria!», esordì Elena raggiante, afferrando il giornale in mano ed osservando con lo sguardo brillante le foto. Decise di leggere prima di tutto, era quello che le interessava.

 
Molte giovani fans si chiedevano perchè Danny Jones, sex symbol e cantante/chitarrista dei McFly, avesse lasciato senza mezzi termini la bellissima Georgia Holsen. Molte speranzose di essere loro la base di quell'allontanamento, altre odiavano l'ex Miss England e gioivano della ritrovata sanità mentale del cantante.
Ora, a distanza di un mesetto dal fallimento della coppia spuntano foto che fanno comprendere quanto Jones abbia fatto in fretta ad eclissare Georgia dalla sua mente. Non si sa molto di lei, a parte che si chiama Elena, è italiana ed è ovviamente bellissima. Danny ha deciso di cambiare canoni di bellezza. Dalla bionda Georgia alla bruna Elena il passo è stato breve ma le immagini parlano da sole; tra i due l'amore sembra essere sbocciato nel migliore dei modi. D'altronde come biasimare la giovane italiana per aver ceduto alle serrate avance del seducente chitarrista di Bolton?

 
«Cioè, fanno passare me per quella che si è sciolta tra le sue braccia. Ma siamo scemi?», sbuffò Elena osservando una foto in riva al Tamigi di Danny e lei che si scrutavano. Era bella e si rendeva conto che insieme erano una bella coppia; si sentiva decisamente bene.
«Ma ci racconti cosa diavolo è successo?», sbuffò Steph guardandola eloquente. Così Elena, tirandosi le lenzuola fin sopra le ginocchia cominciò a raccontare il pomeriggio con Danny, negli occhi la luminosità di chi è pieno d'amore.
«Direi che bisogna festeggiare. Ma quindi hai vinto la scommessa! Chiamalo», ordinò Luisa, con negli occhi la curiosità di scoprire cosa l'amica avrebbe costretto a fare a Danny.
Afferrò l'I-Phone e compose il numero del ragazzo, uscendo sul terrazzo e chiudendosi la finestra alle spalle. Osservò il Tamigi e il London Eye fino a quando la voce impastata di Danny le rispose dall'altro capo del telefono, segno che stava ancora dormendo.
«Indovina, Jones. Dovrai fare tutto quello che voglio io», sorrise poggiandosi alla balaustra con fare da sono la padrona del mondo.
«Cosa? Perchè? Non che la cosa mi dispiaccia ovviamente», rise divertito, correggendosi.
«Hai presente la scommessa di ieri? L'ho vinta. Sul giornale, nella sezione gossip, ci sono nostre foto e una bellissima didascalia sul fatto che io sia caduta tra le tue braccia», marcò sarcasticamente l'ultima parte della frase.
«Aspetta che vado a prendere il giornale. Eccolo, qua», lo sentì sfogliare le pagine del giornale e quando raggiunse la pagina principale del loro interesse scoppiò a ridere, in quella sua risata che di rimando fece ridere anche lei.
«Cosa ridi, deficiente?», lo insultò la ragazza, dolcemente.
«Hai vinto, little. Belle queste foto però», sorrideva dall'altro lato del citofono. Elena scosse la testa osservando l'orizzonte, lasciando che l'aria fresca le accarezzasse il viso.
«Già. Stasera sei libero?», sorrise la bruna.
«Direi di sì. Casa tua è libera?», domandò dall'altro capo del telefono, sorridente.
«Sì. Vieni, devi saldare la tua scommessa. Mio piccolo servetto», sorrise maliziosa la bruna.
Danny scoppiò a ridere: «Servetto? Benissimo, mia padrona. Sarò lì a un quarto alle nove per esaudire ogni tuo desiderio».
«Benissimo, genio della lampada magica. A stasera, Dan», rise Elena, spensierata.
«Un grande bacio, mia padrona. Ti desidero più di quanto tu possa immaginare», le sussurrò al telefono ed Elena disegnò sul viso quel sorriso da innamoramento che da un bel po' non disegnava sul viso. A detta delle amiche Danny Jones era una manna dal cielo; la sua personale e unica manna dal cielo.
Elena.
 

  
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