Countdown
Conto alla rovescia.
Conto alla rovescia.
Conto alla
rovescia.
Queste sono le tre sacre parole che accompagnano la quotidianità di un normalissimo,
scleratissimo studente negli ultimi mesi di scuola.
Si inizia in media verso fine
febbraio, esausti e già stremati.
Si afferra convulsamente un
calendario e si prende a contare i gironi che ci separano da quella fatidica
campanella.
I primi tempi è solo un
passatempo, una scusa per non impegnare ore adibite allo studio di Leopardi,
magari, o di Omero, o semplicemente delle tabelline.
Poi s’inizia a fare sul serio.
Ci si ritrova alle sei della sera
a contare quei numerini stampati su carta: la prova tangibile che i giorni
passano.
Sì, gente, i giorni
passano.
Ma lenti, lenti, incredibilmente
lenti.
Ci trasciniamo così inermi
verso i finesettimana inutili, carici
di compiti.
E cosa c’è di meglio
da fare, in un caldo sabato sera di fine aprile o inizio maggio, se non fare di nuovo il conto alla rovescia?
E quindi si ricomincia: -31, -30, -29, -28…
Ci ritroviamo, o almeno, il
prototipo di studente, si ritrova a ridere da solo, scrivendo sulle pagine di
diario numeri calcolati, o magari incidendo a caratteri cubitali “ è finita” sulla
pagina del 10 giugno.
Questo è il primo segno di
pazzia pre-fine scuola.
Il primo di tanti, sottolineerei.
Noi femmine, solitamente,
prendiamo le sembianze di stressate, inacidite donne stitiche in menopausa a
cui un bel giorno il ciclo torna a far visita, dicendo magari “Cucù!”
I maschi… be’ i maschi gettano la spugna solitamente il 15 di
settembre, quindi il loro carattere non cambia.
Quindi arriva Maggio.
Maggio è come dire Morte,
uguale, sputato.
Professori è come dire
rivoltella, poi.
Noi studenti ci ritroviamo
supplicanti a dir loro- Per favore, basta verifiche- abbandonando ogni minima
particella di dignità, o per lo meno, ciò che di essa è
rimasta, dopo un anno di preghiere.
Ma loro, macchine da guerra,
spietati esseri androidi, hanno il coraggio di guardarci e dirci –
Potrete mettervi l’anima in pace solo a giugno- sorridendo.
Sorridendo.
E quindi, che altro ci rimane, se
non il calendario?
I genitori non fanno altro che
ripeterci – Dai, un altro mese e poi è finita, coraggio-
Seeeee, l’importante
è crederci, cari!
Maggio non è un mese
normale, maggio è l’eternità: ci sono 1299 verifiche al
giorno, 78 possibili interrogazioni, rientri, recuperi, pianti e disperazioni.
Sì, perché noi martiri,
ormai privi di speranza, tendiamo a piangere isterici 33 volte in 24 ore, consumando
pacchi di fazzoletti neanche fossimo affetti di suina, o aviaria, o mucca
pazza, o qual si voglia malattia.
Ci ritroviamo a sperare in un
meritatissimo 5 di inglese, o in un sudatissimo 6 --- di italiano.
Ci imbamboliamo fissando le
venature del legno della scrivania, anzi che ripetere la duecentosessantaduesima
guerra Romana contro chissà che inutile popolazione.
Andiamo a dormire pregando Sant’Antonio
di non farci interrogare, tirando fuori suppliche insensate, sperando che
facciano colpo in qualche anima pia lassù.
La mattina ci svegliamo, per modo
di dire, più esausti di prima.
E’ scientificamente provato
che più ci si riposa, più
ci si stanca.
A scuola passiamo tre ore a
dormire, due a sbadigliare, mezzora ad esultare come se avessimo vinto le Olimpiadi
perché storia non ci ha beccati e i restanti trenta minuti a far la
cartella, alla velocità di nostra nonna nel capire che Internet non
è un nuovo piatto messicano.
Torniamo a casa distrutti, abbattuti
e depressi, con un fardello da sopportare; siamo, tre volte al giorno,
tentati dal balcone della nostra camera che ci sussurra “ Vieni piccolo
mio, buttarsi non è poi tanto doloroso”.
E i gironi passano, intanto…
E le cose non cambiano. Sono mai
cambiate?
Si arriva al 28 di maggio privati
della forza di respirare.
Abbiamo verifiche da recuperare,
interrogazioni di riparazione, scuse da inventare e la gelateria sotto casa che
irrompe nella nostra immaginazione.
Addirittura, abbandoniamo l’impresa
di odiare i professori: troppo impegnativo.
Quando ormai si aprono le porte di
giugno, ci ritroviamo a trarre le somme dell’anno: nulla di concluso,
gente che se ne va, gente che non è mai arrivata, professori che
restano, figure scioccanti da dimenticare, baci perduti, baci che non si
dovevano dare, lacrime versate per sciocchezze, calendari consumati dalle dita
passate sulla loro carta 20 volte al giorno e poi…
E poi quasi quasi,
il 10 giugno, entrando in classe, ci vien malinconia.
Siamo tentato di far una pazzia,
chiuder l’anno in bellezza, giusto per ricordarlo, un’ultima volta.
Ed eccola.
La tanto, tantissimo desiderata campanella suona, quasi a voler dirti “ Ehi, scemo, è
finita, è finita, E’ FINITA”
E ti vien voglia di piangere, di
spogliarti in mezzo al corridoio della scuola, cantare “We are the champions” in un
inglese scorreggiuto, ridendo come un pazzo, scaraventarti
giù dalla finestra del primo piano in mutande, intonare “ I believe I can fly” dando
fuoco ai diari, abbracciare il bidello e dire alla professoressa di italiano
che, nonostante tutto, non smetterai mai di sperare nella sua scomparsa.
Uscire in cortile sbraitando “
E’ FINITA, E’ FINITA, E’ FINITAAAAA, IL CIELO E’
AZZURRO SOPRA LA SCUOLA”.
E poi piangere, magari.
Istericamente, convulsamente,
ridendo come poveri fessi, perché davvero è finita, davvero.
E ricordare quei momenti
sarà come riviverli, tra qui a vent’anni, sorridendo magari alle
foto orribili fatte, che raffigurano il tuo migliore amico sotto la fontana.
E ci rimarrà questo, alla
fine.
Ci resterà questo maggio
scioccante, questo mese devastante, questo 10 giugno d’adrenalina.
Quindi, gente, facciamo di ‘sto
mese un periodo da ricordare.
A quel paese gli stronzi che non ci meritano, i professori che non ci capiscono, i
genitori che non ci fanno dormire.
Possiamo farcela, davvero,
possiamo resistere, anche solo per poter
dire, quel santissimo 10 giugno, è finita in bellezza.
Dobbiamo farcela.
Salve gente!
Prima storia che scrivo in
questa sezione, spero vi piaccia.
L’ho fatta più
che altro perr darmi pace… Lo ammetto! xD
Fatemi sapere che ne pensate e…
Ricordate, amnca poco, ormai.
Forza e coraggio
Caramella_rosa_gommosa