01/05/2010
5 recensioniE’ una AU, Tyki e Allen NON sono nemici.
Vi prego di considerare questo. Restano sempre, a mio parere, IC, ma non vogliono uccidersi l’uno con l’altro.
Volevo solo scrivere una piccola flash dove si baciassero e basta >_>’’
Abbiate pietà, che cavolo çOç
Sul perimetro scarso di una sedia
Erano state le birre, forse, a far collidere i loro corpi in un unico punto.
Dopo una serata a giocare a carte o almeno a tentarci, con l’aria grezza di fumo perlaceo e dell’odore salato degli stuzzichini che avevano accompagnato i minuti infiniti, era bastata un’occhiata di troppo a far scattare la scintilla – il resto, poi, era avvenuto tutto sul perimetro scarso di una sedia di legno.
Dopo una serata a giocare a carte o almeno a tentarci, con l’aria grezza di fumo perlaceo e dell’odore salato degli stuzzichini che avevano accompagnato i minuti infiniti, era bastata un’occhiata di troppo a far scattare la scintilla – il resto, poi, era avvenuto tutto sul perimetro scarso di una sedia di legno.
La lingua passò lentamente sulla carne sensibile della bocca, disegnandone il contorno con precisione – irriverenti, le sue labbra erano curvate in un ghigno famelico e davvero poco casto.
Tremò appena, il più giovane, quando il contatto discreto delle dita di quell’infame si fece più pressante sulla schiena tesa, è sentì i polpastrelli scorrere dall’alto in basso. Stretto nel suo abbraccio, gli era impossibile persino allontanarsi.
Tyki lo guardava in viso, legando il suo sguardo al proprio, deridendo quasi la sua ostinazione nel resistergli a tutti i costi; Allen non poteva certo abbassare gli occhi, non ora che era stato sfidato in maniera così sfacciata. L’orgoglio era gabbia dalle sbarre di duro e freddo ferro.
Non poté però trattenere un gemito, quel piccolo baro inglese, quando Tyki serrò le proprie braccia con maggior forza, attirando il suo corpo vicino al proprio. E la sua lingua, senza alcuna remora o gentilezza inutile, penetrò le labbra ed entrò nella bocca – un sospiro, profondo e lungo.
Una mano dell’uomo salì alla nuca, perché quel viso dalla pelle candida non assecondasse l’impulso di fuggire via, ma invece lì restasse, sentendo in maniera distinta ogni singolo movimento osceno che si faceva all’interno delle labbra. Mugugnò, Allen, cercando di non soffocare in tutto quello – perdendo il proprio sguardo in un languore opalescente.
Sulle gengive, sull’intera lunghezza lingua, sull’interno bagnato delle guance, a tratti persino sui denti. Ovunque Tyki posava il suo tocco indiscreto, beandosi del calore sempre più distinto che il corpo tra le sue braccia cominciava a emanare.
Allen allora gli abbracciò il collo, issandosi sulle gambe e sovrastando la figura dell’altro – rispose, oh se rispose. Avrebbe vinto anche quella sfida, come sempre riusciva a vincerlo durante le partite a carte.
I suoi capelli bianchi gli accarezzarono gentili la pelle del viso, ondeggiando appena assieme a lui.
Era bello con le gote tinte di rosso e lo sguardo chiaro e deciso puntato sull’altro.
Tyki sorrise, abbracciandogli la vita sottile.
Di baci, quella sera – quella notte – ne furono dati talmente tanti da non poter neanche considerare il numero. E si elevarono a riempire l’aria sospiri, gemiti fugaci, ansimi discreti e parole senza il minimo senso.
Mentre gli spiriti volavano alti nel cielo, toccando qualche stella dalla rada e preziosa luce, i corpi mortali gentilmente giacevano assieme. Abbracciandosi stretti, per non lasciarsi più.