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Autore: LADY_youkai    02/05/2010    2 recensioni
Con tutte le persone che ci sono, proprio lui? La persona che conosco meglio al mondo, la persona con cui ho condiviso gioie, dolori, litigi...la persona che ho imparato ad amare, conoscendo i suoi pregi e difetti...il mio migliore amico...
Genere: Romantico, Triste, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Reita, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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reu

Ecco il nuovo capitolo. Facendo un breve calcolo, direi che ne restano due, dopo finisce questo supplizio ù_ù

Buona lettura!


Chapter Seven


Una settimana, una settimana d'inferno. E' una settimana che non abbandono questa stanza e mia madre, non sa più cosa fare. Lei! Lei che piange, lei che mi ha sempre protetto...non gliel'ho detto, non posso, o più semplicemente non voglio. Osservo il mio corpo sdraiato sul letto, che ormai, è diventato quasi il mio giaciglio.

Pensavo fosse più faticoso buttare via il tempo, invece il sole sorge e tramonta senza che io muova un dito.

Mi sono reso conto di come la mia esistenza sia perfettamente inutile.

Mi alzo e mi affaccio alla finestra: un debole sole bacia ogni cosa, ma non me, ne il mio cuore.

Osservo una figura che esce da una casa, si sofferma qualche istante, guarda la mia finestra.

Tu.

Ogni mattina, da quel giorno, volgi lo sguardo da questa parte ma io, non rispondo. Sono debole come questo sole, perché sebbene io sappia di essere nel giusto, non ho il coraggio di guardare ancora il tuo corpo, sentire la tua voce, inebriarmi del tuo profumo, perché saprei che tornerei a fare quello che ho sempre fatto.

Amarti e proteggerti.

Come è possibile che io ti ami ancora?

Perché questo sentimento non svanisce?

Perché continuo a ostinarmi e pensare che in fondo, anche tu mi vuoi bene?

Non amarmi, questo non lo credo. Sono stato io lo stupido che ha voluto tentare e se non l'avessi fatto, a quest'ora staremmo camminando per quel vialetto assieme. E, a questo punto, non so cosa è peggio...

Sono le sette e mezza.

Mi sono già lavato e ho preparato i libri.

E' un rituale ormai, quasi un tentativo per convincermi che posso uscire, ma perdo sempre, e torno a chiudere il mondo fuori da queste quattro mura.

Ero tentato di venire da te, due giorni fa. Ma non ce l'ho fatta. Cosa potrei dirti?

Tu cosa potresti dirmi?

Non penso di essere abbastanza forte per poter udire ancora una volta quelle parole.



Cammina. Continua a camminare.

Non ascoltare i loro commenti, le loro voci non sono nulla.

Tu continua a guardare avanti, anche se da solo, ma continua a farlo.


-Ooh, ancora da solo Takashima?- Non ascoltare, fai finta di non vederlo -Dov'è il tuo amichetto?- Sbatto l'armadietto violentemente e continuo a camminare, passando in parte a questo tizio: perché la gente ha il brutto vizio di infastidire gli altri, quando questi sono terribilmente irritati?

Improvvisamente sento la sua mano sulla spalla e la mia schiena pressata sul muro freddo. Chiudo gli occhi, ma li riapro quando sento il suo dito che mi solleva il volto e un brivido mi percorre lungo la schiena: provo sempre un senso di disgusto e umiliazione, quando le loro mani e i loro sguardi mi sfiorano

-Pensi forse di ignorarmi?-

-Pensi forse ti toccarmi ancora?- Sogghigna, quasi non credesse a quello che sto facendo.

Nemmeno io ci credo...

-Sai, diventi ancora più desiderabile quando ti ribelli-

Non sei tu che mi devi desiderare!

Non sei tu che mi devi toccare!

E' un attimo, nemmeno riesco a rendermi conto di quello che sta succedendo: le sue labbra che incontrano le mie, la sua lingua che si insinua nella mia bocca.

No! Non sono così!

Lo allontano e quasi lo faccio cadere, lui mi guarda con disprezzo, ma soddisfatto.

Gli occhi di tutti su di me, le loro voci, le loro maldicenze.

-Sei solo una puttana, nulla di più-

No

-E' inutile che ti dimostri riluttante, sanno tutti che godi-

No

-Tieni, sono tuoi- Soldi, me li butta addosso, quasi fossi un oggetto.

Rabbia.

Umiliazione.

Cerca di non piangere.

"Sii forte Kou"

Ryo...

-Incredibile, ma tu guarda...- Lo butto a terra, inizio a picchiarlo. Non so cosa mi stia succedendo, non so perché lo sto facendo. Sono semplicemente troppo stanco di dipendere dagli altri

-Oddio! Si stanno picchiando!-

-Qualcuno vada a chiamare un professore!-

-Stronzo! Stronzo!- Non sono la tua puttanella, non sono il tuo oggetto, non sono il tuo peccato...

Io sono il peccato di me stesso.

Sento una mano che mi afferra il polso, mi blocca...chi osa?

-Lasciami subito la...-

Spalanco gli occhi, mi si ferma il cuore

-Smettila Kou!-

Perché mi stai fermando, Ryo?

Mi allontani da lui, non lasci andare la presa, guardi il ragazzo a terra con disprezzo e poi, come hai sempre fatto...mi porti via dalla gabbia che stava per rinchiudermi

-Ryo...- Mi esce quasi fosse un sussurro e...come è strano...mi sento meglio a pronunciare il tuo nome.

Mi porti in infermeria, chiedi all'infermiera se possiamo restare un attimo da soli, lei annuisce e se ne va.

Silenzio.

Tu non ti volti subito, abbassi lo sguardo mentre io osservo la tua schiena, che più di una volta mi ha sostenuto in momenti difficili

-Ryo...-

-Kou...dobbiamo parlare-


Questa volta non ho intenzione di farti soffrire.


continua...


Alla prossima <3





  
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