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Autore: Ale_Sara_Macho    03/05/2010    1 recensioni
Il mare di Rimini. Tre amici speciali che si vedono solo due settimane l'anno. Il loro progetto che creano all'età di quindici anni alla fine accadrà: a diciotto anni potranno finalmente fare un viaggio solo loro, e sarà come lo hanno sempre sognato: su un camper scassato, scopriranno delle nuove persone e la loro vita prenderà forma. Scritta a sei mani!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Un segreto?




Giulia POV.

DRIIIN!

- Giuli, vieni! – Esclama Claudia, la mia compagna di classe preferita.


Mi prende per mano.


-    Evvai, è finito l’ultimo giorno! – la mia allegra classe scende le scale in una fila disordinata insieme con il resto della scuola, e andiamo all’uscita.


Per un bel po’ non avrei visto Mari, Laura, Robi e Anna, le mie compagne di classe con cui avevo legato quest’anno. Era il mio primo anno di elementari, quello appena finito dallo squillo della campanella. Sono un po’ triste che sia finito, però l’estate è sempre bellissima, e faccio sempre amicizia con qualcuno.

All’uscita, la fila disordinata si rompe, io, per mano con Claudia, mi guardo attorno.

Oggi mamma mi aveva promesso che sarebbe rimasta a casa e mi sarebbe venuta a prendere, così la cerco con lo sguardo.

La vedo finalmente, con un bel sorriso stampato sulla faccia, e le corro incontro. Claudia mi segue.


-    Ciao Giuli, tesoro! –


Esclama, allegra.


-    Ciao Claudia! – Aggiunge. – Ho visto tua mamma da quella parte! –


Claudia mi saluta e se ne va.


-    Allora Giuli, sei contenta che sono venuta a prenderti? – Mi chiede mamma.


Ma che domande!


-    Certo! Dov’è la macchina? –


-    Di là. –


Ci incamminiamo. Sono contenta che la scuola sia finita, dopotutto. Per un po’, non dovrò pensare ai compiti, potrò divertirmi con Francesca e Paola, le mie migliori amiche, che incontro sempre ai giardinetti dei pompieri, e poi, forse, mamma e papà mi porteranno a Bergamo, dalla mia cuginetta! Con lei mi diverto sempre.


-    Allora, com’è andata oggi? –


Chiede la mamma, è molto contenta, e non capisco perché.


-    Bene, certo, è l’ultimo giorno! Non abbiamo fatto nulla! –


-    Ti hanno dato i compiti delle vacanze? –


-    Sì, c’è da comperare un libro… -


-    Okay, tesoro, poi guardo sul diario. –


Faccio sì con la testa.

Sono sorridente.

Saliamo in macchina, la Tipo rossa. La nostra macchina ha esattamente tre mesi in più di me, l’hanno presa a Settembre del 1994. Io sono nata a Dicembre. E siamo a metà del 2001, oggi. La nostra macchina è di un rosso scuro, è comoda, e io la chiamo “Tipozzola” da tantissimo tempo, oramai.

Io salgo sui sedili dietro, come al solito. Non sono ancora abbastanza grande per i sedili davanti, purtroppo.


-    Oggi pomeriggio mi porti ai giardini con la Fra e la Pao? – le chiedo. Di solito non ci sono problemi, così glielo chiedo sicura che la risposta sarà un sì.

-    Sì, tesoro, ma non stancarti troppo… -


-    Perché? – “Non stancarti troppo”? E che cosa vuole dire?


-    Eh, stasera ci sono delle cose da fare! – Mi risponde, misteriosa.


-    Che cose? – Sono sempre più curiosa.


-    Lo scoprirai. – Bah. Si vede che proprio è un segreto!


-    E saluta le tue amiche, ai giardinetti, perché poi per un paio di settimane non le vedrai più. – Spalanco i miei grandi occhi marroni.


-    Cosa vuoi dire? –


-    Quello che ho detto, tesoro. –


Mah. Intanto siamo arrivate a casa. La mamma scende dalla macchina per aprire il cancello sotto il sole di Giugno, intanto io mi arrotolo una ciocca dei miei corti capelli castani attorno al dito, riflettendo.

Ma sì, sarà una cosa bella. E’ una sorpresa!

Penso, allegra. Beh, lo scoprirò stasera, comunque.

La mamma rientra in macchina, entriamo dal cancello e mettiamo la macchina nel garage, dove ci entra a malapena.

Scendo, passiamo rasente i muri e usciamo nel cortile. La ghiaia bianca illumina ancora di più il panorama del mio cortile. L’orticello del nonno è ben curato, in quell’angolo del cortile. Dall’altra, c’è l’erba alta. Tra un po’ arriverà il nipote della mia zia a tagliarla, ne sono sicura.

Se si segue il sentierino tra l’erba alta, si arriva alla casa di mia zia, prozia veramente, che abita dietro di noi.

Saliamo le scale, e il buon odore del risotto giallo si spande per la casa.


-    Mmmh, Mami, mi hai fatto il risotto giallo! Evviva! E di secondo? –


-    La bistecca impanata con gli spinaci, okay? –


Che bello, i miei piatti preferiti! Le sorrido, sempre più felice.


-    Sì, che bello! –


Apre la porta, ed entriamo.

Butto la cartella sul divano e mi ci sdraio.


-    Ciao nonno! –


Saluto il nonno che dalla cucina si è alzato ed è entrato in soggiorno.


-    Ciao Giuli… metti a posto ste robe chi, che puoi mica lasel chì!* - Esclama, in un misto tra il dialetto e l’italiano.


-    Sì, nonno… – Borbotto.


Mi lamento sempre di lui, ma gli voglio bene.

La mamma è già in cucina, e grida “E’ pronto! Muoviti!”

E arrivo di là di corsa.

Mangio in fretta, poi vado in camera.

La camera dei miei genitori è anche mia, perché alla fine del loro letto c’è il mio letto.

Mi siedo alla scrivania, prendo un foglio e mi metto a disegnare.

Mi piace disegnare, mi rilassa.

Disegno un tramonto, con un sole grande e giallo, e il mare azzurro.

Sulla spiaggia beige c’è un ombrellone, un secchiello, una paletta e la sdraio. Mi piace il mare, tantissimo.

Vorrei tornarci quest’estate, ma penso che ad Agosto andremo di nuovo in montagna, in Val di Rabbi.

Arrivano le quattro e mezza, finalmente è l’ora di uscire per andare alla volta dei giardini.


-    Giuli, che ne dici se andiamo in bici? –


-    D’accordo… -


Mi piace abbastanza andare in bici, ma senza rotelle non mi fido, anche se ho già sei anni.

Scendiamo, prendiamo la mia bici bianca con le rotelle rosa, ci monto sopra, la mamma prende la sua e usciamo.

Il sole è caldo, le ombre sono nette, e sembra ancora presto. Le mie rotelle rosa girano sull’asfalto.

La mamma va piano per starmi dietro, pedalo con più forza.

Piano piano arriviamo fino ai giardini.

Entriamo con la bici, andiamo fino nella piazzetta in centro, la mamma sceglie una panchina e ci si siede, io appoggio la bici.


-    Giuliiii! Giulia!!! –


Francesca arriva di corsa, seguita da sua sorella piccola, di un anno appena, Elisa.

Mi abbraccia come se fossimo anni che non ci vedevamo, anche se ci siamo viste appena ieri.


-    Fra! Ciao! – Esclamo io. – Dov’è la Pao? –

-    Non è ancora arrivata… -


Andiamo verso lo scivolo, saliamo, e ci sediamo sul bordo con tranquillità.


-    Oh, mia madre oggi mi ha detto di salutarvi che per un paio di settimane non posso venire, ma non ho capito perché… -  Le dico, sorridendo.


-    Boh! - Esclama, con gli occhi che le si illuminano come sempre davanti a un mistero.


-    Ragazze! – La voce di Paola interrompe la frase che Francesca stava per dire.


-    Ciao Pao! – Grido, allegramente – Sali! –


-    Subito! – Risponde.


-    Dicevo… - Riprende Francesca – Che secondo me devi partire. Sì, sì! Ciao Pao! – Conclude.


-    Ehilà ragazze! – Paola è salita. – Di che parlavate? –


Mentre Francesca le spiega velocemente il mio “mistero”, io concedo un’occhiata intorno. Mamma, la mamma di Francesca e quella di Paola stanno chiacchierando, e ci controllano di lontano, intanto giocherellano con Elisa, la sorellina di Francesca, che ancora non può giocare con noi. Ogni tanto la facciamo giocare con noi sull’altalena, però quando saliamo sullo scivolo e cose così, non può. Mi dispiace perché è proprio una bimba carina e simpatica. Come sua sorella d’altronde. Paola e Francesca sparano congetture ma io non le ascolto, le sto guardando con lo sguardo assente, pensando ad altro. Paola è una bambina bionda con i capelli lunghi, con grandi occhi verdi che a volte, a seconda del tempo, passano in marrone. E’ anche grassottella. Il mio esatto contrario che ho gli occhi marroni e i capelli corti e castani, a caschetto e sono magrissima, uno stecchino. Francesca ha gli occhi azzurro limpido e i capelli neri corvini, come sua sorella. Anche lei è magrissima… Mi ha detto che tra un po’ dovrà mettere gli occhiali. E’ proprio un peccato, perché ha davvero dei bellissimi occhi.


-    Giulia? Ma ci sei? –


-    Eh? Oh scusate… cosa? –


-    Giochiamo alla casa? –


-    Sì! – Mi piace un sacco questo gioco. Ci mettiamo sullo scivolo grande e iniziamo a giocare. Ho sei anni, d’altronde, come non potrebbe piacermi giocare!


Il pomeriggio vola in fretta, e arriva sera. Sono sudata e sporca di terra, ma mi sono divertita. Come al solito.

Alle 18.30 i nostri genitori ci chiamano.


-    Giuli! Fra! Guardate che ore sono! Muovetevi! –


Borbottando un po’, ci salutiamo e seguiamo i nostri genitori fino a casa.

Saliamo. Papi è arrivato.


-    Giulia! Ciao piccola! – e mi fa il solletico. Scoppio a ridere, mentre mi fa il solletico.


-    Ciao Paapo! – E gli do un bacino sulla guancia.


-    Ok, “pippi”, è arrivato il momento di dirti il gran segreto! – Esclama la mamma.


-    Sì! – Rispondo con un bel sorriso.


-    Dopocena tu parti! Andrai al mare… sarai con la tua cuginetta e con Matteo, suo fratello! Noi, però, non ci saremo! Ti verremo a trovare gli week-end, però queste due settimane, sarai sola con la nonna e con la Vittoria, te la ricordi? La babysitter di tua cugina… Mi sembra che tu la chiami Vitto, giusto? –


Al mare? Con la mia cuginetta? Senza genitori? Sono stupita e contenta, ma al tempo stesso ho paura di stare tanto tempo senza Mami e Papi… Chissà come sarà!


-    W-wow! – Balbetto.


-    Che c’è Giù? Non vuoi andare? – Mamma mette su una faccia preoccupata.


-    No, certo che voglio andare! E’ solo che sono preoccupata… e felice insieme! –


-    Devi stare tranquilla, piccola, okay? – Mi dice Papà. Certo che sono tranquilla… anche se l’ansia mi tortura, io sarò tranquillissima!!


-    D’accordo… ma farai in tempo a fare le valigie, mamma? –


-    Già fatte! –


Okay, perfetto. Devo solo partire. Mio Dio, che ansia.

Sono talmente ansiosa, che quasi non riesco a mangiare.

Appena salgo in macchina sono eccitatissima.

Dopo qualcosa che mi pare un eternità chiedo: - Quanto manca? – E la risposta, immancabile: - Siamo quasi arrivati! –

Dopo un po’, mi addormento.







Antro di Ale, Sara & Macho.

* misto tra dialetto Milanese e italiano, significa: Metti a posto queste cose, non puoi certo lasciarle qui :)

Siamo tre grandissimi amici, dei quali IO, l’altro giorno, ho avuto un’idea a dir poco geniale (modestamente xD) [ma fai meno la scema! xD ndSara]:

MSN: perché non scriviamo una storia a tre?

Abbiamo buttato giù la trama, e così eccomi qua. Racconta davvero come ci siamo conosciuti e tutto quanto. E’ la pura verità. Almeno finché non si passa sul camper scassato che…
Sì, sì sto zitta -.-
[logorroica come tuo solito! ndMacho]
Cooomunque. Io sono ashleys su questo sito. Gli altri due non ci sono -.- li ho convinti io a pubblicare (di nuovo modestamente xD)[Non siamo ancora troppo convinti, ci emme qu... ndSara]
 Ci passiamo i capitoli per e-mail, li commentiamo, li correggiamo, li sistemiamo e a seconda dei problemi di uno/dell’altro ci potranno essere ritardi. Del tipo Macho [Chi, io? ndMacho] [Sì, tu! ndSara] che non consegna i capitoli >.<
Poi, probabilmente da Giugno in avanti la trama si delineerà del tutto poiché noi c’incontreremo al mare e discuteremo di tutte le cavolate che dobbiamo mettere su :) [Mare *___* ndSara] [YEAH! ndMacho]
Beh, buon divertimento! Il prossimo capitolo sarà dal POV di Jennyfer e quello dopo sarà dal POV di Marcello.

Ciaooo.


  
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