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Autore: PrincesMonica    03/05/2010    8 recensioni
Ficlet senza troppe pretese, nata per la prima sfida di Dreams Writers. Jared, Elizabeth, una foto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Perché no?
Autrice: PrincesMonica o princes_of_the_univers
Rating: per tutti
Paring: Jared/Elizabeth
Disclaimer: Non scrivo a scopo di lucro. Il personaggio maschile non è di mia proprietà, ancora, ma ci sto lavorando anche per questo. Mie sono solo le idea della Fic e la protagonista femminile.
 
Nota: questa FF è stata scrittaper il primo contest del forum Dream Writers e lo spunto viene da questa foto:
http://it.tinypic.com/view.php?pic=24nqyl1&s=5
 
Buona lettura.
 
 
 
“Dai, vieni qui.”
La sua voce sexy mi riscuote dai miei pensieri.
Mi piace venire qui, da sola o con lui, a camminare, pensare o anche a leggere un libro mentre il sole scalda la mia pelle. E anche la notte, quando io e lui ci fermiamo a baciarci sotto la luna e anche a fare l’amore.
O almeno, io faccio l’amore, lui non lo so.
Lo vedo sempre e solo tra una tourneè e l’altra, nel mezzo delle sue riprese, quando non ha nulla da fare. È una relazione ad intermittenza che lui non ha mai voluto ufficializzare, o, comunque, che non ha mai neppure preso in considerazione come tale.
Se mi fermo a pensare razionalmente, la cosa mi fa male.
Purtroppo l’amore fa fare sempre cose stupide.
La più stupida delle quali è continuare ad aspettarlo, come un temporale nel deserto. È una sensazione terribile. Perché mi manca intensamente. Mi manca da stare male.
Alcune volte, di notte, mi sveglio perché lui non è al mio fianco. Non sento il suo corpo, non sento il suo respiro e io mi sento perduta.
E non va assolutamente bene, sapete?
“Non ho voglia.” È vero: sono comodamente seduta sull’asciugamano, con il sole all’orizzonte che cala tra i palazzi lontani e il rumore delle onde che mi culla. Perché dovrei alzarmi ed andare ad ascoltare qualche sua perla di saggezza che non mi farebbe altro che rendermi ancora più persa in lui e nel suo mondo?
Io dovrei staccarmi da lui, dovrei dimenticarmi di lui.
Dovrei smetterla di amarlo.
Ma come posso farlo?
Ogni volta che mi sfiora o mi bacia io non capisco più niente.
E il maledetto lo sa.
“Dai, facciamo una foto.”
Lo guardo malamente, un po’ triste. Una foto? Per quale motivo? “Fattela da solo!”
“L’ho già fatta e pure mandata su Twitter se è per questo.”
Figuriamoci se non si mette in mostra. È l’uomo più egocentrico che abbia mai conosciuto, gli piace in maniera particolare essere al centro dell’attenzioni dei suoi fans, dei suoi amici e anche tra coloro che non hanno idea di chi lui sia. Del resto anche quando sta in silenzio ad ascoltare, riesce ad attirare l’attenzione su di sé. È una calamita in questo.
Posso solo sperare che un’orda di Echelon non si fiondi qui. No, in realtà non succederà mai: qui in America, paradossalmente, non sono così seguiti come lo sono in Europa. È là che Jared rischia sempre la vita. Farebbero di tutto per lui, solo per un suo sorriso o una parola gentile. Non parliamo poi di eventuali notti di fuoco.
No. Qui non se lo fila nessuno e forse è meglio così.
Beh, almeno per me.
Oddio, neanche più di tanto: lui continua ad uscire con le solite gallinelle bionde e io sono solo un ripiego. Chi voglio prendere in giro?
Devo assolutamente tagliare qualsiasi legame con Jared Leto, oppure brucerò per sempre nella sua fiamma.
 
Mi piace passare un po’ del mio tempo libero qui.
Sono sempre teso, impegnato a fare mille cose e a pensarne altrettante. Sono un caso disperato, non riesco a stare tranquillo neppure quelle tre ore che dormo la notte. Nemmeno adesso, nonostante il bel panorama, l’arietta fresca che mi stuzzica e la buona compagnia, riesco ad essere completamente rilassato.
Anche se stavolta credo che il problema sia lei.
Elisabeth.
Liz.
La mia amica… o, forse sarebbe più corretto, amante.
Usciamo spesso assieme, ma in pubblico non ci sono mai effusioni, niente che potrebbe far capire che io e lei andiamo a letto assieme. Infatti non è mai trapelato nulla.
E la cosa mi va benissimo così.
Non credo che vada a bene a lei, però.
Mi è sempre piaciuta Liz: ha un carattere forte, predisposto alla discussione. Non si fa intimorire da nessuno, che sia famoso o meno, e grazie al suo lavoro di pubbliche relazioni per uno degli uffici di Brent, di gente parecchio famosa ne ha vista parecchia. Anche quando si relaziona con me è come se avesse un muro che ogni santa volta devo buttare giù per arrivare a lei. A volte, lo ammetto, è fastidioso, ma il più delle volte mi esalta, perché ho trovato una persona come me.
E adoro tutto ciò.
“Mi rovini tutto il divertimento però.” Mi siedo vicino a lei, annusando a pieni polmoni l’odore di salsedine e, in sottofondo, il suo profumo, qualcosa di esotico, conturbante. Qualcosa di completamente suo, che non sono mai riuscito a ritrovare da nessuna parte, neppure in profumeria, quindi deduco che sia un misto tra pelle, profumo e shampoo. Mi inebria ogni volta e manda il mio autocontrollo in tilt.
“Per una foto? Non credo che il tuo ego esagerato si sgonfi in questa maniera.” Sposta i suoi capelli ricci con una mano, lo sguardo fisso all’orizzonte. Ha un profilo dolce, ingannevole. Sa di ragazza tranquilla, docile, invece quando tira fuori le unghie graffia come una tigre.
E io lo so bene.
Le scatto a tradimento una foto con il blackberry e lei mi guarda furiosa. “Ma cosa…?”
“Una foto… non è niente di male.”
“Non ero neppure in posa… perché me l’hai fatta?”, mi guarda come se volesse sbranarmi.
“Perché eri bellissima.”
Ecco fatto, ammutolita. I complimenti le fanno questo effetto, eppure non dovrebbero, ne riceve in continuazione. Del resto ha un bellissimo corpo, flessuoso, con un seno piccolo e sodo, perfetto da baciare, un bel culetto alto da morsicare e dei fianchi ai quali aggrapparsi quando stai per perderti nell’oblio dei sensi.
“Smettila di prendermi in giro. Sai che non hai bisogno di dirmi queste cose.”
È vero, tra noi non ci siamo mai scambiati smancerie o simili. Non ho dovuto prometterle mari e monti per portarla a letto la prima volta e nemmeno la seconda.  Però ora sentivo che dovevo dirglielo. Ed infatti mi guarda stranita.
“Ti va se torniamo a casa? Ho voglia di stare un po’ con te in privato.”, le dico alzandomi, ma lei si limita a guardarmi.
“Io… preferisco rimanere qui.”
È strana… ha un modo strano di guardarmi. Io faccio spallucce e scendo a baciarla. Quando le nostre labbra si toccano esplode il mondo intorno a me. Succede sempre ed è qualcosa su cui spesso rifletto: non è semplice attrazione, mi capiterebbe con un sacco di gente diversa, invece succede solo tra noi due. Approfondisco il bacio, fino ad andare a toccare le corde del mio animo assopito. E’ sconvolgente quello che provo soltanto baciandola. Quando siamo a letto non accade lo stesso, per questo amo baciarla a più non posso in qualunque situazione.
“Come vuoi. Io vado.” Le lascio un’ultima carezza e le sorrido.
Non so bene perché, ma sento che qualcosa non va. Sia chiaro, non è la prima volta che ci lasciamo in questa maniera, ognuno per la sua strada, anche se avremmo voglia di fare altro. Però provo una strana sensazione in questo momento, come se tra noi fosse sceso del freddo improvviso.
Quando sono al limitare della spiaggia, mi guardo indietro e la fisso: anche lei mi sta guardando con un’espressione tristissima e qualcosa luccica sulla guancia.
Che diavolo le sta succedendo?
 
 
Ho seguito con attenzione il tour americano di Jared. Ho riso vedendolo con la cresta fucsia e ho pianto ascoltandolo mentre cantava con quella voce struggente.
Da quel giorno in spiaggia non ci siamo più sentiti o visti.
Io ho troncato tutte le comunicazioni perché ho capito che non posso andare avanti a farmi del male. Amare e non poterlo avere del tutto erano due cose troppo in antitesi. E quindi preferisco saperlo lontano da me, preso da altre ragazze, da altri impegni. Che si dimentichi anche di lui di me, come io mi sto dimenticando di lui.



Non è vero, non mi sono dimenticata di lui, è praticamente impossibile. Come ci si fa a dimenticare della perfezione? E soprattutto come posso dimenticarmi di lui se ogni posto di questa casa me lo ricorda? Praticamente lo abbiamo fatto in ogni stanza e quindi lui è qui, volente o nolente. Dovrei cambiare casa, mi sa.
E poi lui, di certo, si sarà consolato senza troppi problemi con un seguito di donne. Non ha mai avuto molti problemi a fare colpo, gli basta uno dei suoi sorrisi, o una semplice, ma efficacissima, occhiata. Con i fari che si ritrova lascia tutte smarrite come cerbiatti che stanno per essere investiti.
Sospiro per l’ennesima volta e accendo lo stereo. Non ascolto realmente il CD, ma mi serve per non sembrare di essere troppo sola. Poi prendo un libro e mi accoccolo sul divano.
Non voglio pensare, non voglio ricordare.
Jared DEVE uscire dalla mia vita.
Poi suona il campanello.
 
Quante volte sono salito per queste scale e ho suonato davanti a questa porta? Tante, eppure riesco a ricordarle tutte.
Ricordo ogni singolo momento passato con lei, ogni singola espressione del suo volto quando la sfioravo, e i sospiri e i gemiti quando la prendevo ed insieme arrivavamo all’orgasmo.
Ed è questo che mi è mancato in questi mesi… lei.
All’inizio non ci potevo credere e, soprattutto durante il tour europeo, sono andato avanti come al solito. Ma qualcosa non andava ed ero sempre più insofferente verso le ragazze che si offrivano a me, comunque e dovunque. Solo a Tucson ho capito cosa non andava.
E ora sono qui per sistemare tutto, sperando che lei non mi mandi a quel paese.
“Chi è?” Sento la sua voce ovattata e già un brivido di eccitazione mi parte dal collo.
“Sono Jared.”, cerco di mantenere la voce calma, come se fossi lì a trovare una semplice amica.
La porta si spalanca e me la trovo davanti con una semplice canotta rossa e un paio di pantaloncini corti. Non il massimo dell’eleganza, ma mi pare fin troppo vestita. Vorrei solo prenderla in braccio e scaraventarla sul letto in questo momento e l’amico in basso me lo sta facendo chiaramente capire. Mi sta facendo male da quanto è duro.
“Che cosa ci fai qui?”
“Prova ad immaginarlo.” Entro senza aspettare un suo cenno e vengo sommerso da lei. La sua casa sempre così minuziosamente pulita ed in ordine, la rispecchia perfettamente. Non c’è nulla fuori posto, solo un libro lasciato aperto sul tavolino di vetro davanti al divano. Devo averla interrotta mentre leggeva.
“Non sono una puttana ad ore. Non puoi venire qui e sperare che apra le gambe per te.”
E ti pareva se non iniziavamo a discutere. Devo stare calmo, so come è fatta e so che se continuo su questo registro mi sbatte fuori di qui a calci in culo e io non voglio. “Non sono venuto qui per quello.”
“Dillo alla patta dei tuoi pantaloni.” Proprio battagliera. Ma non demordo.
“Perché non ti sei fatta più sentire e trovare?”
Abbassa lo sguardo, come colpevole, ma poi torna a guardarmi con una nuova fiamma battagliera. “Perché volevo così. Era inutile che continuassimo in questa maniera. Volevo qualcosa di diverso, una storia seria, e tu non saresti capace di darmela. Molto semplice, no?”
“Il cazzo, Liz. Ti ho chiamato, ti ho scritto, ho fatto tutto l’umanamente possibile per stare un po’ con te… diavolo… potevi almeno dirmi qualcosa no?”
“Tanto credo che mi avrai rimpiazzato senza troppi problemi.” Ah, cerca di fare la menefreghista, ma sento una nota di dolore nelle sue corde.
“Io…”, sospiro e mi siedo sullo schienale del divano incrociando le gambe con un po’ di difficoltà, anche se l’erezione sta scemando. È tempo di cose serie. “…sarebbe stato facilissimo. È stato facile all’inizio. Ma andando avanti… ho capito che non andava bene.” Lei mi fissa senza muovere un muscolo. Sempre così, quando parlo io lei non dice nulla e poi esplode alla fine. “Mi sei mancata. E non immaginavo che potesse succedermi. Man mano che andavo avanti mi mancava qualcosa… mi mancava il tuo odore, la tua presenza, le sensazioni che provo ogni volta che sono con te.” Mi fermo per cercare di avere una reazione da parte sua, ma si limita a scrollare il capo. “Elizabeth… ho bisogno di te.” Credo di non essermi mai scoperto così tanto con una donna da almeno una decina di anni abbondanti.
“Bisogno di me? Avanti, non crede nessuno.”
Sbuffo: “Sono arrapato come non mai… non vado a letto con una donna da Londra. E tutto perché ogni volta che venivo pensavo a te. E che sono arrapato lo hanno capito tutti! Leggi su Twitter quello che mi scrivono.”
“Sì e io dovrei credere che tu sia in astinenza da febbraio. Come no!”, sbotta in una risata dolorosa, che mi ferisce.
“Ho i calli sulle mani, Liz.”
“Ciò non cambia lo stato delle cose: sono stufa di essere quella con cui scopi. Sono molto più di questo. Non voglio andare fuori e far finta di niente, non voglio che ogni volta che c’è un fotografo tu neppure mi parli per paura che qualcuno possa pensare che tra noi ci sia qualcosa. Una coppia lo è sempre ovunque, non solo tra le lenzuola. Almeno la coppia di cui io voglio fare parte.”
“Lo so, per questo sono qui. Non ti prometto amore eterno, non ti dico che sarai la donna della mia vita, ma ti prometto che voglio provarci, che con te voglio cambiare.” Liz è ammutolita, sgrana gli occhi e sbianca. Spero solo che non svenga. “Io ho capito una cosa: ho bisogno di equilibrio. E finchè ci sei stata tu sapevo cosa volevo e dove andavo. Non voglio dirti che ti amo, perché sarei forse falso… ma ti voglio bene. E ci tengo a te e la sola idea che qualcuno possa toccarti al posto mio mi manda in bestia.”
La vedo che sta tremando leggermente e sorrido.
Ormai quello che avevo da dire l’ho detto e quindi vado da lei.
La abbraccio e lei si lascia fare appoggiando la fronte sul mio petto: Dio come mi è mancata.
“Perché io?”, mi chiede con la voce soffocata nella mia maglietta.
“Perché no?”
Mi stringe un po’ più forte e la sento sorridere, o almeno io immagino sorrida.
Annuso i suoi capelli, la sento rilassarsi e rilascio un sospiro che mi ero tenuto dentro per paura che mi rifiutasse.
Lei è mia.
È vero che ancora non le ho detto di amarla, ma so che sarà il prossimo passo che faremo. Lo so, perché io mi conosco e se provo questi sentimenti e sensazioni lo so che sono solo il preludio di qualcosa di veramente forte.
Ne ho paura, perché se qualcosa andasse male, so che starei di merda per anni, ma adesso voglio godere del momento e prendere quello che Liz vorrà donarmi.
Perché in fondo, amare, è solo questo.
 
   
 
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