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Autore: Spike82    03/05/2010    7 recensioni
Gli ultimi giorni di vita di Alessandro, mentre il ricordo di Efestione è il solo a non abbandonarlo
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Continui a guardarmi Alessandro… con i tuoi grandi occhi da bambino, quella parte di te che non è mai cambiata da allora, dalla prima volta che ti ho visto a Pella anni fa.

Sono successe così tante cose da allora che quel particolare giorno dovrebbe essere circondato dall’alone dell’oblio e della dimenticanza, ma per me non è così… non lo è mai stato, e mi rendo conto solo adesso che avrei voluto chiederti se per te era lo stesso, se di quel giorno ricordi tutto, ma non posso più farlo.

Sì, perché in tutto quello che è accaduto in questi anni, nelle tue mille vittorie, nelle tue mille conquiste tu hai subito anche una perdita.

Qualcuno ha deciso che avevi troppo, che essere re di un impero, giovane uomo arrivato a quelli che per i Greci erano i confini del mondo prima che tu dimostrassi il contrario, ti doveva bastare, come ti dovevano bastare la tua sposa e i tuoi amanti, per questo ti hanno portato via il tuo amore.

Ho sentito il tuo grido, il grido della tua anima quando sei entrato nella mia stanza e mi hai guardato. Lo hai capito subito vero Alessandro? L’ho letto nei tuoi occhi, nel terrore che ha scosso tutto il tuo essere. Hai capito subito che stavo morendo, che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui ti avrei parlato; neppure per un istante hai creduto alle mie parole, quando cercavo di illuderti ancora, perché non ho mai sopportato di vederti triste, di vederti affrontare il dolore da solo. E’ questa una delle tue debolezze mio Alessandro tu non riesci ad affrontare il dolore l’ho visto chiaramente a Pella, quando da principe sei divenuto Re in un solo istante per il tradimento di uomo che uccise tuo padre, quello stesso padre a cui non riuscisti mai a dire ti voglio bene; per questa consapevolezza ho sempre cercato di allontanare da te ogni sua forma, ma alla fine ho fallito, ferendoti con un dolore talmente grande che ho quasi potuto vedere il tuo cuore spezzarsi.

Hai cercato disperatamente di trattenere le lacrime quando mi hai stretto la mano, e tutte le tue parole erano vere, e io non ho avuto il coraggio di negarle.

Io sapevo che con me sarebbe morto il sogno, ho sempre saputo di averti salvato da te stesso, da qual te stesso che arrivava a terrorizzarti, che non comprendevi e che ti portava a compiere atti atroci, come l’uccisione di Clito.

Adesso non c’è più nessuno che possa tenere a freno la tua follia, tutti quelli che tu sono accanto non la conoscono, nessuno sarà in grado di riportarti alla realtà e questa consapevolezza fa tremare la mia anima, quella stessa che ti sta osservando in questo momento, anche se tu non la puoi né vedere né sentire.

Ti guardo, mentre da solo, nelle tue stanze, quelle stesse che abbiamo diviso mille e mille volte, sdraiato sul tuo letto osservi la mia statua.

Le stai parlando Alessandro, anche se nel tuo dolore non credi che io possa sentirti, e invece sei tu quello che non sente.

Io sono qui, accanto a te, come ho sempre fatto, ma il tuo dolore non ti permette di capirlo.

Ho paura mio Alessandro, ho paura che la mia morte non sia stata solo la fine del sogno, temo che sia stata la tua stessa fine e se questa è la verità non me lo perdonerò mai.

Ti stai lasciando andare mio principe, mio re, mio unico amore. Non ti curi più delle spedizioni militari, della tua sposa che finalmente sta per darti l’erede che tanto hai desiderato e temuto, ma quello che mi spaventa più di tutto è che non ti curi neppure delle mille trame che si stanno tessendo alle tue spalle, non sei più attento a ciò che i tuoi uomini pensano o fanno, è come se tu stessi semplicemente aspettando che finalmente una mano si decida a colpirti.

Non farlo Alessandro, non lasciare che tutto finisca, non permettere che morte, la tua unica, sola nemica, abbia la meglio su di te.

Con la tua morte tutte le guerre che hai evitato regnando sul mondo si scateneranno, Di quello che hai creato in un tempo così breve non rimarrà che il ricordo, ma forse tu vuoi solo vivere eternamente nella gloria, e questo nessuno potrà togliertelo.

L’immortalità è ormai tua, qualunque sia il destino della tua vita corporea.

 

Mi incammino per i corridoi della mia reggia in silenzio.

Ormai odio tutto ciò che un tempo mi portava gioia, quello che accade dietro le mie spalle o davanti ai miei occhi non mi interessa più.

Non mi interessa Rossane, che porta in grembo mio figlio, quello stesso figlio che spero non mi conosca mai, perché non potrei mai amarlo, non pensando a tutto l’odio che sua madre ha provato per te amore mio, a tutto l’odio che continua a provare. Non so se sia stata realmente lei a ucciderti Efestione, lei o i miei generali, che importanza ha ormai? Tu non ci sei, non sei al mio fianco e questo basta ad annientare la mia anima.

Aspetto solo il momento per poterti raggiungere, il momento in cui finalmente gli Dei avranno pietà della mia miseria e mi ricongiungeranno a te.         

Entro nella sala del banchetto e cerco con gli occhi i loro sguardi.

I nostri amici d’infanzia, gli uomini con cui siamo cresciuti. Li guardo e non riesco a provare che odio, perché loro sono qui e tu no, perché forse tra loro c’è colui che ha deciso che dovevi morire, perché forse tutti loro hanno deciso della tua morte.

Sembra una festa dionisiaca, una di quelle raccontate dai grandi tragici, ma la cosa non mi importa.

Bevo come non ho mai bevuto, e so che se tu fossi qui mi guarderesti con i tuoi immensi occhi azzurri e mi riprenderesti pur senza parlare, ma tu non sei qui Efestione… tu non sei qui.

E’ quasi l’alba ormai, e con il passare delle ore, ho visto gli occhi dei miei generali incupirsi, ho visto l’attesa irrigidire i loro muscoli, come se sapessero che presto accadrà qualcosa che cambierà per sempre il corso degli eventi.

Mi porgono un cratere di vino e Efestione, per un istante, mentre brindo ai veri amici, vedo il volto di mia madre riflesso nel liquido scarlatto.

Mia madre che mi guarda e ride, con i suoi serpenti che le fanno da capigliatura, una novella medusa che mi mette in guardia a modo suo dal non bere.

Spero solo mio Efestione, che sia lo stesso veleno che hanno usato con te.

Bevo, e li guardo negli occhi, bevo e so che mi stanno uccidendo, bevo e loro non sanno che io sono già morto, bevo e li ringrazio mentre li maledico.

Sento un grido. Ti sento gridare Efestione, ti sento implorarmi di non farlo, ma questa è la mia decisione, l’ultima decisione di Alessandro.

Io muoio mio amore e lascio il mondo, quello stesso mondo che ti ha strappato a me, nelle guerre e nell’incertezza. Non ho un erede, e mi divertirò a vedere questi folli che adesso trattengono il respiro ammazzarsi l’un l’altro per un potere che non hanno mai compreso e che non otterranno mai. 

Cado a terra, senza riuscire a respirare, ma non mi interessa, nella mia stessa morte io ho già dato inizio alla mia vendetta, alla nostra vendetta.

 

Cadi, e io grido con tutta la forza che il mio essere solo spirito mi permette, e so che mi hai sentito, l’ho visto dal guizzo che i tuoi occhi hanno avuto, ma nonostante tutto non ti fermi, bevi da quella coppa anche se sai che contiene veleno, e sì Alessandro, è lo stesso veleno con cui hanno ucciso me, in questo la tua preghiera è stata ascoltata.

Vedo che ti sollevano da terra, i nostri amici, quelli che ti hanno guardato bere, e vedo che le loro espressioni sono cambiate, leggo la paura nei loro occhi.

Ti portano nelle tue stanze., mentre i servi e i medici vengono chiamati per prendersi cura di te, ma tu non li guardi, non ascolti nessuno di quella massa di gente che ti fa domande, che ti chiede un ultimo sguardo, o che semplicemente, come Rossane ti prega di aspettare a morire; la tua mente è già oltre i confini di questa vita, i tuoi occhi cominciano a vedere sfuocato ciò che fino a qualche istante fa era perfettamente nitido, e cominciano ad intravedere forme che fino a questo momento erano state invisibili per te.

Vedi l’immenso stendardo sul tuo letto perdere di nitidezza e vedi anche l’aquila, la nostra aquila venire in volo verso di te.

E’ in questo momento che volti la testa verso la mia statua, e quello che vedi fa nascere sulle tue labbra screpolate un sorriso dolcissimo al quale io rispondo.

Mi vedi Alessandro e sai che sono qui per te, per portarti via da questo mondo e farti restare con me per sempre.

Non presti attenzione ai generali che ti chiedono di indicare chi di loro sarà il tuo erede, non ti interessa.

Sorrido mentre assisto all’ultima beffa che ti fai di loro. Dici che lascerai il tuo regno al Migliore… la confusione è grande, nessuno capisce che cosa tu intenda, poi viene fuori il nome di Cratero.

Io sorriso alle tue ultime parole, solo con le guerre che questi folli scateneranno scopriremo chi sarà il migliore.

Ti conosco troppo bene Alessandro, so che non hai potuto resistere.

Ti sfili l’anello che porti, quello che ti ho regalato la notte in cui si sono celebrate le tue nozze con Rossane. La notte in cui anche noi due ci siamo uniti e dopo averlo sollevato e porto alla nostra aquila, il tuo braccio ricade immobile, mentre il caos che tu hai domato esplode libero di portare la sua distruzione.

Allungo la mia mano e aspetto che tu riesca a capire che la vita terrena è finita, che sei un’anima adesso, la più grande che mai l’Oltretomba abbia ospitato.

 

Guardo la tua mano Efestione, tesa nella mia direzione e la afferro come se fosse la sola cosa in grado di salvarmi.

Ti stringo a me mio Efestione e ringrazio tutti gli Dei, quelli stessi che molte volte ho offeso nella mia vita di avermi finalmente fatto tornare a te, mio amore, mia vita.

Ci allontaniamo dallo scempio che si sta compiendo. Si litigano il mio corpo, come se potesse loro servire per aggiudicarsi il mio potere.

Li guardo un’ultima volta e li compiango, perché ancora non capiscono.

Non capiscono che il mio potere risiedeva nel mio animo, e che il mio animo eri tu Efestione.

Hanno ucciso il potere che volevano a tutti i costi.

Ti bacio. La mia anima bacia la tua e per gli dei non mi sono mai sentito così completo e appagato.

Rispondi al mio bacio con passione e amore, ma sento anche la gioia di un momento a lungo atteso e finalmente arrivato.

Mi hai aspettato per tutta la vita Efestione, vivendo nell’ombra senza mia chiedere niente, semplicemente aspettando quegli istanti che potevo passare con te.

Non hai mai preteso il mio tempo o di vivere il nostro amore alla luce del sole, perché hai sempre compreso che questo era impossibile.

Hai scelto un amore doloroso, che ti ha fatto soffrire. Più di una volta ho visto le lacrime minacciare di sfuggire alla prigione delle tue lunghe ciglia e adesso Efestione è giunto il momento che tu venga ripagato per tutto quello a cui hai dovuto rinunciare pur di non rinnegare l’amore che ci legava.

Adesso Efestione abbiamo veramente l’eternità davanti a noi, abbiamo l’eternità per amarci e soprattutto io ho l’eternità per dimostrarti quanto grande è il sentimento che provo nei tuoi confronti.

Ti passo un braccio intorno alla vita e ti stringo, quando ci allontaniamo per sempre da questo mondo, mentre i miei generali dividono il mio impero in quattro parti che verranno presto annegate nel sangue.

Ti guardo Efestione e ancora una volta so che sono io il vincitore.

Io possiedo la sola cosa che ha avuto veramente valore in tutti questi anni.

Loro possono avere le terre e le ricchezze.

Io, Alessandro, ho la grandezza del mio nome che vivrà in eterno e ho te Efestione, il solo per cui vale la pena morire.

 

FINE

 

  
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