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Autore: cartacciabianca    04/05/2010    2 recensioni
Ho dedicato il mio cuore a conoscere la saggezza, la demenza e la follia.
Ho capito che anche questo era come rincorrere il vento.
Perché tanta è la saggezza, tanta è la pena.
E colui che accresce la conoscenza, accresce il dolore.
"Distruggilo!
Distruggilo come hai detto!
Tributo alla fan-fiction Assassin's Creed - Endless Abyss di Carlos Oliviera.
ATTENZIONE: SPOILER! (Riguardanti la FF di Carlos.)
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Al Mualim , Altaïr Ibn-La Ahad
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa è una fan fiction su una fan fiction.
In poche parole, è una song-fiction tributo ad Assassin’s Creed - Endless Abyss di Carlos Oliviera.
Io… vorrei solo non averci messo quasi 5 mesi per scrivere quattro righe incentrate sul personaggio protagonista di quella storia meravigliosa, che consiglio a tutti di leggere PRIMA di leggere questo tributo nel quale, ovviamente, sono contenuti DECINE di spoiler.
“Uomo avvisato mezzo salvato.”
Ho promesso a Carlos che mi sarei messa all’opera solo quest’estate, ma ‘sta mattina mi sono buttata giù dal letto con una cosciente determinazione di scriverla, subito. Alcune righe le ho scarabocchiate durante l’orario scolastico. Mentre la professoressa di storia interrogava mi sono permessa questo lusso, e devo dire che le frasi più belle che leggerete affianco alle scene riprese dalla battaglia finale, vengono proprio dal mio quaderno di storia, solo grazie all’immenso amore che è maturato in me per la storia di Carlos.
Non so precisamente cosa mi abbia spinto a fare una simile follia della quale, a risultato compiuto, mi sento molto soddisfatta (augurandomi, ovviamente, che l’Autore proprietario dei diritti di copyright sia d’accordo! XD). Forse è un semplice modo di fare un po’ di pubblicità a quella fan fiction stupenda. Forse sono davvero colpita da come scrive quel ragazzo e credo molto in lui. O forse, più semplicemente, credo di essermi troppo innamorata dei personaggi creati da lui, proprio come succede a noi fan girls con i prodotti originali.
Come ho detto, le vicende accadono durante la battaglia finale tra Al Mualim e Altair, incentrate sui pensieri di quest’ultimo rivisitato secondo l’ideale di Carlos Oliviera, e narrate in prima persona al modo indicativo tempo presente.
*L'immagine finale è un giovane Khaled come immaginato da Carlos nella sua storia.
Bene, ora mi faccio piccola piccola e vi lascio alla lettura, sperando che gli interessati abbiano già preso parte alla fan fiction da cui è tratta.


~ ۞ ~

Assassin’s Creed
~ Endless Abyss  ~

Tributo alla fan fiction di Carlos Oliviera


Storm in my Hands (and my Soul)
~ With Crawling – By Linkin Park ~

~ ۞ ~



[Crawling in my skin
these wounds they will not heal
fear is how I feel
confusing what is real

There's something inside me that pulls beneath the surface
consuming/confusing
this lack of self-control I fear is never ending
controlling/I can't seem

To find myself again
my walls are closing in
(without a sense of confidence and I'm convinced
 that there's just too much pressure to take)
I've felt this way before
so insecure

Discomfort, endlessly has pulled itself upon me
distracting/reacting
against my will I stand beside my own reflection
it's haunting how I can't seem]



Saggio la consistenza tonda, fredda ma calda della Mela dell’Eden nel mio palmo, mentre avverto invigorirsi assieme a quella anche la presa sull’impugnatura di spada. Gli occhi del sapere comparsi nella mia mente mi hanno mostrato il tuo arrivo a Masyaf. Smontato di gran corsa dal cavallo, ti sei diretto su per la collina, viaggiando per la stessa strada nella quale c’incontrammo per la prima volta, nei pressi del mercato, quand’eri solo un ragazzino. Non ho dimenticato quel giorno, e non credo che mai lo farò.



Gli abitanti ti vengono incontro come fantasmi, con maschere di cera e grigiore in corpo, e quando li sorpassi, questi ti si avvicinano e seguono, insaziabili, il tuo cammino verso la roccaforte.
Non è l’incontro con Malik a turbarmi. Di lui mi occuperò subito dopo che avrò finito con te, non temere. Se c’è qualcuno ancora in grado di sottrarsi al mio volere, quelli non sarete né te né lui.



Sei sotto il mio naso. Avverto il tuo sconforto e colgo un sussulto dei tuoi muscoli nel sentirti calare alle spalle le grate del giardino, nel quale ti ho intrappolato come un topo.
Mi stai cercando, ragazzo?
Ti guardi attorno senza tradire un minimo di incertezza. Ma tu ovviamente non sai che io fiuto la tua paura e vivo di essa, nel costante rimpianto.
Non hai motivo di opporti, di imbracciare le armi al solo scopo di intralciarmi. È inutile, mio allievo, perché l’uomo è una bestia orgogliosa che teme tutt’altro che se stesso, e non sa quanto si sbaglia.



Finalmente sei mio.
Avvolto dal bagliore dorato del Potere, ti lasci sfuggire un ringhio.
Sei proprio un animale, penso mostrandomi dalla terrazza.
Nella destra posseggo la lama che tagliò la gola di mille uomini approfittatori della mia pazienza, la lama che punì un intransigente discepolo troppo curioso e arrogante, e la lama che giorno dopo giorno servì, dedita, la causa del Nuovo Mondo. Nella sinistra stringo lo sferico Peccato di Eva, il Sapere a lei negato e tutto quel Potere che a stento immagineresti sia possibile controllare.
Allora… cosa sei tu dinnanzi a tutta questa forza e conoscenza?
Niente, sei misero, meschino come una formica, perciò trema in quanto la tua vigoria è pari a quella di essa.
E poiché le due più grandi facoltà dell'uomo sono nelle mie mani, ragazzo, ti ordino di temere la Mela e la Spada.


-Dunque l’allievo è tornato- oso, sfacciatamente, rivolgermi a te come non avrei mai parlato a mio fratello.
-Non sono uno che fugge!- ruggisci.
Nemmeno lui lo era…
-Nemmeno uno che ascolta!- noto con ironia.
-Se vivo è grazie a questo- ribatti.
Lui è morto grazie a questo…
I ricordi della nostra ultima battaglia insieme tornano a lacerarmi le carni. Anche se col tempo ho imparato a dissimulare il dolore e la sofferenza per mostrarmi forte al mio popolo, quel che mi trascino in cuore dopo tale giorno mi dilania dall’interno. Non posso mentire a me stesso: mi meraviglio come un bambino, tutte le volte, quando guardo te e penso a mio fratello.
-Perché fate questo?- domandi.
Io non ho ancora fatto nulla, stolto! Deve ancora sorgere l’alba sul Nuovo Mondo al quale sto preparando la mia gente. Il grigio che vedi sui loro volti e che tanto ti spaventa, è il colore mai coinvolto, il colore neutrale ad una Guerra che non c’è mai stata. E se è così che dev’essere, io non provo risentimento alcuno… perché so che la colpa non è mia.
È stato questo Frutto. Me lo rigiro nella mano. Mi ha stregato, lo sento, ne sono consapevole, e lo venero per quello che è: un oggetto in grado di controllare un essere. Posso essere quel tipo di persona che chiameresti tuo nemico, solo se pensi che sono malvagio grazie a lui.
-Ho trovato la prova- dico.
-La prova di cosa?-.
Le parole che sto per pronunciare sono le stesse che fondano il nostro Credo. Mi stupisco che tu le abbia dimenticate proprio ora.
-Che niente è reale! E che tutto è lecito!-.



-Affrontatemi, o avete paura?!- così geme l’allievo, incatenato dalle solide braccia del potere infinito che riposava nella mia mano sinistra.
-Io non ho paura!-.
-Dimostratelo- comandi con voce profonda.
-Che cosa dovrei temere?- percorro le scale, sono di fronte a te, ti guardo, ghigno e sollevo la mano con la Mela.
Un solo istante nella mia vita ho esitato davvero! Il volto della sola donna che abbia amato mi penetra nei sogni ogni notte! È stato quello l’unico nodo che non sono riuscito a sciogliere, poiché le corde erano rimaste intrecciate troppo allungo.
-Guarda il Potere che domino!-.


-Non ce la farete. Altri troveranno al forza di ribellarsi a voi-.
-Finché gli uomini mantengono il libero arbitrio, non può esserci pace!-.
Io ho vissuto tra quegl’uomini. Li ho visti consumarsi del loro stesso potere, li ho visti implodere del loro stesso potere. Che disgusto… ho fatto del male, ho agito come nessuno dovrebbe, ma devi capire che non ho avuto scelta. È l’unico modo per portare la pace.
Ma io sono il primo a non crederci.
-L’ultimo uomo che ha parlato così, l’ho ucciso- sembri vantartene.

 

Qualcuno la chiamerebbe magia, quella che stregò Mira e impossessò il corpo del Califfo anni or’ sono, quando anch’io, come mio fratello, morii e poi rinacqui.
Nessuno di coloro che conosce il mio vero nome vive ancora. Il peccato della mortalità li ha trascinati nell’oscuro regno dell’Ade, ed io sono libero solo grazie alla loro scomparsa.
-Gli uomini vivono già un’illusione. Io gliene sto solo dando un’altra. Una assai meno sanguinosa-.
-Che cosa si fa allora?- domandi.
Ah, Altaïr… ma tu conosci già la risposta.
-Tu non mi seguirai, ed io non posso obbligarti-.
Parole, queste, che mi costano un grande dolore.
Ti ho cresciuto come fossi mio figlio, cercando di insegnarti quello che mio fratello ha allungo perseguito nell’insegnare a me! Ed è così che mi ripaghi?! Il sacrificio speso al vento solo perché ti vedessi, un giorno, come mio ultimo avversario! La strada è spianata, ma tu rappresenti l’ultimo ruscello da oltrepassare. Le acque che io stesso ho alimentato, in te si crogiolano nelle correnti impetuose del tuo ego.
-E voi non rinuncerete a questo malvagio disegno-.
Ho speso una vita intera a progettare questo che tu chiami… disegno! No, infatti; è esattamente come dici tu: non rinuncerò. Non posso tirarmi indietro proprio adesso che il mio e il tuo destino, ragazzo, stanno per compiersi. Ma parlo proprio io, di destino, quando dovrei aver compreso che non c’è nulla di scritto per nessuno di noi. Ciò che gli uomini fanno, hanno fatto in passato e faranno in futuro ce l’ho stretto in pugno. Il Potere più grande sarebbe quello di prevedere le nostre azioni e le rispettive conseguenze. Ed è mio.
Se quello in cui abbiamo sempre creduto tu ed io (assieme al popolo abitante questo mondo infame senza leggi) si mostrasse ai nostri occhi per quello che realmente è, un’illusione, tu ci crederesti?
Se qualcuno al di fuori di me ti ordinasse di sfamare i tuoi dubbi di sole verità, che tu fatichi a non dare per menzogne, crederesti lui? O lei?
-Sembra allora che siamo a un punto morto-.
-No, siamo alla fine-.
-Ah…- sospiro, nascondendo il Frutto nelle tasche della casacca e imbracciando la spada. –Mi mancherai, Altaïr: eri il mio allievo prediletto-.


Portarti nella mia tana, per poi costringerti a sfoderare gli artigli, era un gesto premeditato, Altaïr, allungo atteso.
Mentre la tua lama, quella che io ti ho insegnato a controllare, mi penetra e affonda nelle mie carni, il Frutto mi scivola via dalla mano, e rotola lontano sul pavimento in mosaico macchiato del mio sangue.
Il tempo si congela.
-Impossibile: l’allievo non sconfigge il maestro-.
-Nulla è reale. Tutto è lecito-.
-Così pare…- mormoro guardandoti negli occhi. Mi perdo in essi, sprofondando in quelli di mio fratello. –Hai vinto, dunque: va’ a reclamare il tuo premio-.
-Avevate il fuoco in pugno, vecchio. Avrebbe dovuto essere distrutto-.
-Distruggere l’unica cosa in grado di fermare le Crociate e creare la vera pace? Giammai-.
-Allora lo farò io- sembri tanto sicuro di te.
-Questo lo vedremo- sorrido sornione.



Il mio secondo Viaggio all’Inferno è appena cominciato.
Ti sbagliavi: questo è solo l’inizio, ragazzo mio.
Non credere di poter adoperare per sempre nel nome del bene e della correttezza. Verrà il giorno in cui anche tu dovrai chinare la testa alla parte più vigorosa di te, il lato oscuro che negli anni di pace ha trascorso il suo tempo ad imparare come fare la guerra. L’hai alimentato, come un fuoco inesorabile che consuma l’essere e la stirpe della tua anima, sfamando gli istinti peggiori, la corruzione, l’avidità, la vendetta, ma affamando l’ardore della giustizia, della verità, della comprensione, della misericordia. Durante il tuo cammino, lungo o breve che sia, ti sentirai schiacciare da un peso che chiamerai coscienza, soffrirai quel che io ho sofferto, ti vedrai diverso per ciò che difendi e per ciò in cui credi, ma giungerai alla consapevolezza solo in punto di morte, come me, ora.
Comprendi che io non ho atteso altro… non ho atteso altro che la tua lama.
Poiché essa, non solo m’ha privato della vita, ma poiché solo essa avrebbe potuto salvarmi da quell’oggetto infernale.

~ ۞ ~

Ho dedicato il mio cuore a conoscere la saggezza,
la demenza e la follia.
Ho capito che anche questo era come rincorrere il vento.
Perché tanta è la saggezza, tanta è la pena.
E colui che accresce la conoscenza, accresce il dolore.
Distruggilo!
Distruggilo come hai detto!

-Non… non posso!-.



Sì, che puoi, Altaïr…

Ma non lo farai.




Ecco, tutto è compiuto. Mira…



*Crawling - Linkin Park - Song*
*Crawling – Linkin Park - Traduzione*
   
 
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