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Autore: mindyxx    05/05/2010    13 recensioni
"Ciao ragazzi, immagino che vedendo il pacco Bradley avrà sogghignato dicendo:
«sarà il regalo di qualche ammiratrice!»
Mi spiace deluderti, caro Brad, ma è un regalo mio per te e per Colin. È da qualche giorno che ci lavoro e oggi, finalmente, ho finito di raccogliere tutto il materiale più interessante e ho deciso di inviarvelo. Si tratta di storie scritte dalle vostre ammiratrici che credo dobbiate leggere. Ne ho selezionata una decina, anche se sul web se ne trovano a migliaia. Buona lettura. Sono certa che vi piaceranno e alla fine mi ringrazierete.
Baci, Katie."

Può una lettera di Katie sconvolgere la vita dei due attori? Leggete e lo saprete!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bradley James, Colin Morgan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: la storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per divertimento personale. Nulla di quanto narrato è riconducibile a fatti reali ma trattasi di pura fantasia.
Warning: slash
Pairing: Bradley James / Colin Morgan
Rating: giallo







Finzione e realtà


Bradley e Colin, dopo un’intensa giornata trascorsa sul set, si diressero verso l’appartamento che condividevano dal giorno in cui si erano conosciuti due anni prima. In quel lontano periodo, entrambi avevano deciso di tentare la fortuna presentandosi ai provini per un nuovo serial ambientato a Camelot.
Entrambi con poche speranze, dato il misero curriculum, ma con tanta voglia ed entusiasmo, ed entrambi furono scritturati: Bradley per il ruolo di Arthur e Colin per quello di Merlin.
Da quel lontano giorno erano diventati ottimi amici, tanto da decidere di affittare un appartamento dove vivere insieme.
Giunti dinanzi alla porta di casa, si soffermarono a guardare una scatola posata accanto al muro.
Bradley, incuriosito, si chinò per strappare la busta bianca attaccata con lo scotch su un lato del pacchetto. Divertito, la girò tra le mani guardando Colin.
«Sicuramente è un regalo di qualche ammiratrice».
Impaziente l’aprì e iniziò a leggere ad alta voce le poche righe scritte sul foglio in essa contenuto.

“Ciao ragazzi,
immagino che vedendo il pacco Bradley avrà sogghignato dicendo:
«Sarà il regalo di qualche ammiratrice!»
Mi dispiace deluderti, caro Brad, ma è un regalo mio per te e per Colin.
È da qualche giorno che ci lavoro e oggi, finalmente, ho finito di raccogliere il materiale più interessante e ho deciso di inviarvelo. Si tratta di storie scritte dalle vostre ammiratrici che credo dobbiate leggere. Ne ho selezionate circa una decina, anche se sul web se ne trovano a migliaia.
Buona lettura. Sono certa che vi piaceranno e alla fine mi ringrazierete.
Baci, Katie.”

Dopo aver fissato per pochi attimi la scatola posata accanto al muro, Bradley ripiegò la lettera ritirandola nella busta. «Io non ho intenzione di passare la serata leggendo stupide storielle scritte da chissà chi, solo perché Katie ha deciso che lo debba fare», mugugnò irritato mentre Colin lo fissava divertito. Tutti i colleghi sapevano che la lettura non era il suo hobby preferito.
Katie aveva provato più volte a mettergli in mano un buon libro, ma lui non si era mai degnato di sfogliare neppure le prime pagine, e ora gli aveva fatto trovare addirittura una scatola contenente storielle scritte da estranee affinché le leggesse. Quella ragazza non smetteva mai di stupirlo e mentre Brad apriva la porta, senza degnare di un solo sguardo la scatola, Colin la raccolse.
Varcata la soglia, la posò sul tavolo; aveva deciso che più tardi ne avrebbe visionato il contenuto. Se Katie si era impegnata tanto per fargliela avere, il minimo che potesse fare era sforzarsi di leggere almeno una di quelle storielle. Dopotutto, che male avrebbe potuto fargli?
Dopo cena, come deciso, aprì la scatola aggiudicandosi l’occhiata interdetta di Bradley. «Stai scherzando? Veramente hai deciso di trascorrere il tuo tempo libero leggendo quelle schifezze?»
Colin evitò di farsi contagiare dal suo cattivo umore ed estrasse dalla scatola una cartelletta rosa. «Queste schifezze hanno un nome, Brad, si chiamano fanfiction, ossia storie scritte dai nostri ammiratori e credo che leggerne una non mi ucciderà. Domani, quando vedrò Katie, la ringrazierò e le dirò che è stata molto gentile e che ho apprezzato il suo dono».
Brad corrugò la fronte in completo disaccordo con lui. «E non potresti dirglielo solo fingendo di aver letto queste... come diavolo hai detto che si chiamano?»
«Si chiamano fanfiction, Bradley... e comunque non potrei mentire a Katie fingendo di averle lette, credi che ci cascherebbe?»
Bradley osservò Colin imbronciato. Sapeva che aveva ragione. «Non ci cascherebbe... maledizione, sarebbe capace di trasformarsi nella maestrina cattiva e arriverebbe anche a interrogarci. Alcune volte mi spaventa. Quando si mette in testa una cosa, non è possibile farle cambiare idea. Va bene, vada per una storia, ma che sia una sola… tu leggi, io ascolto, e che sia breve, altrimenti potrei addormentarmi, o peggio, decidere di suicidarmi».
Colin gli rivolse un’occhiata divertita, mentre si era lasciato cadere pesantemente sul divano accanto a lui, e aprì la cartelletta rosa.
Al suo interno c’era una decina di fogli su cui spiccava, a caratteri cubitali, il titolo della storia: "Arthur e Merlin, amicizia e amore" di mindyxx.
Con calma si apprestò a leggere ad alta voce le varie annotazioni riportate in cima al foglio, prima di iniziare con il racconto vero e proprio, ma Brad lo interruppe quasi subito. «Hai detto slash? Che significa slash?» chiese incuriosito.
«Non ne ho idea», affermò Colin e riprese a leggere, ma Bradley lo interruppe di nuovo.
«In che senso “coppie: Arthur/Merlin”… coppie di che? E “rating: red” che rappresenta? Per non parlare di quest’altra strana sigla “NC17” cos’è? Un racconto in codice che dovremmo decifrare?»
Colin lo osservò spazientito. «Se stai zitto almeno per cinque minuti e lasci che io legga qualche frase, magari riusciremo a capire qualcosa. Chiudi quella bocca e non mi interrompere. Non ho intenzione di impiegarci due ore per leggere questi miseri fogli».
Bradley, appoggiata la schiena al divano, incrociò le braccia dietro la testa e rimase in silenzio mentre lui iniziava a leggere.

Erano trascorsi due anni da quando Merlin era diventato il servo di Arthur. Il giovane mago e il principe erano inseparabili.
Il rapporto che li legava si era consolidato nel tempo, tant’era che il futuro sovrano aveva iniziato a considerare lo stregone, non più come un semplice servitore, ma come un amico di cui potersi fidare ciecamente e a cui confidare i pensieri più intimi, ed anche le paure per il futuro che lo attendeva quando fosse divenuto re di Camelot...

Ascoltando le frasi lette da Colin, Bradley non riuscì a nascondere una smorfia di disappunto. «Arthur che si fida ciecamente di quell’impiastro di Merlin? Ma dove si è mai visto? Merlin è un idiota, chi mai vorrebbe confidarsi con lui?»
Colin, seccato per l’ennesima interruzione, avvolse i fogli per formare un cilindro e glielo picchiò sulla testa. «Se hai intenzione di interrompermi ogni due secondi, dillo subito che lascio perdere. Domani, quando vedrò Katie, le dirò quanto ho apprezzato il suo regalo, le dirò che era mia intenzione leggere le storielle riguardanti i nostri personaggi e le dirò che non ho potuto farlo per colpa di quell’asino del mio coinquilino... credo che ti divertirai parecchio ad ascoltare le sue rimostranze per tutta la giornata, quando saprà che non hai gradito il suo dono».
Bradley, spaventato all’idea di dover sopportare le lamentele della collega, decise di restare in silenzio e ascoltò senza fiatare il resto della storia, così Colin poté riprendere la lettura.

Merlin si voltò per lasciare la stanza, ma il principe gli afferrò nuovamente un braccio, costringendolo a fermarsi.
«Tu sei innamorato di me, Merlin? Ho capito bene?»
Con un filo di voce il giovane mago rispose. «Sì... mio signore!»

Bradley, incredulo, strappò il foglio dalle mani dell’amico per leggere l’ultima frase. «Fa vedere che c’è scritto», quasi urlò. «Merlin innamorato di Arthur?... Ma che si sta inventando quella?... È pazza?»
Colin celò a stento una risata alla sua reazione spropositata e gli sottrasse il foglio dalle mani per ricominciare a leggere senza badare alla sua espressione attonita.

Il giovane principe accarezzò la guancia del servitore con infinita dolcezza e senza lasciargli il tempo di capire cosa significasse la frase appena pronunciata, accostò le labbra alle sue sfiorandogliele con un tenue bacio…

Bradley, udendo l’ultima frase letta da Colin, cercò di sottrarre il foglio dalle sue mani per l’ennesima volta, per sincerarsi che non lo stesse prendendo in giro ma Colin, immaginando la sua reazione, sollevò la mano, con cui stringeva lo scritto, impedendogli di raggiungerlo.
Non curante dell’occhiataccia che Brad gli rivolse, continuò a leggere, sempre più divertito nel costatare quanto quella storia lo stesse facendo imbestialire.

Finalmente Merlin sembrò ritornare in sé e capì che non stava sognando.
Arthur era seduto sul letto, completamente nudo, e stava aspettando proprio lui.

Inorridito, Bradley si alzò dal divano con un balzo, come se fosse stato morso da una tarantola e puntò minaccioso l’indice contro Colin.
«Smetti immediatamente di leggere... questa storia mi ha stufato. Come si possono scrivere tante idiozie? Anche solo pensare che possa accadere una cosa del genere è da pazzi… Arthur, nel bel mezzo dell’episodio, decide d’ingropparsi il suo servo. Ma che fantasia perversa è mai questa? Riesco a immaginare la faccia sconvolta di tutti i genitori mentre, col figlioletto, stanno guardando la tv, convinti che si tratti di un serial per famiglie e invece si ritrovano a vedere un porno in cui i due protagonisti ci danno dentro come conigli... ma stavolta Katie me la paga. Appena mi capita a tiro, vedrai come la ringrazio per lo stupendo regalino. In questo momento sarà con Angel e staranno ridendo come pazze… brutta strega».
Senza aggiungere altro, Bradley abbandonò la stanza arrabbiatissimo e Colin, riposta la cartelletta dentro la scatola, lo raggiunse nella sua camera da letto.
«Scusa, Brad, ma perché te la prendi per così poco? È solo una storia. Io non ci trovo nulla di sconvolgente».
Vedendo che Bradley non rispondeva Colin, sospirando, tornò in salotto per sedersi di nuovo sul divano e riprese in mano la storia abbandonata che ricominciò a leggere.
Giunto alla fine estrasse una nuova cartelletta contenente una drabble.
Solo poche righe che parlavano dell’amore tra Arthur e Merlin.
Ne visionò una terza e poi una quarta. Neanche a dirlo, il comune denominatore era sempre il sesso tra il servo e il principe.
Incuriosito, accese il portatile e si mise a cercare storie in cui vi fossero come protagonisti i personaggi del telefilm che gli aveva dato la popolarità.
Non si stupì nel costatare che la maggior parte delle fiction erano incentrate sulla coppia Arthur/Merlin.
Alcune volte si trattava di poche righe, altre volte di storie composte da decine di capitoli.
Spento il computer si avviò verso la sua stanza per cercare di dormire.
Mentre si stava spogliando gli tornò in mente la frase che Brad aveva letto sulla lettera scritta da Katie.
La ragazza diceva che un giorno l’avrebbero ringraziata. Che lei sapesse?
Inquieto si spogliò degli abiti usati durante la serata per indossare il pigiama e si stese sul letto. Avrebbe voluto evitare di pensare, ma le immagini dei due personaggi che facevano sesso gli apparvero nitide nella mente.
Con uno scatto rapido si alzò per recarsi in bagno. Una doccia fredda era quanto ci voleva per riprendere il controllo del suo corpo.
Passando accanto alla stanza dell’amico, vide che la porta era socchiusa e sbirciò all’interno notando che Brad era sdraiato sul letto e stava dormendo.
Il suo sguardo indugiò sul corpo semi nudo dell’attore biondo che indossava solo un paio di boxer e immediatamente si ritrovò a pensare a quanto fosse aitante. A come fosse perfetto il suo fisico.
Vide le braccia muscolose strette attorno al cuscino e immaginò cosa avrebbe provato se fossero state strette attorno al suo corpo.
Immaginò le mani di Brad corrergli lungo la schiena per catturargli i fianchi.
Improvvisamente scosse la testa con violenza, per impedire alla nuova visione di raggiungere il cervello annebbiato dalla lussuria e a passo veloce si avviò verso il bagno. Aveva bisogno di una doccia che non fosse solo fredda, doveva essere ghiacciata.
Senza neppure togliere il pigiama, aprì lo sbruffino dell’acqua e s’infilò sotto il getto gelato sperando che il freddo servisse a fargli passare i bollori provocati dalle storie che aveva letto.
Quando il suo corpo, investito dall’acqua gelida, sembrò essere tornato alla normalità, per evitare di prendere una polmonite si avvolse nel morbido accappatoio e di corsa tornò in camera.
Infreddolito, afferrò un pigiama asciutto che indossò in fretta, si stese sul letto e, cercando di togliersi dalla mente le scene di sesso lette poco prima, provò a dormire.
Mentre cercava di assopirsi maledisse la sua curiosità. Perché aveva letto quelle storie? Perché aveva deciso di farsi del male?
Dopo aver compreso che si trattava di scritti a contenuto sessuale avrebbe dovuto lasciar perdere. Possibile che la sua stupidità avesse raggiunto livelli così alti da impedirgli di capire che ne avrebbe sofferto?
Sprofondata la testa nel cuscino, cercò di non pensare che a pochi metri da lui stava dormendo il ragazzo che popolava i suoi sogni erotici da più di un anno e cercò di addormentarsi.
Il giorno seguente, all’alba, i due attori erano già in piedi, ma non parlarono, entrambi assorti in chissà quali pensieri.
Dopo una rapida colazione lasciarono l’appartamento per recarsi al lavoro.
Durante il tragitto per raggiungere il set a stento si rivolsero la parola. Un silenzio imbarazzante si era frapposto tra loro dalla sera precedente.
Giunti a destinazione si salutarono per dirigersi ciascuno verso il proprio camerino, dove costumisti e truccatrici li stavano aspettando per aiutarli a calarsi nei panni dei personaggi che interpretavano da ormai due anni.
A tarda sera la giornata lavorativa terminò e come sempre si incamminarono verso casa.
Poche battute per discutere delle scene girate, poi il silenzio, di nuovo.


Trascorse un mese.
Bradley e Colin continuavano a condividere lo stesso appartamento; l’amicizia che li legava da due anni era salda, ma qualcosa nel loro rapporto era cambiato.
Quando si trovavano da soli erano tesi come le corde di un violino, specialmente Bradley. Nonostante fosse sempre pronto a scherzare, stava ben attento a non sfiorare mai Colin. Evitava qualsiasi contatto fisico con lui.
Anche sul set, se dovevano girare una scena in cui i loro personaggi si scambiavano gesti amichevoli, come una semplice pacca sulla spalla, a fatica mascherava la tensione.
Alla fine dell’ennesima dura giornata di lavoro, tornarono a casa.
Dopo aver cenato, Colin accese la tv sedendosi sul divano e Bradley lo raggiunse accomodandosi nell’angolo opposto.
Le immagini di un film comico iniziarono a scorrere sul video, ma Colin non riusciva a divertirsi. Continuava a pensare alla sera in cui aveva letto la storia d’amore tra Merlin e Arthur.
Ricordava che quelle poche pagine avevano fatto infuriare Brad e, ancor meglio, ricordava la doccia ghiacciata che aveva dovuto fare per mettere a nanna una parte del suo corpo che era fin troppo vispa.
Da quella sera molte cose erano cambiate.
Bradley aveva iniziato a comportarsi in modo strano.
La mattina non si faceva più trovare in giro per casa in boxer, ma sempre perfettamente vestito, aveva iniziato a chiudere la porta della sua camera e aveva smesso di scorrazzare per l’appartamento, dopo la doccia, con solo l’asciugamano legato attorno ai fianchi.
Immerso in tali riflessioni, Colin non poté evitare di chiedersi se fosse sua la colpa del nuovo atteggiamento dell’amico.
Che l’avesse visto mentre lo spiava? Che si fosse accorto di come lo stava guardando attraverso la porta socchiusa? Che avesse capito che non lo considerava un semplice amico, ma come un possibile amante?
Imbarazzato, abbassò lo sguardo. Non avrebbe voluto innamorarsi di lui. Aveva fatto di tutto per impedire che accadesse.
Frequentava belle ragazze con cui, a volte, gli capitava di condividere il letto, ma non aveva mai trovato nessuna in grado di fargli provare sensazioni forti.
L’unico con cui avrebbe voluto fare l’amore era lì, a solo un metro da lui. Talmente bello e talmente inarrivabile.
Senza smettere di pensare ai dubbi che lo tormentavano, Colin si concesse un’occhiata veloce al biondino seduto poco distante, per riflettere di nuovo sulla situazione che si era creata tra loro.
Quella notte Bradley dormiva, non poteva averlo visto mentre lo stava spiando. No, non credeva fosse quello il problema che li stava dividendo.
C’era qualcos’altro che turbava il coinquilino. Qualcosa che a lui sfuggiva. Qualcosa che, comunque, era riconducibile al dono ricevuto da Katie quella fatidica sera.
Non riuscendo a sopportare il silenzio opprimente che stava erigendo un muro tra lui e l’amico, si fece coraggio e senza preavviso lo avvicinò, sedendosi al suo fianco.
Un paio di secondi e Bradley, con una scusa banale, cercò di alzarsi per allontanarsi, ma Colin gli afferrò un polso costringendolo a fermarsi, era giunto il momento di parlare. Troppi silenzi rischiavano di rovinare un’amicizia che non doveva andare persa.
«Si può sapere che ti succede? Dalla sera in cui Katie ci ha fatto quello stupido regalo ti comporti stranamente. Mi spieghi cosa c’era in quelle poche pagine che ti ha tanto infastidito? Temi che le tue ammiratrici possano pensare che non sei un vero uomo solo perché alcune di loro parlano del tuo personaggio in modo non propriamente consono? Se è questo che ti dà fastidio, non ne vedo il motivo. Dopotutto, si tratta di finzione».
Bradley non replicò, ma Colin non si diede per vinto perché voleva una risposta che potesse sistemare l’assurda e insostenibile situazione una volta per tutte. «Viviamo insieme da due anni, ma nell’ultimo mese mi tratti come se fossi un lebbroso. Quando siamo nella stessa stanza mantieni una distanza di sicurezza, come se io potessi contagiarti. Ti dispiace mettermi a parte del problema che ti turba in modo che possa cercare di aiutarti a risolverlo?»
Bradley osservò Colin che lo scrutava serio, in attesa di una risposta, e capì che non gli avrebbe concesso un attimo di tregua finché non avesse ottenuto una motivazione valida che spiegasse il suo strano comportamento.
Senza smettere di fissare gli occhi blu del coinquilino cercò di riordinare i pensieri.
Non sapeva come cominciare il discorso e improvvisamente si sentì stupido e a disagio.
Poche volte si era sentito in imbarazzo, e quella che stava per vivere era decisamente la peggiore situazione mai affrontata.
Senza quasi prendere fiato, tra una parola e l’altra, iniziò a confessare ciò che lo turbava. «La notte in cui Katie ci ha fatto quello strano regalo, dopo che tu sei andato a dormire mi sono alzato e ho finito di leggere quella stupida storia, più tutte le altre contenute nella scatola...»
Colin, incredulo, rise divertito, interrompendo la sua confessione. «Tu ti sei alzato nel cuore della notte per leggere? Mi prendi in giro? Trovo la situazione parecchio inquietante. Tu, che invece di dormire, leggi!... Ha del miracoloso. Ora capisco perché sei turbato, hai scoperto di avere un cervello funzionante, cosa da non credere. Una simile rivelazione deve averti scioccato».
Bradley, quasi senza accorgersene, gli diede una leggera pacca sulla spalla.
«Ti sei deciso a toccarmi, finalmente. Temevo pensassi fossi infetto. Ora che abbiamo ristabilito un contatto, dimmi qual è il motivo per cui sei diventato così strano in questo ultimo mese. Se hai un problema, magari posso aiutarti».
Le parole di Colin fecero apparire un largo sorriso sulle labbra di Brad. Un luccichio famelico attraversò le sue iridi azzurre e, non essendo mai stato una persona timida, decise di cogliere al volo l’opportunità.
Colin si era offerto di aiutarlo a risolvere il suo problema, ebbene, avrebbe accettato l’aiuto.
Ricordando ciò che fece il principe nella fiction letta, prese il volto dell’amico tra le mani e avvicinò le labbra alle sue sfiorandogliele con un tenue bacio.
Un lieve contatto, caldo, delicato, poi si staccò e deglutì facendo danzare il pomo d’Adamo in attesa che Colin dicesse, o facesse qualcosa. Qualsiasi cosa. Anche dargli un pugno per aver osato tanto. Ma Colin era rimasto senza parole. Lo sguardo fisso sul suo volto, incapace di pronunciare anche un solo suono. Incapace di compiere anche il minimo gesto.
Senza distogliere gli occhi dai suoi, Bradley cercò di nascondere la paura. «Se non ricordo male, è così che Arthur agì nella fiction che stavamo leggendo per far capire a quell’idiota del suo servo ciò che provava per lui... quelle ragazze che scrivono storie sui nostri personaggi immaginano Merlin e Arthur insieme, liberi di amarsi, ebbene, io immagino quelle stesse storie su di noi... da molto tempo, forse da quando ti ho conosciuto, ma sono sempre riuscito a nascondere i miei sentimenti. Dopo aver letto quei racconti, è cambiato tutto. Leggerli è stata la cosa più stupida che potessi fare. Ogni riga è intrisa di sesso. Di piaceri inimmaginabili. Di appagamento, di estasi. Ho dovuto prendere le distanze da te perché temevo che avrei fatto qualcosa che ti avrebbe spaventato, che ti avrebbe fatto fuggire da me. Capisci ora qual è il problema?... Il problema è che dopo aver letto quelle storie non riesco a impedirmi di immaginare di poter fare con te ogni cosa che è stata scritta... ribadisco, ogni cosa... volevi sapere cosa mi turba, ora lo sai! Scioccato?»
Colin arrossì sentendo Brad ammettere che avrebbe voluto fare con lui ogni cosa letta.
Tutto si sarebbe aspettato, tranne una simile confessione. E, in effetti, era scioccato. Scioccato perché mai avrebbe creduto che il suo sogno potesse realizzarsi e così rimase seduto sul divano, immobile, continuando a osservare il volto dell’amico col cuore che gli galoppava nel petto.
Bradley interpretò quel silenzio come un segno del destino da cogliere al volo: se Colin non era fuggito, allora c’era ancora una speranza.
Con un rapido gesto afferrò la cartelletta rosa, che aveva precedentemente imboscato sotto al divano, e lesse ad alta voce alcune righe pronunciate da Arthur al giovane servo.

«Non preoccuparti, mi prenderò cura io di te! Questa notte sarà indimenticabile... te lo prometto...»

Agitato, Bradley osservò Colin, augurandosi di non aver corso troppo.
Aveva deciso di giocare il tutto per tutto, sperando che anche lui provasse gli stessi sentimenti, ed era in ansia per il responso.
In silenzio, e immobile, attese. E finalmente Colin avvertì che la tensione si stava sciogliendo e il nodo che gli serrava la gola era svanito.
La gioia che gli aveva invaso l’anima era tanta che riuscì solo a sorridere.
Un sorriso che gli illuminò il volto facendogli risplendere le iridi blu, un sorriso malizioso che non lasciava spazio a nessun dubbio e Bradley capì che era finalmente giunto il momento in cui la finzione poteva trasformarsi in realtà.
Abbandonata sul pavimento la cartelletta rosa, si sporse verso di lui per concentrarsi sulle sue morbide labbra.
Erano mesi che desiderava baciarle, e finalmente poteva farlo senza timori.
Senza foga strinse a sé il giovane compagno di mille avventure. La notte era lunga e sapeva che le storie da trasformare in realtà erano tante, come dimostrava l’enorme scatolone ritirato nell’armadio della sua camera, ultimo regalo di Katie che recitava:

“Bradley caro, ho fatto ciò che mi hai chiesto. Nello scatolone ci sono parecchie storie scaricate dal sito italiano di fiction EFP.
Te ne mando alcune scritte da Elyxyz, GiulyB, ChelseaH, Egle, Samek, _ichigo_85, celine_underworld, Melkaine, _saruwatari_, Taila, RitaHolmes, Slayer87, (e molte altre autrici che non sto a elencare) che mi sono piaciute tantissimo.
Ovviamente le ho fatte tradurre per te. Spero le troverai divertenti e spero  possano fornirti una valida fonte d’ispirazione.
Buon divertimento. Sapevo che tu e Colin avreste apprezzato il mio precedente dono.
Baci Katie”.


Fine







Ho scelto di far leggere ai due amici una mia fiction perché non potevo citare frasi prese da scritti non miei senza permesso.
Nello scatolone che Katie ha fatto pervenire ai due attori, però, ho voluto racchiudere simbolicamente le storie di alcune autrici che mi sono piaciute molto.
Diciamo che questa FF è nata per essere una dedica a tutte voi che scrivete storie tanto appassionanti su una coppia che adoro.
(PS: se agli autori citati dà fastidio che il loro nome sia presente nella storia, ditelo e lo cancellerò).
Dopo questa breve precisazione vorrei ringraziare chi ha deciso di leggere l’ennesima storiella che la mia mente ha partorito in questa giornata uggiosa.
Grazie a chi sopporta ciò che scrivo.
Tiratemi pochi pomodori per favore, la verdura non mi piace molto!
Alla prossima. Ciao.








   
 
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