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Autore: Meggie    06/05/2010    3 recensioni
Dopo la fatidica notte, Puck si sveglia e riesce a pensare solo ad una cosa: a quanto è bella e a quanto è sbagliata Quinn.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOT MY GIRL

Disclaimer: Non miei e non ci guadagno nulla.
Note: Scritta per la quinta settimana del F3UCKS Fest di fanfic_italia basata sulla canzone Libera nos a malo – 3.59.


Non voleva svegliarsi. Non sul serio. Voleva rimanere così, con gli occhi chiusi, cullato da un calore persistente e continuo. Era sicuro che la fitta che sentiva martellare in testa ne avrebbe giovato. Ne avrebbe giovato anche lui, non solo la sua testa.

Alla fine, però, il raggio di sole che spuntava dalla finestra ebbe la meglio e aprì gli occhi. E ciò che si trovò davanti fu un altro sole. Di un altro tipo. Diverso e bellissimo. 

Questo sole era sparso sul cuscino accanto al suo. Questo sole inondava quel bianco della federa con un calore tutto diverso.

Questo sole era sbagliato e non avrebbe dovuto essere lì, in quel letto, con lui.

Puck si passò una mano sul viso, gemendo di dolore quando una fitta gli trafisse la testa. Si portò a sedere, lasciando che il lenzuolo scivolasse lungo il suo corpo e andasse a raggrupparsi nel suo grembo. E guardò in basso.

Lei era ancora lì. Bella. Bellissima. E non sua.

Che cazzo ho fatto?

La guardò respirare piano. Vide il lenzuolo che la copriva alzarsi ed abbassarsi seguendo il ritmo imposto dal suo respiro. Vide i suoi capelli sparsi sul cuscino, come tanti raggi di un sole. Vide Quinn, quello schianto di Quinn, nel suo letto. La vide bellissima e sbagliata.

Non avrebbe dovuto essere lì.

Non avrebbe dovuto portarsela a letto.

Si chiese se avesse dovuto svegliarla. Se avesse dovuto allungarsi verso di lei, come aveva fatto la notte precedente, e scuoterla dolcemente.

Distolse lo sguardo. Dai suoi capelli, dalle sue labbra, dal suo viso, dal suo corpo coperto solo da un lenzuolo bianco. Da Quinn.

Quinn, che non era sua. Quinn, a cui non doveva pensare. Quinn, con cui era stato a letto solo grazie all’alcool. Quinn, che era la ragazza di Finn.

Si stese nuovamente sul letto, dandole la schiena.

Non l’avrebbe svegliata.

Avrebbe aspettato.

E non l’avrebbe guardata, per non cadere nella tentazione di riallungare la mano su qualcosa che non era suo. E che non avrebbe mai potuto esserlo.

E sperò che il sole la lasciasse dormire a lungo, e che la cullasse, come forse né lui né Finn sarebbero mai riusciti a fare.

 

Note: Questa non doveva essere la prima storia su Glee, perché in realtà ne avevo iniziata un’altra per la… quarta settimana, forse? Non lo so. Comunque era troppo lunga per essere racchiusa in così poche parole. Non so se essere molto soddisfatta di questa breve shot, ma d’altra parte io e le cose brevi litighiamo praticamente da sempre, quindi amen. Speriamo piaccia a voi =)

   
 
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