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Autore: DalamarF16    06/05/2010    4 recensioni
Spoiler 4° stagione Castiel è stato trascinato di nuovo ai piani alti. Il suo comportamento non piace ai superiori, non piace il legame che si sta creando con Dean. Percepiscono in lui il dubbio. E allora intervengono, strappandolo con la forza dal suo tramite e dandogli esempio di persuasione divina. Ambientato nell'episodio 4x20
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
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THE KIDNAPP
Castiel fece per andare dai fratelli, ma Zaccaria, all'improvviso, lo riportò indietro
-Che succede?- chiese l'angelo serio -Ci sono problemi?-
-Sì- rispose il suo superiore -Tu sei il problema-
L'angelo lo guardò in modo strano, i suoi profondi occhi blu in un espressione un po' confusa. Era certo di aver fatto nulla di male; non aveva disobbedito agli ordini. Certo stava cominciando a legarsi a Dean. Sapeva che ad alcuni dei suoi fratelli questo non piaceva, ma cosa poteva farci? Quando tiri fuori una persona dall'inferno e, cosa ancora più importante, con questa persona mantieni dei contatti, anche se sei un angelo del Signore è inevitabile affezionarsi. Forse questo aveva a volte, ma soltanto a volte, annebbiato un po' la sua capacità di giudizio, ma sapeva per certo di non essere mai andato oltre i limiti. O almeno così credeva
-Cosa vorresti dire, scusa?-
-Stai cominciando a dubitare, Castiel. Quei due umani ti stanno facendo il lavaggio del cervello-
-Non cadrò, Zaccaria. Non tradirò nostro Padre, lo sai bene-
-Secondo alcuni di noi, bè, diciamo pure secondo la maggior parte di noi, è ora che tu torni sulla retta via-
-Sono già sulla retta via- rispose Castiel, seppure con la gola secca. Non gli piaceva il tono che stava prendendo quella conversazione. Per nulla. Non che avesse paura in senso stretto, ma sapeva di cosa potevano essere capaci angeli e arcangeli, e le parole di Zaccaria non facevano presagire nulla di buono. -Ora scusami. Devo andare da Dean. Hanno bisogno di me-
Fece per scomparire, ma si trovò tutto d'un tratto bloccato contro una parete. Ovviamente non erano in paradiso. Era ormai da molto tempo che Castiel non metteva piede ai piani alti, anche perchè ogni volta avrebbe dovuto abbandonare il proprio tramite, il che gli avrebbe decisamente rallentato le cose in caso di emergenza, ragion per cui preferiva rimanere nei panni degli umani, nonostante questo a volte gli procurasse non pochi disagi.
Guardò Zaccaria, improvvisamente sospettoso, e, ora sì, leggermente spaventato. Gli occhi azzurri erano spalancati, le pupille dilatate. Non era certo l'ultimo arrivato tra gli angeli, e nemmeno uno dei più deboli, ma il superiore era decisamente su un altro livello, e sebbene riuscisse a mandarlo via coi sigilli enochiani di sangue, era decisamente poco probabile (prima di conoscere Dean avrebbe detto impossibile, ma ora che stava con quei due aveva capito che niente lo era) che riuscisse a scamparla in un corpo a corpo contro di lui. Ragion per cui, decise di non cercare nemmeno di provarci.
-Ti ordino di non rivederli, di non contattarli, di non avere nessun contatto, visivo, spirituale o inconscio, di non usare sensitivi come tramite e di non avvicinarli con nessun mezzo, umano o sovrannaturale con i fratelli Winchester. Sono stato chiaro?-
Castiel non rispose. La pressione su di lui aumentò ancora. Non era una pressione a livello fisico, non gli avrebbe causato alcun tipo di fastidio, poiché certe sensazioni riguardavano solo gli umani in cui erano ospiti, e non strettamente gli angeli. Era una pressione sul suo io angelico; come se la sua essenza stesse venendo compressa in una scatola sempre più piccola. Cominciò a sentire un lieve malessere, come un principio di claustrofobia. Una sensazione che andava peggiorando, e non era nemmeno piacevole.
-Fino a quando?- chiese con un leggero affanno dovuto ai poteri che l'altro stava usando su di lui. In fondo, non voleva lasciare Dean nelle mani di Zaccaria, ma nemmeno ribellarsi. La sua mente era in subbuglio. Mai, prima di allora, si era trovato davanti a una situazione tanto strana. Che gli stava succedendo? Possibile che fosse cambiato così tanto e che i suoi superiori avessero ragione?
-Fino a quando non saremo certi che non saranno più in grado di influenzarti- fu la secca risposta. La pressione su di lui si accentuò ancora di più -Sono stato chiaro?- ripetè Zaccaria, il tono di voce pericolosamente calmo
-Sì, signore- non potè fare altro che rispondere l'angelo, e non solo per far sì che l'altro lo lasciasse, ma anche perchè non era nei suoi progetti ribellarsi agli ordini.

All'improvviso, Castiel si ritrovò da solo. Zaccaria se ne era andato. Sapeva di non avere molto tempo, perciò decise comunque di comunicare con Dean, anche se questi era lontano chissà dove. Per fortuna esistevano i sogni.
Purtroppo, l'unica cosa che riuscì a comunicare all'amico, fu un indirizzo, quello di una zona industriale vicino a dove si trovava in quel momento.
Ad un tratto, qualcosa lo trascinò di nuovo alla realtà. Erano due suoi fratelli.
-Che volete?-
-Ci dispiace, Castiel. Sul serio- disse uno a voce bassa. Gli occhi nocciola freddi e distaccati, esattamente come quelli di Zaccaria. Esattamente come quelli di qualunque altro angelo. Qualunque altro angelo, eccetto Castiel. Vedendo sé stesso riflesso in uno specchio sulla parete opposta, si accorse che i suoi occhi azzurri erano diversi, ma non seppe dire come, anche perchè non ebbe il tempo di pensarci su.
L'altro angelo gli bloccò le braccia dietro la schiena, impedendogli di muoversi. L'istinto fu quello di ribellarsi, ma fu tutto inutile. Prima che riuscisse a pensare a qualcosa di intelligente, l'altro mise una mano sulla sua fronte e premette forte, scatenandogli contro tutto il suo potere.
La sensazione che Castiel provò non fu per nulla piacevole. All'improvviso si sentì strappare via dal suo tramite, con una tale violenza che se avesse avuto ancora il controllo delle corde vocali di quell'uomo, probabilmente ne sarebbe uscito un urlo che avrebbe spaventato mezzo stato.
Il dolore fu atroce, ma quel che fu anche peggio, fu il fatto che non potè fare assolutamente nulla per impedirlo.

   
 
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