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Autore: Tikkia    07/05/2010    5 recensioni
Breve fic (non troppo originale, devo ammettere) crossover Hellsing-Twilight. Chi credete che al spuntera?! [WARNING: splatter, NON per amanti di twilight.]
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alucard, Seras Victoria
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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1. Where are you going? Dannazione. Dannazione. Dannazione!
-Bella! Non rimanere indietro e corri, accidenti!-
-M-ma Edward…Rosalie ed Emmett sono rimasti indietro! Dobbiamo andare ad aiutarli!-
-Sapranno cavarsela benissimo da soli, andiamo!-
Edward e Bella corrono, fuggono disperatamente da casa Cullen, in cui da qualche ora si è scatenato l’inferno.
Perché? Perché è successo tutto questo? Le cose stavano andando così bene… pensa Bella mentre lacrime disperate le scorrono lungo le guancie. Inizia a singhiozzare pensando al resto della sua famiglia rimasta in casa ed a quello che è successo ad Alice e Jasper.
Stringe più forte la mano ad Edward e si priva dello scudo mentale per permettere al marito di leggerle nella mente.
Renesmeè.
Poi le immagini travolgono il ragazzo: la loro bambina nella culla, in un lago di sangue, proprio come Alice e Jasper, se non peggio.
Il panico inizia a farsi strada nella mente di Bella, che riestende lo scudo per non farlo notare ad Edward. Ma ormai è tardi: gli occhi del vampiro sono pieni delle immagini che Bella ha evocato e la paura inizia a prendere possesso anche dei suoi pensieri.
-Carlisle! Muoviamoci, ti prego!- grida lui al padre, con voce tremante.
-Abbi pazienza, Edward! Esme è ferita e non possiamo muoverci più velocemente di così!- ringhia il dottore di rimando, accennando alla moglie caricata sulle spalle.
Edward si morde il labbro fino a farlo sanguinare, ma non dice niente e stringe la mano della moglie, che non ha più parlato da quando gli ha mostrato i suoi pensieri.
Cinque interminabili minuti dopo, il quartetto raggiunge la casupola. Esme si accascia al suolo stanca, nonostante sia un vampiro immortale: le ferite riportate nel tentativo di difendere i due figli adottivi sono piuttosto gravi e Carlisle non ha avuto tempo di medicarle per bene.
-C-Carlisle…- cerca di mormorare lei, ma i suoi tentativi son resi vani da un colpo di tosse che le fa sputare del sangue.
-Shh, amore non dire niente, non parlare.- le dice Carlisle con una voce che sa di pianto. –Ora ti curo quelle ferite, non preoccuparti. Andrà tutto bene, tutto bene!- esclama sorridendo.
La moglie annuisce con un caldo sorriso fiducioso e chiude gli occhi aspetta che il compagno si metta all’opera.
-Dannazione…- mormora lui alzandole la camicia: sul petto  ha un grosso buco che la trapassa fuori per fuori, mandando fuori uso il polmone destro. Oltre a questo,  la donna ha un grande squarcio sulla gamba, attraverso il quale si vede persino il femore. Carlisle sa che ci sono ben poche speranze di sopravvivenza per Esme, ma non vuole desistere ed inizia ad operare sulla gamba.
-Carlisle…- prova a chiamarlo Edward.
-…- nessuna risposta da parte del dottore, che continua ad operare la moglie.
-Carlisle.-
-…-
-Carlisle!-
-Fa silenzio Edward! Non eri preoccupato per tua figlia? Bè, allora va a salvarla e non perdere tempo con me! Sono occupato a curare Esme, non distrarmi!- grida Carlisle furioso.
Bella si spaventa: non l’ha mai visto in quello stato e da questo capisce che Esme è ormai giunta al capolinea della sua seconda vita. La ragazza inizia a piangere in silenzio, per paura di una qualche reazione del dottore che è ancora concentrato sul corpo martoriato della compagna.
Edward, dal canto suo, si limita ad osservare i genitori adottivi senza una parola. Poi, prendendo Bella per mano, si dirige verso la loro casetta per portare in salvo la piccola Renesmeè.
La porta si apre cigolando, ma non c’è alcun segno di effrazione. A quanto pare, Emmett e Rosalie stanno ancora trattenendo il misterioso assalitore che ha distrutto Alice e Jasper.
Edward e Bella entrano guardandosi intorno con circospezione. Casa loro è rimasta tale e quale a come l’avevano lasciata gli sposini.
-Percepisci qualcosa?- chiede Bella al marito.
-Nulla.- risponde lui.
Questo può essere interpretato in due modi: o Renesmeè sta bene e in casa c’è solo lei, oppure la piccola è già passata a “miglior vita” e l’assassino se n’è andato.
Bella decide di dar credito alla prima opzione e si fionda nella camera della bambina.
Apre la porta e, dopo qualche secondo, lancia un urlo disumano che sa di disperazione e terrore.
Allarmato dal grido, Edward raggiunge in un nanosecondo la moglie, giusto in tempo per prendere al volo il corpo svenuto della ragazza.
All’alzare lo sguardo da Bella, per poco non sviene lui stesso: la scena che si trova davanti non aveva mai, mai, preso forma nemmeno nei suoi peggiori incubi.
Le pareti della stanza sono imbrattate di sangue a tratti, come se un sacco pieno del liquido fosse stato sbattuto in giro per i muri e per il soffitto. La culla della bambina è rovesciata a terra, sporca anch’essa. Al centro della stanza, seduto su una sedia, c’è un uomo incredibilmente alto e possente, lo si nota anche se è seduto. Ha una caviglia appoggiata sul ginocchio dell’altra lunghissima gamba e sta guardando verso la porta con aria divertita. I lunghi capelli neri quasi toccano terra ed un raggio di luna gli illumina una chiostra di denti bianchissimi, due dei quali più lunghi ed appuntiti degli altri, dispiegati in un sorriso esagerato. Tra le braccia tiene una bambola con i vestiti candidi sporchi di rosso. Anche i riccioli perfettamente curati sono imbrattati ed incrostati di quel colore.
Edward è confuso, non capisce cosa sta succedendo. Dov’è Renesmeè? E perché Bella ha gridato? Certo, quell’uomo è il loro misterioso assalitore e, se è in casa loro, vuol dire che è riuscito ad avere la meglio a casa Cullen e che, probabilmente, Rosalie ed Emmett hanno fatto la stessa fine di Alice e Jasper.
Ma allora perché quell’uomo, se di uomo si tratta, è là placidamente seduto e non lo attacca? Edward non se ne capacita poi, quando i suoi occhi si soffermano su quelli nocciola della bambola in braccio alla figura, capisce.
E qualcosa in lui si spezza: la bambola è sua figlia, la piccola Renesmeè. Il giovane inizia a vedere rosso: come osa quella creatura tenere in braccio sua figlia? Vorrebbe strappargli le braccia e bruciarlo.
-Lasciala andare! SUBITO!!- grida furioso come non lo è mai stato.
La creatura al centro della stanza inclina la testa allargando il sorriso. Poi, abbassando gli occhi sulla piccola sulle sue gambe, apre per la prima volta la bocca.
-Lei?- chiede la sua voce profonda.
Sembra provenire dall’Inferno pensa Edward sgomento, ringhiando in risposta.
-E va bene, l’hai voluto tu.- risponde la creatura ridacchiando e lasciando la bambina.
Il corpo della piccola cade scompostamente a terra, spruzzando qualche goccia di sangue dalla bocca.
A quella vista Edward, posando gentilmente il corpo della moglie a terra, si avventa verso la creatura ruggendo.
L’essere, dal canto suo, rimane seduto al suo posto con un gran sorriso divertito stampato in faccia. Persino quando Edward affonda la mano fino all’avambraccio al centro del suo petto, non si scompone.
Con l’odio negli occhi, Edward estrae il braccio dal petto della creatura, scaturendone una pioggia di sangue. La creatura davanti a lui continua a sorridere e cade a terra di schiena, spinto dal giovane vampiro.
L’essere rimane immobile, disteso con una fontana di sangue che gli zampilla dal petto ed Edward va verso di lui con l’intenzione di farlo a pezzi: vuole distruggerlo completamente per quello che ha fatto a sua figlia.
Gli manca qualche passo per raggiungere la figura quando, improvvisamente, nell’aria si espande una risata carica di malvagità che lo fa arrestare sul posto. La creatura sussulta ed Edward si accorge con sgomento che è dalla sua bocca che proviene quella risata agghiacciante.
-Devo dire che non è stato malaccio come inizio, amico.- dice l’essere alzandosi inarcando la schiena. –Ma ci vuole ben altro per ferirmi!- esclama con un ghigno da pazzo.
Edward non riesce nemmeno a vederlo che è già davanti a lui. Il ragazzo sente qualcosa di tubolare che gli preme contro la pancia: abbassa lo sguardo e vede un’enorme pistola nera a contatto con il suo intestino.
Edward alza lo sguardo e vede per la prima volta gli occhi della creatura: arancioni, animati da una strana luce.
*BLAM!*

Note dell'autrice:
Ed ecco la mia prima fic su quel gran capolavoro che è Hellsing (sia lode ad Hirano-Sama). Non sarà originale (per fortuna non puntavo a questo XD) ma spero che sia abbastanza spaltter per i gusti dei fans di Hellsing e di quelli che odiano Twilight ;) (anche se lo splatter-splatter sarà nella seconda parte).
Spero vi sia piaciuta la prima parte della mia flashfic!
  
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