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Autore: Tarusama    08/05/2010    1 recensioni
Ho iniziato a scrivere questa storia quasi un anno fa. Premetto subito che è una fan fiction senza pretese, scritta per divertimento. E, soprattutto, ho ancora molte cose da migliorare. Non ho ancora scritto una fine... Ma appena mi sarà possibile lo farò. Intanto posto questi brevi capitoli.
Genere: Romantico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Arghh! Ah… M-Matt, cazzo, fai piano!»
I lamenti e le imprecazioni nei suoi confronti iniziavano a diventare una gran scocciatura, considerando che il poverino non aveva nessuna colpa per quello che era accaduto a Mello.
Sopportava in silenzio i borbottii del malato, che si contorceva sul divano e si faceva sempre più petulante, come un prigioniero di guerra sotto tortura. Ma non avrebbe retto ancora a lungo, Matt.
«Stai un po’ zitto! Ho quasi fatto.» rispose con un tono di voce calmo e pacato, sebbene iniziasse a mostrare i primi segni di indisposizione.
Di solito era un tipo tranquillo, e stava la maggior parte del tempo immerso nei propri pensieri.
Non era facile farlo spazientire, ma il biondo pareva riuscirci alla grande.
Tese cautamente la mano verso il suo bendaggio e glielo disfò, noncurante delle smorfie che animavano il viso del paziente.
Quella ferita non era uno scherzo; occupava gran parte del suo volto e della sua spalla sinistra, e non essendo ancora totalmente cicatrizzata bisognava prestarci attenzione.
Prese delle bende pulite e gli cambiò medicazione dopo aver disinfettato le parti che ne necessitavano.
Poi sorrise lievemente e indietreggiò, guardando Mello dritto negli occhi.
«Visto? Ho finito.»
«Ho finito un corno!» replicò Mello, chiudendo gli occhi scocciato. Sospirò.
Quelle ferite bruciavano come l’inferno e l’avevano sfigurato, per sempre.
Aveva perso il quaderno, e di sicuro avrebbe perso anche la voglia di vivere, se non ci fosse stato Matt.
Era l’unico amico che gli rimaneva, in quel mondo marcio perennemente in conflitto con lui.
«Bé… Grazie.» aggiunse dopo in un sussurro.
Matt si alzò lentamente da terra, sospirando, e prese la cassetta dei medicinali che era appoggiata al tavolino di fianco al divano.
«Riposati un po’, ne hai bisogno.» disse.
Il biondo biascicò qualcosa di incomprensibile e chiuse gli occhi, crollando addormentato.

Matt non lo aveva sentito, ma sicuramente aveva detto qualcosa di poco gentile.
Si allontanò, dirigendosi a passo strascicato verso il bagno.
Si chiedeva come fosse possibile sentirsi peggio di colui che aveva appena finito di medicare.
Nessuno avrebbe soddisfatto mai la sua curiosità, forse perché nessuno era in grado di rispondere.
Ogni giorno era peggio, il lavoro lo uccideva, e il fatto che doveva servire e riverire Mello in qualità di sua infermierina personale era il colpo di grazia.
Era ormai passata una settimana dal momento dell’incidente.
Ritrovare il proprio migliore amico dissanguato, steso al suolo in mezzo ai rifiuti e inerme non era un gran bello spettacolo: vedendolo così si era sentito morire, a riprova dell’affetto immenso che provava per lui.
Almeno Mello iniziava a sentirsi meglio, o meno peggio.
Si buttò sul letto, stanco, e rimase parecchio tempo a fissare il soffitto, riflettendo sul da farsi.
Si appisolò un paio di volte, senza riuscire ad addormentarsi realmente, quando la sua pseudo dormita si interruppe sentendo un rumore di passi, abbastanza pesanti.


Mello si era diretto verso la sua stanza, zoppicante.
La metà visibile del suo volto, quella non coperta da fasciature, mostrava chiaramente segni di stanchezza e una vistosa occhiaia contrastava con il suo viso pallido.
«Mmm… Cosa vuoi…» mugugnò Matt, con la voce roca e un po’ apatica.
Mello lo guardò per qualche istante, poi un sorrisetto compiaciuto sbucò sulla sua faccia.
«Non riesco a dormire…»
«Vorrai mica dormire con me, spero…»
«Certo che lo voglio, il divano è scomodissimo… Hai proprio un senso dell’ospitalità del cazzo.» concluse lamentoso.
Ignorando l’espressione contrariata dell’altro si infilò nel letto, rapido, e si strinse a lui.
Non gliene fregava niente di quello che potesse pensare; sapeva solo che in quel momento aveva bisogno della sua vicinanza più che mai, e non aveva paura di mostrarlo.
A differenza dell’amico, totalmente disinvolto, Matt era parecchio in imbarazzo.
«Spero tanto che tu non ti faccia strane fantasie sugli uomini…» mormorò.
«Figurati! Chiudi gli occhi e non rompere i coglioni.» replicò stizzito.
Chiudere gli occhi non era mai stato così difficile come in quel momento, con mille diversi pensieri che gli intasavano la testa e il cuore che inspiegabilmente era sul punto di bloccarsi.
  
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