Giuro,
non avrei davvero mai pensato di scrivere qualcos'altro su loro due e
soprattutto a così breve tempo dall'altra storia. Ed invece
eccomi
di nuovo qua.
Insomma, i due pucci mi hanno
preso davvero troppo *____*. Sapevo che tanto sarebbe successo!
Beh
come sempre ci tengo a precisare che né Jared Leto
né Colin Farrell
mi appartengono e che non scrivo a scopo di lucro (però non
mi
dispiacerbbe che pure mi pagassero per 'ste cose qua xD). Ecco, la
canzone che dà anche il titolo alla fic e di cui ho inserito una citazione è dei
Modena City Ramblers
ed è veramente meravigliosa. Se non la conoscete vi
consiglio
davvero di provare ad ascoltarla!
Ok, ho finito con le manfrine.
Buona lettura!
In un giorno di pioggia
Spesso
mi chiedo
per quale motivo così tante persone associno la pioggia al
dolore.
Una giornata scandita dal ritmo incessante delle gocce
sulle terra è spesso lo scenario perfetto per le tragedie
più
strappalacrime, per ogni sentimento e pensiero negativo che siamo in
grado di far nascere in noi.
Diciamoci le cose come stanno, è un
luogo comune bell'e buono. Ed io non sono affatto un tipo da luoghi
comuni.
Però lo devo ammettere, anche se mi costa farlo, che
questi piccoli rivoli d'acqua che rigano la nostra (o per meglio
dire, tua) finestra creando innumerevoli giochi pittorici sulla
superficie traslucida smuovono qualcosa pure dentro di me, qualcosa
di così simile al dolore, qualcosa di delicato e strisciante
che ad
ogni respiro riesce a farsi sempre più opprimente.
E' una
sensazione soffocante e quello che c'è di più
strano è che,
proprio in questo, amore e dolore riescono ad essere affini, fratelli
di sangue legati ad un unico palpito.
Il pensiero di perderti, di
averti anche solo per un momento lontano da me, di non poter
abbracciarti o baciare quelle tue labbra si è fatto strada
dentro di
me non appena il sentimento ha iniziato a chiedere prepotentemente il
suo posto nel mio cuore. Non appena ho cominciato a rendermi conto
che quello che avevo voluto iniziare come un gioco, solo come uno
stupidissimo capriccio per far vedere che nessuno, e dico nessuno,
può resistere a Jared Leto, aveva iniziato a sfuggirmi di
mano, a
diventare sempre un poco più grande fin quando non
è giunto ad
inghiottirmi completamente.
Ed ora mi ritrovo qua, seduto sul tuo
letto a guardare fuori di una finestra e a pensare incessantemente a
noi, a quello che siamo stati, che siamo e a quello che... No, questo
so che non sarà possibile.
Un rumore e ti vedo rigirarti nel
sonno. Probabilmente starai ancora facendo qualche assurdo sogno sul
momento in cui il Mondo intero, non si sa bene né come
né perché,
viene a sapere della nostra relazione almeno a giudicare
dall'espressione corrucciata che riesco, nella penombra, a scorgere
sul tuo volto.
“Colin”, mi ritrovo a sussurrare nella notte
mentre istintivamente la mia mano si avvicina al tuo corpo. Sei
raggomitolato su di un lato, il lenzuolo che ti cinge mollemente i
fianchi. Il ticchettio della pioggia sul vetro pare non scalfire
affatto la coltre di sonno che ti avvolge. Così faccio
scivolare
lentamente un dito sul tuo fianco, saggiando ogni centimetro della
tua pelle nuda fino a raggiungere la spalla. E qui mi fermo, poggio
il palmo.
Corsa sfrenata.
Fiato corto.
Percezioni sensoriali distorte. Capacità di comprendere le
circostanze esterne praticamente azzerata.
Una mano, così,
all'improvviso, si fa salda sulla mia spalla. Mi trattiene. Mi
fermo.
Devo girarmi e sto già sperando. Socchiudo gli occhi e
quando li riapro davanti a me vedo solo due iridi scure che sembrano
già da sole implorare perdono ma che nascondono una
malcelata
confusione. Combatto affinché quelle lacrime che hanno
iniziato a
pungermi gli occhi mi diano tregua prima di poter rompere gli argini,
ma tu te ne sei già accorto. Veloce, raccogli una goccia che
impertinente era sfuggita al mio controllo. Ti porti le dita alle
labbra ed assapori il salato.
“Jared, io...” Cominci a dire e
non ti rendi conto di quanto io sappia già cosa vuoi dirmi.
Non ti
rendi conto di quanto la tua paura sia la mia, la tua insicurezza, la
tua sorpresa.
“Io... Cavoli lo sai che per me è così
difficile
esprimere un'emozione. Potessi solo...”. Ma non riesci a
continuare. Ti blocchi, annaspi per cercare di respirare, di trovare
ancora una volta una giustificazione. Che forse non c'è.
“Potessi
solo...”, ti sforzi di continuare “smetterla di
ferirti.”. Ed è
un soffio.
Hai gli occhi abbassati a terra e non puoi vedere che i
tratti del mio viso leggermente si distendono, che piano annullo la
distanza tra di noi.
E' un battito di ciglia e le tue labbra sono di
nuovo mie, prede consapevoli di questo carnefice.
Ti mordo
dolcemente il labbro inferiore per poi aumentare sempre un po' di
più
la pressione. Non dici niente, Colin?
“Non provi neppure ad
opporre resistenza?”, chiedo leggermente incuriosito.
“Mordimi,
Jared. Voglio poter sentire più male di quello che faccio a
te, ogni
volta”.
Ti guardo un attimo perplesso e non riesco a non
scoppiare in una risata. Il tuo volto serio lascia spazio ad
un'espressione corrucciata, di disappunto.
“Non capisco che
diavolo ci sia da ridere adesso!”. Ecco che sei passato sulla
difensiva. Non ti sto attaccando, Col...
Affondo la testa
nell'incavo tra il collo e la spalla e respiro il tuo odore, come
fosse l'unica aria che mi possa far vivere.
«Sei
tutto quello a cui tengo». Sono le
parole di Efestione a
balenarmi nella mente. Parole così vive, così
vicine al mio
sentimento, così mie.
“Ti mangerei.” mi esce dalle labbra
tutto d'un fiato, quasi senza accorgermene.
“Come?”, sembri
non aver capito.
“Ti mangerei, Colin. Per portarti sempre con
me, per sentire il tuo cuore battere all'unisono col mio, per non
permetterti di scappare, un giorno”.
Guardi di nuovo verso il
basso. Non sai cosa dire, ancora una volta. Forse non c'è
niente da
dire perché è la verità a mangiare
ogni altra parola.
Basta
un attimo ed è come tornare indietro nel tempo.
I contorni del
presente cominciano a farsi sempre più sfocati ed in un solo
momento
sei di nuovo là, là in quel passato che vorresti
fosse eterno, che
vorresti non fosse ormai scivolato nel tempo. Perché
è proprio il
tempo il tuo nemico più grande, quello che spinge contro di
te,
sempre.
Quello contro cui stiamo cercando di combattere, quello
che, temo, avrà la meglio...
Distolgo lo sguardo da te, da quei
tuoi lineamenti un po' ruvidi ma così belli, così
specificatamente
Colin. Appoggio la testa allo schienale del letto e respiro
profondamente, come stessi per andare in apnea ed avessi bisogno di
più aria possibile.
Non te ne sei reso conto ma sei riuscito a
legarmi a te più di quanto avrei mai voluto permetterti,
più di
quanto pensavo che avrei potuto far io per avvincerti a me. Sei stato
una sorpresa, una meravigliosa sorpresa.
“Colin”.
E per la seconda volta ecco che sussurro il tuo nome fissando un
punto indefinito di fronte a me.
Mi giro di nuovo, adesso sembri
tranquillo. Un lieve sorriso ti increspa le labbra.
Neppure te ne
accorgi e già ti ho rubato un bacio.
Un
lieve raggio di sole colpisce la finestra, riflettendosi tra le
piccole particelle d'acqua rimaste a decorarla. Impertinente
accarezza con un po' di malizia quel corpo abbandonato che,
infastidito, è costretto a svegliarsi. Mugola un po' per il
disappunto, proprio adesso che stava dormendo così bene,
cavoli, che
era nel bel mezzo di un sogno fantastico, che...
“Jared?”.
Col sorriso sulle labbra, pronto a dare il buongiorno al compagno, si
volta.
La consapevolezza ed il dolore sono un'unica lama che gli
trapassa il petto.
Sulle lenzuola un biglietto. Elegante e
bellissimo, come colui che l'ha scritto.
Allunga una mano ed
afferra l'aria, stringe l'effimero, quella mancanza che
diverrà
consuetudine.
E quelle parole che la verità non è riuscita a
mangiare.
E'
in un giorno di pioggia che ti ho conosciuto,
e il vento
dell'ovest rideva gentile
in un giorno di pioggia ho imparato ad
amarti
mi hai preso per mano portandomi via.
Rieccomi!!!
Non
potevo mica mancare alla fine... Ovviamente sono qui per dirvi che
spero tanto che quello che avete letto vi sia piaciuto e che se
voleste lasciare anche una piccolissima recensione sarebbe
assolutamente graditissima! In ogni caso ringrazio chiunque abbia
avuto voglia di leggere questa storia. Grazie di cuore <3.
Non
posso esimermi dal farlo e voglio proprio scriverlo quaggiù.
Dedico
la storia alla mia piccola Giulia, ti voglio bene!
Ed ora passiamo un attimo a
qualche
piccolo commentino per le recensioni che mi avete lasciato la scorsa
volta.
@ignorance: ecco qua che compare Jared, spero ti faccia
piacere :)!
@floriana333: sono davvero contenta che la storia ti
abbia rilassata, è davvero una buona cosa per me!
@julwings: No
ma tu mica ti rendi conto di quanto piacere mi abbia fatto ricevere
una tua recensione alla mia storia *__*! Insomma, leggiamo
e
recensiamo praticamente le stesse storie quindi per me è
stato
davvero un onore. Sapere poi che ti è anche piaciuta
è stato
assolutamente favoloso ç__ç!
Grazieeeeeeeeeeeeeeeee! Per adesso ti
accontenta con un'altra storia sui due puccioli ma chissà
che uno di
questi giorni non mi venga pure l'ispirazione per qualcosina sui
nostri cari Rob e Judsie *___*.
Comunque sì, primo ero Alexys ma
adesso mi sono omologata al nome che ho nei vari forum xD. Grazie
ancora e spero di poter leggere presto qualcos'altro di tuo
:*!
@Michiru83: davvero mille grazie per aver letto la mia storia
e per aver lasciato un commentino non solo nel forum ma anche
qua!
@debMilicevic: wow, se quello che ho scritto è risultato
così reale sono decisamente contenta! Grazie anche a te.