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Autore: toadynaton    10/05/2010    7 recensioni
Spesso mi chiedo per quale motivo così tante persone associno la pioggia al dolore.
Una giornata scandita dal ritmo incessante delle gocce sulle terra è spesso lo scenario perfetto per le tragedie più strappalacrime, per ogni sentimento e pensiero negativo che siamo in grado di far nascere in noi.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giuro, non avrei davvero mai pensato di scrivere qualcos'altro su loro due e soprattutto a così breve tempo dall'altra storia. Ed invece eccomi di nuovo qua.
Insomma, i due pucci mi hanno preso davvero troppo *____*. Sapevo che tanto sarebbe successo!
Beh come sempre ci tengo a precisare che né Jared Leto né Colin Farrell mi appartengono e che non scrivo a scopo di lucro (però non mi dispiacerbbe che pure mi pagassero per 'ste cose qua xD). Ecco, la canzone che dà anche il titolo alla fic e di cui ho inserito una citazione è dei Modena City Ramblers ed è veramente meravigliosa. Se non la conoscete vi consiglio davvero di provare ad ascoltarla!
Ok, ho finito con le manfrine. Buona lettura!



In un giorno di pioggia


Spesso mi chiedo per quale motivo così tante persone associno la pioggia al dolore.
Una giornata scandita dal ritmo incessante delle gocce sulle terra è spesso lo scenario perfetto per le tragedie più strappalacrime, per ogni sentimento e pensiero negativo che siamo in grado di far nascere in noi.
Diciamoci le cose come stanno, è un luogo comune bell'e buono. Ed io non sono affatto un tipo da luoghi comuni.
Però lo devo ammettere, anche se mi costa farlo, che questi piccoli rivoli d'acqua che rigano la nostra (o per meglio dire, tua) finestra creando innumerevoli giochi pittorici sulla superficie traslucida smuovono qualcosa pure dentro di me, qualcosa di così simile al dolore, qualcosa di delicato e strisciante che ad ogni respiro riesce a farsi sempre più opprimente.
E' una sensazione soffocante e quello che c'è di più strano è che, proprio in questo, amore e dolore riescono ad essere affini, fratelli di sangue legati ad un unico palpito.
Il pensiero di perderti, di averti anche solo per un momento lontano da me, di non poter abbracciarti o baciare quelle tue labbra si è fatto strada dentro di me non appena il sentimento ha iniziato a chiedere prepotentemente il suo posto nel mio cuore. Non appena ho cominciato a rendermi conto che quello che avevo voluto iniziare come un gioco, solo come uno stupidissimo capriccio per far vedere che nessuno, e dico nessuno, può resistere a Jared Leto, aveva iniziato a sfuggirmi di mano, a diventare sempre un poco più grande fin quando non è giunto ad inghiottirmi completamente.
Ed ora mi ritrovo qua, seduto sul tuo letto a guardare fuori di una finestra e a pensare incessantemente a noi, a quello che siamo stati, che siamo e a quello che... No, questo so che non sarà possibile.
Un rumore e ti vedo rigirarti nel sonno. Probabilmente starai ancora facendo qualche assurdo sogno sul momento in cui il Mondo intero, non si sa bene né come né perché, viene a sapere della nostra relazione almeno a giudicare dall'espressione corrucciata che riesco, nella penombra, a scorgere sul tuo volto.
“Colin”, mi ritrovo a sussurrare nella notte mentre istintivamente la mia mano si avvicina al tuo corpo. Sei raggomitolato su di un lato, il lenzuolo che ti cinge mollemente i fianchi. Il ticchettio della pioggia sul vetro pare non scalfire affatto la coltre di sonno che ti avvolge. Così faccio scivolare lentamente un dito sul tuo fianco, saggiando ogni centimetro della tua pelle nuda fino a raggiungere la spalla. E qui mi fermo, poggio il palmo.


Corsa sfrenata. Fiato corto. Percezioni sensoriali distorte. Capacità di comprendere le circostanze esterne praticamente azzerata.
Una mano, così, all'improvviso, si fa salda sulla mia spalla. Mi trattiene. Mi fermo.
Devo girarmi e sto già sperando. Socchiudo gli occhi e quando li riapro davanti a me vedo solo due iridi scure che sembrano già da sole implorare perdono ma che nascondono una malcelata confusione. Combatto affinché quelle lacrime che hanno iniziato a pungermi gli occhi mi diano tregua prima di poter rompere gli argini, ma tu te ne sei già accorto. Veloce, raccogli una goccia che impertinente era sfuggita al mio controllo. Ti porti le dita alle labbra ed assapori il salato.
“Jared, io...” Cominci a dire e non ti rendi conto di quanto io sappia già cosa vuoi dirmi. Non ti rendi conto di quanto la tua paura sia la mia, la tua insicurezza, la tua sorpresa.
“Io... Cavoli lo sai che per me è così difficile esprimere un'emozione. Potessi solo...”. Ma non riesci a continuare. Ti blocchi, annaspi per cercare di respirare, di trovare ancora una volta una giustificazione. Che forse non c'è.
“Potessi solo...”, ti sforzi di continuare “smetterla di ferirti.”. Ed è un soffio.
Hai gli occhi abbassati a terra e non puoi vedere che i tratti del mio viso leggermente si distendono, che piano annullo la distanza tra di noi.
E' un battito di ciglia e le tue labbra sono di nuovo mie, prede consapevoli di questo carnefice.
Ti mordo dolcemente il labbro inferiore per poi aumentare sempre un po' di più la pressione. Non dici niente, Colin?
“Non provi neppure ad opporre resistenza?”, chiedo leggermente incuriosito.
“Mordimi, Jared. Voglio poter sentire più male di quello che faccio a te, ogni volta”.
Ti guardo un attimo perplesso e non riesco a non scoppiare in una risata. Il tuo volto serio lascia spazio ad un'espressione corrucciata, di disappunto.
“Non capisco che diavolo ci sia da ridere adesso!”. Ecco che sei passato sulla difensiva. Non ti sto attaccando, Col...
Affondo la testa nell'incavo tra il collo e la spalla e respiro il tuo odore, come fosse l'unica aria che mi possa far vivere.

«Sei tutto quello a cui tengo». Sono le parole di Efestione a balenarmi nella mente. Parole così vive, così vicine al mio sentimento, così mie.
“Ti mangerei.” mi esce dalle labbra tutto d'un fiato, quasi senza accorgermene.
“Come?”, sembri non aver capito.
“Ti mangerei, Colin. Per portarti sempre con me, per sentire il tuo cuore battere all'unisono col mio, per non permetterti di scappare, un giorno”.
Guardi di nuovo verso il basso. Non sai cosa dire, ancora una volta. Forse non c'è niente da dire perché è la verità a mangiare ogni altra parola.


Basta un attimo ed è come tornare indietro nel tempo.
I contorni del presente cominciano a farsi sempre più sfocati ed in un solo momento sei di nuovo là, là in quel passato che vorresti fosse eterno, che vorresti non fosse ormai scivolato nel tempo. Perché è proprio il tempo il tuo nemico più grande, quello che spinge contro di te, sempre.
Quello contro cui stiamo cercando di combattere, quello che, temo, avrà la meglio...
Distolgo lo sguardo da te, da quei tuoi lineamenti un po' ruvidi ma così belli, così specificatamente Colin. Appoggio la testa allo schienale del letto e respiro profondamente, come stessi per andare in apnea ed avessi bisogno di più aria possibile.
Non te ne sei reso conto ma sei riuscito a legarmi a te più di quanto avrei mai voluto permetterti, più di quanto pensavo che avrei potuto far io per avvincerti a me. Sei stato una sorpresa, una meravigliosa sorpresa.
“Colin”. E per la seconda volta ecco che sussurro il tuo nome fissando un punto indefinito di fronte a me.
Mi giro di nuovo, adesso sembri tranquillo. Un lieve sorriso ti increspa le labbra.
Neppure te ne accorgi e già ti ho rubato un bacio.


Un lieve raggio di sole colpisce la finestra, riflettendosi tra le piccole particelle d'acqua rimaste a decorarla. Impertinente accarezza con un po' di malizia quel corpo abbandonato che, infastidito, è costretto a svegliarsi. Mugola un po' per il disappunto, proprio adesso che stava dormendo così bene, cavoli, che era nel bel mezzo di un sogno fantastico, che...
“Jared?”. Col sorriso sulle labbra, pronto a dare il buongiorno al compagno, si volta.
La consapevolezza ed il dolore sono un'unica lama che gli trapassa il petto.
Sulle lenzuola un biglietto. Elegante e bellissimo, come colui che l'ha scritto.
Allunga una mano ed afferra l'aria, stringe l'effimero, quella mancanza che diverrà consuetudine.
E quelle parole che la verità non è riuscita a mangiare.


E' in un giorno di pioggia che ti ho conosciuto,
e il vento dell'ovest rideva gentile
in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via.





Rieccomi!!! Non potevo mica mancare alla fine... Ovviamente sono qui per dirvi che spero tanto che quello che avete letto vi sia piaciuto e che se voleste lasciare anche una piccolissima recensione sarebbe assolutamente graditissima! In ogni caso ringrazio chiunque abbia avuto voglia di leggere questa storia. Grazie di cuore <3.
Non posso esimermi dal farlo e voglio proprio scriverlo quaggiù.
Dedico la storia alla mia piccola Giulia, ti voglio bene!

Ed ora passiamo un attimo a qualche piccolo commentino per le recensioni che mi avete lasciato la scorsa volta.
@ignorance: ecco qua che compare Jared, spero ti faccia piacere :)!
@floriana333: sono davvero contenta che la storia ti abbia rilassata, è davvero una buona cosa per me!
@julwings: No ma tu mica ti rendi conto di quanto piacere mi abbia fatto ricevere una tua recensione alla mia storia *__*! Insomma, leggiamo e recensiamo praticamente le stesse storie quindi per me è stato davvero un onore. Sapere poi che ti è anche piaciuta è stato assolutamente favoloso ç__ç! Grazieeeeeeeeeeeeeeeee! Per adesso ti accontenta con un'altra storia sui due puccioli ma chissà che uno di questi giorni non mi venga pure l'ispirazione per qualcosina sui nostri cari Rob e Judsie *___*.
Comunque sì, primo ero Alexys ma adesso mi sono omologata al nome che ho nei vari forum xD. Grazie ancora e spero di poter leggere presto qualcos'altro di tuo :*!
@Michiru83: davvero mille grazie per aver letto la mia storia e per aver lasciato un commentino non solo nel forum ma anche qua!
@debMilicevic: wow, se quello che ho scritto è risultato così reale sono decisamente contenta! Grazie anche a te.

   
 
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