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Autore: chaplin    10/05/2010    4 recensioni
Quello era Paul McCartney, sicuro!
Carly Spencer e' una fan degli anni Sessanta e Ottanta - e soprattutto dei Beatles - che vive nel ventunesimo secolo, in mezzo alle mode che governano la mente della generazione degli anni Zero (i pantaloni aderenti, i soliti cantanti di MTV, etc). Il suo personale sogno di poter vedere tutti e quattro i Beatles uniti e' un sogno che, ovviamente, non si avverera' mai (almeno nella sua attuale vita). Ma un giorno... La mia prima fic sui Beatles, spero vi piaccia :D
Genere: Generale, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, George Harrison, John Lennon , Paul McCartney , Ringo Starr
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Rubber Soul.'
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21 febbraio 2010 – ore 12:30
E' mezzogiorno e mezza, se si puo' dire. Diamine, Ringo non e' ancora tornato a casa.
Sono ridicola, ma in fondo e' mio fratello – seppur adottivo – e non voglio che si cacci nei pasticci. Basta solo che non ritorni a casa piagnucolando come un perdente e potro' camminare felice e contenta per le strade di questa cazzo di citta' senza vergognarmi. Anche se non sarebbe corretto vergognarsi di una debolezza di un familiare ma.. accidenti, anche io possiedo quella cosa insignificante chiamata' dignita'. Non la voglio sprecare.
Che sfiga. E' finito pure il gelato. Cosa posso fare, se non mettermi a rotolare sul materassino in salotto? Bah.
Mi fanno male le gambe e ho poca voglia di muovermi – e' molto normale, non per niente mi dicono che sono abbastanza pigra (lo dice pure Rings). Ma –
diamine! E due! – devo studiare scienze. Chi c'ha voglia alzi la mano.
Silenzio. (ho sempre pensato che appena raggiungero' i diciotto anni e saro' libera da Ritchie, faro' la scrittrice)
Lasciamo stare... qualsiasi cosa succeda, Ringo non ritorna. Ringo! Ringo! Ringo! Ah, maledizione, la mia vita deve per forza dipendere da lui? Non ci capisco piu' niente. Un giorno sono arrabbiata (direi incacchiata) con lui, un altro, invece, mi metto a sbavargli dietro. Ehi ehi, non in quel senso “sbavargli”. Chi lo guarderebbe, con quel naso che si ritrova?
E poi non sono una di quelle pervertite che vanno a scoparsi il loro fratello, se lo fanno – non mi piace l'incesto.
Un momento: io e Ringo non siamo parenti.
Aaah, non e' il momento giusto per pensare a queste cose.
Intanto sono le dodici e trentacinque: sono passati gia' cinque minuti. Il tempo e' orribilmente veloce, ma quel disgraziato non vuole tornare. “Sara' andato a comprare qualcosa.” mi dico in continuazione. “Sara' andato al supermercato.” oppure “Sara' dai suoi amichetti”. Ma nessuna mi convince. Non ci capisco piu' niente, uffa!!
E' meglio se vado fuori a cercarlo, e' l'unica soluzione. Prima pero' faro' una visitina a quei tre delinquenti, tanto non fa mai troppo male controllare se dei “vicini cattivi” non ti hanno rapito il fratello, no?

 

 

La campanella di casa Barton trillo', vivace, facendo prendere un colpo alla donna bionda seduta sul tavolo della cucina, davanti a una pila di fogli e un astuccio pieno fino al collo. La figlia, rinchiusa nella stanza della madre, vicino al giradischi, non se n'era nemmeno accorta, tanto era concentrata sul disco su cui poggiava la puntina. Era arrivata solo alla quarta traccia, quando suonarono.
Martha, visto che la figlia non si degnava a scendere dal piano di sopra, decise di andare lei stessa a vedere.
Un ragazzo castano, con una maglietta dei Deep Purple addosso e due occhi marroni che si illuminavano al sole ancora invernale, sfoggiava un enorme sorriso da schiaffi davanti alla soglia di casa Barton. Martha spalanco' gli occhi.
“Oh, salve signorina Barton!! Si ricorda di me? Sono l'amico di sua figlia! Adrian!” disse, a tutta velocita', senza mettere pause tra una frase e l'altra. La signora rimase a bocca aperta, incredula dalla quantita' di parole che uscivano fuori da quella bocca in meno di un secondo. E lui sorrideva, deciso, con quelle labbra che..
“Ehm.. certo che mi ricordo di te.” disse Martha, ancora incredula, tenendo comunque la catenella alla porta – faceva freddo, era in vestaglia, c'era un maniaco omicida che voleva aggredire sua figlia davanti alla porta.. “J-John?”
“Sisisi!! Sono quel John di cui (penso) sta parlando! John Lennon! John Winston Lennon! Ricorda?”
John Lennon? John Winston Lennon..? Oh mamma.
“S-signorina Barton? Sta bene?” sbuffo'. “Oh santo cielo, perche' in questi giorni tutti svengono?”

Va tutto bene, tra poco si riprendera'.”
Andi stava ancora tremando. John, alla vista di quella piccola ragazzetta sul punto di una crisi di nervi, che si aggrappava alla copertina sul divano, fece un sorrisino intenerito. Quella Andi era davvero carina, eh?
“Sai che hai una gran bella casa?” fece di nuovo John, tanto per rompere il ghiaccio.
Nella casa faceva molto freddo, gli impianti di riscaldamento si erano rotti, ma l'edificio era molto delizioso e i mobili erano messi in un modo quasi impeccabile. Riusci' a notare un enorme poster di Jimi Hendrix appeso subito accanto alla finestra, varie foto da Woodstock e un disegno molto bello di Joe Cocker nella sua storica esibizione di With a Little Help From My Friend. C'erano due divani, tra cui un divano letto – quello in cui dormiva Gerard –, su cui avevano poggiato la povera donna, ancora svenuta.
I muri erano color crema, la lampadina era a campana, c'erano anche dei fiori finti poggiati in un angolo della stanza, insieme ad una libreria di ebano. Quella casa piaceva molto a John. Ma non solo la casa.
Allungo' una mano per dare un buffetto sulla guancia di Andi, quando si accorse della musica proveniente dal piano di sopra.

What goes on in your heart?
What goes on in your mind?
You are tearing me apart
When you treat me so unkind
What goes on in your mind?

Ehi! E' What Goes On dei Beatles o sbaglio?” domando' subito John, entusiasta.
“Ehm.. penso di si'. Cioe', non ho ancora visto la tracklist di quest disco...”
Troppo tardi. John si era gia' precipitato verso la direzione delle scale, dietro la porta del salotto, e si era messo a salire alla ricerca della fonte del suono. Andi, con il pigiama addosso e la copertina sulle spalle, si mise ad inseguirlo. Non poteva trovare la stanza da letto di sua madre prima di lei! Non gliel'avrebbe permesso! Ma.. no, non ce la fece.
Il chitarrista fu subito davanti al giradischi, sorridendo ebete, mentre gli occhi scuri della ragazza erano su di lui.
L'attenzione di Andi fu pero' subito catturata dalla musica, che ormai, dopo la corsa all'inseguimento del ficcanaso, stava volgendo al termine. E quando tutti meno se lo aspettavano, parti' la traccia seguente.

Is there anybody going to listen to my story
All about the girl who came to stay?
She's the kind of girl you want so much
It makes you sorry
Still, you don't regret a single day
Ah girl
Girl

Oh..” mormoro' Andi, colpita.
Alle sue spalle, John sorrise, mentre guardava il disco che girava. La puntina restava li', a percorrere il piccolo solco sul piatto nero. E la sua voce intonava con incredibile dolcezza i versi della canzone.
Gli occhi di Andi, che erano sul disco, si spostarono sul ragazzo di fronte a lei, seduto sul letto di Martha, sorridente.
Il silenzio sotto la musica era quasi intimo, interrotto solo dalle urla dei ragazzini che giocavano a palla, tra la neve sciolta dalla pioggia, urlando ogni volta “Palla!”, impigriti dalla poca voglia di correre con gli stivaletti.
La luce del giorno filtrava dalle tende: sembrava quasi rosea. E i due erano prima a guardarsi, uno dolcemente e l'altra in ansia, e dopo lei non aveva resistito e s'era seduta accanto a lui, tenendosi al suo braccio.
Il braccio dell'uomo che l'aveva protetta in un momento di debolezza, l'aveva sostenuta e l'aveva presa in giro.
E le parole uscirono da sole dalle labbra di John, all'improvviso, involontarie: “Domani parto.”

When I think of all the times I've tried so hard to leave her
She will turn to me and start to cry
And she promises the earth to me
And I believe her
After all this times I don't know why
Ah, girl
Girl

C-come parti?” mormoro' lei, colta da un'improvvisa sensazione di freddo, che non veniva dalla temperatura dell'edificio.
“Ecco... non so se qualcuno te l'ha gia' detto ma.. io, George e Paul abbiamo deciso di trasferirci, quindi..”
“E.. e..”
e io? Ma non poteva chiederlo cosi'. “E.. Ringo?”
“E' vero, Ringo!” disse tra se e se John. Poi fece un altro sorrisetto, cercando di alleggerire la tensione. “Viene con noi!”
Come? “E.. Meghan?!” la voce di Andi si faceva sempre piu' stridula.
“Beh, per essere batteristi.. si bisogna fare dei sacrifici, penso!” borbotto' John, poco sicuro.
“Ma Meghan rimarra' sola!” insistette Andi.
Non si era nemmeno accorta che aveva stretta il pugno destro e si stava aggrappando sempre di piu' a lui.
“Lo so, ma...”
“Non andartene.” lo interruppe lei.
John quindi stacco' bruscamente la puntina dal disco. A lei venne un colpo dallo spavento.
Le labbra sottili di John diedero un leggero bacio sulla fronte di Andi, che aveva ricominciato a tremare.
“Mmh. Conosci quella canzone che fa..
but I'll be back again?” canticchio' sottovoce, avvicinandosi pericolosamente al viso, ormai paonazzo e rigato da due piccole lacrime della ragazza. Lei scosse la testa.
Il respiro del chitarrista sfiorava il suo collo; aveva paura, paura di quello che stava per succedere.
E allo stesso tempo, era come se tutto fosse sicuro, tutto il mondo era scomparso e c'erano solo lei e.. John.
Lennon diede un piccolo bacio accanto alle labbra di Andi, si alzo' e sorrise, prima di scomparire dietro la porta.
Quella fu l'ultima volta in cui lo vide.

La madre si sveglio' con un sorriso: era un angelo o si stava fingendo John Lennon?
Lo sapeva solo sua figlia. Quella birichina di sua figlia.
In quel momento, la campanella suono' di nuovo. Martha divenne rossa, come la figlia. Forse era...
“Ciao mamma!”
Peccato. Era Ed.
“Edward. Com'e` andata la giornata?” chiese lei, asciugandogli i capelli rossicci dall'acqua.
“Bene, a parte quel coglione di Kyle che vuole sempre rompermi il cazzo.” borbotto', apatico, e si schianto' sul divano.
“Edward, maledizione, quante volte ti ho chiesto di non parlare in quel modo?!” lo sgrido' Martha, tirandogli una bottarella sulla fronte. Lui reagi' urlando di un dolore fin troppo esagerato.
A interrompere quello strano quadretto familiare, fu Andi, che entro' in salotto in lacrime, buttandosi sul fratello.
Ed rimase un po' perplesso all'abbraccio della sorella, ma la lascio' fare, sotto gli occhi della madre, che non capiva.

 

 

 


 

See Emily Play
Sono in fissa con Rubber Soul. Soprattutto con Girl e If I Needed Someone. xDD
Cerchero' di essere breve, solo una cosa: non aggiornero' prima di aver aggiornato “A feeling”. u_u
Ringrazio nuovamente per i commenti, che mi mettono sempre il buonumore.. E anche a chi legge!! :)

Zazar90: Alla fine Martha e' fredda per vari motivi ma anche per il lavoro e bla bla.. insomma, e' quel classico genitore con troppi impegni, che lo (in questo caso la -sisi-.) allontanano dalla famiglia! D: E ha anche una famiglia incasinata.. Eh povera ragazza, ma come la tratto. O_O E adesso, se scopriranno le identita' di quei poveracci.. Non oso immaginare cosa gli faranno!! *Jack le copre in anticipo gli occhi* Comunque ancora grazie per i complimenti... Davvero.. *__* :) Ora Meg sta diventando il tuo personaggio preferito? Davvero ironica la vita, sisi.. xDDD

xSakuChanx: Vergogna! Non si uccide qui, si amputa. U_U Pero' e' vero, suona molto meglio Andrea dai Capelli Rossi! XD Pero' mi era rimasto in testa il “Anna dai capelli rossi” e quindi l'ho tenuto -sisi-. (peccato pero' che non siamo nei '60 t_t Ma una fortuna per quei quattro, almeno. Altrimenti... -sisi-.) Grazie. *w*

Marty_youchy: Era un po' l'effetto che volevo ottenere e sono contenta di esserci riuscita.. XD Perche' non sono tanto brava a scrivere storie in cui ci sono particolari atmosfere calde e roba simile.. ne a formulare frasi incisive. u_u La cosa dell'ocean child la conoscevo pure io.. insomma, se fossi stata in John, non ce l'avrei messo quel verso. D: Pero' la canzone in generale e' davvero bellissima... :) - Pero' dalle parole di John pare quasi che Paul ci sia.. insomma: mishtero. XD

Clafi: Orsu', che la mia fantasia fa ancora piu' cilecca. XD Gia', povera Andi, non dev'essere facile.. Pero' con una mamma con tutti quei vinili, che invidia! *__* Uffa, noi non abbiamo vinili ma solo CD, eheh. XD Poi pure io voglio un nome ispirato a una canzone dei Beatles *A* anche se Michaela e' gia' molto somigliante a Michelle *fischietta* pretendo troppo. xDD Su dov'e` finito Paul.. eeeeeheheh *risata scema che vuole sembrare malefica* E' un.. mishtero. AAH! L'ha vishto anche lei?!

 

Vi saluto con la sigla, la solita: http://www.youtube.com/watch?v=7GiOIRc-8Q0
E' che sono in fissa con questa bellissima canzone, Summer '68.
E ora, Buon Natale! Feliz Navidad! Scappo in Alaska con Ivan a bere vodka! Adios! <3

  
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