Per un istante riuscire a volare
Con ali di cartapesta;
e sangue che cola dalle ferite ancora aperte.
È inevitabile precipitare.
Ancora ed ancora
in moto perpetuo.
[Il flusso
instabile delle cose,
il loop eterno.]
Dicevo.
L’ora del tè è ormai passata,
il mio tempo s’è nutrito persino dell’ultima memoria malata.
Dovevo alzarmi!
E mi sono alzata.
Ma.
Le mie ali le avevo strappate coi denti,
graffiando la pelle con foga
e con inutili sentimenti;
[ed ero piccola e
fragile;
ed ero debole]
Ma resta ora inutile
drogare i miei sensi
inutile
vivere in un labirinto di controsensi.
Striscerò instabile tra cadaveri putrescenti;
[ad ogni passo falso],
camminare in un deserto di corpi morenti.
Nella morte rinata bambola;
[ancora]
non più pelle,
non più calore.
Soltanto fragile fredda
ceramica.
Un tale abominio cosa può desiderare?
[Nella
morte ti voglio divorare!]
Ed allora uccidetemi;
prima che sia troppo tardi.
UCCIDETEMI.
ORA.
O
forse sono già…
…morta.
[Ed il futuro
promette solo cenere
ed una bambola;
nemmeno sa più piangere.]